DI MAURIZIO BLONDET
rischiocalcolato.it
“Abbiamo una bomba atomica da agitare in faccia a tedeschi e francesi: dire loro semplicemente che non paghiamo. Il debito è la nostra arma e dobbiamo usarla per imporre condizioni migliori, perchè è la recessione stessa che ci blocca nell’adempiere l’accordo europeo di rigore di bilancio”. (Lo ha detto Pedro Nuno Santos, vicepresidente del partito socialista portoghese.)
E inoltre: “E’ inconcepibile che i paesi periferici non facciano quel che fanno il presidente francese e la cancelliera tedesca: devono unirsi”.
Finalmente qualcuno l’ha detto.
Qualcuno s’è ricordato del detto americano: “Se devi alla tua banca 10 mila dollari, hai un problema. Se le devi 10 milioni di dollari, è la banca ad avere il problema”. Peccato che la voce venga dal Portogallo, paese piccolo e di poco peso, ancorchè la sua economia stia colando a picco (contrazione del 3 per cento del Pil) sotto la terapia rigorista. La voce dovrebbe venire dall’Italia, il peso massimo dei debitori, quello che veramente farebbe tremare le gambe alle banche tedesche se minacciasse di fare default. E ancor più se si mettesse a capo della coalizione dei debitori, con Spagna e Portogallo, Grecia e Irlanda, formeremmo un blocco di tutto rispetto.
Il Portogallo non fa abbastanza paura ai creditori. L’ultimo prestito che sta ottenendo dal Fondo Monetario e dalla UE ammonta a soli 78 miliardi di euro. Una cifretta, per la quale il governo portoghese sta aumentando l’orario lavorativo a 42 ore, mentre ha già tagliato gli stipendi dei pubblici dipendenti del 16 per cento. Se avesse a fianco Roma e Madrid, il discorso sarebbe diverso. In questo momento, il debito, da elemento di debolezza, si può trafsormare in forza.
Ovviamente, l’Italia non si metterà a capo del club dei debitori: Mario Monti ci è stato messo sul gobbo apposta per questo, per assicurare i “mercati” e le banche che continueremo a servire il debito a forza di lacrime e sangue. Anche se il debito pubblico è ormai impagabile. Il che significa: mesi ed anni di lacrime e sangue, e alla fine fare default lo stesso.
Interessante il fatto che il portoghese che protesta sia un socialista. Perchè in Francia, anche il ben più importante socialista Francois Hollande (che probabilmente soffierà la poltrona a Sarkozy, vincendo le presidenziali) ha promesso che rinegozierà l’accordo con la Merkel, perchè viola la sovranità francese e soprattutto impone perpetua austerità senza offrire una via d’uscita dalla crisi. “Occorre crescita”, ha detto Hollande.
Anche più interessante, financo la sinistra tedesca leva la voce. Oskar Lafointaine, capo della “Linke”, ha criticato il metodo di “dumping salariale” con cui il governo tedesco attuale ha conquistato competitività a danno dei concorrenti europei, ed ha accusato Merkel e Sarkozy di aver trascinato la Grecia in una spirale discendente, ed ora di stare applicando le stesse “politiche demenziali” all’intera Europa.
Insomma, in Europa le sinistre stanno prendendo posizione contro le austerità inutili. E la sinistra italiana che fa? Sostiene Monti.
Come al solito, perde il treno della storia. E si suicida.
Maurizio Blondet
Fonte: www.rischiocalcolato.it
Link: http://www.rischiocalcolato.it/2011/12/a-quando-il-club-dei-debitori.html
16.12.2011
LE VOCI DI UN “DEFAULT NUCLEARE” RIASSUMONO LA RABBIA DELLA SINISTRA AI DIKTAT DELL’UE
DI AMBROSE EVANS-PRITCHARD
Telegraph.co.uk
Gli umori si stanno logorando nel Portogallo torturato dall’austerità. Un politico socialista di primo piano è stato registrato a una cena di festeggiamento mentre auspicava una guerra diplomatica contro le potenze settentrionali dell’UE, paventando minacce di default sul debito.
“Abbiamo una bomba atomica che possiamo agitare in faccia ai tedeschi e ai francesi: questa bomba atomica è il semplice fatto che noi non paghiamo”, ha detto al parlamento Pedro Nuno Santos, vicepresidente del Partito Socialista.
“Il debito è la nostra unica arma e dobbiamo usare per imporre le migliori condizioni, perché è proprio la recessione a impedirci di soddisfare l’accordo (della Troika). Dovremmo fare tremare le gambe dei banchieri tedeschi”, ha detto.
Questi commenti sono giunti mentre il Portogallo scivola verso la recessione, con un’economia che quest’anno è attesa da una contrazione del 3%. I manifestanti hanno sfilato giovedì per le strade di Lisbona denunciando i piani del nuovo governo conservatore per alzare la settimana lavorativa a 42 ore. Gli stipendi sono stati tagliati del 16% per le paghe più alte, e dell’8 per quelle più basse.
All’inizio di questo mese il parlamento ha approvato un nuovo budget di austerità in base ai termini del pacchetto di salvataggio da 78 miliardi di euro da parte dell’UE e del Fondo Monetario Internazionale.
Nuno Santos ha affermato che gli stati dell’Europa meridionale dovrebbero unire le forze per resistere ai dettami di austerità e alla politiche recessive che sono state imposta dalle potenze dell’Europa centrale. “È incomprensibile che i paesi periferici non facciano quello che fanno il presidente francese e la Cancelliera tedesca. Devono unirsi”, ha detto.
I partiti di sinistra in Europa stanno diventando sempre più insolenti, accusando la Destra di sfruttare la sua presa sulle istituzioni europee attraverso politiche che stanno in effetti smantellando parti dello stato sociale o danneggiano il potere dei sindacati. La tedesca Angela Merkel, il francese Nicolas Sarkozy e l’olandese Mark Rutte sono tutti conservatori, e presto saranno affiancati dallo spagnolo Mariano Rajoy.
Francois Hollande, il leader dei Socialisti francesi e candidato alle elezioni presidenziali, ha giurato di rinegoziare l’accordo della scorsa settimana fissato al summit dell’UE se venisse eletto il prossimo maggio, dicendo che viola la sovranità fiscale del parlamento francese, impone un’austerità perpetua e non riesce a offrire ai paesi problematici una qualche via di uscita dalla crisi economica. “Ci deve essere crescita”, ha detto.
Oskar Lafontaine, un dirigente della tedesca Linke (Sinistra), ha affermato che l’euro era diretto verso la distruzione a causa delle politiche odierne. Ha incolpato il sistema tedesco di spinta verso il basso degli stipendi per indebolire gli altri paesi dell’UEM – o “dumping salariale” –, che ha poi provocato gli squilibri che sono alla base della crisi dell’eurozona. “Una moneta condivisa non può funzionare senza coordinamento delle politiche salariali. Una volta che gli stipendi si sono allontanati come è avvenuto negli ultimi anni, la svalutazione e la rivalutazione è l’unica via d’uscita.”
Ha anche accusato la Merkel e Sarkozy di portare la Grecia in una spirale al ribasso e che ora stanno cercando di infliggere le stesse politiche “dementi” all’Europa intera.
Ambrose Pritchard
Fonte: www.telegraph.co.uk
Link: http://www.telegraph.co.uk/finance/financialcrisis/8959687/Talk-of-nuclear-default-sums-up-Lefts-anger-at-EU-dictates.html
16.12.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE