Parlare, oggi, di questione sociale, di scontro di classe, di conflitto, sempre latente nella società spaccata – quella vera, bene inteso, non quella “aperta” e “accogliente” dipinta dalla propaganda neoliberista – non fa audience, non attira consensi, non garantisce un alto share, annoia le masse ridotte a pollastri in batteria. Le annoia quanto o più della geopolitica, spietata e mortifera dal quadrante russo-ucraino a quello medio-orientale, che assieme alla questione sociale determina il nostro destino, individuale e collettivo.
La questione sociale è dimenticata, al punto che pare in sonno letargico sotto i livelli della coscienza e della memoria, completamente oscurata dalle “battaglie” per i diritti civili e delle minoranze, orchestrate dalle élite global-finanziare, dai loro servitori politici locali e dall’intero apparato ideologico, massmediatico e accademico, come lo chiamo io, a completa disposizione del sistema che ci imprigiona.
Le unioni civili, meglio se accompagnate dalla possibilità di adottare bambini, rappresenterebbero perciò una tappa fondamentale, per raggiungere un più alto livello “di civiltà”, irrinunciabile sotto il segno del mercato e della democrazia.
Quanto precede, sembra essere un dato acquisito anche in Italia, messa sotto pressione dai potentati neocapitalisti sopranazionali, perché ancora non c’è, qui da noi, in periferia, una legge che regoli la sponsorizzata e vezzeggiata ”eccezione familiare”, ovviamente a scapito e detrimento della famiglia tradizionale.
Molto presto, però, in accordo con i desiderata della classe dominante global-finanziaria, la legge in parola sarà operativa anche da noi, grazie al governo collaborazionista piddino e al sostegno della piazza Arci, gay e lesbiche. Infatti, il ddl Cirinnà, dal nome di una senatrice ovviamente piddina, incombe e segnerà la differenza con il passato, checché ne dicano la chiesa, i non ancora del tutto idiotizzati, i “tradizionalisti” che hanno manifestato – debolmente, in modo testimoniale, come parte sconfitta – nel recente Family Day.
Fin troppo evidente, ormai, che quello che si “batte” per le unioni civili è un utile idiota terminale (o addirittura in mala fede, per quanto riguarda organizzatori, capi e capetti) a sostegno della società aperta di Soros e Goldman Sachs, ancor più che del vecchio arnese liberale Karl Popper, fondata sul mercato sovrano e sugli evanescenti “diritti civili”.
Anzi, costui, sia o non sia gay o lesbica, abbia o no abbia alle spalle una “famiglia tradizionale” che si vuole superare, è oggettivamente un nemico degli italiani impoveriti, senza lavoro, con poca pensione, sempre di più in difficoltà economica, e un collaborazionista del grande capitale finanziario, quello che negli Usa, non a caso, ha finanziato e supportato allegramente le campagne per i diritti civili e l’”eccezione familiare”.
Secondo i famigerati complottisti, che sempre più spesso vedono giusto e ci prendono, dietro la lobby omosessuale americana (e mondiale), sponsorizzata dal capitale finanziario egemone, ci sono pezzi da novanta, sostenitori e finanziatori per calcolo e interesse di classe, come Soros, JPMorgan, Rockefeller Foundation, al punto che si potrebbe consigliare agli italiani la lettura dell’interessante libro Unisex. La creazione dell’uomo “senza identità”, di Perucchietti e Marletta, edito da Arianna Editrice, in cui si svelano le vere ragioni, molto concrete, del sostegno assicurato dalla finanza di rapina ai diritti della minoranza omosessuale e alla cosiddetta ideologia Gender, a partire dalla “società pilota” statunitense.
Si legga in rete questo articolo del 26 giugno 2013, non di fonte “complottista”, ma del Corriere.it, dal titolo Usa: JP Morgan e Goldman Sachs brindano alle nozze gay:
Addirittura i vertici della Apple si sono uniti al giubilo dei maggiori sciacalli della finanza, quando la corte suprema americana, ha definito incostituzionale il defense of marriage act, che riconosceva come matrimonio solo quello fra un uomo e una donna, e da quel momento in poi l’avanzata dell’”eccezione familiare”, per scardinare le resistenze nella società al progetto neocapitalista di dominio assoluto, è diventata travolgente in molti paesi cosiddetti occidentali, fino a investire l’Italia.
Solo un povero imbecille può credere che gli squali dell’alta finanza, nonché i vertici dei gruppi produttivi-finanziari, investano tempo e risorse e spendano la loro immagine per liberalità, convinti che ciò migliorerà anche l’aspetto lavorativo, aumenterà l’efficienza e risponderà a una richiesta sentita da clienti e dipendenti. Più realisticamente (e cinicamente) è meglio spendere un po’ di soldi, paragonabili a quelli spesi per la pubblicità, se non per la cancelleria, piuttosto che soccombere davanti a richieste di giustizia sociale e miglioramento dei redditi popolari, che implicherebbero riduzioni delle loro fortune per centinaia, o addirittura migliaia di miliardi di dollari. Meglio puntare sulle adozioni da parte di transessuali, per scongiurare lo spettro dell’assistenza sanitaria pubblica gratuita garantita a tutti …
Accertato chi sono gli sponsor delle campagne occidentali per i diritti omosessuali, la diffusione dell’ideologia Gender e l’”eccezione familiare”, che si vorrebbe diventi addirittura una regola soppiantando la famiglia tradizionale, ci viene il fondato sospetto che la manovra costituisca un passo successivo – non solo di distrazione dalla questione sociale – a quello già compiuto e metabolizzato dell’idiotizzazione di massa, che ha portato alla perdita, per i più, della dimensione politico-sociale e della capacità di lottare per un futuro migliore. Un passo successivo per l’individualizzazione completa, al di fuori di qualsiasi etica, della società che deve “aprirsi” a ogni sorta di nefandezza mercatista.
Si lotta soltanto per i diritti gay e le unioni civili, mentre il panorama di una società socialmente devastata e sempre più ineguale resta in ombra, come se la realtà sociale non ci fosse più e non esistessero le classi, tutt’al più una generica distinzione, neppure culturale e di costume, fra ricchi (sempre più ricchi e sempre di meno) e poveri (sempre più poveri e sempre più numerosi). Aclassismo ipocrita e eccezione familiare come cavallo di troia per vincere le resistenze di natura comunitaria della famiglia tradizionale, costituiscono altrettanti inganni neocapitalistici che procedono appaiati.
I segnali di questo cambiamento, dagli esiti per noi devastanti sono tanti, anche in Italia. A tale proposito riporto l’inizio di un articolo recente del giornale.it (che non è una fonte complottista): Anna Maria Greco Roma L’estetica no-gender dei brand Miaoran e L72, la donna androgina di Greta Boldini, la famiglia tutta femminile annunciata dalla maison Gattinoni, con mamma Giulia, mamma Anna, baby Julia e il cane Mia. C’è la legge sulle unioni civili a far da sfondo all’apertura della manifestazione di Alta Roma e, nello stesso giorno del Family day contro le nuove norme, ecco la performance fuori calendario, un po’ rock e molto rococò, chiamata «Family Couture Day». Domani, dunque, le damine del 700 trasformate in Figlie dei fiori anni ’70 dal creativo di Gattinoni, Guillermo Mariotto, lanceranno anche un messaggio pro coppie gay. http://www.ilgiornale.it/news/politica/e-moda-gattinoni-pro-coppie-gay-1218118.html
Dai media all’alta moda, dalla sub-politica tributaria dei potentati finanziari alle associazioni lobbiste, tutto spinge verso uno scenario di devastazione etica nella penisola e di perdita dei più elementari riferimenti esistenziali. L’individuo deve naufragare nella più completa confusione sessuale e dei ruoli, non deve avere più alcun appiglio e difesa, per essere facile preda del mercato sovrano. La questione sociale non deve più essere sentita come una priorità, ma, al contrario, deve sparire dai palinsesti televisivi, grazie alla prevalenza dei diritti delle minoranze, o essere banalizzata annegandola nel politicamente corretto ultra liberaldemocratico, grazie alla presenza sullo schermo di sindacalisti “televisivi” alla Landini (o peggio, alla Camusso e alla Annamaria Furlan), e deve essere cancellata dalle coscienze, concedendo ampi spazi, mediatici e sulle piazze, alla potente lobby gay e lesbiche.
Riassumendo, in conclusione del discorso, la spinta esterna e interna all’Italia sui diritti della minoranza omosessuale, che diventano prioritari su tutto, consentirà alle élite globaliste di conseguire i due seguenti obbiettivi principali, anche nel nostro paese:
1) La disintegrazione progressiva della famiglia tradizionale, unità di base della società, resistenza di natura comunitaria al neocapitalismo e difesa per l’uomo, che deve essere completamente individualizzato e privato di ogni appiglio e difesa su cui poteva contare in passato.
2) L’oscuramento della questione sociale, non più prioritaria, e la sua sostituzione, fino al raggiungimento degli obbiettivi elitisti – nozze e adozioni – con la questione gay/lesbiche.
Mi si consenta, ora, un’ultimissima considerazione. La lobby gay e lesbiche, almeno a livello di vertice e di “quadri”, non può non essere consapevole dell’affiancamento interessato, in questa battaglia “di civiltà e democrazia”, da parte delle élite neocapitaliste, che finanziano, sostengono e fanno il tifo per l’affermazione oltre ogni limite dei diritti omosessuali. Per tale motivo i lobbisti gay e lesbiche sono così spavaldi, invasivi, provocatori, sicuri di sé. Per questo gli osceni gay pride, manifestazioni non d’orgoglio gay, ma di cattivo gusto, di degrado etico e di costume ottengono protezione, in occidente, e un’ampia risonanza mediatica.
Stiano attenti, però, costoro, a non tirare troppo la corda, a non provocare e sbeffeggiare troppo chi, appartenente alla maggioranza, se la deve vedere ogni giorno con la disoccupazione di lungo periodo, il salario in picchiata, la pensione insufficiente, le esose bollette per le utenze domestiche, le imposte e le tasse, cresciute a dismisura in fondo alla piramide sociale . Infatti, se il vento della storia cambierà improvvisamente, andando nella direzione giusta, sicuramente non ci dimenticheremo di loro, delle loro provocazioni, del supporto furbesco e interessato che hanno dato al nemico principale neocapitalista, che oggi ci tiene agevolmente sotto il tallone. E’ una minaccia, la mia? Certo che lo è!
Eugenio Orso
Fonte: http://pauperclass.myblog.it
31.01.2016