DI PAOLO FRANCESCHETTI
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Dopo qualche ora dall’elezione di Mattarella ho messo un post su facebook che ha provocato giustamente qualche polemica. Il messaggio era questo:
Mattarella. Mattarella. Dunque… mi sovviene che a Palermo apparteneva alla squadra di Salvo Lima, Ciancimino, Calogero Mannino. Mafia allo stato puro, anche se formalmente di correnti diverse, Ma forse lui non se ne era accorto. si incontrò con padre Pintacuda e ebbe intensi rapporti con Leoluca Orlando. Chi era Pintacuda? Il fondatore del cerisdi, un centro studi fondato da Pintacuda e che era (ed è) in realtà un centro dei servizi segreti, che sorge a Castel Utveggio, a Palermo. Quel centro da cui partì la telefonata che avvertì Brusca che falcone arrivava a Punta Raisi, e da cui fu azionato il telecomando della strage di Via D’Amelio. Ma forse Mattarella non lo sapeva. Tutte queste cose lui non le sapeva e non le sa. Magari era impegnato, o si era voltato dall’altra parte proprio in quel momento.
Qualcuno ha fatto domande altri hanno fatto precisazioni. In effetti sono stato troppo precipitoso volendo riassumere un pensiero complesso e una storia altrettanto complessa in poche righe, senza immaginarmi il gran numero di condivisioni (ma anche di conseguenti critiche) che avrebbe avuto.
Allora precisiamo alcune cose. Mattarella non era della corrente Andreottiana di Lima, ma della corrente De Mitiana. Non era quindi, tecnicamente, un “amico” di Lima. Vero. Era però, tecnicamente, un “amico” di Calogero Mannino, che ebbe ampi e comprovati rapporti con la mafia finché un giorno il “sistema” non si svegliò e decise di processarlo, probabilmente perché era diventato scomodo a qualcuno.
Ed è vero che non era in intensi rapporti con Leoluca Orlando. Per la precisione Mattarella viene dalla scuola del gesuita Bartolomeo Sorge, da cui proveniva anche Padre Ennio Pintacuda che, insieme a Orlando, furono i promotori della primavera di Palermo.
A un certo punto Sorge e Mattarella presero le distanze da Pintacuda e Orlando.
Basti dire che Pintacuda fu il fondatore del Cerisdi, il centro dei servizi segreti che sorge a Castel Utveggio e da cui partì la telefonata che avvisò Brusca dell’arrivo di Falcone a Punta Raisi, e da cui venne azionato il telecomando di via D’Amelio.
Ecco perché qualcuno, all’epoca, disse “né con la mafia né con l’antimafia”.
Perché se eri contro la mafia ti ammazzavano, come accadde a Boris Giuliano, Ninni Cassarà, Ciaccio Montalto e tanti altri.
Ma ti ammazzavano anche se capivi che l’antimafia non era meglio della mafia, come accadde a Borsellino.
La Palermo di allora era quella. O stavi con la vecchia mafia, o con la nuova – molto più pericolosa e sottile – di Orlando e Pintacuda.
Difficile capire da che parte stesse Mattarella, ma quel che è certo è che lui questo sistema non l’ha mai denunciato veramente.
Ma altrettanto certo è che questo sistema lo conosce bene, se è vero che Mattarella è stato convocato come testimone al processo per la trattativa stato – mafia.
Tante altre cose si potrebbero dire allora di Mattarella. Ad esempio, la storia dei tre milioni di buoni benzina che gli regalò Filippo Salamone imprenditore condannato per mafia (Salamone sosteneva fossero decine di milioni). Oppure i discussi rapporti con la mafia di suo padre Bernardo Mattarella (ma chi lavorava a Palermo in quegli anni, come poteva non avere rapporti anche solo indiretti con la mafia?).
Ma tutto questo non sarebbe importante, perché gli scheletri nell’armadio di precedenti Presidenti della Repubblica sono molto peggiori.
In compenso ci sono diversi fiori all’occhiello di questo nuovo presidente; fu uno dei pochissimi a opporsi alla legge Mammì che sanciva di fatto un’illegalità e consegnava a Berlusconi il monopolio televisivo del paese; si battè per abolire la leva obbligatoria
Chi ha raggiunto un grado di consapevolezza di come funziona la politica (quindi chiunque vada oltre le verità dei quotidiani e dei settimanali mainstream) sa che, chiunque fosse stato eletto, non poteva essere una persona completamente pura senza inquinamenti col potere. E sa che il vero problema dei politici più importanti non sta tanto nella singola tangente presa o nella frequentazione, ovverosia non sta tanto in ciò che il politico ha fatto, quanto in ciò che non ha fatto, che non ha visto, e che non vedrà.
Le domande che mi pongo, quindi, non sono “chi era suo padre? ha preso tangenti? chi ha frequentato a Palermo?”, ma le seguenti:
“Mattarella si rende conto che il problema a Palermo non è mai stata la mafia?”;
“questo Presidente vedrà che ci sono centinaia di minori che scompaiono in Italia e di cui non se ne sa più nulla?”;
“sa il Presidente che per molti decenni in Sicilia erano quasi inesistenti le sparizioni di minori, proprio grazie alla mafia, e che invece queste erano elevatissime al centro – nord? Auspicherà mai un’inchiesta parlamentare su questo fenomeno?”
“si accorgerà dei dati ufficiali della polizia di stato da cui risulta che tra minorenni e maggiorenni ne scompaiono oltre un migliaio?”;
“essendo un giurista, si occuperà degli scandalosi meccanismi giuridici che favoriscono Equitalia rendendo impotente il cittadino e distruggendo l’economia italiana, e avvertirà che il meccanismo processuale è incostituzionale?”;
“si rende conto di quale sia l’origine della crisi economica e ne denuncerà le cause prodigandosi per trovare una soluzione, oppure farà finta che va tutto bene dicendo, come ho letto su un delirante articolo dell’ANSA pochi giorni fa: ‘Italia in ripresa, la disoccupazione giovanile scende al 42%’ (un dato inaudito, tenendo conto che tra gli occupati ci sono anche quelli che guadagnano 300 o 400 euro nei call center, alle casse dei supermercati o come commessi di negozi) ?”.
Farà qualcosa per queste realtà?
Staremo a vedere.
Credo che sia questo il problema.
E quindi, chiunque fosse salito al Colle, non avrebbe cambiato nulla.
Per adesso, una cosa buona questo presidente l’ha già fatta. Il 4 dicembre 2013 la Corte Costituzionale, di cui Matterella è stato membro, ha dichiarato illegittimo il sistema di votazione, sostanzialmente affermando che tutto il parlamento è illegittimo, e quindi implicitamente dichiarando che, giuridicamente, anche Renzi, ad esempio, occupa un posto che non gli spetta. Ma va da sè che oggi anche l’elezione del Presidente della Repubblica deve essere considerata costituzionalmente illegittima.
In altre parole, abbiamo un Presidente della Repubblica che, caso unico in Italia e forse al mondo, ha, di fatto, affermato in un documento ufficiale quale una sentenza della Corte Costituzionale, di essere un presidente illegittimo.
L’inizio non è male.
Non resta quindi che dire: “Benvenuto, Presidente… Speriamo solo che lei sia un po’ meglio degli altri – assolutamente impresentabili anche nella facciata, eccezion fatta per Rodotà – che erano stati proposti e che si ricordi di suo fratello Piersanti, che è morto stritolato dall’assurdo sistema in cui viviamo e che forse, da lassù, potrebbe darle qualche suggerimento, ora che per lui il sistema apparirà tutto chiaro, anche nella sua follia&rdq
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Paolo Franceschetti
Fonte: http://paolofranceschetti.blogspot.it
Link: http://paolofranceschetti.blogspot.it/2015/02/benvenuto-presidente.html
1.02.2014