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BARNARD, IL PIU' GRANDE CRIMINE IL POTERE DEMOLISCE GLI STATI

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A cura di Davide
Il 22 Dicembre 2010
187 Views
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DI ROBERTO SANTILLI
abruzzoweb.it

Intervista a Paolo Barnard

LONDRA – Il ritorno schiacciante delle élite assolutiste in cabina di comando è l’argomento al centro del saggio “Il più grande crimine”, pubblicato dal giornalista e scrittore Paolo Barnard sul suo sito Internet.

Sessanta pagine di nomi, cognomi, dettagli politici, sociali ed economici su ottant’anni di storia in Occidente, con particolare attenzione all’Europa della moneta unica. Una moneta non più sovrana come quelle nazionali, ma che va presa in prestito: caratteristica che limita la capacità di investimento per opere come potrebbe essere anche la ricostruzione dell’Aquila.

Quasi un secolo durante il quale secondo Barnard sono state abbattute conquiste sociali d’ogni risma a colpi di colossali bugie e storie di fantasmi inventate da chi, in sostanza, aveva sempre dominato i destini dei popoli ma che, in seguito agli sviluppi dell’Illuminismo e ai postumi democratici della Rivoluzione francese, era stato costretto ad indietreggiare di fronte alla diffusione su larga scala di idee contrarie alle proprie.

AbruzzoWeb lo ha intervistato.

Ha da poco pubblicato “Il Più Grande Crimine”, nel quale spiega che cosa è successo in Occidente negli ultimi ottant’anni di storia. In termini sociali ed economici, un vero e proprio disastro.

Sì, un piano perfido e criminale per il ritorno al potere assolutista delle élite finanziarie e grandi industriali, in particolare in Europa. Hanno tenuto milioni di persone in povertà o precarietà per puro calcolo di dominio e mai per necessità economica reale. Sto parlando dei cittadini occidentali, non del Terzo Mondo.

Difficile riassumere tutto in poche righe, ma ci provi.

Il “Vero Potere” ha pensato a come togliere agli Stati la possibilità di spendere a deficit. Il debito pubblico era in realtà un fantasma, gli Stati a moneta sovrana potevano gestire la propria economia semplicemente inventandosi il denaro sufficiente a ripagare il debito, ma questo era intollerabile per le élite economiche e industriali, che in tal modo avrebbero perso troppo potere. Da lì è partito tutto.

I cittadini e i lavoratori, la gente che ha perduto le più elementari garanzie, con chi deve prendersela? Chi è che ha venduto tutto e tutti? Chi non li ha difesi?

Se la devono prendere con le élite e i loro intellettuali, che descrivo nel saggio “Il più grande crimine”. Poi, in Italia, con il centrosinistra che è stato a tutti gli effetti il paggio in Italia del potere, del “Vero Potere”. Con i sindacati che non hanno capito niente di cosa il potere stava facendo e di come lo faceva, e si sono letteralmente venduti a esso. Infine con se stessi, per non voler agire con radicalismo né voler capire neppure quando gli viene detto cosa accade.

Nel saggio sottolinea che il progetto criminoso ha distrutto gli Stati sovrani e le leggi che li rendono tali e ha marginalizzato i cittadini attraverso alcuni “trucchi”. In che modo sono stati “vincenti” i vincitori e “perdenti” gli sconfitti?

I vincitori lo sono stati con una disciplina d’azione assoluta in tutto il mondo, con finanziamenti enormi, con un lavoro di creazione di cervelli omologati e messi in tutti i posti chiave della società che conta. I perdenti perché ammaliati dalla cultura della visibilità ed esistenza commerciale, incapaci di capire chi è il “Vero Potere” e come agisce, in più distratti da questo compito dai fasulli eroi dell’antisistema. In generale i perdenti hanno privilegiato le feste di piazza al lavoro serio, grigio, quotidiano che serviva per comprendere e combattere il potere.

Cosa sta realmente accadendo alla Grecia, al Portogallo, all’Irlanda, alla Spagna?

Vengono strangolati socialmente e sono obbligati a mantenere l’euro, che non possono permettersi. Questo consente a Germania e Francia, per conto di grandi industriali e gruppi finanziari, di costringere i Paesi a tagli selvaggi al settore pubblico e a una compressione dei salari da lacrime e sangue, con il fine ultimo di ottenere anche in Europa sacche di lavoratori pagati alla “cinese” per far profitti sull’export. L’Italia e tutti gli altri Stati dell’Eurozona sono destinati a questa fine.

I prossimi, quindi, siamo noi italiani? E l’Inghilterra? Gli inglesi sono a moneta sovrana, eppure i tagli alla spesa pubblica e la deregolamentazione del privato… Il primo ministro, David Cameron, usa spesso lo slogan “meno Stato, più società” sulla strada verso una “Big Society”. Quale “filosofia” si nasconde dietro?

Gli Stati dell’Eurozona hanno perduto le monete sovrane (lira, marchi eccetera) che permettevano teoricamente loro di gestire in modo sovrano la loro economia e la spesa dello Stato. Oggi l’euro non è più una moneta sovrana poiché non appartiene a nessuna nazione europea. Tutti gli Stati dell’Eurozona la devono prendere in prestito dalle banche e dai mercati privati, con conseguenza catastrofiche sui conti pubblici.

Fra l’altro, se avessimo ancora moneta sovrana, il governo potrebbe spendere tranquillamente per riedificare tutto l’Abruzzo terremotato senza limiti di budget. La Gran Bretagna ha ancora una moneta sovrana, la sterlina, ma il suo governo ha deciso per soli motivi ideologici di non usare la moneta per creare occupazione e servizi pubblici. Di fatto, stanno tagliando entrambi i settori selvaggiamente per conto degli stessi poteri industriali e finanziari di cui sopra, che sono i veri i padroni dei politici.

Lei ha vissuto per diverso tempo a Londra, una delle capitali “morali” del capitalismo mondiale. Quali momenti del progetto di cui si occupa nel saggio ha potuto vivere nella sua esperienza oltremanica?

È troppo lungo da raccontare qui, ma in sintesi ho visto con i miei occhi il risultato agghiacciante della compressione della spesa pubblica con la Thatcher, del mantenimento, su ordine delle élite finanziarie speculative, di una sterlina fortissima con bassa inflazione, che significava la morte delle aziende inglesi sui mercati dell’export e il crollo dei salari di milioni di lavoratori inglesi.

Ho visto il gonfiarsi della bolla speculativa immobiliare e la tragedia del suo crollo, con gli edili alla fame. Ma in parole povere, vedevo crescere ogni giorno per le strade i senza fissa dimora coi sacchi a pelo, ed erano tutti giovani delle periferie industriali ridotte alla fame da quelle politiche neoliberali. E con essi alcool e droga, disperazione.

Secondo un economista francese da lei intervistato, “pochissimi politici comprendono come funziona il sistema monetario e la vera natura della Banca centrale europea, per cui cascano facilmente nella trappola ideologica delle élite finanziarie. Per esempio Jean-Claude Trichet (oggi governatore della Bce, n.d.r.) quando era direttore del Tesoro francese ignorava del tutto le regole del sistema bancario moderno e dell’economia”. Com’è possibile una cosa del genere? Dove comincia l’infezione del rimbambimento sull’economia?

Non è difficile da capire. Chi è stato formato per tutta la vita su teorie economiche date per Vangelo, non potrà mai gettare alle ortiche tutto ciò in cui ha creduto e che gli ha dato carriera e potere per abbracciare una nuova verità. Il neoliberismo economico è divenuto il Vangelo di tutte le docenze di economia del mondo che conta, di ogni singolo master per manager, politici, tecnocrati e loro ci credono ciecamente. Ma è una teoria aberrante e di fatto sbagliata, che ovviamente avvantaggia solo le élite che l’hanno imposta.

Il primo medico ottocentesco che intuì che erano proprio i medici a spargere infezioni mortali in corsia a causa del fatto che non si lavavano le mani dopo le autopsie, fu cacciato e rinchiuso in manicomio. Erano medici, avevano studiato, eppure non capivano un accidente di infettivologia. Lo stesso accade fra gli economisti oggi, accecati dal dogma che hanno studiato.

Una tappa fondamentale del “crimine” porta il nome di Trattato di Lisbona. Cos’è in sostanza, in quale forma è stato proposto ai cittadini europei e quali effetti reali avrà sull’autonomia delle Nazioni?

È, di fatto, una Costituzione europea introdotta subdolamente dalla porta laterale della politica dopo la bocciatura di una simile Costituzione nel 2005 da parte di Francia e Olanda, intese come cittadini, non governi. Come ho scritto in passato “il sigillo a questo tradimento dei principi democratici fu messo dallo stesso Valéry Giscard D’Estaing (ex Presidente della Repubblica Francese, n.d.r.), in una dichiarazione del 27 ottobre 2007, raccolta dalla stampa europea: ‘Il Trattato è uguale alla Costituzione bocciata. Solo il formato è differente, per evitare i referendum’. I capi di Stato erano concordi questa volta: no al parere degli elettori, no ai referendum”. L’autonomia delle 27 nazioni della Ue non esiste più, poiché tutto il potere legislativo proprio dei parlamenti nazionali è oggi soggetto all’autorità superiore del potere legislativo della Commissione Europea, che nessuno di noi elegge.

Ha fatto l’esempio del leader dell’Italia dei valori, Antonio Di Pietro, uno dei tanti che si batte per difendere la Costituzione italiana e poi firma il Trattato che di fatto la abolisce. Semplice ignoranza o addirittura correità?

Di Pietro, con il suo codazzo dei soliti noti, si riempie la bocca ogni santo giorno di proclami disperati in difesa della Costituzione italiana, della quale lui e i suoi senatori e deputati hanno firmato l’abolizione il 23 e il 31 luglio del 2008. In quelle date un’Italia politica di ignoranti e/o in malafede, Idv compresa, ha ratificato il Trattato di Lisbona, depositato poi l’8 agosto, che di fatto sottomette la nostra Costituzione del 1948 poiché, come sancito da una sentenza vincolante della Corte europea di giustizia “I trattati europei sono la carta costituzionale di una comunità legale, un nuovo ordine legale di fronte al quale gli Stati hanno limitato i loro diritti sovrani”.

Il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ha invocato una modifica del trattato di Lisbona proprio per bloccare le Corti Costituzionali tedesche che volevano bocciare le decisioni Ue sul salvataggio delle Grecia. Significa che il trattato è più potente delle Corti Costituzionali tedesche.

I veri “padroni del vapore” come pensano di gestire un periodo indefinito di crisi e disoccupazione di questa portata? Non si sta forse esagerando?

Certo che stanno esagerando. Ma loro non hanno mai avuto e mai avranno una visione sistemica dell’economia. Significa che sono divoratori di tutto ciò che possono sbranare ora, subito, senza assolutamente pensare alle conseguenze a lungo termine. La catastrofica crisi finanziaria del 2007-2010 è la prova lampante di quanto dico, hanno distrutto le finanze di tutto il mondo occidentale in due anni e nessuno di loro si è mai preoccupato del danno sistemico.

Le banche stesse hanno speculato come squali e poi molte di loro sono affondate mentre ancora banchettavano. Ma le grandi banche e i grandi istituti di speculazione sanno che possono distruggere a piacimento, tanto poi i politici che loro comandano useranno le casse degli Stati per salvarli. Quello che è accaduto in Italia (52 miliardi di euro sborsati per loro) e nel mondo (circa 12 mila miliardi di dollari sborsati).

L’Europa è destinata a essere una zona piuttosto povera, allora. Perché? Solo per competere sul mercato con le nuove realtà come Cina ed India, che producono a costi di manodopera praticamente inesistenti?

È destinata ad avere sacche enormi di lavoro pagato alla cinese, per quello scopo. Ma anche per impoverire tutti i mercati pubblici europei che poi saranno svenduti ai privati per pochi spiccioli, in particolare i servizi essenziali come sanità, acqua, assistenza sociale, anagrafi, cimiteri, istruzione eccetera. La gente, anche se impoverita, dovrà per forza pagare quei servizi, garantendo profitti certi a chi li possiede.

Studenti in rivolta in tutta Europa per gli aumenti all’Istruzione. Per essere gestibile, la massa deve restare ignorante?

La ragione è duplice: gli ignoranti si controllano meglio, certo, ma soprattutto si pagano di meno. Vogliono comprimere i salari a livelli cinesi e si capisce che comprimerli su milioni di laureati e più difficile che su milioni di appena diplomati o addirittura non.

Prodi, D’Alema, Amato, Veltroni e altri del centrosinistra hanno contribuito ad accelerare le privatizzazioni e le internazionalizzazioni delle aziende pubbliche italiane. Un lavoro in teoria affidato alle destre economiche, come è avvenuto in Inghilterra con i laburisti, di destra, di Tony Blair. Cosa non si è capito in questo processo? Per chi ha davvero lavorato il centrosinistra italiano?

Sono gli eredi del Pci, che fin dagli anni 60-70 si era già posizionato come interlocutore privilegiato degli Usa e del grande capitale, mentre nelle piazze faceva la retorica dei lavoratori. Il centrosinistra ha ereditato il più potente partito-azienda del mondo, per cui ha subito compreso cosa si doveva fare per mantenere i legami con la grande finanza internazionale.

Ma in Italia si parla da quasi due decenni solo di Berlusconi, o con lui o contro di lui, con tutte le forze in campo per difenderlo o per farlo fuori. Lei lo ha definito “un problema biodegradabile”, lo considera un politico di serie C con un potere limitato al suo orticello.

La destra di Berlusconi è una congrega di caciaroni, affaristi da quattro soldi, improvvisati, reduci da piccoli partiti scomparsi, nani e ballerine e del “Vero Potere” non capiscono nulla.

E perché il premier non è gradito ai famosi piani alti? Chi è che davvero non lo tollera più?

È odiato dalla finanza internazionale, che ha in Italia il suo sicario in Carlo De Benedetti (e Marco Travaglio, Amato, Prodi, D’Alema eccetera). Entrò in politica col loro appoggio, quando credevano fosse un liberista puro, ma quando si rivelò disobbediente nel ’94 lo silurarono, ordinando alla Lega di uscire dal governo. Ma non avevano fatto i conti con gli italiani, che lo rieleggono sempre. Dal 2004 al 2009 tutta la stampa finanziaria internazionale maggiore lo ha demolito come “nemico del libero mercato” con una ferocia unica. Vorrà dire qualcosa, no?

Lui non ha capito gli avvisi, le sgridate. Ha continuato a fare i fattacci suoi nel suo cortiletto di casa, fregandosene degli interessi dei padroni internazionali. Il caso Alitalia ha fatto infuriare le corporate rooms europee e la sua recente lettera al G20 di Seul, dove chiede di mettere le manette alla finanza speculativa mondiale, lo ha definitivamente condannato. Non sto dicendo che Berlusconi è un bravo statista, solo che non capisce a chi deve obbedire. Prodi e D’Alema lo capirono subito, infatti negli anni ’90 fecero il record europeo delle privatizzazioni.

Salto nel passato. Tangentopoli: è contro i complottisti e le teorie del complotto in genere, ma un dubbio su quell’episodio della storia d’Italia le è venuto quando Gherardo Colombo…

Non esattamente. La coincidenza di date fra l’esplosione europea del potere dei tecnocrati neoliberisti, i fanatici delle privatizzazioni selvagge, del libero mercato senza interferenze delle leggi dello Stato eccetera e, guarda caso, la sparizione attraverso Tangentopoli di una classe politica italiana statalista e poco incline a servire gli interessi Usa, mi ha fatto sorgere domande molto tempo fa. Ne parlai dopo a Gherardo Colombo, ex del pool di Mani Pulite, ma lui non andò oltre a semplici supposizioni.

Craxi e la vecchia classe politica italiana, brutta, sporca, cattiva e corrotta, ma statalista, non erano graditi ai piani alti. I piani alti però non li conosce nessuno, quindi è toccato a Craxi scappare. Si è trattato di un bersaglio “quasi” giusto?

Non ci sono collegamenti diretti fra la latitanza di Craxi e il potere della finanza internazionale che ha beneficiato della sparizione della Prima Repubblica. Questi ultimi probabilmente hanno ben visto le indagini come mezzo per portare in Italia una politica a loro asservita, ma Craxi scappò da ben altro.

Viene fuori che gli sforzi della società civile per cambiare le cose sono inutili, visto che gli attori sul palco, anche quelli considerati di opposizione, coprirebbero registi e personaggi principali di questa “commedia”?

In Italia abbiamo un nutrito antisistema che è composto da falsari truffatori che per ottenere fama, privilegi e denaro, stanno deviando l’attenzione di milioni di italiani su temi secondari, e anzi, uno come Travaglio attivamente promuove i valori dei poteri che ci stanno distruggendo. Questa è una vera tragedia, perché solo lo 0,2 per cento degli attivisti italiani si rende conto di cosa ci sta accadendo, della tragedia del mondo del lavoro per opera delle élite finanziarie e industriali.

Ma come? Grillo fra le altre cose si batte contro il nucleare, Travaglio parla costantemente e dettagliatamente di Mafia e la Gabanelli, che lei conosce bene per averci lavorato per anni, “resiste” su Rai 3 insieme a Santoro. Non si impegnano abbastanza?

Leggete sopra, poi aggiungo che in nessun ‘regime’, cito Travaglio, al mondo, e mai nella storia, si sono visti ‘paladini’ dell’antisistema stare in prima serata tv. Non ho detto che certe loro denunce non siano meritevoli, il dramma è che nascondono cose mille volte più gravi e di cui non parlano mai. È come un ospedale che cura solo ulcere o reumatismi ma ignora tumori, infarti e coma.

Stando a quanto sostiene, mentre Roberto Saviano spiega in tv nascita ed evoluzione delle mafie in Italia, qualcuno che mafioso almeno sulla carta non è fa più danni di Riina, Buscetta, Provenzano e Schiavone? Dura da spiegare a chi ha subìto e subisce la violenza delle cosche, o no?

Fa molti, ma molti più danni. La mafia sottrae alla Sicilia un miliardo di euro all’anno di ricchezza, in due anni la crisi finanziaria ha rubato all’Italia 457 miliardi. Beh, è dura anche spiegare a uno che ha fitte bestiali da ulcera che la sigaretta che fuma lo sta ammazzando. Non dico che le denunce di Saviano non abbiano valore, dico solo che tutti veniamo indirizzati a curare l’ulcera e non il cancro.

Saviano poi è un falsario morale della peggior specie, un uomo che denuncia i 4 mila morti della Camorra in 40 anni e loda sperticatamente Israele che in un solo anno fece 19 mila morti illegalmente, che nel 2008 a Gaza ne ha fatti 1.300 in una sola azione di poche settimane. Sempre illegalmente. I morti non sono tutti uguali? I crimini non sono tutti crimini? Poi non si capisce quali rivelazioni abbia mai fatto Saviano, io non le ho viste e i napoletani che mi scrivono confermano.

Altra sua citazione. “In Italia se non sei di una parrocchia appartieni inevitabilmente a quella nemica”. Lei non vuole appartenere a nessuna delle due, ma sa bene che per certe battaglie serve visibilità. Questione amletica. Come si risolve? Esiste una cultura della “buona” visibilità?

No. L’unica è rendere protagonista ogni singolo individuo. Io ci provo senza visibilità.

I media incatenati alle esigenze dei proprietari e i giornalisti senza protezione legale per poter scrivere liberamente. Se ne uscirà? E come?

Che ciascun cittadino usi la sua testa. Non importa conoscere i dettagli dei dettagli dei dettagli, sappiamo alla nausea cosa non va, basta sapere le cose fondamentali e muoversi, agire, cose che non sappiamo più fare. Chi ha portato l’umanità dalle barbarie alla modernità lo ha saputo fare sapendo molte meno cose di noi e con mezzi primitivi. Torniamo ad agire.

Un salto in Vaticano. In percentuale quanto conta in Italia?

Poco, rispetto ai danni dei poteri di cui parlo.

Grande crimine, distruzione degli Stati e delle leggi, marginalizzazione dei cittadini, depauperamento delle forze lavoro, grandi sacche di povertà, livello di istruzione generale da abbassare fino a livelli medievali, polverizzazione di ogni concetto legato al sociale. Dove andremo a finire?

In nazioni con due terzi della popolazione che sopravvive in una forbice che va dalla ricchezza oscena a una risicata classe media in bilico, e con un terzo assolutamente alla fame come negli Usa, dove oggi 40 milioni mangiano una sola volta al giorno e altri 45 milioni devono scegliere se curarsi o mangiare. Avremo in Europa sacche enormi di lavoro pagato alla cinese e la perdita completa di ogni sevizio pubblico. A meno che non ci svegliamo e ci ribelliamo. Questo è quanto.

Fonte: http://abruzzoweb.it
Link: http://abruzzoweb.it/contenuti/barnardil-piu-grande-crimine-il-potere-demolisce-gli-stati/15114-308/
19.12.2010

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