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La Redazione

 

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AUSTERITA': LA RECESSIONE ALEGGIA SULL'ECONOMIA DELLE ISOLE GRECHE

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A cura di Davide
Il 23 Dicembre 2012
64 Views

DI CHRIS JONES
globalresearch.ca

Vivere sull’isola di Samo con le misure d’austerità

Coloro che hanno letto la mia rubrica Samos Diary sull’austerità nel corso dell’ultimo anno sapranno senz’altro che ho posto l’accento di recente sull’atmosfera di recessione che aleggia sull’isola ora che l’austerità e il disastro economico si abbattono sul benessere degli isolani.
È estremamente difficoltoso prendere atto di tutto ciò che scaturisce da questo clima: lo stress, l’ansia e lo shock vero e proprio quando le occasioni e il benessere di una vita si volatilizzano, quando i posti di lavoro scompaiono, quando le entrate economiche si riducono enormemente o addirittura svaniscono nel nulla, quando i prezzi dei beni di prima necessità e le nuove tasse punitive e regressive aumentano in maniera spropositata.

Chiunque, con un briciolo d’umanità, sebbene abbia la sicurezza di un reddito ragionevole, come nel mio caso, non sarà mai in grado di rimanere estraneo al dolore e alla sofferenza che lo circonda. Tutti i miei amici e vicini stanno attraversando un periodo di stenti. È letteralmente straziante osservare questa catastrofe che si svolge davanti ai miei occhi: famiglie sfasciate poiché un numero continuamente maggiore di ragazzi e, in particolare, uomini di mezza età lasciano i propri cari in cerca di lavoro e denaro. Nel corso dell’ultimo mese, ho assistito alla partenza per il Congo di quattro uomini che offrono la propria manodopera per la costruzione di un nuovo aeroporto. Ultimamente si parla moltissimo delle opportunità lavorative in Sud Africa, dato che i greci si rendono conto che le destinazioni tradizionali, quali l’Europa e gli Stati Uniti, non assicurano più il tanto agognato lavoro salariato.

Sono sempre più numerose le piccole imprese che sono riuscite a resistere a cinque anni di declino economico e che adesso stanno fallendo ad una velocità esorbitante. Lo scorso weekend, Stelios, un commercialista di Ambelos, mi ha raccontato che soltanto durante l’ultimo mese ha chiuso i libri contabili di nove imprese (sulle 160 di cui si occupa) dichiarandone così il fallimento. Secondo il commercialista, questa cifra è destinata a salire nei prossimi mesi. La situazione non è più rosea nel settore pubblico: gli ultimi “accordi” con la troika, infatti, implicano il licenziamento di migliaia d’insegnanti, dottori e lavoratori comunali. Giannis, un insegnante qualificato con tre lauree (!), ieri, mi ha detto che non ha assolutamente nessuna speranza di trovare lavoro come insegnante, specialmente se il governo è intenzionato a far chiudere i battenti delle scuole dei paesini costringendo gli studenti a spostarsi in scuole situate nelle città principali dell’isola.

Ma questi bambini come possono riuscire a raggiungere le strutture scolastiche se, prima di tutto, l’isola non dispone praticamente di nessun mezzo di trasporto e se, seconda di poi, i prezzi della benzina sono così alle stelle che i loro genitori non hanno modo di sostenere i costi giornalieri del trasporto? Le conseguenze sociali di una politica di questo tipo non sono neanche prese in considerazione dall’ordine del giorno dello Stato. Per gli insegnanti abbastanza “fortunati” che hanno potuto tenersi stretto il proprio lavoro, il governo ha ben pensato non solo di decurtare loro gli stipendi (adesso uno stipendio iniziale per un nuovo insegnante è di circa 600 euro al mese) ma sostiene inoltre che è previsto che lavorino nelle scuole per un totale di 40 ore alla settimana, senza tenere in considerazione la preparazione delle lezioni, le valutazioni, e cosi via.

La situazione infelice, almeno a Samo, è stata aggravata dall’assenza di varie forme di resistenza e solidarietà di sopravvivenza, manifestatesi invece nelle città principali quali Atene, Salonicco e Patrasso. La disperazione e la rabbia provate a Samo sono rimaste all’interno dei nuclei familiari e abitativi: tale chiusura, come ha spiegato il sociologo Panagiotis Sotiris, può fomentare il cannibalismo sociale e l’ascesa del partito neofascista Alba Dorata. Il sociologo ha scritto:

«È risaputo che i movimenti fascisti sono sempre alimentati dalla disperazione e dall’insicurezza, e specialmente dalla frustrazione individuale. A meno che le varie sfere sociali non riacquistino una sorta di fiducia collettiva nell’abilità che hanno di cambiare le proprie vite attraverso la lotta, la battaglia collettiva e la solidarietà, non ci si può aspettare altro che un’ascesa continua dei fascisti. La semplice promessa dell’instaurazione di un governo di sinistra non può far nascere una fiducia collettiva. Se non dimostriamo che la lotta collettiva può assicurare che ogni singola famiglia possa disporre di elettricità, che l’assistenza sanitaria sia accessibile a tutti, che nessun bambino resti sprovvisto di un pasto alla mensa scolastica, se non dimostriamo che tale solidarietà tra i greci e i lavoratori immigrati è il modo migliore per rendere i quartieri più sicuri, allora Alba Dorata, con tutti i suoi atti di “solidarietà solo per i greci”, continuerà a fare proseliti. Alba Dorata sta cercando di porre le basi per la propria egemonia reazionaria tra le fasce delle classi subalterne; la sinistra non ha il lusso di poter semplicemente attendere che l’occasione di ascesa al governo le cada tra le mani come un “frutto maturo” da cogliere.»

Fonte: The Greek Left and the Rise of the Neo-Fascist Golden Dawn (N.d.T.: La sinistra greca e l’ascesa del partito neofascista Alba Dorata): http://www.socialistproject.ca/bullet/731.php#continue.

Questo è solo un estratto dell’articolo del sociologo Panagiotis Sotiris, la cui lettura non consiglierò mai abbastanza. La maggior parte delle sue affermazioni mi suonano molto familiari rispetto alle esperienze che ho vissuto a Samo.

Un nuovo inizio

Nonostante il 2012 stia volgendo al termine, stiamo finalmente cominciando a notare, sull’isola, la comparsa di quel tipo di azioni collettive che in molti sognavamo, sebbene ci chiedessimo se o quando queste si sarebbero mai verificate. Nonostante che numerose di queste iniziative siano soltanto agli stadi iniziali, il loro impatto su molti di noi è stato elettrizzante ed energizzante. Un’altra primavera si profila davanti a noi.

Devo fare attenzione e non far prendere il sopravvento al mio senso dell’ottimismo che potrebbe ingigantire ciò che sta accadendo. Dopotutto, come ho affermato in precedenza, il clima creato dell’austerità resta disastroso e continua a gettare scompiglio nelle vite di molti. Inoltre, ci sono abbastanza prove sul fatto che lo Stato greco stia diventando sempre più autoritario e aggressivo nell’arginare la resistenza popolare.

Quindi, cosa sta succedendo? Sull’isola, stiamo assistendo alla formazione di forme di sopravvivenza collettive e alternative in cui gli isolani non commerciano basandosi sul denaro, bensì basandosi sull’interscambio di competenze e lavoro cooperativo. Adesso, il commercio locale ha ripreso ed è attivo sia a Karlovasi che a Pythagoreio. Nella zona meridionale dell’isola, ho degli amici che stanno raccogliendo le olive in cambio di olio e legna. Si assiste ad una ricomparsa del baratto come forma di scambio. Proprio l’altro giorno, il proprietario di un hotel a Karlovasi mi ha confessato che spera fiduciosamente che questo tipo di attività s’intensifichi sull’isola, dato che gli abitanti scambiano ciò che sovraproducono (come polli, verdure, e così via) contro beni e servizi che non potrebbero permettersi, dato che non hanno denaro. Inoltre, un gruppo di donne sta cominciando a porre le basi per una rete di produzione alimentare artigianale (produttori di marmellata, vino, olio, miele e altri prodotti dell’apicoltura, e così via) in vista di un consumo sia dell’isola che di luoghi più lontani. Queste donne sono a conoscenza dei tesori naturali che offre l’isola e sanno come noi siamo in grado sia di permettere loro di rinforzare questa rete di attività che di sostenerle affinché possano contribuire ad un futuro sostenibile in cui non esistono né razzia né tantomeno sfruttamento. A Samo si produce, per esempio, il miele, che è stato giudicato, in Olanda, della massima qualità possibile. È sempre più risaputo che vi sono greci che vivono al di fuori del paese che, motivati da un sentimento di solidarietà, desiderano comprare tali prodotti. Per di più, questo tipo di attività forgia nuovi rapporti tra le persone, rapporti che non si fondano su legami famigliari o di parentela e che militano contro la frustrazione individuale, che rappresenta un problema notevole. In seguito, sono state prese numerose misure politiche esplicite che evadono dagli schemi dei tremendi giri di vite del settarismo che ha danneggiato la Grecia sin dall’epoca della Guerra Civile. Lo ha illustrato in maniera capitale, qui a Samo, il movimento studentesco Antifascista e Antirazzista organizzato dagli studenti dell’Università di Aegean a Karlovasi. Il movimento si è formato in autunno inizialmente per protestare contro la marcia di Alba Dorata nelle strade della città di Samo. Gli studenti, successivamente, hanno organizzato una marcia e un’assemblea in ricordo dell’insurrezione del Politecnico di Atene che, il 17 novembre del 1973, ebbe un ruolo capitale nel rovesciamento della giunta. In seguito, gli studenti hanno realizzato un evento sulla Palestina che ha riscosso una straordinaria partecipazione, un film e una serata di dibattito in commemorazione dell’omicidio del quindicenne Alexandros Grigoropoulos, perpetrato dalla polizia nel dicembre del 2008. Ognuno di questi eventi è stato caratterizzato da un’atmosfera di apertura, eccitazione, tanta gioia e tante risate ormai introvabili in nessuna delle assemblee organizzate dai partiti di sinistra, specialmente dal partito comunista greco KKE.
Questi sviluppi hanno delle ripercussioni che vanno oltre qualsiasi evento particolare. Hanno spinto, ad esempio, un mio amico nordafricano a lavorare gratuitamente per due giorni, ripulendo il terreno di un suo vicino che aveva apertamente affermato di aver votato il partito Alba Dorata e di sostenerlo. Invece di vituperarlo e respingerlo, cosa che secondo Mohammed lo avrebbe spinto ulteriormente nelle grinfie di Alba Dorata, questo semplice atto di solidarietà è stato invece molto più efficace a far cambiare idea al vicino. Il fatto di aver sudato e lavorato assieme, aver condiviso una birra e aver scherzato assieme è stato di gran lunga più efficace rispetto a qualsiasi altra condanna politica.

Da moltissimi mesi non mi sentivo così invaso dall’ottimismo. E questo sentimento è comune a molti altri. Non ci illudiamo che questo non sia altro che un punto di partenza, ma ci dà la sensazione di essere all’inizio di qualcosa di promettente.

Azione e reazione

Allo stesso tempo, le autorità dell’isola non sono rimaste con le mani in mano. La settimana scorsa, in quindici, abbiamo assistito ad una sentenza del tribunale di Samo per offrire il nostro appoggio ad una rappresentante del gruppo per i diritti umani che è stata perseguita dallo Stato per “false dichiarazioni alle autorità”. È veramente un atto straordinario di tentata minaccia da parte dello Stato: il tutto è scaturito da una lettera collettiva indirizzata al ministero da parte di un gruppo che chiedeva semplicemente informazioni circa alcuni profughi sbarcati sull’isola. Il passaggio qui di seguito è estratto da una dichiarazione rilasciata dal gruppo per i diritti umani sull’isola:

«La lettera [da noi redatta] è stata inviata anche ad altre organizzazioni umanitarie e al quartier generale della polizia di Vathy, nel comune di Samo. Le autorità non solo hanno rifiutato di rispondere alle nostre domande riguardanti il trattamento dei profughi in stato di fermo, ma hanno anche inoltrato la nostra lettera al pubblico ministero chiedendogli di denunciare i rappresentanti del nostro movimento, ossia il mittente della lettera in questione, per presunta diffamazione e dichiarazione del falso.»

In seguito, il pubblico ministero ha richiesto uno studio preliminare, e ogni rappresentante del gruppo ha dovuto deporre la propria testimonianza circa il documento redatto collettivamente. Nonostante le accuse della polizia ellenica contro il nostro movimento siano state dichiarate infondate, le autorità giudiziarie hanno comunque denunciato specificatamente la rappresentante del movimento che ha inviato il documento, ordinando il rinvio a giudizio per il 6 dicembre 2012 per “false dichiarazioni alle autorità”.

Ci poniamo dunque una domanda ragionevole: da quando un documento rivolto alle autorità, e in particolare una richiesta di chiarimenti alla quale quest’ultime sono legalmente obbligate a rispondere, costituisce una “menzogna”?

(Il testo integrale è disponibile sul sito http://www.reinform.nl/solidarity-to-refugees/)

Chris Jones ha lasciato l’Inghilterra cinque anni fa, e adesso risiede sull’isola di Samo, in Grecia. La sua rubrica Samos Diary viene pubblicata sul sito ZNet: http://www.zcommunications.org/zspace/Chris%20Jones. Inoltre ha redatto, a quattro mani con Michael Lavalette, “Voices from the West Bank”, edizioni Bookmarks, Londra, Settembre 2011.

Fonte: www.globalresearch.ca
Link: http://www.globalresearch.ca/living-with-austerity-depression-hangs-over-greek-islands-economy/5314959
10.12.2012

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ELISA BERTELLI

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