Durante la conferenza stampa svoltasi questa mattina presso il palazzo della Consulta, il presidente Giuliano Amato, nel suo discorso sull’attività della Corte Costituzionale nel 2021, ha sottolineato come gli sconvolgimenti causati prima dalla crisi pandemica e attualmente dalla guerra in Ucraina, stanno mettendo a dura prova la tenuta degli ordinamenti costituzionali europei.
“La situazione generale intorno a noi comporta tante tragiche conseguenze e getta non poche preoccupazioni sull’avvenire, anche per la tenuta degli ordinamenti costituzionali europei”, ha dichiarato Amato davanti ad una platea nella quale erano presenti anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e le più alte cariche dello Stato.
“Le ripercussioni della guerra in Ucraina investono anche le sedi e le forme di collaborazione tra le Corti. Basti pensare all’uscita della Federazione Russa dal Consiglio d’Europa e alle possibili conseguenze sulla partecipazione della Corte russa alle sedi rappresentative delle stesse Corti”
– ha aggiunto ex Ministro degli Interni.
Successivamente non è mancata la classica sviolinata cerimoniale all’Unione Europea, in quanto istituzione che secondo Amato garantisce equilibrio fra tutela delle identità nazionali e rispetto dei valori comuni, e oggi è messa in difficoltà da Paesi non allineati come l’Ungheria.
L’UE è tenuta insieme da un tessuto di valori. Sono le fonti costituzionali quelle a cui si fa capo per la corrispondenza di questi valori. Nell’UE è la Corte di Giustizia che decide se le devianze sono tali e devono cessare. È di tutta evidenza che se cede il tessuto e si allarga la frattura all’interno dell’UE, diventa sempre più difficile per la Corte adottare delle decisioni che vengano rispettate. Oggi i paesi devianti se non ottemperano rimangono così. L’Ungheria ha una collocazione asimmetrica, rispetto alla quale possono sorgere problemi. Quanto riusciranno le Corti ad evitare la frattura del tessuto che ci tiene insieme?”
Infine, per quanto la Costituzione italiana ripudi la guerra all’art. 11 (se non come strumento di difesa art. 52), secondo il neo presidente della Corte Costituzionale “l’articolo 78 dice che il Parlamento delibera lo stato di guerra e conferisce al governo i poteri necessari. Ciò implica inesorabilmente che l’Italia possa trovarsi in guerra, altrimenti non vi sarebbe ragione che questo articolo si trovi in Costituzione.”
Se ancora tale interpretazione non vi sembra una forzatura, ecco come Amato ha proseguito:
“Se all’Italia non fosse consentito per Costituzione di partecipare alla difesa di Paesi terzi aggrediti, sarebbero illegittimi per l’Italia sia l’articolo 5 del trattato Nato sia l’articolo 42 dell’Unione europea, che dice che qualora uno Stato membro subisca un’aggressione sul suo territorio gli altri Stati membri sono tenuti a prestare assistenza con tutti i mezzi in loro possesso. Questi trattati internazionali quindi implicano un obbligo degli Stati membri che un’interpretazione restrittiva di quei tre articoli della Costituzione renderebbe illegittimo.
Sarà forse la vecchiaia ma Amato ha dimenticato di affermare che l’Ucraina non è né un paese NATO né fa parte dell’Unione Europea. Non sarebbe necessaria quindi neanche un’interpretazione restrittiva, pur sempre legittima soprattutto per l’art. 11, della nostra Costituzione per affermare che nessuna motivazione valida esiste per l’intervento a sostegno dell’Ucraina.
Forse sono proprio le loro larghe interpretazioni dei nostri diritti a mettere in crisi la tenuta degli ordinamenti costituzionali…vai a farglielo capire!
Questo il link della conferenza https://vimeo.com/event/1998808/embed
Massimo A. Cascone, 07.04.2022