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ANCORA ALLA RICERCA DEL SOGNO AMERICANO

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A cura di Bosque Primario
Il 7 Settembre 2012
146 Views
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DI PEPE ESCOBAR
www.atimes.com

NEW YORK – Non smettere … di pensare al domani. La musica dei Fleetwood Mac [1] è tornata, i ruggenti anni ’90  sono tornati.  “Bubba è al posto giusto”.

Il sogno americano è tornato improvvisamente. L’incubo è finito. Oppure no? Come può esistere un qualsiasi uomo politico in qualsiasi parte del mondo e avere la pretesa di rivaleggiare con il carisma dell’ex presidente americano Bill Clinton, con il suo modo di esprimersi (di sostanza) e con la sua autorità? La sua imponente solennità l’ha usata tutta per il Presidente americano Barack Obama, alla Convention del Partito Democratico di Charlotte, Carolina del Nord. Ha sancito la rielezione di Obama, facendo tutto da solo.

Il Professor Bubba [2 ] è riuscito a vendere la più fragile di tutte le speranze, una promessa non mantenuta, trasformando come per incanto Obama nell’unico uomo capace di riportarci a quella felicità perduta, sfocata degli anni 1990.

E tutto questo l’ha proposto basandosi  sulla rettitudine fiscale e su una spolverata umanitaria, offrendo un bilancio in pareggio, tasse più alte per i super-ricchi, protezione per una classe media frustrata e profonda preoccupazione per la situazione dei poveri e degli esclusi.

E tutto questo con un discorso martellante e meticoloso che ha smontato e fatto  a pezzi ogni singola “affermazione” dei repubblicani, con una analisi quasi straziante.

Confrontando questo con la sedia vuota della scorsa settimana ha vinto lui il duello contro una icona di Hollywood -ormai invecchiata – per non parlare, poi, dello sventurato candidato repubblicano alle presidenziali.

E tutto questo dopo che la First Lady Michelle Obama l’aveva buttato giù dal ring, il giorno prima, o – per usare una metafora del calcio latino-  aveva segnato un “golazo”!

Michelle Obama for President ? Certamente Michelle Obama per il suo Presidente. Clinton è stato una urgenza ed una esigenza (politica). Michelle è stata tutto quello che c’è, che vive e che respira un uomo prima di poter prendere decisioni politiche complesse.

Tutto messo a confronto con la coppia Romney. Mentre è difficile sfuggire al loro esplosivo sottotesto razziale, si nota piuttosto un caso di ricca regalità bianca americana che – forte del suo diritto divino contro “gli usurpatori” – lotta contro una bellicosa coppia nera che ha raggiunto il sogno americano sollevandosi dal basso con il suo talento e l’unità familiare.
Guardando alla sedia vuota dei Repubblicani, viene da porsi una domanda: A chi si deve credere?

Anche Michelle infatti ha tirato fuori il suo “Bubba” – e ha ricollegato il passato e la storia di Barack alle sue decisioni in politica, come Presidente Obama. Non si sarebbe potuto chiederle di fare un passo politico più potente. Esempio: “Eravamo così giovani, così innamorati, e così indebitati” :  era a causa di un prestito di studio che era più alto del mutuo per la casa.  La battuta finale: “Ecco perché Barack ha combattuto così duramente per aumentare gli aiuti agli studenti.”

Imparare a dimenticare

Ancora la questione chiave che supera tutti gli altri discorsi estremamente lucidi, a volte di fuoco – fatta da tutti i partecipanti alla Convention Democratica – “Gli Stati Uniti sono meglio adesso o erano meglio quattro anni fa ?”  Non ci può essere nessuna valutazione positiva possibile se si resta legati dalla camicia di forza di un solo mandato.

Quindi la linea temporale è stata debitamente allungata. Sia da Michelle che da Bubba, si è detto che il vero Obama sarà il Campione finale, in grado di soddisfare  il sogno (ristrutturato) della classe media americana, o almeno sarà in grado di cominciare a mettere in atto tutte le promesse solo se gli verrà concesso un secondo mandato.

Quello che è certo è che Michelle e soprattutto Bubba sono stati  tanto sublimi da far dimenticare, per esempio, ogni aspetto inquietante di Obama (per non dire altro), come la politica estera: dalla promessa non mantenuta di chiudere Guantanamo all’ombra che fanno i “drone”  in questa frenesia di guerra.

Date un’occhiata alla piattaforma politica democratica. [3]

Un confronto con la Cina come un possibile concorrente alla pari diventa sempre più una cosa tutt’altro che banale. Il Medio Oriente è essenzialmente questione di “un impegno irremovibile” per la “sicurezza di Israele” e per una  “forte cooperazione per la sicurezza” con quei modelli di democrazia delle petro-monarchie del Consiglio del Golfo (GCC). L’Iran non è altro che una piattaforma aggressiva di “attività destabilizzanti”.
E tutto questo mentre il Segretario di Stato Hillary Clinton è andata ancora una volta a Pechino per dare una lezione ai cinesi. Come il Global Times  [4 ] ha raccontato senza pietà:

“Come segretario di Stato, la Clinton non riesce a presentare agli americani questa semplice logica: Nel lungo termine, gli Stati Uniti non potranno che competere e cooperare con la Cina su un piano di parità, e avranno sempre meno risorse per dominare e contenere la Cina.”

Senza contare che Michelle e Bubba sono riusciti anche a far dimenticare il mantra di Bubba : “è economia, stupido”, detto in modo certamente inappropriato dalla First Lady all’ex presidente.

Il crollo della Lehman Brothers – la quarta banca d’investimento degli Stati Uniti – saranno passati quattro anni la prossima settimana, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso finanziario e scatenare quella catastrofe globale che ancora continua. Per citare Rimbaud, questa barca finanziaria ubriaca è quella che in realtà si è ingoiata quella che sarebbe stata una illuminazione per il mondo; la vittoria di Obama nel 2008.

È vero, le aspettative per lui erano così enormi che forse non avrebbe potuto soddifarle, anche se è apparso  e si è posto, come l’ ultima incarnazione della speranza. Alla fine, Obama sembra essere stato ridotto al ruolo di un semplice ingranaggio della macchina infernale.

Il risultato finale – malgrado i picchi altissimi raggiunti da Michelle e da Bubba – è che Obama non sarà il nuovo Roosevelt. Non ci sarà nessun New Deal – anche perché i repubblicani hanno fatto l’impossibile per sabotarlo.

Eppure, Michelle e Bubba sono stati piuttosto brillanti per fare dimenticare alla gente che Obama non ha stretto le viti di Wall Street, che il Dipartimento di Giustizia, per esempio, non perseguirà la Goldman Sachs. Che la mancanza di equilibrio nei redditi negli Stati Uniti continuerà a peggiorare. Che qualcuna delle aziende più redditizie degli Stati Uniti [5] ha pagato meno di zero tasse tra il 2008 e il 2010.  Che solo cinque “too-big-to-fail mega-banks” hanno il controllo del 56% dell’economia degli Stati Uniti. Che la maggioranza assoluta dei posti di lavoro creati durante l’amministrazione Obama sono solo a basso salario.

Ieri è passato … ieri è passato. Michelle e Bubba, almeno retoricamente, hanno risvegliato il sogno americano.  Ma come si è preparato Obama – l’uomo e il leader, non il mito – per farci fare un vero affare?

 

Pepe Escobar è l’autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007) e  Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge. Il suo ultimo libro è  Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009). 

Fonte: http://www.atimes.com
Link: http://www.atimes.com/atimes/Global_Economy/NI07Dj04.html
6.09.2012

Traduzione per www.ComeDonChisciotte.org a cura di ERNESTO CELESTINI

Note:

  1. www.fleetwoodmac.com — Gruppo Rock degli anni ’60-
  2. Bubba è un nick-name, distorsione di “brother”, usato amichevolmente, ma può assumere anche un tono offensivo per indicare un pover’uomo, ignorante e magari anche sovrappeso
  3. http://assets.dstatic.org/dnc-platform/2012-National-Platform.pdf
  4. http://www.globaltimes.cn/content/730902.shtml 4.9.2012
  5. http://www.huffingtonpost.com/2011/11/03/major-corporations-tax-subsidies_n_1073548.html
    11.3.2011
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