ALTRI “BUCHI” NELLA STORIA UFFICIALE SULLA MORTE DI ZARQAWI

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blankDI MICHEL CHOSSUDOVSKY

Il rifugio di Abu Musab Al Zarqawi fu attaccato da due Falcon F16 da combattimento. Due bombe a guida laser da 500 libbre vennero sganciate sul luogo. Il rifugio fu ridotto in macerie. Secondo i rapporti stampa, dalle macerie vennero rimossi dei corpi carbonizzati. Il corpo di Zarqawi, tuttavia, rimase virtualmente intatto.
Le bombe usate nell’attacco sono conosciute per la loro capacità distruttiva. La prima bomba era una GBU-12 da 500 libbre, guidata sul suo obiettivo da un puntatore laser, con un “diametro di errore probabile” di 8 metri. La seconda bomba era una più nuova e di gran lunga più sofisticata arma di precisione: la GBU-38 (Joint Direct Attack Munition -JDAM), guidata sull’obiettivo tramite segnale satellitare. (AP, 8 giugno 2006)
“Il poliziotto iracheno che per primo arrivò sulla scena, rimosse molti corpi carbonizzati… il bombardamento fuse anche il ferro delle travi del tetto e le finestre delle case.”

Fra le vittime, secondo il primo rapporto ufficiale, c’erano due donne ed un bambino. “Com’è che il corpo di Zarqawi è rimasto intatto come se fosse morto nel suo letto?’ si chiedeva un residente.

“Il poliziotto iracheno estrasse il suo corpo dalle macerie e lo ripulì per l’ultima foto al suo volto. Impronte digitali provarono chi egli fosse. Vi erano sei corpi in tutto, inclusi una donna e un bambino, possibilmente la moglie ed il figlio di Zarqawi. E quest’uomo, Sheikh Abin al Rahman. Ricordatevi il nome”. (David Martin sul Jim Lehrer News Hour, 9 giugno 2006)

“Al di là del corpo stesso, in termini d’esplosione della bomba, voglio dire, le immagini che vi abbiamo offerto erano evidentemente… noi avevamo strofinato via molto il sangue ed altri frammenti, perché non era necessario ritrarlo in alcuna sorta di disumanizzazione del suo corpo. L’intento era mostrare che lui, in effetti, era morto in quell’esplosione. Ma vi sono immagini molto esplicite e dettagliate di gran lunga peggiori, risultato del diretto attacco aereo, che noi abbiamo avvertito come molto inappropriate da condividere con altri.”

Da un giorno all’altro la versione ufficiale venne cambiata. Il General Maggiore Caldwell rivide la sua asserzione iniziale secondo cui Zarqawi era stato ucciso nell’attacco aereo degli F16.

La storia ufficiale ora suona così: Zarqawi era ancora vivo “quando le Forze USA lo raggiunsero dopo i devastanti attacchi aerei.” Secondo la dichiarazione di Caldwell, Zarqawi venne catturato vivo, con in faccia alcune visibili cicatrici e contusioni. Mentre veniva descritto come “ferito a morte”, fu in grado nientemeno che di rotolare fuori dalla barella con la quale veniva portato via dalle macerie, nel tentativo di scappare dai suoi catturatori.

“Zarqawi tentò una sorta di rotazione fuori dalla barella… Venne riassicurato sulla portantina, ma quasi immediatamente egli morì in seguito alle ferite riportate nell’attacco aereo…. [Prima di morire] ‘mormorò qualcosetta, ma era indistinguibile e molto breve”, disse il Generale Caldwell.

Al-Zarqawi sembrò anche avere un contatto visivo con le truppe, disse il Luogotenente Christina Skacan. “Accennò a ciò che parve loro una specie di contatto visivo, ruotò un po’ di lato e spirò.”

Alla domanda se fosse possibile che al-Zarqawi fosse stato colpito a morte dai militari che l’avevano trovato, Caldwell rispose che la cosa tuttavia era incerta, sebbene lui non avesse visto nulla leggendo il rapporto sull’incidente, che stesse ad indicare “ferite da qualche tipo di sistema d’arma” ricevute da al-Zarqawi. (Chicago Tribune, 9 giugno 2006).

Caldwell rivide anche la sua storia riguardante i “danni collaterali”, asserendo che nessun bambino fu ucciso nell’incursione aerea.

“Ufficiali USA affermarono in un primo momento che Zarqawi ed almeno altri cinque erano morti, inclusi una donna ed un bambino, ma poi cambiarono versione affermando che erano morte sette persone, tra le quali nessun bambino.” (Los Angeles Times, 11 giugno 2006)

Michel Chossudovsky è Professore di Economia all’Università di Ottawa e Direttore del Centro di Ricerca sulla Globalizzazione (www.globalresearch.ca.). Il suo libro più recente, intitolato:La “Guerra al Terrorismo”dell’America, Global Research, 2005, contiene un’analisi dettagliata del ruolo di Zarqawi nella campagna di disinformazione dell’Amministrazione USA.

Michel Chossudovsky
Fonte: http://www.globalresearch.ca/
Link: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=viewArticle&code=CHO20060611&articleId=2630
11.06.06

Traduzione a cura di ADELINA BOTTERO

VEDI ANCHE: ABU MUSAB AL-ZARQAWI: NUOVO DECESSO

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