A FUTURA MEMORIA

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DI
H.S.

Comedonchisciotte.

Sta per giungere ormai al termine quello che , forse , a futura memoria , ricorderemo come l’annus horribilis… Non mi resta , fra le altre cose , che rinnovare a tutti gli auguri per un (per quanto possibile) buon Natale e un (parola forse grossa) felice Anno Nuovo. Per quel che riguarda l’esplosione della crisi odierna non c’è molto da aggiungere. Dovremmo doverosamente rammentare che questo crack economico parte da molto lontano e da circa un decennio o quasi , in realtà , il sistema non è in crescita… A mio avviso pure i paragoni con la Crisi del 29 non reggono , se pensiamo che , allora , un sistema economico retto dal Mercato stava attraversando una fase espansiva e di crescente ed incontrollato ottimismo. Il neocapitalismo dei nostri giorni , invece , è stato sostenuto dalla compravendita illimitata di prodotti finanziari , dal credito/debito pompato , dalle rendite fasulle , ecc… L’economia “virtuale” dei giocatori d’azzardo di questa enorme Las Vegas , in cui , però , si gioca con le risorse altrui , si è letteralmente “mangiata” l’economia reale , quella di lacrime , sangue e sudore. Il frutto di molto onesto lavoro è stato così dilapidato e “bruciato” nella prospettiva di guadagni più facili in un contesto generale in cui del lavoro e del suo valore non si sa più che cosa farsene. Se dovessimo sondare i fatti in maggiore profondità ne concluderemmo che il tutto è stato fondato su una macroscopica truffa : gli squali si sono accalappiati i pesciolini ignari del funzionamento delle borse e dei mercati per spremerli e gli squali sanno bene navigare nel mare magnum della finanza. Chi più sa e possiede i canali di informazione per “anticipare” gli eventi, è già molti passi in avanti rispetto agli operatori di mercato più ingenui.Altro dato importante , come il crack della Lehmann Brothers ha disvelato , è riconducibile al sostegno dato al debito statunitense da equivoci prodotti finanziari che mezzo mondo ha “comprato”. Come si può facilmente evincere , la Crisi segue un filo rosso che arriva fino a Wall Street ; i tentativi della sua risoluzione non possono prescindere , comunque , dalle stanze della Casa Bianca. Quel che è più certo – o dovrebbe esserlo se non si appartiene alla categoria dei cantori del “libero mercato” o a quelle che , in questi anni , hanno lucrato – è che la rotta va modificata drasticamente consegnando ai libri di storia il neoliberismo reale ed il novello darwinismo sociale… Andrebbe , altresì , abbandonato il dogma della “crescita” che , peraltro , non ha avuto uno riscontro nella realtà , privilegiando la qualità di vita sulla quantità.

La novità dell’elezione di un Presidente di colore negli USA quale Barack Obama – democratico – potrà tradursi in un evento realmente rivoluzionario nel mondo anche attraverso l’instaurazione di nuovi rapporti internazionali fondati sulla cooperazione per la risoluzione della Crisi in luogo di quelle relazioni “competitive” che hanno steso una cappa di fame e di guerre sul mondo. L’entusiasmo per Obama è stato comprensibilmente alle stelle anche per la situazione che si è venuta a creare e per l’impopolarità di Bush jr. , colpevole di aver intrapreso una strada lastricata di “guerre permanenti” senza delucidare il popolo americano sulle ragioni per cui si combatteva e di essersi pressoché “disinteressato” delle questioni economiche interne – che , poi , in quanto ad effetti , tanto economiche non sono -. Saprà , però , Obama fronteggiare la situazione ? In questi casi è meglio sospendere il giudizio per qualche tempo ; quel che più mi inquieta , invece , risiede nel fatto che l’establishment militare statunitense , intendendo con ciò l’apparato politico – militare , il complesso industriale militare con annesse strutture dei servizi segreti come la CIA e quelle poliziesche , rimarrà intaccato. E’possibile che da una logica “mercantile” della guerra che , ad esempio , comportava l’utilizzo di eserciti di mercenari , si approdi al vecchio e consueto warfare ? Non mi sentirei di escluderlo…

Che dire , invece , dell’Italia ? Per chi non si fosse veramente foderato gli occhi di prosciutto o non vivesse nell’empireo mondo del Potere o della grottesca e inutile realtà “vippara” la Crisi aveva già bussato anni or sono , accolta poi come ospite indesiderato. Quello che si sta consumando sotto i nostri occhi – liberi dalle suddette fette del delizioso insaccato – è solo il nuovo e più tremendo atto di uno spettacolo di cui non conosciamo la durata… Ma il 2008 è stato anche l’anno del definitivo – almeno penso – trionfo di Berlusconi , del berlusconismo e della berlusconite che , dopo una fase di apparente decadenza , è tornato alla ribalta per sferrare il definitivo colpo di grazia. Sarebbe inutile ripetere quanto si è mostrato sprovveduto (sprovveduto ?) ed ingenuo (ingenuo ?) il centrosinistra che con il suo fair play e con il suo galateo istituzionale (veramente autentici ?) ha permesso all’aggregazione berlusconiana di riprendersi e colpire duro… Rimango dell’idea che una – fra le chiavi di interpretazione fondamentali – per comprendere quel che il paese deve patire risieda nell’”esito” e nei retroscena delle elezioni politiche del 2006 , quelle che la compagine di Prodi aveva vinto (?). L’errore fatale per Romano Prodi fu quello di accettare un responso delle urne assai dubbio e che lo costringeva a governare con una maggioranza risicata , assolutamente inconsistente e addirittura poco entusiasta della leadership. Ormai bruciato come leader di coalizione e di governo , Prodi è acqua passata , storia finita ed è veramente paradossale come coloro che , in primis , hanno promosso la candidatura del professore bolognese , sono stati poi i primi ad accoltellarlo alla schiena , metaforicamente parlando. Ma vedremo , più avanti di approfondire l’analisi sul sostanziale fallimento del centrosinistra e , di conseguenza del PD , naufragato ancor prima di navigare nel mare aperto della politica vera ed autentica.
Trionfo del berlusconismo , quindi… Trionfo decretato da una maggioranza i cittadini di questo paese che si è nutrita dei frutti non troppo dolci del tycoon politico… Trionfo del berlusconismo , quindi , per la sua forte presa mediatica , per la sua invadenza sui mezzi di comunicazione di massa su cui non vale spendere parole in più , considerata già l’enorme mole di inchiostro e fumo che a nulla hanno portato , ma berlusconismo anche come spietata biografia di una Nazione ormai da tempo smarrita a sé stessa , egemonizzata dalla realtà del Potere e “vippara”. Una biografia che , accanto alle espressioni più becere ma innocue , accoglie anche le manifestazioni peggiori dell’Italia. Se la fotografia della “famiglia” berlusconiana presenta i “nani e le ballerine” di craxiana memoria , è lo sfondo a farla da padrone e su quello sfondo si stagliano le ombre di aspetti deleteri come la mafia – intesa soprattutto come l’estrinsecazione delle peggiori illegalità e nefandezze – , il piduismo e il “fascismo”. Anche su questi ultimi due aspetti converrà soffermarsi…
Possibile che in Italia siano ancora presenti fermenti di autentico e convinto “antiberlusconismo” per la costruzione di un’opposizione nuova , in certo qual modo rivoluzionaria , che possa non solo contrapporsi ma anche rinnovare positivamente e governare questo triste e fottuto paese ?

Qualcuno ha scorto nel Movimento dell’Onda scaturito dalle Università per opporsi alla Legge Gelmini come la risposta a questa domanda , ma , per quanto si possa – e non è possibile diversamente – giudicare un tale sviluppo partecipativo , occorre pure essere cauti… Il cosiddetto Movimento dell’Onda è ancora troppo ancorato ad una protesta settoriale che rimane nell’ambito dell’istruzione e del sistema educativo e non credo potrà affermarsi se non si salderà ad altri soggetti come , in primo luogo , i lavoratori precari. In una realtà postmoderna caratterizzata sempre più dall’omologazione culturale e dall’estrema frammentazione sociale – con conseguente emersione di “microconflitti” sociali – si tratta di un compito non facile : oggigiorno la conflittualità viene esacerbata soprattutto fra le categorie più deboli. Si pensi alla questione dell’immigrazione…
Bisognerebbe , quindi , essere prudenti ad azzardare paragoni con il Sessantotto che , fra l’altro , veniva allora spinto da un vento favorevole. Inoltre se è vero che il Sessantotto italiano si impose in qualche modo a partire dai temi inerenti la pubblica istruzione , non bisogna dimenticare che , sia pur confusamente e con esiti non sempre felici , esso si fece promotore di istanze di rinnovamento.

Insomma l’Onda è ancora un’”ondicella” , troppo “piccola” per promuovere una prospettiva più ampia per l’interpretazione politico – sociale… In qualche modo il problema opposto a quello del Movimento No Global o New Global per il quale la – sacrosanta – visione “olistica” delle cose finiva per non attribuire il giusto peso alle realtà intermedie (il sistema Italia). Forse l’Onda , contando su giovani protagonisti , deve ancora maturare , ma solo il tempo potrà dare il giusto responso… Mai sottovalutare poi la capacità di disinnescare le mine dei movimenti di massa da parte dei media più conformisti calando una cappa di silenzio e , di conseguenza , visibilità.
Per quanto riguarda le opposizioni istituzionali non c’è molto da aggiungere : la Sinistra , ormai interamente extraparlamentare , sembra ancora molto lontana da una necessaria coesione , essendo dilaniata da conflitti interni che , oltre ai sempre presenti problemi di leadership , rimandano all’atteggiamento da tenere nei confronti degli altri soggetti dell’opposizione come il PD. Fra tutti chi darebbe l’impressione di essere maggiormente “antiberlusconiano” è proprio l’ex Giudice di Mani Pulite Antonio Di Pietro la cui – diciamo così – antipatia per il Cavalier Berlusconi è di vecchia data , risalente ad antichi conti “legali” in sospeso. Nelle dichiarazioni , l’ex Giudice tuona fiamme , ma si aspetta di vedere la sostanza… Parecchi compagni di viaggio , come uno dei fedeli della prima ora , Elio Veltri , hanno abbandonato Di Pietro che esibisce uno stile autoritario che rischia di diventare speculare a quello del suo avversario , senza contare che la visione legalitaria – non giustizialista – se , di per sé , è imprescindibile se si vuole rinnovare e riformare un paese in cui , al contrario , domina il malcostume dell’insofferenza alle regole , non è sufficiente per la costruzione di una vasta aggregazione politica alternativa al berlusconismo. Occorrono altri strumenti politico culturali e ho molti dubbi che Di Pietro possieda le qualità adatte ad un tale obiettivo. In vero la sensazione più immediata è che il nostro confidi in uno stile antiberlusconiano nella maniera più intransigente per approfittare della crisi del PD avvertito da molti elettori come troppo compiacente nei confronti della maggioranza e non a torto.
Una piccola curiosità , invece , per quanto riguarda i Radicali fra i quali la “dittatura” dell’ormai senile Pannella , la cui longevità politica non ha nulla da invidiare ad un democristiano o a un cinese , comincia a scricchiolare (era ora !).

Il trionfo di Berlusconi e del berlusconismo , con tutto quello che si portano appresso , si può misurare con le parole , ormai senza freno o ritegno , pronunciate e scritte in questi mesi di nuova legislatura : si pensi , non solo a quelle , peraltro scontare , del Cavaliere , ma anche alla “riesumazione” televisiva del Gran Maestro Gelli , alle esternazioni di Cossiga o alle parole di apprezzamento per la figura di Mussolini da parte di Dell’Utri , discusso , a dir poco , braccio destro di Berlusconi. A queste si aggiunga la lettera di un personaggio assai minore come Vincenzo Canterini , comandante del Nucleo antisommossa della Celere che si rese responsabile della mattanza alla scuola Diaz durante i famigerati giorni del G8 genovese di sette anni fa – e su cui è stata pronunziata una sentenza che dovrebbe far gridare allo scandalo , considerate sia la copertura di cui hanno goduto gli alti vertici della polizia , sia il vuoto legislativo per quel che riguarda la particolare gravità di reati implicanti la violenza poliziesca e la tortura – come è accaduto , forse in minor misura a Bolzaneto -. Nel contenuto della “missiva” rivolta ai suoi uomini l’inchiostro trasuda di minacciosi messaggi trasversali e di malinteso cameratismo.

C’è poco da ridere , nonostante per anni sia imperversata una satira poi non molto distante dal Bagaglino sul Cavaliere : è la biografia di buona parte della nazione , del disprezzo delle regole e , in fondo della politica intesa come servizio al cittadino , del qualunquismo e di una tracotanza e sicumera che sfociano nella violenza di atti , gesti e parole. E’ la Destra vera , sotterranea magari , che non si dichiara ma ravvisabile poi concretamente… Una Destra che ha raccolto l’eredità del piduismo , vero e proprio partito occulto pronto a condizionare la reale vita istituzionale del paese. La sua storia affonda le radici nella Repubblica di cui ha costituito l’immagine speculare , l’Antistato per eccellenza e vocazione. Il suo scopo precipuo è sempre stato quello di rivolgere e sovvertire l’assetto costituzionale repubblicano e parlamentare per cancellare le non molte conquiste democratiche , pagate con un salario di sangue… In effetti oggi Berlusconi si prefigge di fare , nella piena legalità – almeno apparentemente – , quello che un tempo non era possibile perché mancava il necessario consenso o , almeno , il non dissenso. In effetti credo ci sia un filo di continuità che lega i tentativi golpisti o pseudogolpisti dei vari De Lorenzo , Borghese , Pacciardi e Sogno al Piano di Gelli , al decisionismo “più timido” di Craxi fino all’odierno presidenzialismo berlusconiano. I vari tentativi di golpe , in realtà , hanno funto da veri e propri “ricatti” impedendo alla democrazia e al parlamentarismo di decollare calando le picconate (per usare un termine caro all’ex Presidente e “gladiatore” Cossiga , fan accanito del presidenzialismo) sull’assetto istituzionale. Durante le elezioni politiche del 2006 già citate è forse accaduto qualcosa di simile a quei “golpes ricattatori” ?

Il presidenzialismo che , oggi Berlusconi vuole far scendere nella realtà , è sempre stato la parola d’ordine dei più tenaci avversari del parlamentarismo e non è un caso che gran parte dei personaggi citati lo abbiano adottato come slogan… Così la crisi capita a fagiolo : basta fare bella mostra di un Parlamento sempre più inefficiente e corrotto , privo di personaggi di una certa caratura per concentrare il potere nelle mani del premier. Il resto lo fanno la decretazione di urgenza e il ricorso al voto di fiducia. In fondo quello che un tempo era appannaggio delle minacce di golpe ora lo si fa all’interno delle istituzioni per dissanguarle e privarle di sostanza , un giochetto attuato ormai danni. La riforma costituzionale in senso presidenziale sarà solo una questione di forma , di adeguare il dettato della carta fondamentale alla realtà. E non si può negare che questa è la grande lezione della P2 e del piduismo di Gelli a cui lo stesso Berlusconi deve non poco per le sue fortune…
La presenza di Gelli su Odeon Tv non ha avuto l’eco e l’attenzione dovuta e richiesta : si trattava della proclamazione di una vittoria e , al tempo stesso , di un messaggio inequivocabile all’allievo Berlusconi. Fra le altre cose il Venerabile ha affermato che “il Piano di Rinascita Democratica si stava realizzando” , “Berlusconi era il suo erede , l’unico capace di portare fino in fondo il progetto” , che “Berlusconi avrebbe dovuto governare senza curarsi della minoranza”e che “sulla sua riforma costituzionale convergevano non solo il centrodestra ma anche buona parte del centrosinistra”. Il Venerabile ha poi fatto esplicita professione di fascismo , ideologia a cui sarebbe rimasto fedele nel corso della sua intiera vita. Dichiarazioni che , allo stato attuale , meriterebbero un approfondimento… Non dimentichiamoci che la P2 è stata anche il crocevia e il luogo di convergenza di taluni ambienti americani e vaticani e di varie mafie oltre che di settori politici , finanziari ed imprenditoriali italiani di cui , forse , Gelli stesso è stato solo un portavoce.

E’ veramente assordante il silenzio che circonda la P2 , i suoi propositi presidenzialisti e i suoi rapporti con il berlusconismo. Poche le eccezioni fra coloro che se ne sono occupati e fra queste c’è il giornalista e scrittore Marco Travaglio a cui si può imputare di essere diventato una sorta di stella del firmamento mediatico , di costituire una sorta di valvola di sfogo per gli istinti “antiberlusconiani” ed “antipartitici”. Non si può non riconoscere , tuttavia , che la sua lettura del berlusconismo e della relazione con il piduismo sia puntuale e chiarissima… Travaglio ha colto nel segno quando ha sottolineato questa azione volta a “prosciugare” le istituzioni dall’interno. L’adozione del concetto di “democrazia autoritaria” , poi , è assolutamente efficace : si mantiene la forma , ma la sostanza è quella del regime che restringe sempre più gli spazi dell’opposizione.
Ma che quel che più conta è la sostanza sono gli stessi Gelli e i piduisti ad insegnarcelo : il Piano di Rinascita non si configura esplicitamente come un progetto di riforma presidenziale , ma è lo stesso Gelli , durante una storica intervista al giornalista piduista Costanzo sul giornale allora piduista “Corriere della Sera” del 1980 , a ricordare come il piano avesse esplicitamente un sapore plebiscitario e che avrebbe dovuto giovarsi dell’apporto di Andreotti e di Craxi , i due “nemiciamici” alla cui riconciliazione il Venerabile mirava.
Poco importa , invece , se , come sostiene Travaglio , Berlusconi è andato “oltre” Gelli nel portare avanti la realizzazione di una democrazia autoritaria. Lo stesso Berlusconi è un derivato , un prodotto , un portato , come d’altronde lo stesso Gelli , della storia italiana e ribadirei piuttosto che quel che Gelli faceva “sotterraneamente” , Berlusconi lo concretizza alla luce del sole perché i tempi sono maturi.

Nella “lezione” , che Travaglio ha condotto a Roma su Berlusconi ed il piduismo , – con un’ironia che , peraltro , pure Beppe Grillo dovrebbe rimpiangere ed è curioso questo scambio di ruoli in cui comici , autori di satira , giornalisti , opinionisti e polemisti si scambiano i loro ruoli e li confondono – c’è , però , un punto che desta la mia perplessità… Il salace giornalista liquida il presunto fascismo insito nel piduismo e nel berlusconismo come una “solenne stronzata” , mentre in proposito bisognerebbe riconoscere che tale rapporto è più complesso di quel che appare a prima vista e non andrebbe banalizzato o “evitato”. Mi spiego… E’ ovvio che il fascismo storico , quello dei gagliardetti , dei fasci del littorio , quello dei busti di Mussolini e della dottrina corporativa con tutta la zavorra di pulsioni nostalgiche che si porta dietro , è un residuo del passato , ma , ancora una volta , è necessario guardare alla sostanza… Innanzitutto bisognerebbe chiedersi perché si debba sentire tutta questa urgenza di rivalutare la figura del Duce : se appartiene alla storia , è giusto che se ne occupino gli storici , ma quando entra la politica l’odore di bruciato si fiuta a miglia di distanza. Le dichiarazioni e la professione di ammirazione nei confronti di Mussolini da parte di Berlusconi in passato e di Dell’Utri in tempi più recenti sono sincere ed attengono ad una concezione politica sempre più diffusa nel nostro paese. Lo stesso Gelli ha potuto orgogliosamente ribadire la convinzione fascista che è sempre stata alla base della sua azione politica. Ma come potremmo definire il fascismo ? C’è un fascismo del passato e uno del presente ? O c’è qualcosa che si dispiega nell’intero nostro corso storico ?

A mio avviso il fascismo è stato a sua volta il prodotto di una cultura e di una mentalità molto presenti dagli albori della nostra nazione. Insomma prima di Mussolini c’è stato Bava Beccaris per fare un nome… Alla commistione di violenta arroganza , di sciovinismo ed intolleranza si aggiungono la mentalità – con termine , ne sono consapevole , infelice – “sbirresca” nel senso di una percezione distorta sul proprio ruolo da parte di settori non indifferenti delle forze dell’ordine che si ritengono al di fuori delle regole e al di sopra della legge e una violenza , un teppismo , un vandalismo spesso gratuiti e fini a sé stessi elevati a sistema “ideologico”. Questo humus diventa fertile proprio quando la forza della Legge nei confronti della cittadinanza è molto debole e la cultura del rispetto delle regole è assai scarsa. Così si sviluppa una malintesa concezione dell’ordine che pretende di legittimarsi al di fuori del sistema delle regole e al contempo si manifestano spinte alla illegalità violenta. A ciò si aggiunga un’allergia per i movimenti sociali o che scaturiscono dalla società civile avvertiti , paradossalmente , come sovversivi e potenziali nemici di quell’ordine sostanziale che ha fatto sfracelli del sistema formale e legale. Non è solo la spinta data dalla “Guerra Fredda” all’ostilità nei confronti del comunismo e delle sinistre , l’avversione ed il disprezzo per le “piazze” ha conosciuto un percorso storico ben più lungo… Una storia lastricata da numerose morti… Non è solo la storia di quell’anticomunismo che ha preso di mira soprattutto il PCI e che ha fatto e continua a fare molti danni , ma che investe una ben più ampia fetta della sinistra reale presente nel paese. Anche questo è parte della biografia della nostra nazione…

Come se non bastasse , in tempi più recenti , il clima internazionale dominato dalla cosiddetta “guerra al terrorismo” non poteva che incoraggiare tali pulsioni nel nostro paese e quel che è accaduto al G8 di Genova è stato , probabilmente , la prova generale… Le violenze e gli abusi da parte delle forze dell’ordine dopo un periodo di relativa calma e ad anni di distanza dai morti per la Legge Reale , hanno occupato in taluni casi pagine di cronaca , mentre dall’altra faccia della medaglia assistiamo al fiorire di gruppi e di gruppuscoli di estrema destra che reclutano giovani e giovanissimi forgiandoli su penosi disvalori che non sono altro che le vesti con cui coprire corpi colmi di rabbia e di rancore spesso pure confusi. Non stupisce , quindi , che nelle pagine di cronaca nera capiti sempre più spesso di imbattersi in taluni fenomeni a livello “micro”. La questione investe soprattutto l’antropologia prima della politica.

La miscela più esplosiva di questa “febbre” italica si sviluppa proprio nelle piazze con la curiosa sintonia fra frange delle forze dell’ordine più repressive e dei settori dell’ordine pubblico più avvezzi allo scontro da un lato e manifestanti estremisti violenti molto spesso infiltrati da provocatori. Ed è qui che la tentazione di far degenerare le manifestazioni di piazza , di provocare scontri e disordine , di screditare la parte – sempre in maggioranza – pacifica dei manifestanti , di facilitare l’intervento energico della polizia e delle altre forze dell’ordine “forti ormai del consenso popolare” si fa irresistibile ! Il disordine e il caos al servizio dell’instaurazione di un certo tipo di ordine… L’intervista dell’ex Presidente della Repubblica , ex Ministro degli Interni e “gladiatore” Cossiga è , per molti aspetti illuminante… Che il nostro sia completamente “lucido” è fatto da dubitare , ma , tuttavia , non bisogna dimenticare che il “picconatore” , non a caso pur egli fautore del suddetto “presidenzialismo” , ha aperto squarci interessanti sulla nostra storia. Da ex Ministro degli Interni ha consigliato a mezzo stampa a Maroni di utilizzare provocatori ed infiltrati fra i manifestanti dell’Onda in modo da provocare incidenti e caos e determinare l’intervento deciso della polizia in stile simil G8 genovese. Come al solito , Cossiga parlava di sé stesso , di quando era Ministro degli Interni di un governo monocolore democristiano retto dalla non sfiducia dell’intero arco costituzionale (PCI compreso) reggendo strutture ampiamente infiltrate dagli elementi anticomunisti e ultratlantici della P2. Immaginatevi : un Ministero che ha in mano la gestione dell’ordine pubblico retto da un appartenente alla GLADIO che si avvaleva della collaborazione di piduisti e anticomunisti viscerali. Infatti la gestione della piazza nel triennio 1976 – 1978 è stata fra le peggiori e più disastrose che si ricordi… Tornano alla mente i numerosi morti fra manifestanti e poliziotti , la morte di Giorgiana Masi durante una manifestazione dei Radicali in cui si potevano riconoscere poliziotti travestiti da “autonomi” , gli equivoci della violenza insita dei gruppi dell’Autonomia fino al rapimento e all’assassinio dell’onorevole Moro da parte delle BR che , sicuramente , godettero di fiancheggiamenti quantomeno “curiosi”, quando i Comitati di crisi del Ministero degli Interni di Cossiga vennero occupati da elementi piduisti , filoamericani , ultratlantici e anticomunisti… Una gestione disastrosa si dirà , invece… invece fu il capolavoro che consentì di frenare la spinta a sinistra e di dare al paese un diverso indirizzo politico ed il capolavoro nel capolavoro fu proprio quello di accentuare alla divaricazione fra la “sinistra dei garantiti” rappresentata dal PCI e quella dei “non garantiti” inserita nel magma dell’Autonomia e nel Movimento del 77 fino a provocare uno scontro violento nelle parole e nei fatti. D’altronde il PCI era troppo impegnato a ricercare una legittimazione nel sistema democratico parlamentare per accorgersi della trappola , mentre dall’altro lato si lasciò che il Movimento venisse egemonizzato dalla violenza armata dell’Autonomia tutta intrisa di un marxismo equivoco e che , d‘altro canto , non era immune da infiltrazioni e tentativi provocatori. Il risultato fu di far accantonare la linea del Compromesso Storico fra DC e PCI soprattutto con l’operazione Moro e di far arretrare notevolmente il PCI da l punto di vista elettorale. La stagione terroristica delle BR e degli altri gruppuscoli armati di estrema sinistra non farà altro che spostare in un determinato senso l’asse politico e ancor oggi il “marchio” BR è piuttosto utile per rintuzzare qualsiasi contraccolpo a sinistra visto che , molto recentemente il logo è stato nuovamente riesumato a La Spezia in un periodo in cui il governo ha , comunque , certamente bisogno di maggior consenso. Insomma Cossiga , poco importa se consapevolmente o meno e se , in realtà , il Ministero era nella effettive mani della P2 , ha compiuto il capolavoro che ancora ci portiamo dietro. Altro fatto curioso è che , in effetti , qualche giorno dopo la “deliziosa” intervista di Cossiga , così colma di civile ed equilibrato senso democratico , a piazza Navona si verificarono degli incidenti durante una manifestazione del Movimento studentesco dell’Onda gabellati per scontri fra giovani di estrema destra ed estrema sinistra in cui , naturalmente , le responsabilità dovevano ricadere innanzitutto su questi ultimi… Capolavori come quello di Cossiga nei tardi anni Settanta oggi sono un po’ più difficili forse perché , come già aveva dimostrato il G8 di Genova , sono molti gli “occhi” che vedono e lasciano testimonianza di quel che è accaduto. La verità è venuta presto a galla : squadristi provenienti soprattutto dal centro sociale di estrema destra Ezra Pound si sono accaniti selvaggiamente su ragazzini delle Medie per cui , successivamente , si è verificata la comprensibile e giustificabile reazione difensiva degli studenti e dei centri sociali di estrema sinistra considerata l’inerzia della polizia. Dai filmati appare piuttosto chiara la strana sintonia fra elementi delle forze dell’ordine e i neofascisti. Alla luce di questi fatti si dovrebbe indagare sui tentativi dei gruppi di estrema destra e neofascisti di inserirsi nell’Onda. L’operazione , per il modo maldestro in cui è stata condotta , si è rivelata , piuttosto , un boomerang.
Grazie ad un’esperienza storica più che decennale possiamo costruire una sorta di tipologia degli interventi provocatori durante le manifestazioni di piazza al fine di screditarle e di reprimerle.

(1) “Squadrismo” : in questo campo l’esperienza accumulata è tale e tanta per cui gli elementi disponibili non dovrebbero mai scarseggiare. Si tratta delle azioni di violenza rivolta verso i manifestanti stessi con l’uso di armi quali mazze , bastoni , manganelli e , nel caso , pure coltelli. Essendo parte imprescindibile della cultura neofascista , i gruppuscoli di estrema destra ben inquadrati , addestrati e armati possiedono il giusto bagaglio “tecnico”. Non è escluso , però , il ricorso a squadre di volontari “apolitici” o a picchiatori prezzolati. L’intento è quello di provocare la reazione dei manifestanti per portarli sul terreno della violenza e delegittimarli. Il celebre Edgardo Sogno , “liberale monarchico” , fautore di un “golpe bianco” che escludesse la partecipazione dei neofascisti , piduista , filoamericano e filoinglese pur ostentando un antifascismo di maniera espresse a più riprese il suo apprezzamento per lo squadrismo del fascismo “diciannovista” rissoso e attaccabrighe contro la “tracotanza rossa” , un modello utile pure per le squadre “bianche”.

(2) “Guerriglia” : diversamente dallo “squadrismo” , la “guerriglia” si organizza in azioni
contro i tutori dell’ordine con l’uso di armi come le bottiglie molotov , sassi e altri corpi
contundenti. E’ possibile che l’azione di tali gruppi sia del tutto inconsapevole nel senso
che essi sono convinti di ingaggiare un vero e proprio scontro armato con la polizia , ma ,
in realtà , la loro azione era già ampiamente prevista ed ha lo scopo di legittimare
l’intervento nei confronti della parte più ampia dei manifestanti. Si può , però , far ricorso
a provocatori ed infiltrati di professione. Sia nel caso che si tratti della guerriglia urbana
di estrema sinistra che di quella di estrema destra siamo di fronte ad elementi che hanno
dimestichezza con le azioni di scontro metropolitano. Gli scontri con la polizia , poi ,
possono essere concertati , virtuali e simulati con le due parti che , in realtà , sono d’accordo
, oppure , nel caso soprattutto dell’utilizzazione dei provocatori infiltrati , si può scatenare
un reale scenario di guerriglia urbana e il sacrificio di agenti in servizio può sempre
cinicamente tornare utile.

(3) “Vandalismo” : si tratta di azioni di violenza e devastazione contro “cose” e proprietà ,
spesso vandalismo e teppismo celato da presunte giustificazioni pseudopolitiche come
l’assalto alla proprietà e al capitale o ai simboli riconducibili alle multinazionali e alle
corporations o ai santuari degli stili di vita consumisti ed edonisti. Azioni condotte
prevalentemente da gruppi simil Black Bloc , casseurs o dell”autonomia”. Piuttosto ovvio
l’impatto mediatico provocato dalla visione di tali spettacoli condite da saccheggi , incendi
di negozi , devastazioni di auto e non è difficile immaginare come vi partecipano anche
“gruppi” e bande del tutto disinteressate alla politica come gli ultrà da stadio ed altre bande
o teppisti giovanili che nella violenza fine a se stessa e nella rabbia si realizzano e si
esauriscono. MI sovvengono parole contenute nel Piano di Rinascita democratica piduista
e gelliano che sottolineavano la necessità del pugno duro contro le bande di estremisti
pseudopolitici e teppistiche equiparate alla delinquenza comune. Sono sicuro che in Gelli
& c. non mancava un senso di soddisfazione per la diffusione di queste bande.

Guardando a questa tipologia non si po’ fare a meno di rammentare ancora una volta quanto spesso non sia importante il marchio o la matrice delle violenze di piazza , perché occorrerebbe piuttosto guardare agli effetti e in tutto ciò è racchiuso il senso delle parole di Cossiga. Non mancano gli elementi disponibili a causare violenza , caos , incidenti e devastazioni durante le manifestazioni : si può contare sugli estremisti di varia estrazione , sui poliziotti travestiti , sugli infiltrati e sui provocatori di professione , su individui prezzolati e mercenari o su veri e propri delinquenti.
Abbondano , poi , i ragazzini in tempesta ormonale o con la testa piena di idee confuse , giovani convinti di adottare comportamenti trasgressivi e anticonformisti ma che si rivelano – ahimè per loro – di segno esattamente contrario… E c’è la rabbia incontrollata delle sommosse urbane , il più delle volte provocata dalla brutalità poliziesca , concentrate spesso nelle periferie che quanto più vengono trascinate nel tempo senza alcun indirizzo , tanto più possono sortire effetti opposti.

A mio parere , se non sussiste un chiaro intento ed indirizzo politico che sfoci nella modificazione dei rapporti di potere o in una pressione tale da cambiare in maniera piuttosto radicale , l’uso della violenza con contorno di incidenti , caos , guerriglia urbana e devastazioni finisce per rafforzare sempre l’ordine delle cose esistenti e mi sembra che siano pienamente confermate le parole di Roberto Cavallaro , colui che avrebbe potuto essere il “pentito” in grado di scoperchiare il segreto della GLADIO che avrebbe resistito per quasi altri venti anni. Nel corso dell’istruttoria dell’inchiesta padovana sulla struttura eversiva filoatlantica della Rosa dei Venti rivelò che era normale modus operandi non solo quello di reprimere duramente le manifestazioni , ma anche quello di provocare il disordine , la violenza ed il caos nel caso in cui non si fossero palesati pericoli imminenti. Insomma se il pericolo non c’è , te lo crei da te ! Le parole di Cavallaro , quindi , fanno legittimamente sospettare che la STAY BEHIND , la rete clandestina della NATO , e , di conseguenza la sua articolazione italiana – si tratti della GLADIO o di un’altra struttura – fosse implicata nelle operazioni tese a destabilizzare l’ordine per “stabilizzare”. Forse Ferruccio Parri non lo sapeva , ma quando , agli inizi degli anni Sessanta , denunciò la presenza di squadre di volontari che creavano incidenti durante le manifestazioni , aveva forse messo il dito su quella plaga. L’appartenenza alla GLADIO dell’illustre senatore a vita Cossiga acquista denso significato : come poteva essere all’oscuro su quello che accadeva nelle piazze ? Difatti lui stesso asserisce di saperne molto di più su quanto palesato fino ad ora. Segreti che , probabilmente , si porterà nella tomba…
Anche nella nostra più recente storia incontriamo , quindi esempi lampanti di questa gestione dell’ordine pubblico : dai morti del dopoguerra al Sessantotto , dagli equivoci scaturiti dal “nazimaoismo” al magma dell’”autonomia” , dal Movimento del 77 ai No Global e agli scontri del G8 di Genova fino all’Onda… Tutto questo ha qualcosa a che vedere con una concezione autoritaria della politica , con una protervia spinta fino alla violenza e un’intolleranza verso le opposizioni mentre il “gioco” democratico dovrebbe prevedere che un trasferimento della quota di consenso e la sua accettazione… Ma qui si bara palesemente… Se non funziona il conformismo e l’apatia instillate dalle dosi massicce di banalità somministrate dai mezzi di comunicazione di massa , interviene il “bastone” palesato nelle parole e nei gesti. Probabilmente il ventennio fascista ha costituito la punta più alta di questo italico vizio sintetizzato dallo slogan mussoliniano “Me ne frego !”. Così la categoria del “nemico comunista” è stata estesa a coloro che non hanno mai accettato questo stato di cose e , in varie forme , si sono opposti.
E’ mia personale opinione , inoltre , che l’autoritarismo insito in certa italica mentalità con il ricorso alla repressione , alla provocazione , allo squadrismo e al teppismo “estetizzato” o elevato a sistema politico abbia fornito un modello anche per i nostri alleati americani. Non è un mistero che William Colby , già Capo Stazione CIA e poi direttore della stessa Agenzia negli anni Settanta , abbia avuto modo di ammettere che “l’Italia è stata il più grande laboratorio per le operazioni clandestine” e possiamo immaginare a cosa si riferisse… Le operazioni di infiltrazione , provocazione e strumentalizzazione del radicalismo e dell’estremismo sono state compendiate nell’operazione CHAOS della CIA e nei vari Field Manual a disposizione dei servizi segreti del Pentagono. Sicuramente l’apporto degli elementi della P2 è stato prezioso negli anni della “strategia della tensione”. Non possiamo dimenticare , poi , come quel famoso Michael Ledeen , già ex trockista e “cervellone” della dottrina neoconservatrice , presunto contatto americano della P2 e sicuro “padrino” di quel Pazienza che è stato giovane consulente del piduista SuperSISMI , ed in tempi più recenti agente di influenza dell’amministrazione Bush jr. , avesse scritto agli inizi degli anni Settanta un saggio che trasudava ammirazione per Mussolini ed il fascismo. Difficile non pensare ad una certa continuità , sia pure in forme “postmoderne” e più aggiornate.
La democrazia autoritaria è già realtà , considerata la progressiva dissoluzione della carta costituzionale , ma quali saranno le forme concrete di questo autoritarismo ?

Mi ero ripromesso di trattare anche la questione della crisi del PD , ma mi accorgo di stare abusando della vostra pazienza… Ne riparleremo anche perché , nel frattempo , è Natale e io vi faccio i migliori auguri anche per un Nuovo Anno che sia il più sereno possibile. Mi congedo e vi do appuntamento per il 2009. Ciao

HS
Fonte: www.comedonchisciotte.org
5.01.2009

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