In risposta alle sanzioni statunitensi contro i funzionari del governo russo e i loro familiari, Mosca ha sanzionato 29 cittadini statunitensi, vietando loro di entrare in Russia a tempo indeterminato. Nella lista, il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg e il vicepresidente Kamala Harris.
I “dirigenti, uomini d’affari, esperti e giornalisti che danno forma all’agenda russofoba, così come i coniugi di un certo numero di alti funzionari” sono stati banditi dal territorio russo in risposta alle sanzioni occidentali, ha detto oggi giovedì 21 aprile il Ministero degli Esteri russo.
Oltre a Zuckerberg, Mosca ha inserito nella lista nera il CEO di LinkedIn Ryan Roslansky, così come i presidenti e gli amministratori delegati dei giganti dell’industria militare Northrop Grumman, General Dynamics, L3 Harris Technologies, Leidos, Booz Allen Hamilton e Aerojet Rocketdyne. Anche il costruttore navale Huntington Ingalls Industries e il produttore di droni AeroVironment sono stati sanzionati.
Mosca ha anche sanzionato i politici statunitensi e i loro coniugi, a partire dal vicepresidente Kamala Harris e suo marito Doug Emhoff, il capo dello staff della Casa Bianca Ronald Klein, il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price, il portavoce del Pentagono John Kirby, il vicesegretario alla Difesa Kathleen Hicks, il vicepresidente dei Capi di Stato Maggiore Ammiraglio Christopher W. Grady, e il vice segretario alla salute, indicato come “Richard/Rachel Levine”.
In coda ci sono personalità dei media che il Ministero degli Esteri ha accusato di “plasmare l’agenda russofoba”.
In precedenza la Russia ha già sanzionato il Segretario di Stato Antony Blinken, il Consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, il segretario alla Difesa Lloyd Austin, il presidente dei Capi di Stato Maggiore Mark Milley, il direttore della CIA William Burns, la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki, l’ex Segretario di Stato Hillary Clinton, nonché lo stesso presidente Joe Biden e suo figlio Hunter.
Massimo A. Cascone, 21.04.2022