DI CHARLIE SKELTON
Il Bilderberg può anche arrivare fino a Silicon Valley, giocare con l’Intelligenza Artificiale, ma la sua strategia di comunicazione e i suoi sistemi di sicurezza appartengono ad un’altra era.
Si è diffusa l’inquietante notizia che durante la conferenza Bilderberg di quest’anno sia stato sparato un proiettile contro un elicottero della polizia. Chi farebbe una cosa del genere? Viene fuori che le persone che lo avrebbero fatto sono…della polizia. Il proiettile, ammette un portavoce governativo, è partito da un membro del gruppo scelto austriaco antiterrorismo EKO Cobra: il colpo è partito mentre l’ufficiale stava salendo in elicottero.
Nella foto: Il Presidente del Bilderberg Group, Henry de Castries, capo di AXA, sta decidendo se parlare o meno con la stampa. Foto di Charlie Skelton for the Guardian
Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito. Solo l’elicottero è rimasto leggermente colpito. E’ un sollievo, anche se ci si domanda: che razza di unità scelta antiterrorismo è quella che fa volare i suoi uomini con addosso armi pronte senza sicura? Ma siamo nel Tirolo o in Vietnam?
Pare, quindi, che l’unico atto violento commesso contro la polizia qui al Bilderberg 2015, sia il diretto risultato di un sistema di sicurezza troppo aggressivo. In realtà, l’unico danno che la polizia può aver accusato per tutto il tempo della conferenza è stato quello di slogarsi la bocca a fare ‘vrooom vrooom vrooom” seduta nelle sue supercar corazzate facendo finta di guidarle…
Un veicolo corazzato nei boschi durante la conferenza Bilderberg. Foto di: Charlie Skelton/Guardian
Non hanno voluto spendere soldi per un centro accreditamenti per la stampa, ma non stati ben felici di spenderli per uno spazzaneve blindato. Che assurdità…
Durante la conferenza, presso il bar dell’Hotel Tyrol, mi sono imbattuto in un delegato ‘recidivo’, il magnate dei media portoghese Francisco Pinto Balsemão. Nel mio terribile portoghese gli chiesto se questa per lui era stata una conferenza produttiva – uma conferência útil – e lui mi ha risposto in inglese: “Lo è sempre”. Sono riuscito a fargli un’altra domanda prima che il personale dell’albergo mi invitasse calorosamente a levarmi di torno. “Pensa che l’anno prossimo sarà possibile avere una conferenza stampa, come ai vecchi tempi?” Il Senhor Balsemão mi ha sorriso e mi ha risposto in portoghese: “Talvez,” ha detto. Forse.
E’ un uomo affascinante, ma dall’aspetto stanco. ‘Recidivo’ dico io, poiché questa sarà la sua ultima conferenza Blderberg da membro del comitato direttivo; sicuramente stava assaporando i suoi passati ricordi di potere. A ridosso della conferenza di quest’anno, la stampa portoghese ha riferito che Balsemão ha indicato un suo connazionale, José Manuel Barroso, ex presidente della Commissione Europea, come suo successore nel comitato direttivo. E durante i lavori il sito ufficiale già indicava questa sostituzione.
Alla fine della conferenza, Barroso è apparso raggiante. Il suo sorriso già la diceva lunga non appena è sbucato fuori dall’aeroporto all’arrivo. Ha salutato le telecamere e per un momento ho pensato che stava per colpire l’aria, come alla fine di The Breakfast Club. Sembrava un gatto davanti a un piattino di crema, che a un certo punto decide che la crema è noiosa e preferisce invece una bottiglia di champagne.
José Manuel Barroso. Foto di Charlie Skelton for the Guardian
Meno giubilante di Barroso è stato invece il banchiere di investimenti James Wolfensohn. Quando il giornalista Dan Dicks gli ha chiesto se era stata una buona conferenza per lui, ha risposto: “Io non c’ero … Non ho assistito.” Una risposta idiota da dare alla stampa, direi, considerando che si sta uscendo da una limousine Mercedes V12 con un enorme adesivo “B” sul finestrino anteriore.
VIDEO https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=XX8ebdziesI(video di James Wolfensohn al Bilderberg)
Da un’ altra limousine ecco che emerge, con il morbido ronzio dei suoi arti da ‘cyborg’ il quasi umano Peter Thiel 3000: controlla la situazione sicurezza e si dirige verso il suo jet privato.
Il fondatore di Paypal e direttore di Facebook attualmente sta investendo generosamente nella ricerca anti-invecchiamento, come parte del suo progetto “Immortalità”. Dice: “Credo che se un giorno riuscissimo a permettere all’uomo di vivere per sempre, lo dovremmo fare. In assoluto.”.
Ovviamente, questo non è il solo Bilderberghiano con la fissa dell’immortalità. David Rockefeller, ‘padrino’ del gruppo, ha compiuto 100 anni proprio durante la conferenza di quest’anno – pare abbia partecipato da un grande schermo presente nella grande sala delle conferenze. E c’è Henry Kissinger, che ha compiuto 92 anni. Si dice che doveva morire qualche anno fa ma la Morte ha avuto troppa paura di bussare alla sua porta.
Nel 2006, Thiel è stato co-fondatore, con Ray Kurzweil, del Singularity Summit. Kurzweil è un noto futurologo, trans-umanista e attualmente direttore dell’ingegneria a Google.
Per ‘singolarità’ s’ intende il passaggio verso tecnologie più intelligenti di quelle umane e, per estensione, la fusione tra intelligenza umana e quella delle macchine. Per Thiel, è il biglietto per l’immortalità.
Al Bilderberg di quest’anno, il presidente esecutivo di Google, Eric Schmidt, ha portato con sé due dei suoi uomini di punta per una sessione sull’I.A. Potrebbe sembrare un’anomalia per Bilderberg, ma nel corso degli ultimi anni all’interno del gruppo c’è stato un grande cambiamento verso i nuovi media e le nuove tecnologie. Schmidt e Thiel sono entrambi nel comitato direttivo del gruppo, così come Craig Mundie di Microsoft e Alex Karp, il miliardario C.E.O. della società di analisi finanziarie Palantir e compagno di stanza di Thiel alla Stanford Law School.
Bilderberg dunque raggiunge la Silicon Valley e parla di I.A. Guarda al futuro, con l’occhio sempre attento a cogliere tutto ciò che è prezioso. Se Bilderberg vuole sopravvivere e restare influente, deve fondersi con le nuove tecnologie. Non può restare indietro.
Ed è qui che mi preoccupo per il futuro del Bilderberg. Al suo interno, il gruppo appare in grado di adattarsi alle nuove tecnologie, ma per quanto riguarda il rapporto tra il gruppo e le tecnologie utilizzate dai mezzi di informazione? Non è più il 1950, non si può semplicemente dire una mezza parola a qualche editore e tenere fuori tutta la stampa. Hai qui giornalisti come Dan Dicks e Luca Rudkowski, con i loro upload istantanei e con mille macchine fotografiche appese ad ogni gancio dei loro zaini. Hai qui blogger e giornalisti popolari, attivisti con account Instagram. Articoli online tempestati di “commenta” e “condividi” per i social network. Le notizie non funzionano più come prima.
E Thiel lo sa bene, se non lo sanno gli altri.
Altrettanto anacronistica è una polizia dalla mano pesante: posti di blocco, spazzaneve blindati, vessazioni, pattuglie in elicottero con poliziotti dalle dita pruriginose e l’ostinato rifiuto a non relazionarsi con la stampa. Non è altro che il prolungamento fisico di Wolfensohn e del suo: “Io non c’ero, non ho partecipato”. Una negazione della realtà e del cambiamento: e questa non può essere una strategia a lungo termine.
Come George Osborne che tiene la testa bassa, schiva le telecamere, fingendo quasi di non essere qui, e poi dopo tre giorni di incontri e colloqui dichiara, con la sua massima trasparenza, che sono stati “colloqui di carattere generale”. Ci si aspetta di più da Osborne, ci si aspetta di più dal gruppo. Per il suo bene e anche per il nostro. Dunque, il Bilderberg farà un respiro profondo e deciderà di darci di più nel 2016?
Usando le parole di Senhor Balsemão … “talvez”.
Charlie Skelton
Fonte: www.theguardian.com
Link: http://www.theguardian.com/world/2015/jun/15/bilberberg-looks-to-the-future-but-is-stuck-in-the-past
15.06.2015
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63