ABBIAMO DUE GOVERNI

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DI MAURIZIO BLONDET

Berlusconi esige trasparenza dagli Usa per la vicenda Calipari, e Ciampi scrive a Bush per invitarlo ad avviare “un’esauriente inchiesta congiunta” in modo che “i fatti vengano chiariti in maniera esauriente”. I giornalisti amici del Quirinale, evidentemente imbeccati, sottolineano che quella ripetizione di “esauriente” non è casuale. Esprime la profondità e sottigliezza politica dell’amatissimo (da loro) presidente Ciampi. Ma cosa vorrà dire in realtà? Forse ci sono dei motivi perché l’inchiesta chiesta da Berlusconi non sia ritenuta abbastana “esauriente”? Forse Ciampi chiede un’inchiesta così “esauriente” da mettere nei guai il governo Berlusconi?In realtà, abbiamo due governi.
Berlusconi viene accusato di essere l’artefice del “declino italiano” (effetto di incrostate ignoranze e provincialismi culturali e scientifici coltivati nell’ultimo mezzo secolo), e Ciampi va in India e in Cina ad invitare gli imprenditori italiani a investire là. Lo ringrazino i lavoratori italiani che perderanno il posto: in Cina la paga media ammonta a 1300 euro l’anno, quella sì che è competitività.
Ciampi fa la sua politica, distinta e separata da quella di Berlusconi. Abbiamo un governo eletto, e un governo presidenziale autonomo, non eletto.
Berlusconi è ampiamente criticato e spernacchiato dai grandi media nazionali. Ciampi è circondato solo da corale devozione. Si riportano con mistico rapimento le sue pie banalità, si esalta la sua “umanità”, si prendono per oro colato i suoi “paterni consigli”.
Nessuno, proprio nessuno, ricorda i danni che Ciampi ha ripetutamente fatto all’Italia durante la sua permamenza a Bankitalia e, peggio, come capo del governo sostenuto dalle sinistre. Ciampi ha dilapidato almeno 60 mila miliardi di lire (denaro nostro) in una “difesa della lira” stolta, incompetente e dissennata. Fu quando lo speculatore George Soros, utilizzando la leva dei derivati, attaccò insieme lira e sterlina: data la tecnica della manovra, qualunque economista capiva che Bankitalia non poteva farcela da sola. Il governatore (Ciampi) avrebbe dovuto fare una cosa: telefonare alle Banche Centrali d’Europa, Bundesbank e Banca di Francia, e chiedere il loro aiuto. Ad una risposta negativa, avrebbe dovuto immediatamente smettere di spendere soldi italiani per una difesa senza speranza. Per un atto di simile incompetenza, il governatore della Banca Centrale thailandese finì addirittura sotto processo.

Ciampi come capo del governo fece alcune “privatizzazioni” che sarà bene ricordare. Per esempio, vendette un gioiello dell’Iri, con avanzatissima ricerca interna, leader mondiale di mercato nelle turbine a gas- la Nuovo Pignone – agli americani. Più precisamente, al concorrente americano della Nuovo Pignone. E per quanto? Per mille miliardi.
Ora, bisogna sapere che in quel momento la Nuovo Pignone aveva in corso ordinativi per…mille miliardi. La ditta dunque fu regalata da Ciampi, così buono e umano, così pensoso dei destini degli italiani, al suo competitore Usa.
Ciampi chiuse l’azienda Enichem di Crotone che produceva fosforo, unica in Europa, perché in quel momento – del tutto temporaneamente – sui mercati mondiali il fosforo costava meno di quello prodotto in Italia. Fu così chiusa una fabbrica che aveva dato a Crotone una classe operaia e tecnica, e aveva una perdita momentanea di pochi miliardi di lire (l’intera produzione valeva 12 miliardi annui, e dava lavoro a 5000 addetti). Poi il prezzo del fosforo si rialzò sui mercati mondiali, e ora dobbiamo comprarlo all’estero: pagandolo in dollari e non in lire o euro. Ma intanto Ciampi aveva dato il suo contributo al degrado del Meridione.
In compenso, Ciampi inaugurò in pompa magna il “modernissimo stabilimento della Fiat a Melfi”. Che non ha dato lavoro, essendo completamente robotizzato, e che la Fiat ha avuto gratis perché è stato lo Stato (i contribuenti) a pagarglielo, con 5 mila miliardi di lire.

La conclusione è una sola: come presidente, Ciampi non è competitivo. Il presidente americano costa molto meno (600 mila dollari l’anno), la Corte d’Inghilterra molto meno del Quirinale. Dovremmo prenderlo in parola, e assumere in sua vece un presidente cinese o indiano. Se Ciampi vuole davvero rendersi utile, si tagli lo stipendio presidenziale, che ammonta a parecchi miliardi di lire l’anno. Riduca i 5 mila dipendenti del Quirinale. Dimezzi lo stipendio al suo segretario preferito Gaetano Gifuni: da 2 miliardi a 1 miliardo annuo;di fame non morirà.

Maurizio Blondet
Fonte:www.effedieffe.com
11.03.05

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