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La Redazione

 

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ASSEGNI ETICI IN BIANCO

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A cura di Vichi genio
Il 17 Maggio 2005
63 Views

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La mitologia USA e inglese sulla seconda guerra mondiale ignora i nostri crimini e legittima le continue guerre anglo-americane.

DI RICHARD DRAYTON

Nel 1945, nell’illusione che le guerre fossero finite, le potenze emerse vincitrici riscrissero la storia del conflitto secondo gli interessi delle loro élites. Così la propaganda di guerra continuò a vivere in tempo di pace sotto un’altra veste. Come ha dimostrato ieri Putin, la Grande Guerra Patriottica rimane una risorsa politica fondamentale della Russia. Lo stesso vale per l’ Inghilterra e gli USA, che mantengono in vita entusiasticamente una certa idea della seconda guerra mondiale lasciando nell’ombra gli aspetti meno piacevoli.

Cinque anni fa un sociologo americano di rilievo, Robert Lilly, ha scritto un libro frutto di ricerche sugli archivi militari americani, dal titolo:“Taken by force” (Presi con la forza). Si tratta di un’inchiesta sugli stupri commessi dagli americani in Europa fra il 1942 e il 1945. Il manoscritto stava per essere stampato nel 2001, ma dopo l’11 settembre, non se ne fece più nulla. La prima edizione è apparsa in traduzione francese nel 2003.
Grazie a Anthony Beevor sappiamo tutto sulle violenze dell’Armata Rossa, mentre non sappiamo niente sugli stupri di massa commessi dagli americani e dagli inglesi. Secondo Lilly ci sono stati almeno 10.000 casi di violenza sessuale da parte degli americani, mentre le fonti contemporanee riferiscono di un numero molto maggiore di crimini sessuali impuniti. “Time magazine” ha scritto nel settembre 1945: “Il nostro esercito, e quello inglese che ci seguiva, hanno commesso la loro bella parte di saccheggi e di stupri… anche noi siamo considerati un esercito di violentatori.”



Il pubblico anglo-americano ha una visione rosea della seconda guerra mondiale. L’aver posto fine al male di Auschwitz e Dachau, esposto in tutti i modi, dona al conflitto un’aurea di virtù splendente. I film, i racconti popolari, e i discorsi dei politici considerano la guerra un esempio del coraggio anglo-americano, trascurando completamente il ruolo centrale avuto dall’Armata Rossa. Gli americani credono di avere combattuto la guerra per la libertà il mondo. Secondo gli apologeti dell’Impero Britannico, come Niall Ferguson, la guerra è stata un bagno etico nel quale ci siamo lavati tutti i peccati derivanti da secoli di conquista, schiavitù e sfruttamento. Ci siamo guadagnati per sempre la nomea dei “bravi ragazzi” che possono cantare allegramente: “Due guerre mondiali e una coppa del mondo.”


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Il tutto sembra abbastanza innocuo, ma i miti patriottici hanno i loro aspetti negativi. La “guerra giusta” contro Hitler è servita da giustificazione ad altri 60 anni di guerre. Le potenze inglesi e americane si sono firmate da sole un assegno etico in bianco. Pensiamo di avere il diritto di bombardare, mutilare, mettere in prigione senza processo chiunque, semplicemente richiamandoci, direttamente o indirettamente, alla guerra contro il fascismo.



Quando dittatori ex-amici diventano nemici, come Noriega, Milosevic oppure Saddam, li ribattezziamo nuovi “Hitler”. Nelle “giuste guerre” contro di loro tutti gli aspetti negativi diventano trascurabili, si tratta di “danni collaterali”. La distruzione degli obiettivi civili in Serbia o in Irak, le torture di Abu Ghraib o di Guantanamo, il crimine di guerra della punizione collettiva contro Falluja, sono il “prezzo della democrazia”.



Il nostro imperialismo democratico dimentica con facilità che il fascismo si è ispirato a molti esempi anglo-americane. Il sogno di Hitler trovava ispirazione, almeno in parte, nell’Impero Britannico. Nell’Europa orientale i Nazisti speravano di avere la loro America e Australia, nelle quali la pulizia etnica e la schiavitù erano le premesse per la colonizzazione. Nell’Europa occidentale speravano di avere la loro India, da cui ricavare guadagni, soldati e forza lavoro. L’imperialismo americano in America del Sud è stato un esempio esplicito per le pretese di supremazia giapponese e tedesca nei confronti dei loro vicini. Gli inglesi e gli americani sono stati fra i primi teorici dell’eugenetica, hanno reso accettabile la politica della segregazione. I campi di concentramento sono un invenzione degli inglesi, in Irak e in Afghanistan gli inglesi sono stati i primi a utilizzare il potere aereo per reprimere la resistenza locale. La Luftwaffe, con i bombardamenti di Guernica, Londra e Coventry, ha semplicemente copiato la tattica che il bombardiere Harris aveva già usato negli anni ’20 contro i Curdi.



Ci siamo dimenticati che i nostri dirigenti, quando hanno potuto, hanno aiutato i regimi fascisti. Il nonno dell’attuale presidente, Bush, che nel 1942 è stato processato per “commercio con il nemico”, è stato uno dei tanti simpatizzanti di Mussolini e Hitler che hanno fatto il possibile per aiutarli. La politica di stato dell’ “appeasement” è stata solo la punta dell’ iceberg di una montagna di aiuti per queste dittature. Capitali e tecnologie arrivavano liberamente, e i despoti fascisti venivano accolti a Washington o Londra con tutti gli onori. Henry Ford fece un regalo di compleanno a Hitler di 50.000 marchi.



Non ci piace ricordare che anche noi, negli anni ’40, abbiamo commesso i nostri crimini di guerra. La distruzione di Dresda, una città piena di donne, vecchi, bambini e feriti, senza alcun valore militare, è solo la più famosa di tutte le atrocità commesse dalla nostra aviazione contro le popolazioni civili. Teniamo vivo il ricordo degli abusi giapponesi sui prigionieri di guerra ma dimentichiamo le torture e gli assassini dei prigionieri che abbiamo catturato. Edgar Jones, corrispondente di guerra nel Pacifico a seguito delle truppe, ha scritto nel 1946: “Abbiamo ucciso a sangue freddo i prigionieri, spazzato via ospedali, mitragliato scialuppe di salvataggio, ucciso o maltrattato civili, finito nemici feriti, gettato i moribondi dentro le fosse con i morti, e nel Pacifico, per degli oggetti di ornamento abbiamo scarnificato con l’acqua bollente i teschi dei nemici.”



Dopo il 1945 abbiamo seguito molti metodi fascisti. A Norimberga furono puniti solo pochi colpevoli, la maggior parte si salvò grazie al nostro aiuto. Nel 1946, il Project Paperclip (Progetto fermaglio) aveva portato segretamente in USA oltre un migliaio di scienziati nazisti. Fra di essi si trovavano Kurt Blome, che aveva sperimentato i gas nervini a Auschwitz, e Konrad Schaeffer, che aveva avuto altre vittime a Dachau. La CIA con il Project Bluebird (Progetto uccello azzurro), aveva sperimentato il controllo delle menti per mezzo di droghe e operazioni chirurgiche. Il dottor Shiro Ishii, che aveva condotto esperimenti sui prigionieri in Manciuria, era diventato un consulente per armi bio-chimiche nel Maryland. L’esercito inglese, dopo avere liberato Belsen, una decina di anni dopo gestiva in proprio un campo di concentramento in Kenia nella repressione contro i Mau-Mau. I francesi hanno usato le torture della Gestapo in Algeria, gli americani le hanno diffuse nelle dittature dell’america latina negli anni 60 e 70. Oggi ne vediamo la continuazione nelle prigioni americane di Cuba e Diego Garcia.



La guerra provoca un’accelerazione della brutalità. Questa è la morale di “Taken by force”, dove si dimostra che i soldati americani divennero sempre più inclini alle violenze sessuali indiscriminate mentre i loro superiori erano sempre meno disposti a reprimere tali atti. Anche se è giusto ricordare i mali del nazismo e commemorare il coraggio di chi lo ha sconfitto, dovremmo cominciare a essere un po’ meno compiacenti con noi stessi. In particolare dovremmo cominciare a diffidare da coloro che si servono di questi ricordi per alimentare l’esaltazione odierna della guerra.

Richard Drayton è professore incaricato di storia all’Università di Cambridge.

Fonte:www.commondreams.org
Link:http://www.commondreams.org/views05/0510-24.htm
10.05.05

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