DI MASSIMO FINI
ilfattoquotidiano.it
I seguaci di Berlusconi sostengono da sempre che le accuse della magistratura al Cavaliere sono basate su “teoremi”, su un “accanimento giudiziario”. E non si rendono conto di essere assisi a loro volta su un teorema o, peggio ancora, su un assioma: l’innocenza a priori di Berlusconi. La differenza fra un teorema e un assioma è che il primo parte da una proposizione la cui verità deve essere dimostrata, l’assioma non ne ha bisogno, è, per dirla con Plotino, una “verità in sé”, talmente evidente da non aver bisogno di essere dimostrata. E infatti l’assioma che Berlusconi è a priori innocente è indistruttibile.
Contro questa logica, priva di ogni logica, è impossibile competere.Un altro antico mantra dei berluscones è che un uomo politico che ha ricevuto milioni di voti “non può essere eliminato per via giudiziaria”. Il senso di questa affermazione, ammesso che ce l’abbia, qual è? Che chi è stato eletto con un certo numero di voti è, per questo, autorizzato a commettere reati? Che Berlusconi, se li salta il ticchio, può strangolare Veronica perché ha il consenso popolare? E che livello di consenso bisogna raggiungere per godere di questa particolare immunità? Ci vogliono 9 milioni di voti o ne bastano quattro o due? (Tutti questi paralogismi, e altri, sono già stati trattati nel e Manuale del perfetto impunito di Marco Travaglio, del 2000, che ha la mia prefazione. Lo dico non solo a beneficio di quei lettori del Fat- to che mi guardano con grande sospetto, quasi fossi una canaglia destrorsa, ma per significare come dopo tre lustri nulla è cambiato).
Una new entry nella galleria dei nonsense, sostenuta soprattutto da Fabrizio Chicchitto, è che la condanna a Berlusconi per quello che impropriamente viene chiamato il “caso Ruby” (in realtà è un caso di concussione, il reato di prostituzione minorile ha un’importanza minore, un anno di car- cere rispetto ai sei per la “concussione per costrizione”) “mette a rischio la pacificazione nazionale”. Il senso è che il sostegno del Pdl al governo va barattato con una sanatoria dei reati commessi dal Cavaliere.
Per i seguaci B. è innocente a priori Contro questa logica, priva di ogni logica, è impossibile competere
in primo grado e una in appel- lo, per una colossale e scientificamente organizzata evasione fiscale, una condanna per concussione e prostituzione di minore, che ha goduto di cinque prescrizioni (alla faccia dell’avvocato Ghedini oltre che di Bruno Vespa che sostengono che i processi del Cavaliere sono insolitamente rapidi), in due delle quali però la Cassazione ha accertato in via definitiva che i reati a lui ascritti Berlusconi li aveva effettivamente commessi anche se era scaduto il tempo per poterli sanzionare, che si trova nella singolare situazione di aver pagato 600 mila dollari all’avvocato Mills perché rendesse falsa testimonianza in processi che lo riguardavano, Mills è stato condannato, ma il corruttore, cioè il Berlusca, no, mentre un altro suo avvocato, Cesare Previti (che a questo punto va considerato quasi una vittima) è stato pure condannato per aver corrotto il giudice Metta per avere una sentenza favorevole nel cosiddetto “Lodo Mondadori”, ma il mandante dell’operazione, cioè ancora il Berlusca, ha usufruito, a differenza di Previti, della prescrizione perché la Cassazione gli ha riconosciuto con una singolare motivazione, le attenuanti poiché nel frattempo era diventato presidente del Consiglio (che avrebbe dovuto essere sem- mai un’aggravante), bene, a nessuna persona con questo straordinario curriculum, sarebbe concesso di determina- re la politica nazionale. Però questa è l’Italia. Ma sì, diamogli, come vuole Cicchitto, un salvacondotto. Per le Bermude.
Possibilmente nel Triangolo delle.
Massimo Fini
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
29.06.2013