DI GIULIETTO CHIESA
megachipdue.info/
Un dialogo fra un lettore e Giulietto Chiesa.
Caro Giulietto,
ti seguo da anni con ammirazione e affetto (ti ho anche incontrato di persona a Canegrate, ad una serata organizzata da Rapetti) e non so se sia il momento opportuno per sottoporti questa questione che mi tormenta da tempo, in un momento di crisi democratica come questo, ma forse sì, perché cambiare punto di vista a volte può essere molto più costruttivo che dispersivo.
Parto da fatti recentissimi, come una segnalazione su Megachip così commentata dalla redazione:
«Molti siti e operatori indipendenti dell’informazione – tutti di ambiti ben lontani dal Kombinat politico-mediatico berlusconiano – hanno rilanciato questa misteriosa mosca bianca, un insolito articolo redazionale di critica ai meccanismi segreti della Moneta e della sovranità, pubblicato nientemeno che su “Il Giornale” dell’11 dicembre 2009. Una critica simile la pronunciò il politico austriaco di destra Jörg Haider nel 2008. Non gli portò fortuna.»
Ancor più recente, 18 dicembre, il brevissimo articolo di Pino Cabras “Il tramonto del dollaro, all’ALBA”.Non mi stupisce l’attenzione diffusa alla questione monetaria-finanziaria in un periodo eccezionale come questo, di crisi economica travolgente, spero però che almeno da Voi si apra uno spiraglio di luce sulla truffa monetaria-finanziaria, paradossalmente evidenziata finora (con tutti i limiti possibili e immaginabili) da ambienti di estrema destra, quanto ignorata da tutta l’altra intellighenzia, comprensibilissima in quanto “casta-oriented”, molto meno quando rappresenta vera opposizione residua al sistema.
Marx aveva già intuito i prodromi della questione (es. Banca d’Inghilterra), ma non poteva certo immaginare il contenuto dirompente degli accordi di Bretton Woods ed il loro stesso tradimento nel 1971, solo 27 anni dopo, seguito a ruota da un reaganismo e thatcherismo che oggi ci presentano il conto di tanta follia, della quale siamo diventati interpreti con l’Europa dei banchieri.
La realtà ha veramente superato la fantasia nella nostra generazione, come ben sai e predichi per quanto concerne il risvolto “culturale” in quest’epoca della massificazione.
Io mi sono laureato in fisica nel lontano 1975, mosso da autentica passione per la scienza, e con quella formazione “galileiana” non posso ignorare lo spirito profondo e perciò testardo sintetizzato nel detto, non importa se romanzato, “eppur si muove” .
Mi riferisco ovviamente all’appropriazione indebita del valore nominale e/o di altri benefici finanziari dall’emissione della moneta-convenzione da parte di soggetti privati, un fenomeno stupidamente battezzato “signoraggio”, visti i fraintendimenti che lo hanno poi relegato tra le “bufale da complottisti” del variegato popolo della rete, limitandone oltretutto la vera portata ed invasività economica attraverso l’esplosione del mondo della finanza “creativa”.
Dopo alcuni anni di studio e riflessione mi rendo conto che anche il più elementare dei principi può essere manipolato all’infinito, rendendo complessa e astrusa la sua comprensione in una materia, l’economia, già di per sé ostica ai più e feudo della cultura dominante. Eppure: alla luce dei principali meccanismi esemplificati proprio dall’economia reale (ad es. il privatizzare i guadagni contabili e socializzare i costi reali di un evento economico) il cerchio si chiude perfettamente attorno al paradigma vigente della moneta, che più diventa chiaro più mostra tutto l’inganno su cui si fonda, che è in ultima analisi la realizzazione dell’ideologia del privilegio nel connubio tra potere pubblico e interesse privato, trasversale nel tempo e nello spazio, in barba ai progressi civili e morali sui quali dovrebbe basarsi quello stesso diritto giuridico così ampiamente abusato.
Per farla breve il mio appello esplicito è: possiamo finalmente parlarne apertamente, dimenticando le allusioni ad una controparte ideologica, ad una contrapposizione intellettuale ormai grottesca vista la situazione? Il tempo è quasi scaduto per comprendere le cause dello sfascio fisico e spirituale che ci inghiotte, e quindi porvi rimedio, a tutti i livelli. Ma al tempo stesso vedo la convergenza di più prospettive, tra cui questa che risulta a mio avviso ineludibile. Che ne pensi? Si può ancora parlare serenamente anche delle banche, senza peli sulla lingua, come sai fare tu?
Un caro saluto e sinceri auguri, ne abbiamo proprio bisogno
Alberto Conti
Caro Conti,
certo che ne parliamo! Se c’è un momento in cui la grande truffa bancaria è disvelata al colto (non all’inclita, che rappresenta il 99,99% del pubblico), è questo.
L’azzardo privato, costruito fin dall’inizio truffaldinamente, è stato fatto pagare al pubblico. La carenza di liquidità è stata coperta, malamente, con una ulteriore immissione di liquidità, altrettanto fasulla quanto lo era la prima, solo che è stata firmata dalle banche centrali di tutto l’Occidente.
E adesso l’economia della truffa procede, non so per quanto tempo, con le banche che ricominciano a fare esattamente quello che fecero negli ultimi dieci anni (anzi da molto tempo prima). I truffatori, salvo Madoff, che doveva essere gettato in pasto al pubblico, sono tutti ai loro posti di comando.
Dunque parlare di “banchismo” si può e si deve, solo che non possiamo farlo, come tu scrivi, “serenamente”. Perchè questo è il vero e unico centro del potere mondiale e loro non sono niente affatto sereni quando qualcuno prova a mettere il naso nei loro affari.
Io sono sempre più convinto che la sovranità monetaria è la base di ogni altra sovranità. Non solo statale ma anche popolare.
Il problema è quello di sfondare la barriera del silenzio. Io ho fatto il piccolo esperimento dell’11 settembre, e ho potuto misurare l’enormità del compito. Puoi immaginare che il compito che tu indichi è mille volte più grande?
Eppure deve essere affrontato. Come? Occorre promuovere una ricerca approfondita, basata su dati irrefutabili. Questo, in parte, ma solo in parte, è già stato fatto, ma mescolato con troppe ingenuità, che offuscano l’effetto. Basta una caccola, come dicono i cinesi, per rovinare il brodo.
Noi dobbiamo presentare a una discussione qualsiasi – in primo luogo in ambito accademico, il più ostile, il più corrotto e pagato – un consommé ineccepibile.
Il luogo di questa battaglia non è la stampa, dove abbondano i cialtroni, anch’essi stipendiati dai banchieri, ma è l’università. E’ là che bisogna concentrare il dibattito, stanare gli economisti, metterli alla berlina, stanare i sindacalisti, che non ne sanno nulla, produrre libri che siano pubblicati da case editrici sufficientemente autorevoli.
E’ una battaglia per tappe, per gradi, che richiederebbe uno stato maggiore all’altezza. Ci vuole una strategia e una tattica, che preveda gradi e terreni di scontro e perfino soluzioni intermedie. Ovvio che non ha senso, perchè puro slogan, la richiesta “via il signoraggio”.
Ci vorrebbe un partito politico nuovo, capace di portare questi temi alla discussione in un parlamento decente.
Anche in questo caso, come in molti altri, non conta la giustezza delle analisi la diagnosi dei mali. Conta invece la capacità di comunicarli.
Dunque non basta parlarne, è giunto il momento di organizzarsi. Io darei una mano volentieri, ma ho bisogno di una pattuglia di veri esperti che lavorino con me. Vuoi farne parte? Io sto lavorando per costruire le premesse per una “Alternativa”. Solo una “Alternativa” organizzata a questo sistema può porsi l’obiettivo di demolire la sua colonna portante.
Cordiali saluti,
Giulietto Chiesa
Fonte: www.megachipdue.info/
Link: http://www.megachipdue.info/component/content/article/42-in-evidenza/1533-qbanchismoq-ne-parliamo.html
20.12.2009
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Alcuni altri interventi di Alberto Conti sul tema bancario-monetario:
– http://www.meetup.com/per-il-bene-comune/boards/thread/5449539/0/.
– http://www.meetup.com/per-il-bene-comune/it/messages/boards/thread
/8151990/0.