Fulvio Grimaldi
Mondocane (fulviogrimaldi.blogspot.com)
Si sono rubati l’arcobaleno
Questo testo si aggiunge alla nostra discussione su “Visione TV” di Francesco Toscano, mercoledì sera, con Francesco Carraro, Aldo Maria Valli (già vaticanista con me al TG3) e Alessandro Meluzzi. Trasmissione centrata sulla questione ZAN-Vaticano-LGBTQI+++. Questione vista anche sotto la luce di un’operazione di potere articolata sul proprio vittimismo e sull’invenzione di un fantasmatico, ma feroce nemico. Un attacco che si affianca altre grandi campagne di disgregazione sociale dei globalisti: Covid, migrazioni, antifa, terrorismo, diritti umani, ecc. Chissà come si sente l’arcobaleno, segno di pace e vita. Forse come “Bella Ciao”, quando la cantano il PD o le Sardine.
Appare una Chiesa cattolica scissa nelle due correnti “progressista” e conservatrice, entrambe ovviamente presidiate dai multilaterali gesuiti. Scontro che mirabilmente agita un parlamento, finora “zitto e buono” (Maneskin) sulle questioni che determinano il destino della nazione e ora deputato a indirizzare la società, a plandemia/pandemonia sospesa per l’estate, verso nuove contrapposizioni. A seguire qui qualche considerazione, non scollegata, sulla natura della nuova classe dirigente messa in campo dai Grossi Vecchi e sui suoi araldi mediatici più apprezzati e meno stimabili.
Dal Re Sole al Re Iguana
Dall’Ancien Regime al Regime Ancien
La “Coppa Fake News” a “Mentanelli” (grazie anche a Massimo Mazzucco https://fb.watch/6jmg8OgNMc/ )
Draghi, il lecca lecca euroatlantico della categoria
Partiamo da un assunto di una solidità incrollabile e inconfutabile, scolpito nel marmo della Storia successiva alla classicità ed elevata a sistema globale indeffettibile e coercitivo nella fase genocida del capitalismo: tutto quello che ci viene dalle classi dirigenti da Washington a Kiev è frutto di intento criminale, anti-umano, anti-vita, anti-libertà. Oltrechè stupido, volgare, patologico. Difficile accettarlo, vero? Tant’è che un gran pezzo della nostra specie, convinta da persuasori occulti e scoperti, comunque mercenari prezzolati, che chi ci governa e ci narra, lo fa perchè di noi rappresentante e, dunque, nel nostro interesse. Ciechi e sordi, non si avvedono neanche del tumulto che vede questi nostri rappresentanti correre all’impazzata per arrivare primi al boccone del PNRR, per quanto a debito, tanto sarà la macina che schiaccerà negli abissi noi e poi le generazioni dopo. Quelle scampate al vaccino.
Palazzo Chigi se la tira da Versailles
Si vedano i topini umani che si sono ritirati nel guscio anti-virus e poi pro-vaccino. E non gli dice niente che all’omuncolo con chip e bit al posto delle vene siano venute col tempo e i veleni, come altrove narrato da Kafka, le fattezze di rettile. Ditemi se, quando ghigna, non pare un iguana. Partorito dal caveau Goldman Sachs, piuttosto che da una palude. Ma fa lo stesso. Ditemi se il suo vanto maggiore, solennemente conclamato ogni due per tre, non sia quello di zerbino della Nato, steso sull’uscio del mattatoio che questa congerie allestisce in giro per il mondo nel suo impegno per l’ecologia. Se la sua corte di lustrascarpe e consigliori non sia il fior fiore dei cravattari bocconiani che stanno all’interesse del cittadino come la Vandea sta ai bolscevismo. Se non sia stato incoronato, non sentiti, nè prima, nè dopo, nè i partiti, nè il parlamento, da chi trasmette investiture direttamente da dio.
Che la sua maestrina dalla penna rossa sia una bionda, ex.ministro della Difesa ( inquisita per malversazioni, titolo d’onore), sia la fanciulla fiorita all’ombra di CIA e Pentagono e irrobustitasi col sangue di genti innocenti, versato dalle truppe da lei ordinate in Iraq o Afghanistan o Mali.
Quanto al firmamento sopra questo utensile, hic sunt bisciones. Così l’Europa resta un appendice scodinzolante che sta agli USA come Pantelleria sta alla Scandinavia, quando Storia, Geografia e Logica l’avevano collocata a compimento naturale, complementare, sinergico, del grande e pacifico continente eurasiatico.
Le cavallette di Draghi
Una classe dirigente cialtrona, composta da scappati di casa, trafficoni e traffichini, malviventi e imbroglioni, spie e venduti, magliari incompetenti.Tutti rinserrati nel triangolo con cazzola e grembiulino. Triangolo euro-atlantista-talmudista risciacquato in Cosa Nostra, con un proposito: togliere di mezzo popolo, sovranità, identità, ecologia. Triangolo che veleggia su un globo spianato (i terrapiattisti sono loro) grazie all’insipienza di masse passivizzate, infantilizzate e ridotte in fazioni contrapposte dal ricatto della paura e dal virus vero dell’ignoranza. Triangolo al momento impegnato con entusiasmo a sterminare o disabilitare bambini e ragazzi a forza di miocarditi, pericarditi, trombi e cellulari. E DL Zan.
Guardatelo bene Roberto Cingolani, uno che quanto va facendo all’Italia mette in ombra ciò che Jack lo Squartatore ha fatto e avrebbe voluto ancora fare alle prostitute di Whitechapel. E’ uno stendardo, l’emblema, la quintessenza dello Spirito Verde (“Green” per i burini) del tempo. Non ha fatto in tempo a percorrere i due metricubi di valletti e stuoini tra l’ascensore e il suo ufficio con ficus e frigo, che già aveva cosparso Adriatico, Ionio e terre varie di trivelle patrolifere e inceneritori. Sentito l’ecologo Berlusconi e fattosi orecchio di Salini-Caltagirone-Coop, ha resuscitato il ponte sulle bocche di fuoco sotto lo Stretto, a portata di lancio di Polifemo. Poi, visto che, a dispetto dell’Operazione Giulio Regeni, Egitto ed ENI si tengono il giacimento più vasto del Mediterraneo, ha preferito riempire di tubi del fossile (gas) l’intera penisola. Mica per noi, quel gas va venduto ai nordeuropei. A noi l’onore del transito, privilegiando zone sismiche ed eliminando intralci archeo-naturali. Dopo quelli algerino, libico, azerbaijano, ecco, con Cingolani, quello israeliano: 1.900km di miccia esplosiva tra Tel Aviv, patria dei diritti umani (rispetto all’orrore arabo del Cairo), e Otranto.
ILVA? E’ bene che uccida
Stamane, il ministro della transizione ecologica, Cingolani, ha aperto quel suo frigo, si è seduto sulla poltrona di squame di orata dell’Adriatico e ha stappato lo sciampagnino. Aveva appena udito che il Consiglio di Stato ha fatto tabula rasa del sindaco di Taranto, del Tribunale di Taranto, del TAR di Lecce, del popolo ionico, che tutti avevano imposto all’ILVA la fine dell’eccidio di bambini tarantini. E dei rispettivi congiunti. Poi, al telefono, ha brindato con Nichi Vendola. Ma, scusate, il Consiglio di Stato, non è mica quell’organo super partes che, su ricorso del ministro della Sanità, Speranza, aveva reimposto il divieto delle terapie che, diversamente dal vaccino, guariscono dal Covid e ricomandato “Tachipirina, Vigile Attesa e Terapia Intensiva”? E allora, perchè tanto stupore?
Un presidente del consiglio, costituzionalmente primus inter pares, che si è autonominato, di fronte a lingue pendenti e tacchi sbattenti, il Kesselring solo al comando. Uno che non sa nulla di governo, società, democrazia, diritti, alberi, animali, pesi e contrappesi, umanità e libertà, ma dai manipoli nell’aula grigia e sorda è stato elevato ad apostolo dell’atlanto-europeismo, cioè di quell’organizzazione criminale che ci vuole tutti cerebralmente morti e, in numero sufficiente (per Cingolani “3 miliardi e non uno di più”), anche biologicamente.
Tutto questo in virtù di una categoria che abusa del termine giornalismo nelle sue espressioni proprietarie, editoriali, redazionali. Che dà il meglio di sè e alle masse in salivamenti dei poteri, mistificazioni e rovesciamenti di dati, fatti, interpretazioni, propaganda commerciale, militarista, pandemista e plandemista, gendarmeria delatrice di quanto resta di liberi e pensanti e tribunale speciale contro i reati di libertà di stampa ed espressione.
Da Report a Data Room, banditori del re
La camarilla politico-istituzionale di cui vi ho elencato virtù e fasti, non poteva non dotarsi di una conventicola di banditori alla sua altezza.
Coppia di cavalli di razza, al tiro del carro dell’Omino di burro (Urbano Cairo), sono Enrico Mentana e Milena Gabanelli. Cairo, grande mogol della comunicazione (non informazione) da Paese dei Balocchi; Mentana e Gabanelli, oggi morganicamente “Mentanelli” o, se preferite, “Gabatana”, la coppia tracimante di sensi amorosi per il comune impegno a favore del vero, del buono e del giusto, se occorre, addirittura a costo dell’onore.
Sono stato gratificato personalmente e trasversalmente delle attenzioni dell’uno e dell’altra, ma se con Massimo Mazzucco, formidabile debunker di fake news e fake giornalisti, lo scontro si è concluso con gioco, set e partita a vantaggio del giornalista, io e i miei compagni di “Come Don Chisciotte/Sancho”, ci accontentiamo a fare i raccattapalle, cioè raccattaballe, per agevolare i dritti e rovesci dei nostri “piccoli lettori”.
Urbano Cairo sa come si fa comunicazione nel tempo di Davos. Da Davos parte l’ordine di scuderia, da Cairo le pallottole per i plotoni d’esecuzione. Di solito tre, quattro fucilatori e un giustiziato. Oltre a Mentana, Formigli, Floris, Gruber, Giletti, Tortora, Sardoni e, per ridere, la corte dei comici guidati da Zoro
Mazzucco nel video ci ha deliziato con l’evidenza dei trucchi, da banco in fondo alle elementari, con cui Gabanelli ha provato a sbertucciare Byoblu e Contro TV. Non so se l’imbiondata conduttrice ha suscitato qualche interesse nei probi viri dell’Ordine dei Giornalisti. Sono certo, invece, che l’omonimia con l’editore ha messo in forte imbarazzo la capitale d’Egitto. Ma nell’autodafè della dama di Sdata Room, c’era anche un tizzone della pira destinata a incenerire il sito “Come Don Chisciotte”. Figurandovi nella rubrica “Sancho”, ho il privilegio di poter offrire anch’io il petto ai dardi dei frombolieri di Cairo. E, dal momento che la celebrata coppia di cui sopra canta di solito armonizzando, visto che chi vi scrive è già stato inchiodato da Mentana sulla sua colonna infame, sorosianamente chiamata “Open”, mi illudo che la cavallina storna di Cairo nella filippica sul Corriere abbia pensato anche a me. Sarebbero soddisfazioni.
Sapete perchè a nessuno è consentito dubitare della buonafede e limpidezza deontologica dei due? Perchè, oltre a sparare bazookate di favole di servizio, quando gli vai contro con il tank dei fatti e dati, si dileguano. Così, elencata in un documentario la biografia di Giulio Regeni, tutta nel segno dell’Intelligence e della provocazioni, essendo impossibile il diniego, la risposta non è sul merito, bensì sulla “macchina del fango” di Grimaldi. Punto.
Report, c’è anche il loglio
L’ottimo Mazzucco si dispiace perchè la Gabanelli, oggi al Corriere e, prima del mio bravo collega al TG3, Sigfrido Ranucci, per vent’anni star del giornalismo investigativo a “Report”, sia caduta così in basso. Non condivido. Gabanelli ieri e oggi, Ranucci, supervirusiano e supervaccinaro oggi, “Report” sempre, sono la più raffinata e cinica forma di manipolazione e disinformazione. Lo strumento è la dissimulazione: colpo al cerchio e colpo, decisivo, alla botte, dissimulato dal primo. Trasmetti un servizio-bomba sul malaffare di certi traffichini, o sui buchi nei controlli sanitari sulle merci alle frontiere e poi, a partire dalla credibilità che ti sei messo in tasca, spari la bomba tossica, o la narrazione commissionata dal “padrone”.
Non solo una geopolitica letta sul “gobbo” di Washington, plasmata sulle grandi sceneggiate atlantiste, ma vere e proprie campagne globalreazionarie all’insegna dell'”Ordine del giorno imperiale”. Così contro i magistrati, ma pro-pandemia e vaccino, contro il contante, ma pro digitale e le banche, contro l’ENI (poi assolta) e gli egiziani per via di Regeni, ma implicitamente pro Israele e le “sette sorelle”, pro non autosufficienti, ma con ferocia inaudita contro i No Tav, le dubbie selezioni di Sanremo, i giochi d’azzardo, ma lo Sputnik V non va bene e la Cina è responsabile della pandemia, la Siria è colpa del “dittatore” Assad (scritto insieme a Loenzo Cremonesi, con me a Baghdad nel 1943, embedded nell crimine USA). Comunque, sempre contro Russia e Cina. Capite perchè a noi, piccolini sulla corsia di soccorso alla verità, ci diffamano e bannano e Report e Data Room veleggiano con il vento in poppa?
Un autista di autobus ha restituito 19.000 euro dimenticati nella borsa da un passeggero. E’ un essere umano. C’è chi pensa che questa brigata di parvenue, politici del malaffare, malviventi della politica, scienziati di quarta fila, virologi con indice di qualità infimo, saltimbanchi televisivi, si rassegni a rinunciare all’immenso potere acquisito con la menzogna, l’inganno, la coercizione, il furto e la rapina e poi con l’immunità e impunità e a ritornare nei ranghi. Dimentica che questi non sono più esseri umani. La loro genìa non lo è mai stata, umana. Il trucco consiste nel farci credere che, in fondo in fondo, fregare gli altri è normale, siamo tutti così e l’alieno è quel conducente di autobus.
Per liberarcene, la Storia ci ha insegnato i calci in culo.
Fonte: https://fulviogrimaldi.blogspot.com/2021/06/achtung-banditen-si-sono-rubati.html
Titolo originale: ACHTUNG BANDITEN ! Si sono rubati l’arcobaleno — ACHTUNG BANDITEN ! Dal Re Sole al Re Iguana — Dall’Ancien Regime al Regime Ancien
Pubblicato il 25 Giugno 2021