DI PEPE ESCOBAR
asiatimes.com
Non sarà stato un infernale Predator attrezzato con missili Hellfire pronto ad incenerire un matrimonio Pashtun, ma nel nostro Nuovo Ardito Mondo UAV (Unmanned Air Vehicles = veicoli aerei non pilotati) – anche noto come il mondo delle Guerre Drones di Obama – anche un piccolo ScanEagle, prodotto da una filiale secondaria della Boeing, riesce a rubare la scena.
Ed ecco qui la star della televisione iraniana, dopo la cattura mentre sorvolava il Golfo Persico. I peones della geopolitica, stanchi dei soliti generali americani che sciorinano da sempre su Fox e CNN i soliti clichés, saranno sicuramente ben contenti di questo striscione di sapore ultra-retro “Schiacceremo gli USA sotto i nostri piedi” , per non parlare poi dei bizzarri Corpi Speciali Rivoluzionari Islamici, decisamente una chicca da Pubbliche Relazioni.
L’Ammiraglio in seconda Ali Fadavi, comandante della marina IRGC, ha dichiarato che lo ScanEagle è stato “inseguito” e poi “costretto” ad atterrare elettronicamente dopo aver invaso lo spazio aereo iraniano. Bè, diciamolo, forse la cosa si è svolta in modo leggermente più complicato. Il sempre delizioso Moon dall’Alabama forse ci fornisce la migliore spiegazione: probabilmente la IRGC ha disattivato elettronicamente il collegamento satellitare del drone per poi assumerne il controllo radio.
A parte i continui giochi di parole del tipo “i gatti persiani abbattono un drone” – corredati di immagini di gatti che giocano con copie made in Iran del RQ-170 (il modello di drone intercettato in Iran un anno fa) – tutto questo appare come un appetibile scoop, gustoso tanto quanto quello di Bob Woodward su Fox News di Rupert Murdoch sugli ufficiali che tentavano di “comprare” il Generale Petraeus per farlo diventare il candidato presidenziale personale di Murdoch. Il Foxy Generale.
Il Generale Foxy, tuttavia, prima di diventare intimo con l’adorante fan Paula Broadwell – mai si sarebbe trovato implicato in un fatto così imbarazzante. I suoi droni della CIA in AfPak erano e restano macchine di morte in buona fede, e non inutili gadget d’intelligence.
Questo nuovo impianto bellico basato sui droni perlomeno ci dà una tregua monty-pythonesca dai soliti grigi scenari, del tipo: la Turchia che attende dalla Nato l’approvazione per spiegare i missili intercettori Patriot per “difendersi” da qualche bombarolo siriano da strapazzo che si azzarda a varcare i confini.
I burocrati della Nato a Bruxelles si sono già esplicati al massimo nel minuetto del “no” ufficiale, che suona più o meno così: “Oh no, non vogliamo nessuno spazio aereo interdetto sulla Siria, è solo che a noi ci piacciono tanto i missiloni grandi e grossi”.
Gli Stati Uniti, al solito, come sempre, negano tutto riguardo allo ScanEagle scomparso, come ha detto il portavoce del Comando Centrale delle Forze Navali Statunitensi in quel fulgido luogo esempio di democrazia chiamato Bahrain: “La Marina Statunitens ha il pieno controllo di tutti i suoi mezzi aerei non pilotati (UAV – Unmanned Air Vehicles) nell’area del Medio Oriente.”
Forse è solo una questione linguistica; l’Iran è in Asia Sudoccidentale (quindi il drone disperso in un’area limitrofa non conta). Ma, un momento: c’è di più. Il portavoce avrebbe anche detto: “Non abbiamo registrato lo smarrimento di alcun ScanEagle di recente.” Quindi, la Marina degli USA non solo ha smarrito un drone ma ha smarrito anche le registrazioni.
Ecco spiegati gli sforzi affannosi della Marina statunitense di attribuire la vicenda ai droni di qualcun altro. Forse questo ScanEagle apparteneva alla GCC, in quell’altro paradiso democratico chiamato Emirati Arabi Uniti. Anche l’Australia, il Canada, l’Olanda e persino la Colombia possiedono dei droni. Anche la Francia e il Regno Unito fabbricano droni e anche la Russia si sta attrezzando in questo senso. O forse…una malvagia spia iraniana (Eye-ranian – ndt) l’ha rubato durante il viaggio di ritorno da Dubai.
Nel frattempo, aspettiamoci un imminente boom di mini ScanEagle di plastica per dare una sferzata di vitalità al depresso e super-sanzionato mercato iraniano, come successe un anno fa con il RQ-170. Per i gatti persiani vivi, da Qom al Mar Caspio, è già pronto per loro un bel gomitolo che li butterà tutti giù per terra.
Pepe Escobar e’ l’autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007) e di Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge. Il suo libro più recente è Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009). Lo si può contattare all’indirizzo: [email protected]
Fonte: www.atimes.com
Link: http://www.atimes.com/atimes/Middle_East/NL06Ak02.html
6.12.2012
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63