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La Redazione

 

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A cura di Davide
Il 19 Agosto 2011
61 Views

LA GERMANIA USA LA CRISI FINANZIARIA PER CONQUISTARE L’EUROPA

DI SIMON HEFFER
dailymail.co.uk

Il meeting d’emergenza dell’altro ieri tra Angela Merkel e Nicolas Sarkozy era stato pianificato prima che i partecipanti conoscessero le cifre disastrose della crescita nell’eurozona, diffuse in mattinata.

Il meeting è stato segnato dalla passata settimana di tumulto nei mercati finanziari, con l’azionario in caduta libera dopo il declassamento del rating del credito statunitense.

Ancora più pesante la notizia delle perdite di alcune delle maggiori banche europee, in Francia in particolare, a prova dell’impossibilità perfino delle economie più sviluppate di vivere con i propri mezzi.

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Angela Merkel e Nicolas Sarkozy ieri a confronto sulla crisi; potrebbe essere varata
un’unione fiscale, e la Germania ne definirebbe i termini.

Angela Merkel è riuscita a salvare stati membri in difficoltà con il denaro dei contribuenti tedeschi senza patirne ricadute politiche, ma è difficile che continui così.

Ecco perché ieri ha minimizzato l’ipotesi che la BCE – finanziandosi tramite eurobonds [obbligazioni garantite dai più forti stati europei, Germania in testa] – saldi i debiti di questi paesi quasi in bancarotta.

Si è parlato invece di obbligare gli stati membri al pareggio di bilancio e alla riduzione del debito mediante ciò che Merkel e Sarkozy hanno definito un ‘vero governo economico europeo’, composto dai capi di stato e guidato inizialmente dal presidente dell’unione, Herman Van Rompuy.

Angela Merkel ha richiesto una ‘più forte coordinazione delle politiche [economiche]’ e ‘una nuova qualità nella cooperazione’ entro l’eurozona.

Per quanto non voglia ancora ammetterlo, ciò suggerisce che il primo passo è stato fatto verso un’unione fiscale che porterà la Germania a dettare le condizioni finanziarie per il resto dell’Europa.

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Nicolas Sarzoky e Angela Merkel hanno parlato di un ‘vero governo economico’ e la leader tedesca
ha richiesto una ‘più forte coordinazione delle politiche [economiche]’, durante il meeting a Parigi

E’ l’unico paese in grado di farlo. Grecia, Irlanda e Portogallo sono casi finanziari disperati e continuano i problemi in Spagna, con la disoccupazione oltre il 20%.

L’Italia sta barcollando, il debito 2010 sale al 116% del PIL, peggio solo della Grecia al 143%.

Intanto la recente inclusione della Francia alla lista delle economie a rischio ha portato il panico. Le banche francesi detengono circa un ottavo, 57 miliardi di dollari, del debito greco. La borsa francese è crollata e le agenzie di rating stanno parlando di declassarne il debito, adesso tripla A.

Così, dopo un’estate di acute crisi nel Mediterraneo il contagio sale a nord. Sono stati tentati singoli salvataggi, ma questi continuano ostinatamente a non funzionare. Solo un idiota potrebbe pensare il contrario, poiché si trattano solo i sintomi del declino economico europeo, non le cause.

Se solo tutti fossero come i tedeschi, e spendessero solo poco più di quello che incassano, tutto andrebbe bene, così sembrano dire i mercati.

La Germania era in rovina nel 1945, ma ha investito in capacità industriale, ha sviluppato un’educazione di prim’ordine, ha incrementato la produttività e puntato sulla qualità.

In 60 anni ha completamente ‘vinto la pace’, così come completamente perse la guerra.

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L’inclusione dell’economia francese nella lista dei paesi a rischio
ha scosso le banche europee e oltre Manica, e ha fatto crollare l’azionario.

La sopravvivenza dell’euro, e con esso del progetto europeo, necessita che gli altri 16 stati membri siano come i tedeschi. Devono perdere la libertà di essere diversi.

La Germania, in quanto maggiore economia UE e principale contribuente farà le regole, e le renderà assolute.

George Osborne, in vacanza a Beverly Hills, ha telefonato alla Commissione Europea e alla BCE. Questi i punti evidenziati.

E’ una strategia rischiosa, e se dovesse riuscire renderebbe l’Europa effettivamente un impero tedesco, con paesi come il Regno Unito ai margini.

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George Osborne pensa che il Regno Unito non possa che lasciare che venga creata l’unione [fiscale], poiché se l’economia europea implode, anche gli inglesi ne sarebbero gravemente colpiti.

Mr Osborne pensa che non ci sia scelta. Se l’economia europea implode ne saremmo [gli inglesi] gravemente colpiti, non solo a causa del debito sovrano in mano alle banche inglesi, ma anche per il calo dei esportazioni verso la UE e per la perdita di investimenti europei nel Regno Unito.

Le prospettive dei partner europei delle Germania sono anche peggiori.

Se i mercati finanziari continuano a non avere fiducia nei raffazzonati pacchetti di salvataggio offerti dai capi dell’eurozona, qualche paese finirà in bancarotta. Grecia ed Irlanda sono già di fatto insolventi.

Questi paesi possono sperare che la salvezza, a meno di uscire dall’euro e svalutare, sia di accettare che la Germania sostenga l’euro e colonizzi di fatto l’eurozona, con una perdita di sovranità mai vista dai tempi del Terzo Reich.

Poiché non c’è dubbio di cosa significhi ‘unione fiscale’: una politica economica, stesse tasse, stessa previdenza, un debito pubblico, una sola economia, un solo ministro delle finanze. Tutto questo sarà tedesco.

Non è solo il prezzo che i mercati domandano per rimanere fiduciosi sul futuro dell’euro, e per comprare debito che potrebbe finanziare Grecia, Irlanda o Italia. E’ anche il prezzo che i tedeschi sembrano chiedere per il loro supporto.

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I mercati sembrano affermare che se ognuno seguisse le indicazioni tedesche e spendesse
solo poco più di quanto guadagnasse, tutto andrebbe bene.

Secondo un sondaggio della rivista tedesca Stern, il 52% dei sostenitori di Angela Merkel non approvano i salvataggi, ed il 62% è preoccupato della direzione presa dal partito. A soli 2 anni dalle prossime elezioni, non può sfidare il consenso democratico ancora a lungo.

La Germania ha già pompato 120 miliardi di euro nel fondo-salvataggi da 440 miliardi. E’ la quinta economia mondiale, e ciò significa che imporre le sue regole ai 16 stati membri avrebbe pesantissimi effetti a livello globale.

La Germania ha anche un’altra ragione per sostenere i suoi partner europei: il 42% delle sue esportazioni va nell’eurozona, solamente la Francia ne assorbe 90 miliardi annui.

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La domanda di beni made in Germany, quali queste auto Volkswagen, è calata negli ultimi mesi
e i tedeschi hanno interesse a sostenere i loro partner, poiché il 42% delle loro esportazioni va nella zona euro.

Tuttavia la domanda di merci made in Germany sta calando, così come la crescita tedesca. Poco prima che la dimensione del problema francese con la Grecia fosse resa nota, Commerzbank, una delle maggiori banche tedesche, ha annunciato di avere destinato il 93% dei profitti del secondo quadrimestre per ammortizzare perdite sul debito greco per 1,1 miliardi di dollari.

Affinché la Germania continui a prosperare, l’europa deve prosperare, ma a tal dine potrebbe essere imposta una soluzione spietata. Se il progetto europeo deve continuare, la Germania non solo deve parteciparvi, dovrà gestirlo.

L’European Financial Stability Facility [fondo europeo di stabilità finanziaria] non è la risposta, ma solo un’altro cerotto che permette alla BCE di acquistare obbligazioni dei paesi debitori per mantenerli solventi. Tutto nella speranza che la ferita non si allarghi: speranza vana.

L’alternativa è la resa della sovranità del resto dell’eurozona alla Germania, e che la politica economica di Grecia, Irlanda e Portogallo venga decisa a Berlino.

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L’European Financial Stability Facility, recentemente approvato, consente alla BCE
di tamponare i problemi di alcuni membri in difficoltà, ma non è la risposta alla crisi.

Ciò rassicurerebbe i mercati, ma cancellerebbe ogni parvenza di democrazia nei 16 stati membri: perso il controllo dell’economia, si perde anche la sovranità.

Ogni dipartimento di spesa in ogni governo nell’eurozona avrebbe la sua politica decisa nella vecchia capitale di Prussia, e se la gente non volesse il proprio governo ridotto ad avere meno potere di un consiglio comunale, l’alternativa sarebbe la rovina.

Là dove Hitler fallì militarmente la conquista dell’Europa, oggi i tedeschi stanno riuscendo, con il commercio e la disciplina finanziaria.
Benvenuti nel Quarto Reich.

Simon Heffer

Fonte: Rise of the Fourth Reich, how Germany is using the financial crisis to conquer Europe

17.08.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ALESSANDRO PAGANINI

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