DI GIANLUCA FREDA
blogghete.altervista.org
Come tutti avranno capito – soprattutto quelli che fingono di non saperlo fare – l’attivista italiano in Palestina, Vittorio Arrigoni, è stato ammazzato da sicari di Israele. Lo dimostrano molte cose, tra cui il fatto che le forze di Hamas, che hanno tentato un blitz per liberarlo, abbiano trovato Vittorio già morto da diverse ore, forse per strangolamento. Come molti avevano immaginato, dunque, la richiesta dei suoi sequestratori, i quali minacciavano di ucciderlo entro le 16.00 di oggi se non fossero stati scarcerati lo sceicco Hisham al-Souedani e vari altri membri del fantomatico gruppo salafita coinvolto nel rapimento, era un puro pretesto. Un modus operandi già visto nel sequestro e nell’uccisione di Enzo Baldoni in Iraq nel 2004.
Scopo del rapimento non era quello di ottenere una qualsiasi contropartita, ma di ammazzare un personaggio scomodo per Israele. E che fosse molto scomodo, lo dimostra l’immagine pubblicata qui sopra, in cui si riproduce parte di un articolo comparso a suo tempo sul sito sionista Stop the ISM. Come si può leggere, il sito incitava apertamente all’assassinio di Vittorio e di molti altri membri dell’ISM (International Solidarity Movement), definiti “terroristi” e “collaboratori di Hamas”. Su Uruknet è pubblicato l’articolo completo. Il modus operandi dell’omicidio è quello tipico dei servizi segreti israeliani, già visto all’epoca di Baldoni: l’ostaggio viene tenuto in vita il tempo necessario a girare un video in cui si finge il suo rapimento da parte di una fantomatica organizzazione di estremisti islamici, che avanza pretese improbabili e pretestuose. Dopodiché viene ucciso immediatamente, senza aspettare la scadenza del finto ultimatum. La stessa organizzazione salafita, come riferisce l’iraniana IRIB, altro non è che un braccio armato di Israele nella striscia di Gaza:
TEHERAN – L’organizzazione salafita legata apparentemente ad Al-Qaeda che ha assassinato Vittorio Arrigoni, sarebbe in realtà un braccio armato di Israele all’interno della Striscia di Gaza. Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa italiana infopal, specializzata negli affari della Palestina, non esisterebbe alcuna organizzazione legata ad al-Qa’ida a Gaza, ma si tratterebbe, invece, di una realtà creata dall’intelligence israeliana per fomentare conflitti interni a Gaza, che si avvale di “manovalanza” locale, indottrinata e convinta di rappresentare il network di Bin Laden. “Tutti i gazesi sanno che questa organizzazione non esiste davvero – ci ha spiegato un collega al telefono -. Ci sono degli individui che si dichiarano suoi aderenti, ma il regista è Israele”.
L’assassinio di Arrigoni è stato ordinato, con ogni probabilità, allo scopo di intimidire i partecipanti alla spedizione della Freedom Flotilla 2, che dovrebbe partire per Gaza alla fine di maggio. Inoltre Arrigoni, con il blog Guerrilla Radio che aggiornava frequentemente da Gaza, era una fonte di prima mano per ottenere informazioni sulle stragi perpetrate dall’IDF nella Striscia di Gaza, anche negli ultimi giorni, quando il mondo era distratto dagli eventi in Libia. A conferma della responsabilità di Israele, vi è la gongolante dichiarazione della Radio Israeliana, che nel dare la notizia dell’assassinio del nostro connazionale, lo ha definito “useful idiot” (utile idiota).
Proprio nei giorni scorsi, la blogger italiana conosciuta con lo pseudonimo di Cloroalclero, che molto si era spesa nel sostegno ad Arrigoni ed alla sua causa contro i sionisti italiani che tentavano di diffamarlo con argomentazioni tra il demenziale e il puerile, è stata violentemente attaccata dal sionista Marco Pasqua, che l’ha definita “negazionista” e “antisemita” con la complicità del giornale su cui scrive, il delirante “Repubblica”. Marco Pasqua e i giornalisti di “Repubblica” che si prestano a queste azioni infami, possono tranquillamente annoverarsi tra i mandanti e i complici morali di questo ennesimo “omicidio mirato” perpetrato dallo stato per soli ebrei. Se ne traggano le debite conclusioni e lo si ricordi alla prossima occasione in cui una nuova campagna mediatica invocherà il diritto alla “libertà di stampa” per questi criminali. L’unica libertà che desiderano è quella di diffamare, di schedare e incitare allo sterminio di chiunque osi denunciare le loro nefandezze. Si ricordi che siamo ormai in guerra e costoro sono i nemici più subdoli e repellenti (seppure, forse, non i più pericolosi) contro cui l’umanità abbia mai combattuto.
Gianluca Freda
Fonte: http://blogghete.altervista.org
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15.04.2011