DI VIKTOR VERITOV
L’Ucraina e la Siria sono saltate in aria. L’Albania sarà il prossimo paese sulla linea di tiro di Usa e Turchia ?
I rischi, l’incertezza politica e l’instabilità economica stanno crescendo in tutto il mondo. I tanti ‘cercatori di fortuna’, nel tentativo di afferrare il successo nelle acque sempre più torbide dei processi politici globali, stanno svelando il loro gioco.
Nessuno è più interessato alle canne da pesca. L’esperienza ha dimostrato che gli esplosivi sono un mezzo preferibile. E le esplosioni non mancano, visto che interi Stati e regimi politici stanno praticamente saltando per aria.
Molti paesi che fino a ieri sembravano calmi e pacifici sono sorprendentemente diventati aggressivi. Non vogliono più restare nell’ombra della politica mondiale ed aspirano ad essere dei protagonisti, vogliono a tutti i costi far esplodere le bombe.
Prima dell’abbattimento dello Su-24, ad esempio, la gente considerava la Turchia come un paese amico, un partner geopolitico della Russia – stavamo costruendo insieme il ‘South Stream’, andavamo in vacanza insieme e mangiavamo i loro prodotti agricoli.
Ora, al contrario, siamo costretti a dover parlare di Erdogan e delle ambizioni imperiali del suo socio [US]. La gente comincia a ricordarsi delle dichiarazioni dei capi dei ‘servizi segreti’ turchi, del coro dei tifosi a sostegno all’ISIS [partita di calcio Turchia-Grecia dello scorso 17/11] e del fatto che i terroristi siano graziosamente curati negli ospedali turchi.
La domanda sorge spontanea: c’è qualcuno che non lo sapeva anche da prima? A quanto pare lo sapevamo tutti, ma avevamo deciso di concedere la nostra fiducia … ed ora siamo delusi.
Tutto questo fa parte, forse, della nostra ben nota mentalità. Il ‘turco’ ha davvero pugnalato alla schiena la Russia. I legami di Erdogan con l’ISIS, svelati proprio l’altro giorno, lo legano a coloro che hanno fatto esplodere [sul Sinai] il nostro aereo con dentro dei civili innocenti.
A questo punto dobbiamo renderci conto che la realtà è tal punto aggrovigliata che un colpo può arrivare improvvisamente anche da parte di coloro che, a prima vista, sembrerebbero non essere in grado di farlo. Da quale direzione potrà arrivare? Dov’è che il pericolo è in agguato?
Tra gli eventi d’attualità che hanno copertura mediatica ci siamo completamente dimenticati della polveriera d’Europa: i Balcani. Questa regione è sempre stata oggetto di scontro tra le grandi potenze e per molti secoli è stata lacerata da continui conflitti etnici.
E’ questo il nodo gordiano che nessuno fino ad ora è riuscito a tagliare. Nulla è cambiato dalla fine dello scorso millennio, segnato dalla sanguinosa disgregazione della Jugoslavia: le guerre in Slovenia, Croazia e Bosnia.
Nel 1998 il conflitto scoppiato in Kosovo ha portato al bombardamento di Belgrado, ma la conseguenza più importante per la destabilizzazione del mondo è stata la creazione del ‘precedente’ costituito dal Kosovo.
Ci sono molte sfumature di cui dover tener conto, tra le quali l’operazione della NATO, i conflitti etnici e molto, molto di più. Ma l’essenza è una soltanto: un territorio popolato dai rappresentanti di una minoranza nazionale è stato staccato da uno Stato sovrano.
In situazioni analoghe a nessuno era stata concessa una secessione. Per decine di altri territori, come ad esempio la Catalogna ed il Quebec, i meccanismi giuridici necessari per realizzare il ‘diritto all’autodeterminazione’ non avevano funzionato. Per il Kosovo hanno dovuto far ricorso alla forza.
Ma tutto ciò è ridicolo. In questo modo i terroristi di ogni colore possono ottenere la giustificazione morale – seppur non quella legale – per condire con la nobile salsa del separatismo l’orribile pasto costituto dalle loro azioni.
E se qualcuno crede ingenuamente che l’aiuto degli Stati Uniti e della NATO possa riuscire a sistemare le cose, o quanto meno a risolvere qualcosa, nella regione dei Balcani, ebbene si sta profondamente sbagliando.
La situazione a prima vista è relativamente calma, ma le braci fumanti possono accendere il fuoco ancora una volta ed in qualsiasi momento. La situazione sta peggiorando, echi allarmanti stanno arrivando sui mezzi di comunicazione ma, purtroppo, è poco quello che la Russia può fare.
La Serbia, il nostro principale alleato nella regione, si trova in un ambiente ostile, circondata com’è dalle repubbliche ex jugoslave. Il paese che più di tutti sta cercando di sviluppare i suoi interessi nella regione, oggi come ieri, è il nostro ex amico, la Turchia. I Balcani sono stati a lungo una parte di quell’Impero Ottomano che Erdogan sta cercando di far rivivere.
L’influenza della Turchia nei Balcani è oggi molto forte, soprattutto nei paesi musulmani come la Bosnia e l’Albania. Particolare attenzione deve essere posta sull’Albania, un paese piccolo ma con grandi ambizioni e aspirazioni militari.
Ci sono tutte le condizioni perché possa esserci un’esplosione come quella in Ucraina o in Siria. C’è innanzitutto il supporto esterno garantito da alcune ‘potenze’ interessate ad un’esplosione. Se in Ucraina sono stati gli Stati Uniti a coltivare e supportare i sentimenti nazionalisti, nel caso dell’Albania la ‘potenza’ interessata è la Turchia.
Per i turchi è estremamente vantaggioso destabilizzare la regione e spingere i paesi balcanici uno contro l’altro, sulla base del noto principio del ‘divide et impera’. Conseguentemente, la Turchia sostiene con forza l’idea della ‘Grande Albania’.
L’essenza di questa strategia è che tutti i territori dominati dalla popolazione albanese dovrebbero costituirsi in un solo Stato. Il Kosovo è parte di questo progetto, insieme ad alcune aree della Macedonia e della Grecia. Verso la fine della ‘2a Guerra Mondiale’ anche i fascisti tedeschi cercarono di realizzarlo. Tutto questo non vi ricorda la storia di Bander e della ‘Grande Ucraina’ [https://en.wikipedia.org/wiki/Greater_Ukraine]?
In secondo luogo l’Albania è un paese dalla forte presenza criminale. La mafia locale, che si basa su stretti legami familiari, è ora riconosciuta come una delle più forti in Europa. Più minacciosa della stessa ‘Cosa Nostra’.
La sua principale fonte di reddito è la droga, l’Albania è un punto di transito posto tra l’Afghanistan e la Turchia, l’Europa e gli Stati Uniti. La mafia albanese ha partecipato attivamente al conflitto in Kosovo, stabilendo contatti con molte organizzazioni terroristiche, compreso lo Stato Islamico [ISIS].
L’Albania, infine, è un paese musulmano – anche se non si dovrebbe mai dimenticare che la religione, per gli attivisti locali, è solo un ‘mezzo’ per arrivare ad un ‘fine’ che, come noto, ‘giustifica tutto’.
E’ assolutamente evidente che la crisi nei Balcani è a beneficio degli Stati Uniti. Il loro primo obiettivo è la rovina della Serbia. C’è una bomba ad orologeria nel centro dell’Europa, la sua attivazione è solo una questione di tempo!
Tuttavia, non è troppo tardi per fermarla. La storia del mondo ha più volte dimostrato i tristi risultati che derivano da questo tipo di politiche e che, alla fine, saranno gli stessi incendiari ad essere bruciati.
Viktor Veritov, PolitRussia
Fonte: http://politrussia.com/world/ukraina-siriya-343/
Link: http://fortruss.blogspot.fr/2015/12/syria-ukraine-albania-is-greater.html
3.12.2015
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org a cura di FRANCO