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“RIVOLUZIONE” – Il film documentario

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BARACK OBAMA DISTRUGGE LA CLASSE MEDIA

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A cura di Davide
Il 2 Settembre 2013
98 Views

DI MIKE WHITNEY
counterpunch.org

L’agenda economica della Casa Bianca


Secondo un sondaggio condotto da Gallup il 15 agosto 2013, il consenso di Obama in campo economico è scivolato al 35%. Due terzi buoni degli americani, ora, sono insoddisfatti delle prestazioni di Obama, in materia economica. L’indagine rispecchia i risultati di un sondaggio precedente (12 agosto), che ha rivelato che solo il “Ventidue per cento degli americani si dichiara soddisfatto per la conduzione del paese … Tre quarti degli americani sono ora scontenti dell’andamento della nazione.” (Gallup)


I sondaggi mostrano che la gente sta finalmente cominciando a capire che Obama è stato un disastro assoluto e che la propaganda sulla ripresa economica è solo uno slogan pubblicitario senza senso. Per sottolineare quanto veramente le cose vadano male, considerate che:

“Negli ultimi sei mesi, il 97 % della creazione netta d’occupazione, è stato lavoro part-time”, ha detto Keith Hall, ricercatore senior del Mercatus Center della George Mason University, citato dal McClatchy Washington Bureau. Hall è stato a capo del Bureau of Labor (BLS) Statistics [Ufficio di Statistica del Lavoro] degli Stati Uniti dal 2008 al 2012.

Citando l’Household Survey BLS [l’indagine sulle famiglie del BLS], Hall ha detto che, nel corso degli ultimi sei mesi, 963.000 persone in più, hanno riferito di essere stati impiegati, mentre 936 mila di loro hanno riferito che avevano posti di lavoro part-time. Hall prosegue, “E’ un numero davvero elevato per un periodo di sei mesi. Non sono sicuro che sia mai accaduto prima, in un arco di tempo superiore ai sei mesi”
(“Report: 97 percent of new US jobs are part-time”, World Socialist Web Site)


Gli unici posti di lavoro creati sotto Obama sono posizioni a bassa retribuzione nel settore dei servizi che non pagano abbastanza per coprire l’affitto. È per questo che un numero record di giovani vivono in casa. Lo avete visto questo?

“Secondo una nuova analisi del Pew Research Center, su dati del Census Bureau, lo scorso anno, un record del 36 % di persone tra i 18 e i 31 anni, grosso modo la fascia d’età della generazione soprannominata i Millennials, vivevano nelle case dei propri genitori … E nonostante le frequenti storie di neolaureati bloccati sui divani dei loro genitori (o nei loro scantinati o sopra i loro garage), in realtà sono i giovani senza laurea che hanno più probabilità di vivere a casa …. “ (“Millennials, in Their Parents’ Basements”, Catherine Rampell, New York Times)


Non illudetevi, va quasi così male anche per i laureati universitari. L’unica differenza è che, dopo aver sperperato 40.000 o 50.000 dollari in prestiti per studenti, si può mostrare con orgoglio la propria pelle di pecora sulla parete, nella soffitta del proprio padre, dove trascorrerete le vostre giornate passando al setaccio internet per i posti di lavoro che, nei buoni vecchi USA, non esistono più.


E un’altra cosa: L’unica ragione, in assoluto, per cui la disoccupazione è scesa, è perché davvero tante persone hanno smesso del tutto di cercare lavoro e sono uscite dal radar. Se il BLS contasse queste anime perse, staremmo guardando un 11,2% di disoccupazione invece della cifra fasulla del 7,4 %. Ma chi se ne importa, a questo punto, di ciò che significano i numeri. Ciò che conta è che l’economia fa schifo, e molto del merito di questo, va al sorridente idiota al comando.

Lo sapevate che secondo il National Institute on Retirement Security, il 45 % dei nuclei familiari in età lavorativa non hanno nessun risparmio per la pensione? Per di più, l’elevata disoccupazione e i momenti difficili hanno costretto sempre più persone a metter mano al 401Ks solo per sbarcare il lunario, il che significa che le cose stanno peggio di come indicano i numeri. Obama ha fatto qualche sforzo per contrastare la catastrofe delle pensioni negli anni a venire, facendo i conti con i baby boomers e quelli della Generazione X?


Di sicuro lo ha fatto. Ha nominato una commissione di falchi del deficit (Bowles-Simpson) per capire i modi intelligenti coi quali imbrogliare la gente, facendola fuoriuscire dal Social Security [piano previdenziale]. Ecco perché l’indice di gradimento di Obama sta andando a rotoli, perché le persone si stanno finalmente rendendo conto di che ipocrita lui sia. Leggete ciò che scrive Dean Baker:

“È un peccato che il presidente Obama abbia proposto un bilancio che fa tagli sostanziali alla previdenza sociale. La stragrande maggioranza degli anziani è già in difficoltà. I tagli proposti sarebbero una riduzione del loro reddito di oltre il 2 %. Al contrario, l’aumento di imposta dello scorso autunno, ha tagliato il reddito netto della tipica famiglia benestante di meno dello 0,6 % …
Il presidente Obama ha accettato l’ordine del giorno delle élite di Washington, ponendo al centro del suo bilancio i tagli alla sicurezza sociale e all’assistenza sanitaria e offrendo ben poco che possa contribuire ad accelerare la crescita dell’economia e a creare posti di lavoro.”

(“Obama Accepts the Agenda of Misguided Washington Elites”, Dean Baker, CEPR)


Parole sante Dean. E avete notato la forte ondata di crescita sotto Obama?

No, certo che no, perché non c’è stata. Il PIL del secondo trimestre (Q2) ha appena esordito con un misero 1,7 %, la maggior parte del quale è dovuto a un inatteso aumento delle scorte di magazzino. Senza questo, il PIL sarebbe stato inferiore all’1 %, il che sarebbe una vergogna per chiunque, tranne che per il narcisista al comando. Osservate cosa scrive Nick Beams per WSWS:


“Negli ultimi tre trimestri l’economia americana è cresciuta ad un tasso annualizzato solo dello 0,96 %, smascherando le pretese dell’amministrazione Obama, che la “ripresa” sia in corso. Il fatto che l’economia americana sia in grado di raggiungere un tasso di crescita di appena un sesto della media post-seconda guerra mondiale, indica che, all’interno dell’economia americana, hanno avuto luogo profondi cambiamenti strutturali e non si vedrà di nuovo qualcosa che si avvicini ai tassi di crescita precedenti”. (“US growth and jobs figures point to continuing economic breakdown”, Nick Beams, World Socialist Web Site)


Sconvolgente! Sotto l’un per cento del PIL negli ultimi tre trimestri. Che scherzo.


La ragione per cui l’economia non cresce è che le persone in carica non vogliono che cresca. E’ così semplice. Voglio dire, quanto sarà difficile far aumentare il PIL: si spendono un po’ di soldi, si fa crescere il deficit di bilancio e “Voilà”, l’economia cresce! Non è un compito arduo. Ciò che Obama e i suoi finanziatori vogliono, è una forma più sottile di “aggiustamento strutturale” (cioè, più sottile rispetto al modello Euro). Tipico dei democratici, cercano sempre di dimostrare che possono applicare le stesse politiche di estrema destra, con più finezza rispetto alle loro goffe controparti. Ma il risultato è lo stesso, non è vero? Tutti sanno che la classe media sta venendo schiacciata, mentre tutti gli sporchi guadagni fluiscono verso i parassiti che stanno al vertice.

Ecco un altro passaggio dell’articolo di Beams riguardante lo “scollamento tra il livello dei profitti e il tasso di investimento”:

“Mentre i profitti aziendali prima della tassazione sono a livelli record, pari al 12 % del PIL, il valore netto dell’investimento è appena al 4 % della produzione …. l’aumento dei profitti non è utilizzato per espandere la produzione, come avveniva in passato, ma è sempre più utilizzato per finanziare stock buybacks [riacquisti di azioni proprie], in modo da aumentare il tasso di remunerazione del capitale degli azionisti …

Questo risultato indica che l’aumento dei profitti non viene più prodotto da un’espansione del mercato, com’era in passato, ma è sempre più il risultato di una riduzione dei costi, in quanto le imprese alzano i profitti strappando ai loro rivali una quota crescente di un mercato stagnante o che si sta contraendo. In altre parole, il processo di “normale” accumulazione capitalista di un tempo (dove l’aumento degli investimenti portava a un mercato in espansione, a maggiori profitti e ad investimenti futuri) è completamente crollato.”
(“US growth and jobs figures point to continuing economic breakdown”, World Socialist Web Site)


Questo è più di un dettaglio tecnico di poco conto. Se i profitti aziendali vengono riutilizzati per stock buybacks [riacquistare le proprie azioni] e per i propri dividendi, invece che per aumenti del capitale e degli investimenti, allora le politiche di taglio del deficit di Obama stanno in realtà schiacciando la crescita anziché alimentarla.

Ora, date un’occhiata a questo passaggio tratto da Media Matters:

“Il Congressional Budget Office ha stimato che il sequester “dimezzerà la crescita degli Stati Uniti nel 2013”. MarketWatch ha spiegato che: “Martedì il Congressional Budget Office ha stimato che la crescita economica degli USA nel 2013 sarà del 1,4%, … la CBO ha detto, però, che la crescita sarebbe di circa 1,5 punti percentuali più veloce nel 2013, se non fosse per la stretta fiscale incluso il cosiddetto budget sequester.” (“WSJ Ignores Experts To Downplay Harmful Economic Consequences Of Sequester”, Media Matters)


Sembra che il CBO l’abbia detto chiaramente, non è vero? Dopo tutto, c’è solo una piccola differenza tra 1,7 % e il 1,4 % previsto. Ai fini pratici, sono la stessa cosa. L’economia, tuttavia, non crea a sufficienza posti di lavoro, crescita, o slancio. La più grande economia del mondo è sostanzialmente in stallo, proprio come Obama vuole che sia. In questo modo lui può comprimere i salari, aumentare la difficoltà, e concentrare ulteriormente la ricchezza e il potere ai vertici.

Viva Obama, campione dell’1 per cento!


La maggior parte delle persone ha capito cosa sta succedendo, ormai. Il nostro carismatico presidente ologramma ci ha condotto lungo il sentiero fiorito. Tutte le promesse di speranza e cambiamento erano assolute sciocchezze, senza una parola di verità. 10 milioni di lavoratori ancora non riescono a trovare un posto di lavoro, 47 milioni di persone vivono grazie ai buoni alimentari, 5 milioni di mutuatari sono in qualche fase di fallimento coi loro mutui, la quota dei guadagni di produttività che va ai lavoratori è più piccola ora, rispetto a qualsiasi momento registrato precedentemente, “quattro americani adulti su cinque lottano con la disoccupazione, prossimi alla povertà o alla dipendenza dal welfare per almeno una parte della loro vita” (Associated Press), e in base al Survey of Consumer Finances, composto da 80 pagine ed eseguito dalla Fed tre volte all’anno, il patrimonio netto medio di una famiglia appartenente alla classe media degli Stati Uniti è diminuito del 38,9 % tra il 2007 e il 2010″, mentre “il valore medio di una casa negli Stati Uniti è sceso del 42 %”.


Rendetevi conto che Obama è stato un disastro. La spesa federale discrezionale è più bassa di quanto lo sia mai stata in mezzo secolo, mentre i disavanzi di bilancio sono in calo più velocemente che in qualsiasi altro momento a partire dalla seconda guerra mondiale. Che cosa vuol dire? Significa che Obama sta succhiando lo stimolo fuori dall’economia per mettere sotto pressione i salari e portare le persone che lavorano all’opprimente povertà del terzo mondo. E’ un modo nascosto di affamare la bestia, e sta funzionando come se fosse un incantesimo. La classe media lo sta prendendo in poppa mentre i compagni ricconi di Obama se la ridono lungo la via per la banca.

MIKE WHITNEY vive nello stato di Washington. E’ collaboratore di Hopeless: Barack Obama e la politica della Illusion (AK Press). Hopeless è disponibile anche in edizione Kindle. La storia di Whitney sui salari in calo della classe operaia americania appare nel numero di giugno della rivista CounterPunch. Whitney può essere contattato alla mail [email protected].

Fonte: www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/2013/08/19/obamas-destroys-the-middle-class/
19.08.2013

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ANDROMEDA NURELF

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