DI ANNA POLITKOVSKAJA
L’otto marzo il centro operativo regionale per il controllo delle azioni anti terroristiche nel Caucaso del Nord, e più tardi il direttore dell’FSB Patrushev hanno annunciato l’eliminazione, grazie agli spetsnaz dell’FSB, di Aslan Maschadov, presidente della Repubblica della Cecenia e dell’Ichkerja, eletto nel 1997 in conformità alla costituzione del 1992.
In questo modo il giorno 9 marzo si può fare questa considerazione: in tutta la storia della Cecenia ci sono stati quattro presidenti e tre di essi, fino alla primavera del 2005, sono stati uccisi, mentre nello stesso tempo il problema della legittimità del quarto, il per ora vivente Alchamov, è estremamente discutibile. Ciò significa: nella cartina dell’Europa contemporanea non c’è un territorio con una situazione politica e di guerra tanto complicata e continuamente sanguinosa. Un’altra cosa è ancora importante per la storia: Maschadov è stato ucciso, come migliaia di altri ceceni, uomini e donne, come risultato di una segreta denuncia fatta da alcuni ceceni ad altri, e questo è il più diffuso metodo di istruttoria ed è una conseguenza dei tempi, della prima e seconda guerra cecena. È in questo modo che Maschadov ha diviso la sorte del suo popolo, sulla quale chiunque pretenda la leadership può solo sognare. E ciò significa che Maschadov resterà nella memoria della Cecenia. Non è dunque straordinario, che egli sia nell’immaginario un grande martire, nonostante tutte le sue precedenti azioni. A chi questo potrebbe risultare vantaggioso? E cosa succederà in Cecenia e intorno ad essa con la conclusione dell’epoca di Maschadov, durata otto anni?Affinché si capisca meglio, vale la pena ricordare anche un’altra circostanza: Maschadov è stato ucciso durante la tregua personale prolungata unilaterale (annunciata il 14 gennaio) che, può essere, non è apparsa molto fortunata, ma ugualmente rimarrà nella storia come l’unica tregua della seconda guerra cecena e di fatto il più alto segnale di buona volontà verso il potere, il tanto criticato Cremlino, in segno di sforzo di inizio delle trattative per il cessate il fuoco, per la demilitarizzazione e il reciproco rilascio dei criminali di guerra.
L’eliminazione di Maschadov proprio in questo momento significa che la tregua è finita. Che è da dimenticare. Che le trattative non ci saranno. Dimenticatevi tutto ciò; le madri dei soldati ora non reclameranno più nulla. E nemmeno altre madri. Ci sarà bisogno solo delle guerre. La pace in Cecenia si sposterà per ora verso sconfinati orizzonti. Il motivo (eccetto che per il Cremlino, dove è la radice di tutti i motivi) è la situazione interna nell’ambiente della resistenza cecena, che è tale che Maschadov fu quasi da solo e con le ultime forze ha frenato gli ultimi radicali a lui vicini.
Per fare chiarezza: gli ultimi convinti che contro la Russia si debba combattere con tutti i metodi possibili ci sono in quantità e hanno argomentazioni, e si sono fatti vedere a Beslan. Ora non li trattiene più nessuno. Si è creato un vuoto nel trattenere. Tuttavia qualcuno da fermare c’è. Il ruolo di leader dell’opposizione cecena (fuori dalla dipendenza di ciò che stabilisce il GKO, comitato governativo di difesa dell’Ichkerja, che opera in clandestinità) passa al principale avversario dei metodi del defunto Maschadov. Il suo nome è Basaev. In questo modo si può constatare che il risultato dell’operazione di eliminazione di Maschadov, fatto dai disciplinati spetsnaz dell’FSB della Federazione Russa, è che tutte le redini dell’amministrazione in forza all’opposizione ora ricevono Basaev, la cui legittimità non preoccupa minimamente. Lui appunto “prenderebbe il posto” di Maschadov, anche se lui lo diventerà anche senza le virgolette. Approssimativamente: Maschadov ha lottato per il riconoscimento delle trattative da parte sua, Basaev da solo fa la sua parte. Ma senza trattative. Ma ciò significa che come risultato dalla morte di Maschadov noi otteniamo in Cecenia due figure quasi medievali ed equivalenti per sanguinarietà: Basaev e il giovane Kadyrov… Tutti gli altri (tutte le persone del nostro paese) saranno tra questi due fuochi. Cosa significa “stare tra due fuochi”? Significa atti terroristici. Clandestinità islamica, tutti che se ne stanno sempre più nei bunker. Prigioni clandestine di Kadyrov e, come risposta a ciò, i bunker di Basaev. I nostri: “per favore, non prendete la metro oggi, c’è qualcosa di inquietante…” Loro: “Ma dove troveremo rifugio? Noi per i vostri figli, voi per i nostri…”
Alle spalle di Kadyrov c’è Putin. Dietro al secondo ce ne sono anche troppi. Chi c’è dietro Basaev? “Arabi”? Quanto amano chiacchierare di ciò, sottolineando il proprio valore, i federali in Cecenia (federali ceceni e federali non ceceni)? Dietro Basaev non ci sono i mercenari, sebbene essi esistano, ma non sono loro a fare il buono o il cattivo tempo. Dietro a Basaev, e questo è importante, c’è tutta la più radicale resistenza. Il loro sovvenzionamento appare essere prima di tutto la gioventù della Cecenia, che non ha mai conosciuto altro stile di vita se non quello di salvarsi dall’umiliazione alla quale continuamente li sottopongono i federali, e che per molti anni di fila hanno preso parte ai funerali di chi è stato torturato ingiustamente. Un altro ambiente nutritivo del radicalismo è la clandestinità islamica. Più la guerra va avanti, più la clandestinità è profonda. E i suoi componenti sono sempre di più, e al posto di un combattente eliminato immancabilmente ne nasce un altro. Così è stato in Cecenia, nella zona dell’ “operazione anti terrorismo”, gradualmente così è diventato nelle repubbliche del Caucaso Settentrionale che circondano la Cecenia. L’esistenza di una clandestinità islamica ora è una realtà anche là. E quanti più sentimenti anti caucasici e anti islamici ci sono nella società (e sempre di più sotto la “saggia” guida del Cremlino), tanto più stupide sono le azioni dell’FSB per il discredito dell’islam, tanto più forte sarà questa clandestinità.
Se riportate a una formula tutto ciò che è successo negli ultimi anni, allora osserverete ciò che segue: nell’esempio della Cecenia il potere voleva dimostrare quanto fosse pericoloso alzare la testa contro di lui e, indubbiamente l’ha dimostrato, ma ha anche ottenuto l’effetto contrario; durante questi cinque inutili anni sono entrati nell’età della ragione anche troppi giovani geneticamente musulmani, che non sono d’accordo nell’essere considerate persone di seconda categoria e si salvano nell’islam, tutti sempre più riparati dal mondo esterno. In questo modo l’epoca di Maschadov, ex comunista e colonnello sovietico, che aveva fatto amicizia con l’islam solo negli ultimi anni, ha portato al fatto che la generazione dei suoi giovani figli non desidera più rimanere tra i musulmani moderati. Essi vogliono essere radicali nell’atteggiamento verso il potere, essere coloro che i moderati li distruggono. E la bandiera di questa clandestinità è Basaev. Per lungo tempo l’ostacolo sul cammino di questi membri delle organizzazioni clandestine fu Maschadov. L’ostacolo ormai è sparito. La strada è sgombra. E ciò è molto vantaggioso per Basaev. Ora lui ha avuto ciò che ha sognato per dieci lunghi anni. E ora non è neppure importante il fatto che Basaev non abbia quella legittimità, che possedeva Maschadov. A Basaev non interessa la discussione sulla legittimità. A lui interessa il meccanismo di preparazione di atti di sabotaggio contro la Russia. La morte di Maschadov a Tolstoj- Jurt per Basaev è semplicemente un buon segno, che conferma il suo famoso slogan, che con la Russia non ci può essere nessuna trattativa e che con la Russia bisogna far la guerra con ogni mezzo.
Anna Politkovskaja
Fonte:Novaja Gazeta, 10 febbraio 2005
Su gentile segnalazione di Marco Masi
ceceniasos.ilcannocchiale.it
Traduzione di Chiara Zambrini
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