ALBA DORATA, L’ALTRA FACCIA DELL’ESTREMA DESTRA EUROPEA

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DI IVAN DU ROY
bastamag.net

L’Unione europea vede rinascere i suoi vecchi demoni. La crisi sociale e democratica è un terreno fertile per la rinascita delle destre estreme. In Grecia, questa è incarnata da Alba dorata, un partito dai chiari riferimenti al neonazismo, accreditato al 13% nei sondaggi. Le aggressioni razziste e le violenze politiche perpetrate dai suoi militanti ed eletti si moltiplicano. E se un crepuscolo d’Alba dorata ricoprisse la Grecia?

Visto dalla Francia, il loro successo è un enigma. Il loro logo sembra una croce uncinata.
Braccano, picchiano e sfigurano giovani, vecchi e donne con il pretesto che sono immigrati, musulmani o “rossi”. Africani, albanesi, afgani o pachistani?
“Specie di sotto-uomini che hanno invaso la nostra patria portandoci ogni sorta di malattia” spiega uno dei loro deputati al Parlamento greco, Eleni Zaroulia. I loro eletti esibiscono armi da fuoco, intimidiscono gli altri deputati o fanno il saluto nazista in pieno emiciclo. A metà maggio, uno dei loro deputati è penetrato in Parlamento con un revolver. Avrebbe dichiarato al poliziotto in servizio: “Preferisco avere qualcuno per primo, prima che mi arrestino”. Lettere con minacce di morte, corredate del loro logo, sono state inviate ad alcuni giornalisti e all’Associazione dei musulmani greci. Alcune immagini mostrano i loro militanti accanto alla polizia antisommossa, mentre partecipano alla repressione delle manifestazioni della sinistra contro l’austerità.

Alle elezioni legislative del 2009, Alba dorata (1) ha raccolto lo 0,29% dei voti. Tre anni dopo, il partito di estrema destra ha 18 deputati al Parlamento, con il 7% dei suffragi. Oggi, i sondaggi li accreditano al 13% nelle intenzioni di voto, il che ne farebbe la terza forza politica del paese, dietro a Nuova democrazia (destra) e Syriza, la “coalizione di sinistra radicale”. Per ottenere questo risultato, nessun bisogno di tirare a nuovo la propria immagine, come ha fatto il Fronte nazionale in Francia. “Non stiamo parlando di un classico partito di estrema destra” riassume Dimitris Psarras, giornalista greco di cui “Il libro nero di Alba dorata” è in corso di traduzione presso le edizioni Syllepse. Lungi dall’essersi adagiata, almeno in apparenza, “l’organizzazione, dopo il suo successo elettorale, è diventata più provocatrice e più aggressiva”. “Per loro, nessuna distinzione, tutta la sinistra deve andare nelle camere a gas” commenta Moisis Litsis, uno dei fondatori del Comitato greco contro il debito e responsabile sindacale, egli stesso indicato dalla stampa di estrema destra come “tesoriere (del suo sindacato) ed ebreo”.

La crisi non spiega tutto

Come si è arrivati a questo punto? Come un partito chiaramente neonazista, che moltiplica le aggressioni in strada e i discorsi razzisti ufficiali ha raggiunto la grandezza sufficiente per negoziare un posto presso la coalizione di governo di un paese membro dell’Unione europea? Per le prossime elezioni legislative, previste nel 2016, “non possiamo escludere un’alleanza tra Nuova democrazia e Alba dorata, anche se non è lo scenario più probabile” stima Dimitris Psarras. Altrove in Europa, solo il partito ungherese Jobbik, apertamente razzista, antisemita e negazionista, conosce un tale successo elettorale (16% dei voti alle elezioni legislative del 2010). Delle altre formazioni simili hanno ottenuto qualche risultato rimarchevole, in particolare in Germania e nel Regno Unito, ma sempre a livello locale (2).

C’è la crisi, certo, ma questo non spiega tutto. “Non registriamo, per il momento, una crescita dell’estrema destra in Portogallo o in Spagna” ricorda il giornalista. In Grecia, le misure di austerità imposte dalla Troika – Commissione europea, Banca centrale europea (BCE) e FMI- si sono coniugate all’affondo del sistema politico. Il panorama elettorale è stato sconvolto: in tre anni, i due grandi partiti che hanno governato la Grecia dalla fine della dittatura nel 1974, i socialdemocratici di Pasok e la destra moderata della Nuova democrazia, hanno perso più della metà dei loro elettori, cadendo dal 77% al 32% in totale. Il che non impedisce loro di continuare a governare insieme.

Banchieri, estrema destra e Troika

Soprattutto, la democrazia greca sembra essere stata messa tra parentesi dalla Troika che ha imposto al paese i suoi memorandum: “Non c’è una sola misura di legge prefabbricata dalla Troika che non sia passata. Allora le persone si chiedono a cosa serve il Parlamento? A cosa serve avere degli eletti?” solleva Panagioris Grigoriou, storico ed etnologo, autore del blog Greek Crisis (3).
“La democrazia greca era lontana dall’essere perfetta, ma quando la si annulla, beffandosi costantemente della Costituzione, si apre la porta a un cambiamento di regime… In questo contesto, l’arrivo di Alba dorata non è un caso”.
La precedente coalizione di governo, guidata da Lucas Papademos, ex vice presidente della BCE, si era aperta a un partito di estrema destra, LAOS “allerta popolare ortodossa”. Il primo da dopo la dittatura militare. Un altro segno dell’agonia della democrazia: l’attuale governo ha inviato la polizia a prendere d’assalto le emittenti della radio-televisione pubblica, una chiusura arbitraria che è stata sostenuta d’altronde da Alba dorata. Come combattere la crescita del partito di estrema destra, se il governo nominato dai dirigenti europei comporta esso stesso una giunta di golpisti?
Chi sono gli elettori di Alba dorata? “La ripartizione dei voti è più o meno uguale in tutta la Grecia, compreso delle piccole città e nei villaggi dove non si riscontra la presenza di migranti” spiega Dimitris Psarras. Il partito ha ottenuto il suo primo successo elettorale nel centro di Atene, facendo eleggere il suo capo Nikolaos Michaloliakos come consigliere comunale. Una cartografia elettorale dell’estrema destra differente da quella francese, dove il voto FN si è indebolito negli agglomerati urbani, comprese le banlieues popolari, per svilupparsi nelle zone “semi-urbane” più lontane dai grandi centri.

Dei neonazisti? “Non ha più importanza”

“Quelli che hanno ancora una speranza votano per Syriza (la nuova coalizione di sinistra, passata in tre anni dal 4,5% al 17% e accreditata dal 25% al 30% nei sondaggi, ndr). Coloro che sono disperati votano Alba dorata” teorizza lo specialista dell’estrema destra. L’elettore tipo del partito neonazista è “un uomo piuttosto giovane con un livello d’educazione piuttosto basso”. I suoi candidati raccolgono un certo successo tra i lavoratori non qualificati, i disoccupati da lungo tempo – il tasso di disoccupazione è ufficialmente del 27% – e i capi di piccole imprese. Il partito della croce uncinata stilizzata piace anche alle forze dell’ordine: il 40% degli agenti delle “forze speciali” impiegate per il mantenimento dell’ordine avrebbe votato Alba dorata alle ultime legislative. Un radicamento più inquietante che nell’arma, dove l’organizzazione rimane ferma, per il momento, attorno al 10%. Ricordiamo che è la polizia che è incaricata delle inchieste sui crimini razzisti e le aggressioni anti-immigrati. “Ci sono anche persone che hanno beneficiato dei legami clientelari di Pasok (che ha governato la Grecia per quasi due decenni, ndr) che non approfittandone più, si sentono tradite e vogliono prendere la loro rivincita sui politici” conclude Panagiotis Grigoriou.

La dittatura dei colonnelli come origine

Alba dorata, un partito “antisistema”? “Alba dorata non è mai stata al di fuori della società. Hanno intrattenuto legami con qualche ricco armatore greco e i vecchi responsabili della dittatura” risponde il giornalista. Il leader di Alba dorata, Nikolaos Michaloliakos (56 anni), è un puro prodotto della dittatura di estrema destra. Fa i suoi primi passi in politica all’inizio degli anni 70, all’interno di un movimento ultranazionalista, il solo autorizzato dal regime militare (5). Alla fine della dittatura, Michaloliakos sta in prigione, per detenzione di armi ed esplosivi in collaborazione con l’organizzazione neofascista italiana Ordine Nuovo, i cui militanti sono stati sospettati di diversi attentati e assassini nell’Italia degli anni 70. Dopo un breve passaggio nel partito nazionalista creato dalla vecchia giunta (di cui l’avvocato è inoltre il fratello di Nikolaos, Panagioris Michaloliakos), si concentra su Alba dorata, da lui fondata nel 1980.

Oltre all’antisemitismo, il razzismo e le referenze al nazismo, le influenze degli anni 30 sono molto presenti nel suo programma. Egli rivendica una “Grande Grecia”, estesa dall’Albania a Cipro, passando per i territori bulgari o turchi. Se la Germania impone una drastica politica d’austerità all’Europa mediterranea, è colpa “degli ebrei che hanno convinto Angela Merkel ad avanzare questa politica” descrive Dimitris Psarras. I teorici del partito sognano un nuovo asse privilegiato tra la Grecia e la Russia, il nuovo regime autoritario alla moda presso l’estrema destra europea, compresa Marine Le Pen (6).

La caccia ai “sotto uomini”

Un’altra similitudine con gli anni 30: i simpatizzanti del partito organizzano delle distribuzioni, molto visibili a livello mediatico, di prodotti alimentari destinati ai soli greci, su presentazione di un documento d’identità. A inizio maggio, un’iniziativa di questo genere davanti al Parlamento è stata proibita dalla municipalità d’Atene, indicandola come “minestra popolare dell’odio”. “La macchina del partito dispiega la sue forze dappertutto nel paese, come una ragnatela. Un attivismo politico e sociale in una società che si impoverisce in maniera drammatica” scrive Filippa Chatzistavrou, avvocato e insegnante all’Università di Atene. “Le similitudini con i metodi nel partito nazista NSDAP (il partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi) a Weimar sono impressionanti.”
Compresa l’estrema brutalità nei confronti dei non-greci, questi “sotto uomini” descritti dalla deputata Eleni Zarouilia. Il 6 maggio, ad Atene, non lontano dal seggio di Alba dorata, un ragazzino di 14 anni è stato sfregiato al viso a colpi di cocci di bottiglia da tra uomini vestiti di nero, con delle magliette con il logo del partito. Il suo crimine: essere afgano. “Il giovane afgano, vittima di questa aggressione terrificante, si è presentato all’ufficio per il trattamento delle violenze razziste della polizia greca per sporgere denuncia, ed è stato arrestato ed espulso dal suo paese dalla polizia stessa sotto pretesto che era clandestino; la sua espulsione è stata evitata soltanto in extremis grazie all’intervento dell’Alto Commissariato per i rifugiati dell’Onu” racconta il Giornale del redattori, un quotidiano creato durante la crisi, uno dei rari a sopravvivere.

“Eliminare Alba dorata è difficile”

Si può porre un freno alla minaccia che Alba dorata presenta? Non secondo il governo attuale, che si accontenta di mettere sullo stesso piano l’organizzazione neonazista e la sinistra radicale rappresentata da Syriza. E riprende anzi alcune proposizioni dei deputati neri, come la schedatura dei bambini immigrati iscritti agli asili, con il pretesto che non ci sarebbe abbastanza posto per i Greci, o la moltiplicazione delle retate contro i clandestini. Sul territorio, si moltiplicano le azioni di solidarietà nei quartieri e delle resistenze ai “pattugliamenti” di Alba dorata, grazie all’iniziativa di movimenti anarchici e antifascisti.
Sullo scacchiere elettorale, la sinistra resta divisa e sparpagliata. L’ultraortodosso Partito comunista greco (KKE, 8,5% dei voti nel 2012) va avanti da solo. Il centrosinistra (Dimar, 6%) ha scelto di partecipare alla coalizione di governo, rendendo difficile un’alleanza con Syriza (17%), essa stessa sempre più criticata dalle formazioni di estrema sinistra per il suo essersi “istituzionalizzata”. Se la sinistra accede al potere, bisogna ancora che si doti dei margini di manovra necessari per far uscire la Grecia dalla spirale infernale. “Paragonato ad altri periodi difficili, questa volta, non si vede un futuro, neanche lontanamente. E’ questo il fatto grave. In questa situazione, Alba dorata può stagnare o progredire, ma eliminarla è difficile” stima Panagioris Grigoriou. La scura notte di Alba dorata ricoprirà la Grecia?

Ivan Du Roy
Fonte: www.bastamag.net
Link: http://www.bastamag.net/article3170.html
1.07.2013

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di BARBARA SIMONA LEVA

Note:

1. Chryssi Avghi, in greco.
2. Il Partito nazional democratico tedesco (NPD) conta su degli eletti regionali in due Lands, in Sassonia dal 2004 e nel Mecklembourg-Pomerania dal 2006, così come dei consiglieri comunali in numerose città. Il “National Front” britannico ha superato lo sbarramento del 5% nella Contea di Rochdale (Manchester) nel 2010.
3. Di cui un libro, “La Grecia fantasma, viaggio al centro della crisi” apparirà a settembre, Edizioni Fayard.
4. Nel 1991, l’ex presidente della Repubblica jugoslava della Macedonia si è separato e ha dichiarato la sua indipendenza, ma la Grecia gli contesta il nome di Macedonia, nome dato a un assieme di tre regioni greche.
5. Il “partito del 4 agosto”, di cui il nome si riferisce al colpo di stato militare che portò al potere il generale Metaxas nel ’36, un regime che portò avanti una politica piuttosto favorevole alla Germania hitleriana prima della sua caduta nel 1941.
6. “Non nascondo che in una certa maniera ammiro Vladimir Putin” ha dichiarato a un giornale russo nell’ottobre 2011.

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