Chi ci guadagna? Chi otterrà dei vantaggi?
Sono molte le fonti alternative che stanno diffondendo la possibilità che questi attacchi possano giocare a favore di Blair e di Bush. Ad esempio, i media non dovranno più occuparsi delle loro bugie che hanno portato le loro nazioni in Iraq. Non dovranno più interessarsi di Karl Rove e Valerie Plame.
D’altronde come non sottolineare che questi attacchi sono avvenuti pochi giorni dopo che la Gran Bretagna aveva annunciato il suo piano di ritiro dall’Iraq.
Cui bono? si domanda Anthony Wide nell’articolo Stupidity Versus Logic in the Latest “Terror” Attack.
“Cavolo!” scrive Wide “Quelli di al Qaeda devono essere i più stupidi terroristi dell’intero pianeta. Il loro scopo dovrebbe essere quello di scuotere la volontà delle potenze occidentali che hanno invaso l’Iraq, e spingerle ad andarsene, no? C’è qualcuno per favore che mi può spiegare la logica delle bombe di Londra? Nessuno lo può fare in modo serio, ed è ora di applicare la logica a questi eventi. Per favore non mi dite la sciocchezza che siccome queste persone sono “assassini” non si può applicare la logica. Non si può diventare l’organizzazione terroristica numero uno al mondo senza avere alcuna logica, no? Ci siamo bevuti che queste persone fossero abbastanza intelligenti da circonvenire i nostri miliardari servizi segreti e le nostre difese aeree utilizzando alcuni taglierini, mentre rifiutiamo l’idea che possano attuare azioni conseguenti a meccanismi studiati di causa-effetto. Io lo dubito moltissimo. Proprio in questa settimana, è stato detto che l’Inghilterra aveva abbozzato piani per ritirare le sue truppe, una vittoria per al Qaeda, giusto? Quindi come possiamo credere che la risposta orchestrata a questi piani di ritiro possa essere quella di far esplodere autobus in Inghilterra. Ora, provate ad indovinare quale sarà la risposta più probabile a tale evento: 1) Ritiro più veloce delle truppe” 2) Incremento del sostegno dell’opinione pubblica a mantenere le truppe in Iraq?”
E allora quanto è conveniente che questi attentati avvengano proprio in tempo per tenere le truppe in Iraq. E se così fosse sembra proprio che i veri beneficiari di queste azioni siano i falchi guerrafondai, che sperano con le bombe di porre fine all’inesorabile erosione nella pubblica opinione verso l’appoggio alla guerra. Ed è anche certo che sia Blair che Bush hanno bisogno di diversivi per distogliere l’attenzione dagli attacchi su di loro portati da chi li accusa di aver mentito.
Le istantanee accuse agli islamici
Passano pochi minuti dagli attacchi e, in assenza di qualsiasi rivendicazione, i principali media puntano il dito su Al Qaeda. Non dimentichiamo comunque che Al Qaeda non è sempre quello che ci viene detto, come nel caso della cellula Mossad-Qaeda palestinese. A volte poi, come è accaduto in precedenti attacchi contro inglesi e americani, tutte le prove sembravano indicare una direzione che poi si rivelava completamente falsa, basti pensare all’affare Lavon.
Poi arriva una rivendicazione islamica (falsa naturalmente):
Un gruppo islamico rivendica gli attentati.
Ma il traduttore della MSNBC TV, Jacob Keryakes, nota che la dichiarazione di responsabilità contiene un errore in uno dei versetti del Corano citati, suggerendo così che possa trattarsi di un falso. “Questo è un errore che Al Qeada non farebbe mai” conclude Keryakes.
Gli israeliani
Arriva anche la notizia che l’Ambasciata israeliana era già a conoscenza degli attacchi, tant’è che il ministro delle finanze, Binyamin Netanyahu, rimane nella sua stanza d’albergo e non si reca all’hotel, vicino al luogo della prima esplosione, dove avrebbe dovuto partecipare ad un summit economico.
Per chi non riesce a credere a quanto detto sopra, gli basti sapere che nello stesso momento sul sito Ireland Online esce la notizia che, secondo Israele, “Scotland Yard era allertata per un possibile attacco”. Detto in altre parole, la polizia inglese, secondo quanto dichiarato da un funzionario israeliano, avrebbe detto all’ambasciata israeliana a Londra, pochi minuti prima delle esplosioni, di aver ricevuto un avvertimento di possibili azioni terroristiche nella città.
La situazione diventa difficile. E allora il funzionario israeliano si precipita a negare le sue precedenti affermazioni.
E che neghi è ovvio. Se Scotland Yard non ha avvertito, è probabile che un suo funzionario lo dica. E così avviene. Il capo della polizia di Londra, Sir Ian Blair, afferma di non essere stato allertato per qualche impellente minaccia e aggiunge di non poter commentare le notizie israeliane secondo cui la loro ambasciata a Londra aveva ricevuto una telefonata dalla polizia pochi minuti prima della prima esplosione, telefonata che avvertiva del pericolo.
Ritrattare, dire di essersi confusi, è sempre possibile. Ma orma è tardi. Anche il sito www.canada.com riporta la notizia della polizia che avverte gli israeliani degli imminenti attacchi.
Deve intervenire il ministro degli esteri israeliano, Silvan Shalom, che afferma che Israele venne avvertita non prima della sesta esplosione in città. Va bene, gli crediamo, ma prima ci spieghi com’è che Netinyahu sapeva di non dover recarsi proprio nei pressi del luogo dove è esploso il primo degli ordigni. La cosa puzza di Odigo, la compagnia israeliana i cui dipendenti vennero avvertiti di non recarsi al lavoro al WTC l’11 settembre 2001.
La notizia viene ripresa ed analizzata nel bell’articolo di PrisonPlanet: Explosions In London – Who Stands To Gain? Israel Warned, Cover-up In Progress.
Che Netinyahu non si sia di proposito recato all’hotel vicino all’esplosione lo dice anche yahoo.news: Netanyahu ha cambiato i suoi programmi in quanto preavvertito di un possibile attacco e scoop.co.nz: “Sono stati avvertiti gli israeliani precedentemente al primo attentato?”
Cerchiamo di ragionare. Dunque la notizia che la polizia britannica avverte gli israeliani della possibilità degli attentati ha in pratica una sola fonte: quella israeliana. In quella giornata, in quelle ore, la delegazione israeliana doveva recarsi proprio nei pressi della prima esplosione. Ma come pensare che Scotland Yard si precipiti ad avvertire gli israeliani e trascuri completamente i civili inglesi? E allora possiamo mettere in ballo un’altra spiegazione: non è che Israele abbia cercato di spiegare il fatto che Netinyahu non si sia convenientemente recato al summit, accusando in pratica gli inglesi di essere loro a conoscenza degli attentati. D’altronde come indizi non abbiamo altro che le parole che un funzionario israeliano si sarebbe inavvertitamente lasciato scappare di bocca (poi ritrattate).
In alternativa non resta altro che rispondere alle domande che si pone l’IndiaDaily nell’articolo “Britain failed to protect London even after Israel warned Britain of coming Al-Queda terror – inefficiency or conspiracy?“. Se l’ambasciatore israeliano era stato avvertito minuti prima dello scoppio del primo ordigno, e Netanyahu si era guardato bene dall’uscire dal proprio albergo, perché un simile trattamento non è stato riservato alla popolazione londinese? Perché se i servizi conoscevano l’eventualità di un imminente attacco terroristico non sono state prese adeguate contromisure. Si è trattato dunque di inefficienza o di cospirazione?
E Tony Blair: cosa sa realmente?
Strano per un primo Ministro accusare ipse facto gli islamici, senza pensarci due volte. Strano, molto strano. Sì, perché è strano che una persona che conosce i Downing Street Memos faccia simili affermazioni: queste memorie dimostrano che non fu il “terrorismo” a spingere gli inglesi in Guerra in Iraq, ma un piano a lungo preparato da Bush che è stato pari pari venduto ai britannici.
E su quali esperti si basa Blair per attribuire la responsabilità agli islamici? Date un’occhiata a questo articolo di news.yahoo.com: Boaz Ganor, direttore generale dell’Istituto israeliano di politica internazionale sull’antiterrorismo e Mordechai Kedar, un esperto di antiterrorismo della rete televisiva israeliana. Suona male, non è vero?
E Galloway?
Come dimenticare poi il recente intervento di Galloway, quando ha affermato che una massiccia opposizione popolare avrebbe fermato qualsiasi attacco contro l’Iran, a meno che il complesso industriale-militare non metta in programma un attacco terroristico del quale far ricadere le colpe sull’Iran? Non ci resta che attendere. Se qualche rivendicazione porta all’Iran, allora Galloway aveva ragione. Altrimenti questo è ciò che potrebbe ancora avvenire.
Tratto da articoli e commenti su whatreallyhappened.com