BBC: FAZIOSA, LIMITATA, COLPEVOLE

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John Pilger, Hans von Sponeck, Dahr Jamail e altri rispondo alla
dichiarazione della BBC riguardante il Tribunale Mondiale sull’Iraq.

“Perchè dire di più? Osserva questa distinzione:
tra il folle che desidera ardentemente il suo bene
e il saggio che desidera ardentemente il bene degli altri”.
(Shantideva, VIII secolo)

Di recente Media Lens ha lanciato un media alert riguardo la mancanza
di
informazione (da parte dei media britannici) sul Tribunale Mondiale per
l’Iraq (World Tribunal on Iraq – WTI), tenutosi ad Instanbul lo scorso
mese. La nostra allerta, Il Misterioso Caso del Fantasmagorico
Tribunale
Mondiale sull’Iraq, è stata spedita il 6 luglio 2005.Abbiamo suggerito ai nostri lettori di chiedere agli alti dirigenti
della BBC perché la loro emittente, che è pubblica, non stesse
informando sui molti rapporti di presunti crimini di guerra
statunitensi
a Fallujah e in altre zone dell’Iraq. Perché, in particolare, i
principali notiziari della BBC ignoravano le dannate conclusioni del
Tribunale contro l’invasione e l’occupazione dell’Iraq? E quando mai la
BBC ha parlato della colpevolezza di Bush e Blair per crimini di
guerra?

Per i media professionali, queste sono domande a cui è difficile
rispondere razionalmente, preservando una qualche parvenza di dignità.
La dissonanza cognitiva dimostrata dagli alti dirigenti della BBC, nel
disperato tentativo di far credere che la ‘imparzialità’ della BBC sia
ben salda – anche se le attuali prestazioni dei loro media promuovono
chiaramente l’agenda di questo potere statale distruttivo – è
incredibile a vedersi. Ricorda la vanteria della Regina Bianca in
‘Attraverso lo specchio’ di Lewis Carrol: ‘Perché, a volte, ho creduto
ad almeno sei cose impossibili prima di colazione”. Alice nel Paese
delle Meraviglie: Il “Giornalismo basato sulle prove” che ignora le
prove!

Ora, Helen Boaden, il direttore dei notiziari della BBC, ha rilasciato
la seguente dichiarazione alle molte persone che le hanno scritto.
Abbiamo chiesto ad alcuni noti commentatori di rispondere (vedi oltre).

“La ringrazio per la sua email che critica la mancanza di informazione
nella BBC quanto al Tribunale Mondiale sull’Iraq. Abbiamo ricevuto
numerose lamentele su questa questione in diverse sedi della BBC e –
dopo un attento studio del problema – quella che segue è la risposta,
che spedisco per conto della BBC stessa.

Gli argomenti in discussione al meeting di Istanbul sono importanti e
molti del temi discussi in tale sede sono stati trattati anche dalla
BBC, che li ha esaminati continuamente o regolarmente nelle proprie
emittenti. Ci sono molte conferenze che la BBC non segue – a causa di
disponibilità limitata di risorse – ma per noi l’importante è che si
mandino in onda notizie su una vasta gamma di argomenti.

Attualmente la nostra priorità finanziaria in relazione all’Iraq è
riportare gli eventi dal paese stesso. La BBC è l’unica emittente
britannica ad aver mantenuto una presenza continuativa nel paese,
inclusa la presenza di agenzia permanente a Baghdad. Un esempio di come
questo investimento abbia ripagato è l’intera giornata di notizie che
abbiamo avuto su BBC News 24, BBC World, Radio 5 Live e sul sito web di
BBC News il 7 giugno. In quel giorno, abbiamo scritto una cronaca dei
diversi aspetti della vita delle 27 milioni di persone che abitano in
Iraq. C’è un sommario di quel che abbiamo fatto sul sito web:
http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/4603875.stm

La BBC ha esaminato gli eventi in Iraq da molte angolazioni, compresa
l’infrastruttura legale; il ruolo dell’ONU; le relazioni
internazionali:
la condotta delle forze della coalizione e le violazioni dei diritti
umani ad Abu Ghraib; la controversia su Guantanamo Bay. Ma a differenza
del WTI, che considera la guerra in Iraq sbagliata come premessa, la
BBC
deve essere di larghe vedute ed imparziale nel suo approccio.

Siamo ligi ad un giornalismo basato sulle prove. Non siamo stati in
grado di stabilire che gli Stati Uniti abbiano usato armi chimiche
proibite o che abbiano commesso altro atrocità contro i civili a
Falljah, lo scorso Novembre. Le inchieste sul campo, allora e
successivamente, indicano che ciò non è probabilmente avvenuto.

La BBC prende il suo obbligo di fornire un informazione imparziale con
la massima serietà. Le assicuriamo che noi lottiamo per un giornalismo
responsabile, di larghe vedute.

Sua,
Helen Boaden, Direttrice della BBC News” (Email forwardata da molti
lettori di Media Lens, dal 13 luglio 2005 in poi).

Il premiato giornalista John Pilger, che ha una vasta esperienza come
reporter in Iraq, ci ha detto:

“La risposta di Helen Boaden è semplicemente ridicola. Lei afferma che
la BBC non ha stabilito che gli Stati Uniti abbiano usato delle armi
proibite o commesso delle atrocità. Gli Stati Uniti hanno ammesso di
aver usato il napalm, un arma proibita, e le prove delle atrocità a
Fallujah sono schiaccianti: troppe per essere riportate qui. Leggete,
per esempio, la dichiarazione dei dottori all’ospedale generale di
Fallujah e di altri testimoni oculari indipendenti. La giustificazione
per cui la BBC non ha stabilito la realtà di tutto questo è da
ricercarsi nel fatto che tutti i suoi reporter siano embedded con gli
Americani e i Britannici, e trasmettono dunque le informazioni degli
occupanti, che non hanno nulla di ‘imparziale’.” (Email a Media Lens,
14
luglio 2005)

Abbiamo anche contattato il Tribunale Mondiale sull’Iraq per la loro
risposta. La coordinatrice delle comunicazioni Caroline Muscat ci ha
detto che il WTI aveva invitato Jonny Dymond, il corrispondente ad
Istanbul del BBC World Service, perché partecipasse alle udienze del
Tribunale. Lei ha aiutato nell’organizzare le interviste e nel fornire
i
filmati: “abbiamo fatto del nostro meglio per andare incontro alle sue
necessità”.

Dymond ci ha confermato di aver partecipato alla conferenza stampa di
apertura e al primo dei 5 giorni di procedimento (email di Jonny Dymond
a Media Lens, 14 luglio 2005). Il tutto si è risolto in una notizia del
BBC World Service di 24 secondi, e un servizio più lungo di circa 90
secondi. Questi servizi non hanno menzionato la conclusione del
Tribunale per cui la BBC, ed altri noti media mainstream, abbiano delle
“responsabilità speciali per aver promosso le menzogne sulle armi di
distruzione di massa in Iraq”.

Carloine Muscat ci ha detto: “La mancanza di informazione presso il BBC
World Service non è dovuta ad alcuna negligenza nostra”.

Ma nemmeno una goccia di questa pur limitata informazione è stata
trasmessa sui principali bollettini informativi della BBC, come i
telegiornali delle sei o delle dieci su BBC1. Muscat continua:

“In effetti, Ms. Helen Boaden sta dicendo che il Tribunale non era una
priorità per la BBC per via dei giudizi fatti alla BBC su questa
iniziativa globale”. Ha aggiunto che il Tribunale “è stato seguito da
milioni di persone in tutto il mondo grazie ai siti web alternativi, ai
video e alle registrazione audio fornite in streaming dal sito web del
WTI… Il fatto che gli Iracheni abbiano rischiato le loro vite
viaggiando ad Istanbul e testimoniando gli orrori che hanno affrontato
quotidianamente non era una priorità, infatti la BBC ha detto:
“Attualmente la nostra priorità finanziaria in relazione all’Iraq è
riportare gli eventi dal paese stesso”.

Mentre rispettiamo l’impegno della BBC per un giornalismo basato sulle
prove, è difficile ignorare il fatto che le prove in questa storia
siano
nel Tribunale stesso. Il fatto che un numero significativo di
rispettati
diplomatici, accademici, reporter e legali che difendono i diritti
umani
si siano ritrovati con degli esperti internazionali in vari campi per
portare l’attenzione del mondo sulle ingiustizie che si stanno
verificando in Iraq, è in sé una storia che merita di essere riportata.

La BBC ha trascurato l’esperienza e la professionalità di tutti quelli
che hanno partecipato a questo Tribunale. Infatti, una delle ragioni
per
cui questa iniziativa ha avuto luogo è proprio il fatto che abbiamo
sentito, come milioni di persone in tutto il mondo, una mancanza di
equilibrio, chiarezza ed obiettività nell’informazione sulla cosiddetta
‘guerra al terrore’. Mancando di capire il significato insito nel
presentare l’altra faccia di questa guerra, la BBC ha confermato che
avevamo ragione”. (Email a Media Lens, 14 luglio 2005)

Abbiamo contattato Dahr Jamail, un giornalista ‘non-embedded’ che ha
coraggiosamente testimoniato dall’Iraq per un totale di otto mesi.
Jamail ha portato la sua testimonianza ad Istanbul, descrivendo molte
atrocità inflitte agli Iracheni dalle forze USA. Questa è stata la sua
risposta:

“E’ interessante che Helen Boaden usi come ragione per non aver
informato sul WTI che la BBC ricorra ad un ‘giornalismo basato sulle
prove’, per poi dire che la BBC non è stata ‘in grado di stabilire che
gli Stati Uniti abbiano usato armi chimiche proibite o che abbiano
commesso altro atrocità contro i civili a Falljah, lo scorso Novembre’.

Questo è uno degli scopi principali per cui il WTI ha avuto luogo –
fornire queste informazioni ai media e informare il monde sulle
atrocità
commesse in Iraq”. (Email a Media Lens, 13 luglio 2005)

Jamail ha evidenziato che il Tribunale ha fornito tutte le prove di cui
la BBC aveva bisogno: “le testimonianze, tra cui quelle di molti
Iracheni, dell’uso di armi illegali da parte degli Stati Uniti a
Fallujah lo scorso novembre, come cluster bomb, pallottole all’uranio,
napalm ed armi chimiche”. Jamail ha anche evidenziato che “i testimoni
e
le fotografie dell’esercito statunitense che attacca gli ospedali
uccidendo sia dottori che civili mostrano che questa sia una procedura
operativa standard nelle avventure dell’esercito in Iraq”. Ha concluso:

“E’ chiaro che se la BBC fosse veramente impegnata per un ‘giornalismo
basato sulle prove’, come dice Ms. Boaden, avrebbe riportato quel che i
dottori Iracheni e i civili dicono essere accaduto a Fallujah lo scorso
novembre”. Fede cieca: La BBC ignora il suo stesso mantra di
‘imparzialità’

Hans von Sponeck (nella foto in basso) è un ex assistente del segretario generale della
Nazioni Uniti, che ha condotto il programma umanitario oil-for-food a
Baghdad per 18 mesi. Ha dato le dimissioni nel 2000, inorridito
dall’impatto delle sanzioni imposte dalle Nazioni Unite all’Iraq. Anche
lui ha risposto alla email di Boaden:

“Il Tribunale Mondiale sull’Iraq non era solo ‘un’altra conferenza’.
Una
BBC ricettiva ed imparziale avrebbe dovuto capire velocemente che
l’evento di Istanbul avrebbe fornito una rara immagine di una società
planetaria che si batte per la pace, la giustizia, l’onestà politica e
la responsabilità. La BBC ha scelto di ignorare il suo stesso avviso
per
cui ‘imparzialità è informare su tutte le parti’. Bypassare un
movimento
per la responsabilità internazionale quando l’opportunismo politico e
la
disonestà dilagano, quando il diritto internazionale è violato e la
sicurezza umana sta diventando un sogno lontano, significa solo aderire
all’antitesi del giornalismo di larghe vedute”. (Hans von Sponeck,
email
a Media Lens, 13 luglio 2005)

Tim Llewellyn, un ex corrispondente dal Medio Oriente per la BCC, ha
riconosciuto “le difficoltà immense sul terreno” per i reporter in
Iraq,
ma ci ha detto che la Boaden si sofferma “sul fatto che l’utilizzo
dell’uranio impoverito e il verificarsi di atrocità a Fallujah e in
altri luoghi siano informazioni speciose”. Ha continuato:

“C’è una grande quantità di prove affidabili per cui le forze di
invasione avrebbero usato uranio impoverito e napalm in Iraq (noi
britannici abbiamo usato sicuramente il primo, nel 1991) e gli esperti
di difesa della BBC potrebbero fare molto di più perché si sapesse,
nell’arena pubblica. L’uso di tali orribili armi contro aree civili sta
sicuramente alimento la rabbia che si manifesta in attacchi come quelli
contro Madrid e Londra. L’inabilità o la riluttanza della BBC ad
esporre
in modo adeguato o anche solo discutere intelligentemente l’uso di tali
armi quali l’uranio impoverito o il napalm crea vergogna o è ritenuto
addirittura provocativo verso i telespettatori o gli utenti
radiofonici,
specialmente vista la sua propensione a permettere ai presentatori e
agli ospiti di accusare con furia l’Iran a causa della presunto
problema
delle armi nucleari”. (Email a Media Lens, 14 luglio 2005)

Infine, Richard Keeble, professore di giornalismo alla Lincoln
University e autore di ‘Etica per i giornalisti’ ci ha mandato la sua
risposta alla dichiarazione della BBC:

“I media mainstream hanno celebrato la ‘rivoluzione’ che ha avuto luogo
in seguito agli attentati di Londra, con l’uso preminente di immagini
scattate con telefoni cellulari fornite da persone qualunque e dai
weblog. Questo, è stato sostenuto, rappresenta una ‘democratizzazione’
dei media mainstream. Sembra che la rivoluzione più urgente per i media
mainstream sia l’acquisizione di nuovi valori. Il loro fallimento
nell’informare sul Tribunale Mondiale sull’Iraq dimostra come dominino
ancora le priorità convenzionali. Il giornalismo mainstream rimane
troppo vicino agli interessi e alle strutture economiche e politiche.
Sempre più persone lo capiscono e si spostano verso delle alternative
più autentiche” (Email a Media Lens, 13 luglio 2005)

Mark Byford, il vice direttore generale della BBC, ha affermato di
recente che “ora, la BBC parte dal presupposto che il cliente che paga
il canone abbia ragione. Dopo tutto, gli abbonati sono le stesse
persone
che hanno fondato e possiedono la BBC nel regno Unito”. (Byford, ‘Il
tuo
amico flessibile’, The Guardian, 11 giugno 2005). Ha osservato: “Il
modo
in cui un’organizzazione risponde alle richieste di qualcuno è un metro
del modo in cui le persone percepiscono l’apertura e la ricettività di
quell’organizzazione”.

Abbastanza vero. Ahimè, giudicano le reazioni che vediamo ogni giorno,
molti utenti sono profondamente scettici sulle affermazioni della BBC
quanto alla sua “apertura” e “ricettività”.

Capiscono ogni giorno di più la sorprendete realtà per cui la BBC,
emittente pubblica, è un accessorio per i crimini di guerra ed il
terrorismo di stato perpetrato dal governo britannico, in tandem con il
suo alleato statunitense.

Fonte:http://www.medialens.org
20.07.05

Traduzione per www.comedonchsciotte.org a cura di CARLO MARTINI

AZIONE SUGGERITA

L’obbiettivo di Media Lens è promuovere la razionalità, la compassione
e
il rispetto per gli altri. Per i lettori: quando scrivete ai
giornalisti, vi raccomandiamo fortemente di mantenere un tono educato,
non aggressivo e non offensivo.

Scrivete a Helen Boaden, direttrice di BBC news,
Email: [email protected]

e a Mark Byford, vice direttore generale
Email: [email protected]

Chiedete perché la BBC non stia informando sulle prove sostanziali di
crimini di guerra della “coalizione” a Fallujah e in altre parti
dell’Iraq. Perché la BBC non ha mai interrogato Blair e gli altri
politici di alto livello sulla loro colpevolezza per queste atrocità?

Vi preghiamo di copiare le vostre email ai seguenti:

>

Roger Mosey, direttore del telegiornale della BBC
Email: [email protected]

Mark Thompson, direttore generale della BBC
Email: [email protected]

Michael Grade, presidente della BBC
Email: [email protected]

Vi preghiamo di mandare delle copie di queste email a:
[email protected]

Questo è un servizio gratuito. Comunque, il supporto finanziario è
vitale. Vi preghiamo di considerare di dare meno ai media aziendali e
donare di più a Media Lens: http://www.medialens.org/donate.html

Una versione printer-friendly di questa allerta può essere trovata per
circa una settimana dopo la data d’intestazione qui:
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e poi, successivamente, nel nostro archivio presso:

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