Criticando l’iniziativa della Lega in tema di rispetto delle differenze di genere nella lingua italiana, il Presidente onorario dell’Accademia della Crusca, Claudio Marazzini si scaglia anche contro l’uso di asterischi e schwa (e non solo), denunciando una deriva nell’uso della nostra lingua, che non trova nel Ministero un efficace contrasto a quello che lo studioso definisce “autoritarismo linguistico”.
da Orizzontescuola.it, 22 luglio 2024
“La lingua ha un solo nemico vero: l’autoritarismo linguistico, di qualunque segno”. Sono le parole di Claudio Marazzini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca e professore emerito di storia della lingua italiana dell’Università del Piemonte Orientale, a commento (rilasciato ad Adnkronos, n.d.r.) al disegno di legge presentato dal senatore leghista Manfredi Potenti (“Disposizioni per la tutela della lingua italiana, rispetto alle differenze di genere”) che chiede di vietare l’uso scritto, negli atti pubblici, di parole come ‘sindaca’, ‘questora’, avvocatessa’ e anche ‘rettrice’.
Poco tempo fa un rettore ha introdotto ufficialmente il femminile sovra esteso nel regolamento del suo ateneo: ha abolito il maschile ‘rettore’, lasciando sopravvivere solo ‘rettrice’.
Mi pare che nessuno l’abbia obbligato a correggere una simile forzatura, che meritava come minimo un’interrogazione parlamentare.
In molti atenei già le autorità accademiche impongono ai docenti l’abbandono del maschile non marcato, e pretendono l’uso obbligatorio di asterischi e schwa.
Per fermare queste imposizioni non si muove nessuno (basterebbe un richiamo del ministero).
Ecco però la bella trovata che dovrebbe risolvere tutto: ecco l’imposizione di segno contrario, destinata a fare un po’ di chiasso, senza conseguenze pratiche, trattandosi di un’idea inapplicabile.
Peccato: il risultato sarà simile a una gazzarra.
Sarebbe stato utile, prima di lanciare proposte inapplicabili, leggere i consigli dell’Accademia della Crusca, in particolare quelli diretti al Comitato pari opportunità della Corte di Cassazione.
Occasione persa, dunque, per ristabilire una sana e giusta libertà.
Ne verrà nuovo spazio per i fautori del femminile sovra esteso, per i fanatici di schwa e asterischi, che si presenteranno al mondo come custodi della libertà democratica, mentre in realtà, a loro volta, sono ben propensi a varie forme di autoritarismo.
E il nemico vero è proprio quello: l’autoritarismo linguistico, di qualunque segno“.