FONTE: LEAP2020.EU
GEAB n. 81 – 15 Gennaio 2014 – SOMMARIO
Nei primi mesi del 2014, tutti i proiettori saranno puntati sull’Eurozona, sulla Cina, sulla Russia e sui BRICS dove, con incredibile rapidità, vengono progettati gli strumenti per modellare il “mondo del dopo”, cui il “mondo di prima” sta passando la mano. Permane, tuttavia, il rischio di un’esplosione, dovuta al surriscaldamento del mondo finanziario, provocato dagli incredibili squilibri americani …
Anticipazioni per il 2014: 26 tendenze-chiave, «13 in su e 13 in giù»
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Calendario degli eventi del 2014
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GlobalEurometre – Risultati e analisi
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GEAB n. 81 – 2014 – CAOS POLITICO MONDIALE, SMOG STATISTICO, RISCHIO DI ESPLOSIONE DEL MONDO FINANZIARIO … MA CONTINUANO AD EMERGERE SOLUZIONI PER IL MONDO DEL FUTURO
Gli storici che sostengono di come il XIX secolo parta in realtà dal 1815 (Waterloo), per andare fino al 1914 (1a Guerra Mondiale), riterranno senz’altro che il XX° secolo sia compreso fra il 1914 ed il 2014 – anno che vedrà la fine del vecchio sistema e l’emersione di quello nuovo. In questo nuovo anno dunque, diamo il benvenuto al XXI secolo!
Avevamo messo il 2013 sotto il segno del: «primo passo del “mondo del dopo”, effettuato nel caos generale» (1). Un anno che possiamo davvero considerare come l’anno-zero del nuovo secolo, al termine del quale le soluzioni per il “mondo del dopo” stanno emergendo da tutte le parti.
Nei primi mesi del 2014, tutti i proiettori saranno puntati sull’Eurozona, sulla Cina, sulla Russia e sui BRICS, dove gli strumenti per modellare il “mondo del dopo” vengono progettati con incredibile rapidità: il “mondo di prima” sta passando la mano al “mondo del dopo”.
Permane, tuttavia, il rischio di un’esplosione, dovuta al surriscaldamento del mondo finanziario, provocato dagli incredibili squilibri americani, che non sono stati risolti. Il periodo di transizione che stiamo vivendo è certamente promettente, ma anche notevolmente pericoloso.
Uno dei pericoli sta nello “smog” (2) statistico che probabilmente caratterizzerà quest’anno: da un lato gli indicatori economici e finanziari degli Stati Uniti hanno perso ogni residuo senso – a forza di essere manipolati, per nascondere la catastrofica realtà – dall’altro gli strumenti statistici dei paesi emergenti non sono ancora sufficientemente affidabili, per illuminare correttamente la realtà.
Nel 2014 – sia per il crollo della credibilità, che è in corso da diversi anni, che per la necessità di dover pianificare le strategie per portare trasparenza nell’economia mondiale – toccheremo il fondo della comprensibilità statistica. E questo fatto non sarà senza conseguenze.
Piano completo dell’articolo:
1 . LO ” SMOG” STATISTICO
2 . LA RIMONTA DEI TASSI ED IL CEDIMENTO DEL SETTORE IMMOBILIARE STATUNITENSE
3 . FINE DELL’EUFORIA NELLE BORSE?
4 . IL CAOS POLITICO
5 . 2014: COMINCIA AD ESSERE VISIBILE LA FINE DELL’ERA DEL PETROLIO
6 . LE SOLUZIONI SONO IN MARCIA
In questo numero del GEAB vi presentiamo le parti 1 e 2 .
LO “SMOG” STATISTICO
Il periodo attuale è particolarmente difficile da analizzare. Le iniezioni di liquidità delle Banche Centrali non hanno equivalenti storici, ed agiscono insidiosamente, come fossero morfina: le borse evolvono in modo inversamente proporzionale alla salute economica del paese, la finanza ed i derivati sono fuori controllo, l’Occidente [ed in particolare gli Stati Uniti] cerca di nascondere la sua disastrosa situazione, attraverso indicatori che non significano più niente, come ad esempio il tasso di disoccupazione …
Abbiamo analizzato attentamente questa “nebbia statistica” nel GEAB n. 73: la bussola del vecchio mondo è proprio andata in frantumi.
I mercati, alimentati dalla Fed con il biberon, non volendo abbandonare il paradigma del dollaro – finché esiste, ci sarà comunque un po’ di sangue da succhiare – sono in gran parte responsabili di questa cecità.
Come la rana nel boiler, che non sente l’aumento della temperatura fino a quando è troppo tardi, l’aver rotto il termometro è stato certamente utile per illudere se stessi, ma porterà al suicidio: se trovare l’uscita è già difficile in pieno giorno, farlo al buio diventa pressoché impossibile.
Lo abbiamo già detto, l’Eurozona ha avuto la ventura di trovarsi sotto i riflettori per diversi anni, a causa della “crisi dell’euro”, e non ha potuto nascondere le sue difficoltà sotto carrettate di soldi (3), al contrario degli Stati Uniti che, come vedremo, si dirigono bendati verso il precipizio.
Le variazioni di bilancio delle Banche Centrali, a partire da Agosto del 2008, in termini percentuali. Fonte: Merk Investments
Nel periodo attuale, dunque, un occhio è spento e l’altro, purtroppo, non sta ancora guardando. Quella parte del mondo che è “emersa”, ovvero i BRICS, ed in particolare la Cina, inizia solo ora a costruire un apparato statistico, adeguato alle sue ambizioni internazionali.
Senza contare che alcune delle “dipendenze” occidentali sono state adottate anche da questi paesi, come ad esempio il ricorso al debito ed alla finanza deregolamentati, e pongono nuovi pericoli.
Anche la Cina, in effetti, comincia a preoccuparsi del debito delle sue amministrazioni locali, dei suoi “veicoli di finanziamento per i governi locali” (4) ed infine del suo “sistema bancario ombra” [lo “shadow banking”], di cui tutto il mondo ignora l’ampiezza, in mancanza di statistiche attendibili (5).
Questo “sistema bancario ombra” è essenziale per i finanziamenti alle piccole imprese ed alle comunità locali, ma è incontrollabile … considerazione che ha portato Pechino a volerci veder chiaro, in questo settore, e a regolamentarlo, come dimostra il recente lavoro statistico fatto dall’ufficio nazionale di auditing, o la maggior trasparenza richiesta alle banche cinesi, o il divieto quinquennale, per le autorità locali, di costruire nuovi edifici istituzionali ricorrendo al finanziamento “ombra” (6).
Malgrado tutti questi sforzi, che porteranno rapidamente i primi frutti – la situazione internazionale richiede che tutti i dati possano essere visti con chiarezza – saranno comunque necessari alcuni anni, prima che in questi paesi possa esserci un sistema statistico attendibile.
Il governo cinese, inoltre, ha bisogno di alcune zone d’ombra per ancora un po’ di tempo: non può far luce senza prima aver pulito la casa!
I leaders sono conseguentemente costretti ad andare avanti usando una notevole cautela, perché si trovano su un percorso accidentato, privo di indicatori affidabili per valutare correttamente le situazioni. In questa situazione, qualsiasi anticipazione/previsione/pianificazione è ovviamente molto più difficile.
Tuttavia, mentre i paesi emergenti si trovano su dinamiche estremamente potenti, che permettono loro di commettere qualche errore, eventuali passi falsi potrebbero portare gli altri paesi, al contrario, a delle conseguenze drammatiche.
E’ questa la ragione per cui la Fed sta facendo un notevole e funambolico lavoro di equilibrio. Ed ha avuto abbastanza talento, fino ad ora, per tenere il paese sul filo … almeno fino a quando c’è ancora un filo.
LA RIMONTA DEI TASSI E LA CADUTA DEL SETTORE IMMOBILIARE STATUNITENSI
Nel frattempo, il secolo che sta finendo [come abbiamo visto sopra, il periodo 1914-2014, ndt] continua lentamente a morire. Malgrado le operazioni portate avanti dalla Fed, ed il suo enorme programma di QE [Quantitative Easing], i tassi d’interesse sulle obbligazioni statunitensi cresceranno in modo inesorabile.
Ne abbiamo dettagliato le ragioni nella sezione ”Télescope”, dove dimostriamo che questa tendenza andrà a continuare, nel corso del 2014.
Tasso percentuale d’interesse sulle obbligazioni a 10 anni degli USA, Giugno 2012 – Gennaio 2014. Fonte: MarketWatch
Il semplice aumento di un punto percentuale del tasso d’interesse a 10 anni [dal 3 al 4 %], significherebbe un graduale aumento della spesa al servizio del debito pubblico [per il pagamento degli interessi annuali], fino ad un totale di circa 150 miliardi di dollari (7) [calcolato su tutto lo stock del debito], per compensare il quale la Fed ha cominciato a diminuire i suoi obblighi di riacquisto.
Ma non è questa la cosa più dolorosa. Il grafico a seguire ci indica qualcosa di molto più pericoloso :
Se al tasso del 3.5% una famiglia può prendere in prestito 400.000 dollari, pagando mensilmente 1.800 dollari, al tasso del 5,5% non può prendere in prestito che 317.000 dollari, a parità di pagamento mensile: i prezzi delle case dovrebbero quindi diminuire di circa il 20% [!], per mantenere costante il potere d’acquisto …
Abbiamo già visto, nel GEAB n. 80, che la preoccupazione comincia ad essere palpabile (8), il 2014 vedrà un calo significativo nei prezzi del mercato immobiliare statunitense, argomento su cui ci soffermeremo nella sezione “Télescope”.
In questo momento, tutta la finanza legata al settore immobiliare sta funzionando con l’ipotesi di un aumento dei prezzi (come nel biennio 2007-2008); in aggiunta, numerosi crediti al consumo, negli Stati Uniti, sono garantiti dalla casa … la debolezza del mercato immobiliare si propagherà, quindi, sul totale dell’economia. E’ questa la cattiva notizia, all’inizio di quest’anno.
Fonte: www.leap2020.eu/
Link: http://www.leap2020.eu/Francais_r26.html
15.01.2014
Traduzione per www.comedonchsciotte.org a cura di FRANCO
Note:
1) Titolo del GEAB n. 70 (Dicembre 2012).
2) Con il termine “smog” si intende la miscela di fumo e nebbia che copriva periodicamente Londra, all’epoca della rivoluzione industriale.
3) Questo spiega gran parte della sua scarsa crescita. Negli Stati Uniti, la crescita ufficiale nel 2013 è stata di circa 400 miliardi di dollari (circa il 2,5 % del PIL), mentre la Fed ha iniettato nell’economia più di 1.000 miliardi di dollari … mancano 600 miliardi. Nello stesso periodo, la BCE ha ritirato circa 1.000 miliardi di dollari (730 miliardi di euro, fonte BCE) per una crescita vicina allo zero, un “guadagno” di 1.000 miliardi di dollari! Chi è che sta male? Si veda anche il grafico a seguire.
4) Fonte: Ecns.ch, 2014/01/08
5) Si legga al riguardo Les Echos (2014/10/01) e Bloomberg (2014/01/09).
6) Fonte: La Croix, 30/07/2013.
7) Valutati da Wikipedia, tenendo conto della distribuzione delle scadenze del debito statunitense.
8) Si veda anche il preoccupante articolo di MarketWatch (2014/01/14).
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