Ennesimo atto contrario alla diplomazia internazionale quello avvenuto ieri, sabato 26 marzo.
Il presidente Joe Biden, durante un discorso al Castello Reale di Varsavia, ha infatti affermato che, per lui, Vladimir Putin “non può rimanere al potere”, dando così adito alle voci che vedono in questa affermazione una minaccia velata di “cambio di regime” in Russia, alla maniera americana.
D’altronde siamo stati abituati a rivoluzioni colorate sponsorizzate dagli USA in varie parti del globo. In Russia però non è così facile e, dopo l’insuccesso di Alexei Navalny, è difficile interpretare tale affermazione come chiara possibilità che ciò avvenga.
Per questo motivo forse, subito dopo la fine del discorso del Presidente, un funzionario della Casa Bianca ci ha tenuto a precisare che ciò che intendeva veramente Biden era che “a Putin non può essere permesso di esercitare il potere sui suoi vicini o sulla regione” sottolineando come non si “stava discutendo del potere di Putin in Russia o del cambio di regime”.
Biden ha anche affermato che il mondo deve prepararsi per una “lunga battaglia”, lasciando così intravedere poche speranze di una risoluzione diplomatica del conflitto, non importa quante vite costerà, avvertendo anche la Russia di non osare entrare neanche di un “centimetro” sul territorio della NATO, e ribadendo il “sacro obbligo” di difesa collettiva per i membri dell’alleanza.
Alla richiesta di commenti sul discorso di Biden, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha seccatamente detto a Reuters: “Non spetta a Biden decidere. Il presidente della Russia è eletto dai russi”.
Massimo A. Cascone, 27.03.2022