DI MIKE WHITNEY
counterpunch.org
“Gli USA e i suoi alleati vogliono mantenere sotto controllo questo mostro (ISIS), ma non vogliono distruggerlo. Tutte le loro campagne politiche e militari sono cortine fumogene. Ciò che l’Occidente ha fatto finora ha rafforzato il terrorismo. La prova di ciò è il fatto che il terrorismo si è diffuso in tutto il mondo, le sue risorse materiali sono aumentate e le sue file si sono riempite di reclute”. – Il presidente siriano Bashar al Assad
La politica Usa in Siria è caduta preda delle ambizioni politiche di un solo uomo, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan?
Certamente no. Washington ha un proprio ordine del giorno maligno in Siria, che è quello di rovesciare il presidente siriano Bashar al Assad, dividere il paese in pezzi, mettere in sicurezza gli oleodotti strategici, e stabilire un “principato salafita” che giustifichi la continuazione dell’intervento degli USA in tutto il Medio Oriente per il prossimo futuro. Questi sono gli obiettivi della politica degli USA e non sono cambiati per qualcosa che ha fatto Erdogan.
Questo non vuol dire che Erdogan non ha complicato le cose, richiedendo agli Stati Uniti di giocare secondo le regole della Turchia. Basta guardare l’affare Incirlik. In teoria, sembra una situazione win-win per gli Stati Uniti, desiderosi di guerra, che saranno ora in grado di attraversare lo spazio aereo siriano in 15 minuti invece delle due ore che ci vogliono da Bahrain. Ma il diavolo è nei dettagli, che suggeriscono i vincoli sulla capacità delle forze armate degli Stati Uniti di condurre una propria campagna o persino scegliere i propri obiettivi. Date un’occhiata a questo estratto da un articolo a Al Monitor:
“La Turchia vuole aprire Incirlik non solo ad aerei da guerra degli USA, ma anche ad aerei di paesi membri della NATO e nemici dell’IS, come Francia, Regno Unito, Belgio e Canada. Ciò che vuole realizzare la Turchia qui è quello di apporre la legittimità della NATO per l’operazione rafforzando la percezione che le operazioni contro gli obiettivi IS in Siria sono parte di una missione della NATO.
La Turchia insiste sul fatto che le operazioni, le rotte e gli obiettivi devono essere decisi collettivamente dalla cellula di coordinamento, ma sono soggetti all’approvazione finale della Turchia. Questo significa che le decisioni prese a Incirlik devono essere immediatamente trasmesse ad Ankara. Il centro di coordinamento di Ankara deve essere informato in tempo reale di tutte le operazioni e dei voli.
Ankara sta cercando di inserire una clausola che gli dà l’autorità di respingere gli aerei della coalizione in caso di violazione del contratto.
…. Il concetto emergente è il coordinamento continuo delle operazioni turche contro il PKK in Iraq e degli attacchi statunitensi contro IS. Gli Stati Uniti e la Turchia dovrebbero conoscere tutti i dettagli delle rispettive operazioni in Iraq e in Siria, ma senza interferire l’uno con l’altro. (Fonte: “Che stanno facendo gli Usa ad Incirlik?”, Al Monitor)
Se suona come se Erdogan fosse sul posto di guida, è perché lo è. Gli Stati Uniti devono fare tutto ciò che Ankara dice di fare, altrimenti nada. E’ così semplice. Com’è possibile che la squadra di Obama stia andando a prendere ordini da un megalomane come Erdogan?
La politica Obama non piacerà a tutti, ma egli deve mettere tutto da parte e giocare insieme ad Erdogan, se vuole sbarazzarsi di Assad. E, sia che lo ammettano o no, la rimozione di Assad è la priorità assoluta degli Usa: a tal fine faranno ciò che gli viene detto da Erdogan.
E avete notato come Erdogan vuole coinvolgere la Nato? Questo perché i suoi generali stanno resistendo a qualsiasi azione contro la Siria senza l’approvazione internazionale. Ora che Erdogan ha ottenuto l’ok della NATO e dello Zio Sam, i militari possono bombardare i curdi a cuor leggero, senza mai preoccuparsi di sanzioni punitive o futuri tribunali per crimini di guerra.
Inoltre, Erdogan sta per avere la parola finale su chi viene bombardato e chi no, il che significa che i suoi attacchi sulla protezione Unità Popolare (YPG) o il partito del Kurdistan (PKK) possono continuare senza sosta, ma Washington dovrà ottenere il via libera per i suoi attacchi contro l’ISIS. Guardando la cosa da questo punto di vista, l’accordo non sembra così roseo come è stato detto ai media. Anche così, il Pentagono crede ancora che Incirlik sarà un “gamechanger”, il che potrebbe anche essere vero, dato che il vero obiettivo non è quello di eliminare l’ISIS, ma di creare una no-fly zone in tutta la Siria che rafforzi i combattenti islamici filo Usa nella loro guerra contro le forze governative siriane. Naturalmente, i funzionari degli USA non sono in procinto di chiamare una no fly zone con il suo nome, perché sarebbe un atto di guerra e una violazione del diritto internazionale. Invece, stanno attenti a non discostarsi dal loro copione, fingono che non stia succedendo niente, schivano la domanda quando possibile, e istruiscono i loro compagni nei media a mantenere la questione fuori dalla prima pagina, il che è esattamente quello che hanno fatto fino a adesso.
Ma ci saranno conseguenze per l’intensificarsi dello sforzo bellico, dopo tutto, la Siria ha un paio di amici potenti che possono rendere difficili i piani di Erdogan-Obama. Putin, per esempio, non è intenzionato a farla passare liscia. Leggete un po’ di news da BGN Notizie:
“Sei jet da combattimento MiG-31 dalla Russia sono atterrati a Damasco, in adempimento parziale di un protocollo firmato tra Mosca e il regime siriano nel 2007. Sviluppato dal Soviet Air Force, il Mikoyan MiG-31 è un jet supersonico e uno dei gli aerei da combattimento più veloci del mondo. I jet hanno un target range di circa 200 chilometri “. (“La Russia manda sei caccia da combattimento alla Siria“, BGN News)
E questo è solo il primo colpo sparato contro Washington. Saranno di più quanto più si intensifica il conflitto. Ma il messaggio è chiaro, la Russia e l’Iran non stanno a guardare e non vogliono consentire una ripetizione della Libia in Siria. Sono impegnati a prevenire il putsch anti-Assad e la discesa della Siria nell’anarchia. Caso in questione: guardate questo trafiletto dal Miami Herald:
“Secondo Hamid-Rezi Taraghi, portavoce per gli affari internazionali del partito islamico Coalizione ed ex membro del parlamento, l’Iran è pronto a inviare forze iraniane in Siria. “Se necessario, si potranno… inviare fino a 100.000 basiji o combattenti della Guardia Rivoluzionaria. “Sono sempre pronto”, ha detto Taraghi. “ (Iran’s perspective on Syria: U.S. allies to blame for rise of Islamic State, Miami Herald)
Il punto è che l’Iran vede la guerra contro Assad come una guerra contro Teheran, perciò non vorrà mai fare marcia indietro. Manderanno truppe e rifornimenti in Siria pensando che “è meglio la lotta contro gli USA ed i loro alleati lì, piuttosto che qui.” Così, mentre i funzionari degli Stati Uniti decantavano le lodi del “gamechanger” affare- Incirlik, quello che hanno realmente fatto è gettare ancora più benzina su un fuoco che già infuriava, aumentando le probabilità di una guerra regionale che in futuro potrebbe opporre Mosca contro Washington. Ora controllate questa citazione da un editoriale di Hurriyet (quotidiano turco):
“Per la Siria, non c’è speranza di mantenere il suo stato unitario. Mentre continua a pieno ritmo la contrattazione diplomatica che dividerà ciò che resta della Siria tra le parti interessate, la Turchia comprensibilmente cerca di ritagliarsi una zona cuscinetto per proteggere i propri interessi. (“Conquering Aleppo“, Selin Nasi, Hurriyet Daily News, Turchia)
Bingo. Questo è esattamente ciò che ha in mente Erdogan, e apparentemente, gli Stati Uniti hanno accettato di aiutarlo a raggiungere i suoi obiettivi territoriali in cambio dell’uso di Incirlik. Alcuni non saranno d’accordo con questa analisi, ma è assurdo pensare che Washington non sappia quale sia il fine di Erdogan. Ha scavato una bella grossa fetta di nord della Siria da aggiungere alla massa della Turchia mentre Obama e Co. guardano dall’altra parte. Questo è ciò che sta realmente accadendo. Ecco maggiori chiarimenti dallo stesso articolo:
“Si dice che il 10 agosto le forze militari turche sono entrate nella zona prevista in Siria attraverso il valico di confine Öncüpınar / Bab al-Salameh insieme con la Brigata Sultan Murad, che si compone di turkmeni. Ciò presenta un quadro preoccupante, soprattutto se assunto in combinazione con i titoli dei media filo-governativi che allegramente proclamano Aleppo come la provincia 82 della Turchia. La carta turkmena, che la Turchia salva per i giorni di pioggia come opzione di politica estera, è ancora una volta sul tavolo – cosa che non sorprende quando i sentimenti nazionalisti sono anche in aumento. I pericoli di questa scommessa sono enormi: qualsiasi attacco contro i nostri fratelli turkmeni nella zona di sicurezza potrebbe facilmente innescare uno scontro militare e trascinare la Turchia in guerra … ..Alla fine, davvero vogliamo combattere per una 82-esima provincia ? “
Così gli esperti di destra della Turchia stanno dicendo che Aleppo, (che è nel nord della Siria) è “provincia 82 della Turchia”?
Sì, di sicuro lo dicono, il che significa che è stato tracciato il percorso per un’invasione importante seguita da un attacco di terra nel nord della Siria (Aleppo compresa) con la giustificazione di istituire una “zona di sicurezza”. Il presupposto è che gli USA forniscano una copertura aerea per questa palese atto di aggressione, e che le Nazioni Unite spazzino l’intera questione sotto il tappeto, dato che Erdogan ha già ottenuto il via libera da Washington e dalla NATO. Nel frattempo, Washington prevede di battere la santa alleanza di tutte le forze del governo siriano utilizzando la gloriosa armata di Takferi “moderati”, si sa, gli stessi moderati che tagliano le teste e stuprano ragazzine. Questi sono gli alleati dell’America nella sua guerra contro Assad: il famoso ISIS.
Naturalmente, se gli Stati Uniti avessero voluto sul serio lottare contro il terrorismo, avrebbero assistito Assad nella sua battaglia contro i gruppi jihadisti che operano in Siria, e poi sarebbero passati alle vipere di Ankara e Riyadh, i pozzi neri da cui emerge tutto il terrore. Guardate questo estratto dal Hurriyet sui problemi che ha la Germania con il doppio gioco di Erdogan:
“La seconda e forse più preoccupante preoccupazione emersa all’interno dell’establishment della sicurezza tedesca si palesò quando il coinvolgimento della Turchia nel sostenere gruppi radicali che lottano per rovesciare il regime di Bashar al-Assad in Siria allungò la mano fino agli espatriati in Germania. Il sostegno segreto di Erdogan ai gruppi radicali come lo Stato Islamico in Iraq e il Levante (ISIL), Jabhat al-Nusra e Ahrar al-Sham, è stato sorvegliato attentamente dai servizi segreti tedeschi. Diversi casi di test in cui la Turchia, invece di informare i suoi alleati NATO circa la presenza di Isis nel suo territorio li ha fattivamente aiutati ad entrare in Siria, hanno convinto il governo di Angela Merkel che Erdogan sta semplicemente giocando un gioco ambiguo per quanto riguarda la sicurezza dei suoi alleati … ..
La minaccia della possibile radicalizzazione dei musulmani turchi in Germania a causa di politiche controverse perseguite dagli islamisti nel governo AKP (partito di Erdogan), che è stato accusato di facilitare il flusso di combattenti stranieri che arrivano in Siria da ogni parte del mondo, è una cosa sulla quale il governo tedesco è molto preoccupato.” (“Islamists risk rupture in Turkey’s ties with Germany”, Hurriyet)
Così Obama vuole rovesciare Assad, il quale non ha una storia di sostegno alle organizzazioni terroristiche, e unire le forze con Erdogan che, secondo l’intelligence tedesca, non solo è “fino al collo .. nel sostenere gruppi radicali”, ma ha anche preso un sacco di queste mele marce che la Germania vuole perseguire, e li ha mandati a combattere in Siria.
E questo è il ragazzo che Obama ha appena scelto?
Erdogan è un narcisista e a Washington lo sanno tutti. Sanno che sta progettando di rubare la terra siriana, così come sanno che sta massacrando i curdi per nessun motivo. Sanno anche che ha il colpo in canna in modo che possa dichiararsi Guida Suprema della Turchia a seguito di elezioni anticipate a ottobre. Loro lo sanno tutti, ma a loro non importa, perché Washington è così ossessionata con il suo odio a senso unico verso Assad, che farebbero un patto con Satana, Belzebù se ritengono che possa aiutarli a conseguire il loro obiettivo finale. Ecco perché a loro non importa mischiarsi con gentaglia come Erdogan.
Tra l’altro, l’autore del precedente articolo afferma chiaramente che i sospetti catturati dopo l’attentato terroristico in Suruc (che è stato utilizzato come pretesto per bombardare i curdi) sono stati tutti rilasciati. Non sto scherzando. Pensate a quanto sia ridicolo. Il governo turco giustifica una guerra sulla base di menzogne su un attentato ISIS “in patria”, e quindi rilascia tutti i sospetti, si rifiuta di condurre un’indagine indipendente, detiene tutti i testimoni oculari che erano presenti in quel momento, e non riesce a produrre uno straccio di prova a sostegno della sua implausibile spiegazione dell’attacco realmente avvenuto.
Se si pensa che la Turchia sta rapidamente scivolando in Twilight Zone, probabilmente si ha ragione.
Ecco quello che non leggerai su Erdogan nei media occidentali. Erdogan ha appena perso la sua maggioranza parlamentare a giugno, perdendo così la folle scommessa di diventare nuovo Sultano. Inoltre, egli ha respinto l’idea di un governo di coalizione, perché non gli piace l’idea di condividere il potere con i membri di altri partiti politici. Questo significa che ci saranno elezioni anticipate alla fine di ottobre. Erdogan aspetta di vincere una maggioranza chiara in quanto elettori in genere sostengono il governo in tempi di crisi. Il problema è chei sondaggi non sono in favore di Erdogan, soprattutto perché sempre più persone lo vedono come un opportunista, assetato di potere che usa il terrorismo per raggiungere i propri fini. In un recente sondaggio condotto dalla Research Company Gezici, il Partito Giustizia e Sviluppo (il partito di Erdogan) sta perdendo terreno. “Secondo i risultati, il 39,2% degli intervistati ha detto che avrebbe votato per il partito AK, un calo di 1,6 punti percentuali rispetto ai risultati ufficiali delle elezioni parlamentari del 7 giugno”. Ancora più scioccante: “Il 56% di coloro che hanno partecipato al sondaggio ritengono che il presidente Recep Tayyip Erdoğan sia responsabile della situazione di guerra nel paese che ha avuto inizio poco dopo il fallimento del Partito AK nell’ottenere la maggioranza alle elezioni generali “. (Zaman)
In altre parole, un numero crescente di elettori turchi ha capito l’egoista stratagemma terroristico di Erdogan. Per una volta, la carta del terrore non è riuscita a costruire sostegno per un demagogo assetato di potere. Naturalmente, niente di tutto questo ha messo un freno a Erdogan, il quale è determinato come sempre a stabilire l’ordine con le buone o le cattive. Secondo Hurriyet:
“Erdogan … ha messo in chiaro che lui non è interessato a un tipo di sistema americano o francese in cui il presidente è responsabile nei confronti del legislatore, ed è orlata da controlli costituzionali e contrappesi che custodiscono il sistema contro l’abuso di potere da parte del presidente … ..
Il 14 agosto ha detto che siccome è stato eletto dal popolo l’anno scorso, c’era già un cambiamento di fatto nel sistema amministrativo in Turchia e tutto ciò di cui ha bisogno ora è una nuova costituzione. Questa dichiarazione è arrivata nonostante il fatto che egli non ha alcun potere parlamentare di farlo e nonostante il fatto che non ci sono sondaggi che suggeriscano che egli sarà in grado di raggiungere [tale potere] con una nuova formazione parlamentare.” (“Islamists risk rupture in Turkey’s ties with Germany“, Hurriyet)
In altre parole, Erdogan sostiene che egli è il re della Turchia se egli recupera la maggioranza in parlamento o no, e se vengono apportate modifiche alla costituzione o meno. Lui è il re, perché, bene, perché lo dice lui, ecco perché.
Questo è il pazzo che ora è l’alleato numero uno di Washington nella sua guerra sanguinosa contro Assad. Non solo era presumibilmente coinvolto con l’ ISIS nel sequestro di Mosul, (secondo l’ex primo ministro iracheno Nouri al Maliki: “Ciò che è successo a Mosul era una cospirazione pianificata ad Ankara”) lui è anche “al lavoro” … “nel sostenere gruppi radicali …. come lo Stato Islamico in Iraq e il Levante (ISIL), Jabhat al-Nusra e Ahrar al-Sham come è stato attentamente monitorato dai servizi segreti tedeschi. “(Hurriyet)
Allora perché Washington vuole collaborare con qualcuno che è così ovviamente collegato a più gruppi che pretende di combattere?
Per rimuovere Assad, naturalmente. Quale altra ragione potrebbe esserci?
Obama è convinto di poter utilizzare Erdogan abbastanza a lungo per rovesciare Assad e poi di scaricarlo non appena il lavoro è fatto. Ma Erdogan sarebbe davvero tanto sciocco da ordinare alle sue truppe di attaccare Damasco?
Probabilmente no, perché se lo facesse, ci sarebbe un ammutinamento nell’esercito e la carriera di Erdogan sarebbe kaput.
Ma se le truppe turche non stanno andando a prendere la capitale, allora come fa Obama a far fuori Assad?
Forze Speciali Usa sostenute da milizie della jihad in battaglia? E’ questo il piano?
Potrebbe funzionare, ma né l’Iran né la Russia lo permetterebbero. Dopo tutto, se cade Assad, allora Teheran sa che è il prossimo in linea, per questo stanno andando a difendere Damasco fino alla fine. Lo stesso vale per Putin, anche se per ragioni diverse. Quale strenuo difensore della sovranità nazionale, dell’autodeterminazione e del diritto internazionale, il presidente russo alla fine si rende che non può fare marcia indietro, che se non regge all’aggressione in Siria, la sua credibilità come leader del nuovo sistema globale multipolare sarà a brandelli. Egli non può permettersi di lasciare che accada. La Russia dovrà mettersi in gioco.
Quindi questo è il punto in cui il gioco si fa duro, dove Mosca e Teheran, infine, si trovano faccia a faccia con lo zio Sam. Naturalmente, non ci deve essere un confronto. Ci sono altre opzioni. L’Iran sta promuovendo un piano in quattro punti che chiede un cessate il fuoco immediato, la creazione di un governo di unità nazionale, una riscrittura della costituzione della Siria per includere la maggior parte dei gruppi etnici siriani e nuove elezioni nazionali sotto la supervisione internazionale. E’ un buon piano ed è il modo migliore per fermare la violenza e porre fine alla crisi. Ma gli USA non hanno intenzione di firmare accordi pace. In nessun modo. Washington vuole un cambio di regime e non si fermerà fino a che Assad non sarà rimosso. Ciò significa che ci sarà una guerra, una guerra che metterà gli USA contro la Siria, l’Iran e la Russia.
C’è qualcuno a Washington che ha minimamente pensato a cosa potrebbe significare?
Mike Whitney
Fonte: www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/2015/08/20/ankara-the-new-capital-of-jihad/
20.8.2015
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura del BUCANIERE