DI JIM RICKARDS
kingworldnews.com
Con la recente volatilità azionaria ed il basso rendimento delle obbligazioni, l’attenzione degli investitori è stata recentemente attirata dalle valute, a causa della guerra monetaria scoppiata nel 2010 ed intensificatasi ultimamente. La decisione del Brasile di tagliare i tassi di interesse per fermare l’ascesa del real, e la decisione della Svizzera di agganciare il franco all’euro, sono esempi di come i paesi svalutino le loro valute rispetto alle altre, o quantomeno ne rallentino l’ascesa. Siamo in una fase globale di “beggar-thy-neighbor” [let. rubamazzetto – politica economica di un paese per avvantaggiarsi a scapito di altri], come negli anni ’70 e prima ancora negli anni ’30, ove i paesi cercano di appropriarsi della crescita economica dei paesi vicini per mezzo di svalutazione per promuovere le proprie esportazioni.
Svizzera e Brasile sono ai margini di questa guerra globale. L’evento principale è il circo a tre piste di Stati Uniti, Europa e Cina con le rispettive valute, dollaro, euro e yuan. La dinamica è banale – tutte vorrebbero una valuta più debole relativamente alle altre, per aiutare le esportazioni. La Cina ha poche giustificazioni per svalutare, così considera il peg [agganciamento] l’opzione migliore – per lo meno la loro valuta non sale. Gli USA hanno maggior potere – la valuta di riserva mondiale, e la tipografia per svalutare stampando. L’Europa cerca disperatamente di svalutare, ma dipende dagli acquisti cinesi del suo debito sovrano, e dipende dagli USA per la liquidità in dollari nella forma di linee di swap [contratti a termine attraverso i quali la FED fornisce dollari contro euro alla BCE per un periodo limitato, al termine del quale i dollari tornano alla FED e gli euro alla BCE – ndt], così non ha potere contrattuale verso Cina e USA. Inoltre la Germania ha una storia di un solido export anche con una valuta forte, per la sua efficienza, cultura omogenea e collaborazione fra la forza lavoro e la proprietà industriale. Ciò era vero negli anni ’70, col marco forte ed è in gran parte vero oggi. Questa dinamica evolve in modo prevedibile. Gli USA svalutano verso yuan ed euro – e ottengono quel che vogliono. La Cina rivaluta sul dollaro, ma aggancia l’euro – e ottiene la metà di quel che vorrebbe. L’euro rimane alto sul dollaro e sullo yuan e non ottiene niente. Questo è stato lo schema fino a Giugno, quando i cinesi hanno finalmente lasciato seriamente apprezzare lo yuan sul dollaro.
C’è un solo problema con questa bella soluzione alla guerra delle valute. La Germania può sopravvivere con una valuta forte, ma il resto d’Europa no, e parte di essa, la Grecia specialmente, è insolvente. I greci dovranno accettare l’austerità impostagli dalla Germania. Ma prima o poi i greci o i tedeschi si impunteranno, la crisi diverrà critica. Allora l’euro si svaluterà sensibilmente. La riluttanza tedesca al salvataggio della Grecia ha indebolito l’euro, per le prospettive di default [insolvenza] o uscita della Grecia dall’euro. L’indebolimento dell’euro ha rotto il patto globale con la Cina, che adesso si trova nel caso peggiore – euro e dollaro deboli contemporaneamente. La Cina non è preparata ad accettare entrambe le situazioni.
Così va nelle guerre monetarie, ove i vantaggi sono temporanei, ed è solo questione di tempo prima che la valuta forte provi a entrare nel gioco delle svalutazioni a cui stanno partecipando tutti. E poiché non tutti possono svalutare contemporaneamente, ogni “vincitore” con una valuta più debole produrrà un “perdente”, inchiodato ad una valuta più forte. All’inizio sembrava che l’Europa fosse il perdente, ma adesso la Cina sta iniziando ad assumere tale ruolo. La Cina non può accettarlo e ha posto due condizioni. Primo, comprerà debito sovrano europeo per tamponare la crisi al patto di ottenere migliori condizioni commerciali. Secondariamente, se l’euro non si rafforzerà a breve, c’è la minaccia implicita di riagganciare lo yuan al dollaro, scombinando i piani statunitensi per un dollaro debole.
L’intero sistema globale è ad un punto critico e il debito sovrano, le valute, i mercati azionari ed il destino dei politici sono tutti in gioco. Lo scopo nascosto del QE [quantitative easing – creazione di nuova massa monetaria per acquistare debito sovrano, abbassando i tassi e creando inflazione – ndt] e del QE2 è sempre stato quello di svalutare il dollaro e causare inflazione in Cina, e costringerli a forzare la mano. Il QE è stato criticato per non avere aiutato l’occupazione ed i consumi, ma questo non ne è mai stato lo scopo principale – lo scopo era di indebolire il dollaro e spingere le esportazioni, ed incrementare così l’occupazione, ma questo richiede tempo. Ho rimosso il QE3 dalle mie previsioni da fine 2010, quando fu chiaro che i rollovers [rinnovi – utilizzare il capitale e gli interessi delle obbligazioni possedute in scadenza per comprarne delle nuove – ndt] erano sufficientemente elevatoi per mantenere la curva dei rendimenti [delle obbligazioni governative – ndt] sotto controllo, e, più importante, la Cina stava finalmente iniziando a rivalutare lo yuan.
Per adesso il QE3 è ancora fuori discussione, ma se l’euro si indebolisce e la Cina si ri-aggancia al dollaro, questo è il segnale per ulteriore QE. Difficile indovinare come finirà, ma almeno sappiamo dove guardare. Se volete anticipare il mercato nel vedere il prossimo QE3, guardate l’euro.
E infine, non è vero che non ci siano vincitori in una guerra valutaria. C’è sempre un solo vincitore – l’oro.
Jim Rickards
Fonte: http://kingworldnews.com/
Link: http://kingworldnews.com/kingworldnews/KWN_DailyWeb/Entries/2011/9/18_Jim_Rickards_-_Gold_is_the_Only_Winner_in_this_Global_War.html
18.09.2011
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org a cura di ALEZ