APPLE E L’IRLANDA: SOCI NEL CRIMINE

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DI AIDAN O’BRIEN

counterpunch.org

Dietro un progetto mantenuto occulto ciò che si nasconde è nient’altro che malaffare e corruzione e dietro l’apparenza seducente nient’altro che sinistri maneggi.
Non c’è da meravigliarsi se vadano così tanto d’accordo e lavorano insieme armoniosamente ormai dal 1991.
Nonostante la tecnologia ultramoderna e la piccola economia oggi tanto in voga, la Apple e l’Irlanda altro non sono che pirati intenti a saccheggiare il più che possono alle spalle della comunità mondiale.

Quanto sopra è stato rivelato a Bruxelles martedì scorso, ove il commissario Europeo alla competizione economica, Margrethe Vestager, ha inchiodato la multinazionale e lo staterello al muro della vergogna.
In seguito ad una investigazione sugli accordi stipulati in materia fiscale tra Apple e la Repubblica Irlandese la Vestager ha concluso che Dublino infrange le regole della UE conferendo aiuti di stato alla multinazionale Apple, una delle più ricche multinazionali al mondo (valore di mercato stimato vicino ai mille miliardi di dollari).

L’aiuto di Stato in questione consiste è un accordo fiscale che consente alla Apple di aggirare il pagamento di tasse internazionali. Il trucco consiste nel servirsi di una “compagnia guscio” basata in Irlanda ma ufficialmente “sovranazionale”; deviando tutti i suoi introiti incassati fuori dagli Stati Uniti nella sua “compagnia guscio” Irlandese la Apple, grazie al governo Irlandese , la fa franca con un tasso fiscale dello 0,005%. Questo è tutto ciò che paga, eccetto la tassazione sull’impresa standard che paga al governo Irlandese, come ogni altra attvità, al normale tasso nominale del 12,5%, per il resto la Apple arraffa e scappa qualsiasi cosa su cui riesca a mettere sopra le mani. Dal momento, tuttavia, che questo specialissimo pacchetto fiscale di favore è offerto esclusivamente alla Apple la UE si è risolta a considerarlo come una infrazione delle regole fissate in materia di competizione economica.

In altre parole l’Irlanda è stata attivamente impegnata a “sussidiarizzare” i profitti internazionali della Apple (all’Ottobre 2015 il profitto annuale si registrava sui 53,4 miliardi di dollari USA). Fornendo un indirizzo fantasma e chiudendo un occhio l’Irlanda facilita attivamente una evasione fiscale di portata mondiale. E cosa ottiene l’Irlanda in cambio per i suoi “servizi”? 6000 posti di lavoro Apple. E cosa può farci la UE? Cerca di intimare alla “compagnia guscio ” richiedendogli di pagare le “imposte irlandesi” che ha evaso negli anni trascorsi. Hanno calcolato imposte mai pagate per 14,6 miliardi pià interessi (una penale record). E la risposta dell’Irlanda? Si dichiara innocente e non reclama i soldi dovuti alla Apple!

Proprio così, uno Stato Irlandese con debiti fino al collo (deve 232 miliardi) si rifiuta, in faccia ai suoi padroni UE di imporre legittima tassazione sulla multinazionale più ricca al mondo (La Apple sta seduta su una montagna di denaro, pari a 231 miliardi). Perfetta asimmetria. Nonchè genuino riflesso della globalizzazione. Per il beneficio della multinazionale lo Stato nazione viene impoverito. E sempre per il beneficio delle multinazionali, uno Stato nazione impoverisce altri Stati nazione. Pensereste che l’Irlanda abbia imparato la lezione dopo aver dovuto salvare tutte le sue banche. Assolutamente no, continua a portare acqua al mulino della multinazionale, e non ci vede niente di male con questo atteggiamento, persino quando è assetata essa stessa. Pare quindi ovvio che il vocabolo “dignità” non si trova nel vocabolario ufficiale Irlandese. E giustizia, interna e nei confronti della comunità estera? Lingua straniera nei corridoi del potere Irlandese.

L’ironia è che l’Irlanda, vittima dell’estremo capitalismo finanziario della UE, fa sembrare la UE persino buona in confronto a lei. L’Irlanda neoliberale che viene richiamata all’ordine dall’Europa neoliberale. E l’ìIrlanda che si azzarda a protestare nonostante sia stata colta palesemente con le mani nel sacco a imbrogliare alle spalle Europa e resto del mondo. L’Europa cerca giustizia in nome della competizione. E in nome della globalizzazione l’Irlanda rifiuta questa giustizia. Sembra una barzelletta di destra. Una farsa neoliberale. E invece succede nella realtà.

Il problema è la tassazione. E nell’era dell’austerità questo è un argomento esplosivo. Pare anche che la UE lo sappia mentre l’Irlanda continua a tenere ostinatamente la testa sotto la sabbia. Non stupisce che la UE cerchi di perseguire Apple e Irlanda dal momento che la OECD (Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo) ha aperto una campagna contro i paradisi fiscali sin dal 2014 (vedi progetto Beps della OECD).

Mentre qualsiasi governo occidentale sovvenziona ogni banca occidentale in ogni momento, l’evasione fiscale diventa argomento scottante. La significanza della decisione dello scorso martedì contro la Apple e l’Irlanda è di fissare un forte precedente. La UE intende colpire duramente i paradisi fiscali interni alla UE. Lussemburgo e Olanda possono iniziare a preoccuparsi.

E gli USA? Sono irritati. Lo sono perchè le loro multinazionali sono state trovate con le mani infangate. E ciò perchè il suo governo è controllato dalle sue multinazionali. Apple, Amazon, Strabucks, Microsoft, McDonalds si sono tutte annidate negli angoli oscuri d’Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi. E ne escono tranquille con cifre incredibili in profitti non tassati. Il governo USA teme che stia arrivando l’ora di pagare per i peccati delle multinazionali. Ma chiaramente succederebbe solo se fossero dei completi inetti. Gli USA potrebbero mettere in riga le loro multinazionali se lo volessero. Soltanto che significherebbe di conseguenza una rottura con Wall Street. Potrebbe mai accadere?

Ad ogni modo possiamo sederci comodi e assistere alle fazioni dell’establishment Atlantico lottare sul tema della tassazione. La frammentazione dell’agenda Atlantica è di beneficio per tutti poichè essa altro non è che l’agenda delle multinazionali. Se i fanatici neoliberali, gli estremisti della competizione all’interno della UE, sono la fonte di questa improvvisa preoccupazione per la giustizia, cosa importa chi ne è autore? Diamo il benvenuto alla giustizia da qualsiasi parte essa provenga. La storia non era, dopotutto, dialettica? Saranno le contraddizioni nel sistema a trasformarlo. E chissà se l’attuale discordia non possa persino fermare il Trattato Transatlantico (TTIP)? sarebbe perfetto.

E la Apple? sicuramente dovrebbe cambiare le formule impresse dietro ai suoi prodotti. A “progettato in California” e “assemblato in Cina” toccherebbe aggiungere “Tasse evase in Irlanda”.
Pagatori di tasse del mondo unitevi!

 

Aidan O’Brien

Fonte: www.counterpunch.org

Link: http://www.counterpunch.org/…/apple-and-ireland-partners-i…/

2.10.2016

Traduzione per www.comedoinchisciotte.org a curavdi CONZI

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