DI CHARLIE SKELTON
guardian.co.uk
Ultime da Charlie Skelton: un ospite a sorpresa a Bilderberg accolto da un caldo benvenuto dal “Megafono d’Oro”.
Ieri alle 4 del pomeriggio una limousine scortata da poliziotti è entrata dall’ingresso posteriore del Bilderberg Hotel. Pesanti misure di sicurezza, personaggio politico di primo calibro. Iniziano le scommesse: era Romney che ha avuto il via libera per la presidenza? Era Hilary che l’ha spuntata e viene a firmare per l’Iran?
Nella foto: Il denaro non compra il silenzio – Una colonna sonora per Bildeberg 2012. Foto di: Hannah Borno per il Guardian
Le 4 del pomeriggio – ora di fare una pausa prima del cocktail in piedi e prima di sedersi al tavolo d’onore per una rumorosissima cena: il rumore era graziosamente offerto da una playlist iTunes sparata a mille decibel da un megafono davanti al Bilderberg Hotel.
All’ora del cocktail i delegati conversavano amichevolmente sull’economia greca in frantumi sulle note di Killing In The Name dei Rage Against The Machine. A cena, si sono spartiti i contratti per la ricostruzione in Iran post-invasione con Uprising dei Muse. E poco prima del coprifuoco sonoro, hanno sorseggiato il loro caffè con la dolce melodia di Endgame dei Megadeath.
I megafoni del Bilderberg si sono affrontati in una gara per il Miglior Sbraitatore per vincere il premio del Megafono D’Oro. Gli sbraitamenti sono stati giudicati da We Are Change San Antonio e il regista di guerra Mark Dice. La vittoria è stata assegnata a Steve Milroy che mentre riceveva il premio ha detto, con modestia: “Mi hanno votato soltanto perchè mi stavo surriscaldando.”
Le recinzioni metalliche hanno vibrato fragorosamente mentre Milroy spaccava i timpani al Bildeberg. “Il mondo vi sta addosso!” ha esploso. “Ci aggrapperemo alle vostre gambe come cani rabbiosi e non lasceremo la presa!”. “State scegliendo il nostro nuovo presidente! Ci state dicendo che possiamo scegliere tra Goldman e… Sachs!” Anche se questo non è del tutto vero, perché sono sicuro che anche anche JP Morgan e Citigroup hanno la loro parte.
E allora: era davvero il nuovo Presidente degli Stati Uniti quello che è stato scortato dentro per fare il discorso a fine cena? Ovviamente, non lo sappiamo chi c’era nella limousine, ma per certo non era Kissinger. Henry è apparso e scomparso in continuazione questo weekend da dietro vetri trasparenti, talmente tanto che qualcuno ha cominciato a preoccuparsi dell’effetto della luce solare sulla sua pelle. “Avrà una crema speciale che gli impedisce di sciogliersi al sole” ha detto qualcuno dalla folla, mentre Henry scompariva di nuovo dietro ai vetri, smorzando l’ironica battuta. “E’ strano. Sembra che si nutra di energia”, ha detto Steve Davies di Press For Truth. Steve è arrivato qui con il suo collega Dan Dicks. Gli chiedo cosa lo ha fatto venire. “Un sacco di grossi canadesi quest’anno qui” spiega Dan. “Abbiamo Alison Redford, il Premier dell’Alberta, Mark Carney che è il capo della Bank of Canada – era l’amministratore delegato di Goldman Sachs prima di avere il ruolo attuale. E ci sono i banchieri privati, ovviamente. Edmund Clark e Frank McKenna – i numeri uno e due del TD Bank Group.”
“E’ una banca gigantesca” spiega Steve con un sospiro. “Ma questo è Bilderberg: la fusione tra interessi privati e governativi – i governi al servizio delle grandi imprese. In Canada non c’è molta copertura giornalistica sull’evento – eppure la gente ha fame di queste notizie e non le trova.”
A Bilderberg, ogni distinzione svanisce: banche/accademici/capitale/leader politici – tutti si fondono in una cosa sola. L’attivista ventottenne John Colonna obietta contro questa “cosa sola”. “Ciò di cui abbiamo bisogno è una separazione tra banche e governi. Dobbiamo separarli. Bilderberg e’ il posto dove essi s’incontrano. L’ideologia di Bildeberg è la fusione tra grandi imprese e grandi governi. Questo è fascismo. Questo è quello che non comprendono i commentatori della sinistra liberale. In questo sono ciechi.”
John scuote la testa sconsolato. “Le grandi imprese hanno preso il sopravvento sui governi. E’ piuttosto facile da capire”. La storia è lunga e complessa, il connubio tra clientelismo e potere è da capogiro, ma in qualche modo lo si può raffigurare facilmente su un unico manifesto.
Parlando di capogiro, non farei il mio dovere di buon giornalista se non cedessi alla pressione dei miei lettori passando a un’altra foto dell’attivista Collin Abramowicz. Eccolo qui, con il suo sguardo pieno di rabbia per il Nuovo Ordine Mondiale. Parlando sul serio, se ci sono qui agenti di modelli che guardano – ogni singola foto che ho fatto a Collins praticamente buca lo schermo. Ah, dimenticavo, io prendo il 15%, lordo, non netto.
Sale la temperatura a Bilderberg 2012, ma Collins resta freddo, Foto di Hannah Borno per il Guardian
Foto e servizi dalla protesta di quest’anno si sono riversate sul web, oggi la gente è stanca e bruciata dal sole – ma il dovere di testimoniare e protestare li ha riportati qui. “Non dovrei essere qui oggi con la mia macchina fotografica” confessa amareggiato Michael Agyeman, studente di aeronautica ventiduenne del New Jersey. “Ma se non fossi qui, chi testimonierebbe al posto mio? Dov’e’ la CNN? C’e’ un lavoro da fare, e allora lo faccio.”
Gli studenti hanno avuto una parte importante a Bilderberg 2012. Incontro Matt Bobeng e Sam Porter, entrambi di 19 anni, della North Carolina State University. Dico a Matt, un chimico, una cosa che noto da anni: che trovo la gente fuori da Bilderberg particolarmente intelligente. “Mi piace considerarci gente intelligente” ride. “Io e un mucchio di idioti? Questa è un’idea che non mi piace”. Chiedo a Matt cosa succede quando parla di Bilderberg ai suoi amici. “E’ normale che alla gente non piaccia l’idea di cospirazioni di stato. I governi sono come una coperta. Dì a un bimbo che la sua coperta preferita è infetta e piena di pidocchi: farà fatica a crederlo, è una cosa che non gli piacerà”.
Sam sta studiando programmazione informatica. “Ho una mente molto analitica e penso sia importante che tutti facciano la propria analisi. Vai a casa, fà la tua ricerca”. Da tutte le persone qui a Bilderberg, questo è il messaggio: va, studia, informati. Non prendere le mie parole per oro colato. Ed io aggiungerei non prendere le parole di Robert Kagan per oro colato.
La citazione che ha fatto il giro del mondo quest’anno è di Robert Kagan, consulente di Romney, arci-neoconservatore e co-fondatore del Project for the New American Century. Su Bilderberg dice:
“Con il dovuto rispetto… è solo un mucchio di gente poco interessante che fa discorsi poco interessanti e pranzano e cenano in bei posti.”
Bene, con il dovuto rispetto Robert, non solo Chantilly, Virginia, non è proprio un bel posto (anzi, è da brivido – una distesa di cemento, stile Mecca di aziende belliche), ma forse non tutti considerano “poco interessanti” i convenuti a Bilderberg. Potrebbero invece trovare interessante che il presidente, il vicepresidente e il CEO della Shell s’incontrino per una conferenza di tre giorni, con il presidente della Barclays, il capo della sicurezza nazionale alla Casa Bianca, il capo della NSA, il capo della HSBC, il Cancelliere d’Austria, il Lord Cancelliere del Regno Unito, il Governatore dell’Indiana, il CEO di Unilever, il direttore generale del WTO, il presidente della Banca Mondiale e il capo del Dow Chemical Group.
Chi altro dovrebbe esserci perché Kagan consideri l’evento degno di attenzione…? La Rana Kermit? Rihanna? George Washington? Il cast di Ghostbusters? O se Henry Kissinger si cimenta in una lapdance in onore del Ceo di Airbus? Chi altro potrebbe far smettere Kagan di sbadigliare a Bilderberg?
Devi essere proprio un folle totale se pensi che niente d’interessante possa accadere a Bilderberg. Matt Bobeng rabbrividisce al pensiero che esista ancora una diffusa prevenzione a prendere sul serio questo summit: “La gente pensa: che cosa penserebbe la gente se iniziassi a parlare di Bilderberg? Questo è un reale ostracismo d’idee”.
Ieri, a colazione, ho chiesto a Wayne Fritzsche, imprenditore e veterano della marina, se si sentisse un pazzo a essere qui – parlando di Bilderberg. Lui mi ha sorriso. “No, mi sento informato”.
Charlie Skelton
Fonte: www.guardian.co.uk
Link: http://www.guardian.co.uk/world/us-news-blog/2012/jun/03/bilderberg-2012-guess-whos-coming
3.06.2012
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63