Zhang Xiao, ambasciatore della Cina in Kazakistan, parlando della situazione in Ucraina, non ha lesinato parole molto dure nei confronti della NATO e soprattutto degli USA, rivolgendo indirettamente ai paesi europei un invito a valutare attentamente lo schieramento che stanno appoggiando.
Oggi, sempre più internazionalisti consapevoli stanno arrivando alla conclusione che l’istigatore dell’attuale crisi ucraina sono gli Stati Uniti e la NATO, che per anni hanno sedotto l’Ucraina con una “fantomatica carota” sulla sua adesione alla NATO. Pertanto, i membri della NATO e il loro responsabile hanno le mani sporche di sangue fino ai gomiti.
– ha dichiarato Zhang Xiao.
L’ambasciatore cinese ha sottolineato come già dopo pochi giorni dall’inizio dell’operazione militare russa, nonostante Zelensky abbia tentato di nasconderlo più a lungo possibile al suo popolo, era chiaro che l’Ucraina non era benvenuta all’interno della NATO
L’Ucraina, a lungo sofferente, è diventata oggi una pedina nell’intrigo geopolitico dei cospiratori d’oltremare. […] gli ucraini hanno capito che non erano i benvenuti nella NATO, che erano stati usati come uno strumento contro il loro vicino per tutto il tempo.
L’ambasciatore cinese ha quindi spronato il popolo ucraino a porsi una seria domanda su cosa sia accaduto negli ultimi anni. Secondo la sua analisi geopolitica, gli Stati Uniti, dopo aver preso possesso del governo ucraino, hanno venduto agli inconsapevoli cittadini speranze e promesse rivelatesi oggi ingannevoli
Questa è la dura realtà geopolitica attuale, dove l’ipocrisia e il cospirazionismo dilagano. L’Ucraina è diventata la loro merce di scambio.
– ha continuato l’ambasciatore riferendosi alle modalità con cui gli USA agiscono.
Parole lapidarie in un momento di ristrutturazione dei rapporti di forza tra le superpotenze.
La possibilità che la Cina isoli Mosca è sempre più lontana e adesso il governo di Washington deve vedere come correre ai ripari. Se la narrativa iniziasse a scricchiolare anche in Europa, l’egemonia culturale cadrebbe come un castello di carta ovunque, e dubito fortemente che Biden possa affrontare con lucidità una tale evenienza.
Massimo A. Cascone, 21.03.2022