Daniel Miller – The Conservative Woman – 8 aprile 2021
Nelle prime fasi della “guerra al terrore” in corso, iniziata vent’anni fa, una concezione nebulosa del nemico, condizioni di vittoria inesistenti e la costante disonestà di politici guerrafondai come Blair hanno portato alcuni a chiedersi se la minaccia dell'”Asse del Male” globale fosse stata esasperata per raggiungere qualche altro tipo di obiettivo.
Oggi, in analoghe circostanze di domande senza risposta e realtà ambigue sostenute da un inganno sistematico, rafforzate da Boris Johnson lunedì mentre lanciava la nuova fase della guerra psicologica ed economica che sta conducendo contro il popolo britannico – passaporti vaccinali (e dopo?) – ci si pone questa domanda:
Esiste una pandemia? C’è mai stata una pandemia?
Forse il fatto più importante da cogliere è che una pandemia è un costrutto, non un oggetto. Non c’è nulla che possa indicare una pandemia, solo alcuni dati che ne suggeriscono l’esistenza.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha cambiato la definizione nel 2008 per escludere il criterio del “numero enorme di morti e malattie”. In altre parole, la definizione di pandemia è in definitiva una questione di interpretazione. Non ci sono dati che attualmente supportino l’affermazione che in Gran Bretagna ci sia una pandemia in questo momento, ed è dubbio che eventuali dati lo abbiano mai dimostrato.
Il processo scientifico è avvenuto al contrario. A partire dal gennaio dello scorso anno, è stata ipotizzata l’esistenza di una nuova pandemia mortale, diversa da qualsiasi altra affrontata in precedenza, sulla base di voci terrificanti e rapporti inaffidabili dalla Cina, non di fatti scientificamente accertati.
Una volta ipotizzata l’esistenza di una pandemia eccezionale, sono state giustificate misure straordinarie per combatterla, tra cui il rapido impiego di protocolli PCR altamente inaffidabili sviluppati da Christian Drosten (finanziato dalla Fondazione Gates), messaggi di propaganda shock, una massiccia e drastica riduzione delle forniture sanitarie (che ha funzionalmente distrutto il SSN per “proteggerlo”) e politiche di eutanasia de facto nelle case di cura, basate sui modelli di Neil Ferguson [anche questi] finanziati dalla Fondazione Gates.
Le falsate procedure amministrative registravano le morti come vittime della pandemia, fornendo ulteriori prove della sua esistenza.
Come è ormai noto, la stragrande maggioranza delle vittime della pandemia soffriva anche di altre patologie e l’età media delle vittime ricalca l’aspettativa di vita di ogni paese.
Se la pandemia non fosse stata data per scontata, e non fossero stati attuati interventi sconsiderati e cinici per contrastarla, come sarebbe stato possibile sapere che esisteva?
I dati dimostrano chiaramente che i lockdown e le relative politiche non sono mai stati necessari o efficaci. Sono state impiegate terapie sperimentali inaffidabili e potenzialmente pericolose. La vaccinazione può o non può prevenire il contagio o la trasmissione. Il fatto che i governi e i loro esperti pagati non siano in grado o non vogliano prendere in considerazione queste questioni nei propri ragionamenti dimostra le loro cattive intenzioni o il livello di corruzione dei loro processi mentali.
O credono che qualche fine misterioso giustifichi i mezzi repressivi e fraudolenti, o sono pazzi, o stupidi per conformismo: non c’è altra spiegazione.
Dal punto di vista fenomenologico, la prova più importante dell’esistenza della pandemia sono i significanti esterni, soprattutto le maschere, questo teatro psicologico di massa.
Anche qui, la congettura della pandemia stessa ha giustificato l’imposizione del divieto, e nient’altro: nessuna prova avvalora la tesi che le maschere abbiano qualche effetto medico positivo e lo scenario più plausibile è che l’effetto sia negativo. Ciononostante gli psicologi comportamentali del SAGE [una volta di più] finanziati dalla Fondazione Gates e i loro equivalenti in altri paesi hanno sostenuto che l’imposizione del divieto era necessaria (“perché la maggior parte delle persone non si sentiva ancora sufficientemente minacciata”).
Il vago obiettivo di un’ambizione incomprensibile, contrapposta ad un incubo, rivela un fine più concreto: il controllo.
Perché gli autori di questa iniziativa vogliano il controllo è una questione complessa. O lo vogliono semplicemente senza sapere perché, o lo vogliono per un’altra ragione. Forse hanno un piano più ambizioso che richiede una maggiore e [più] drastica repressione.
In ogni caso, ciò che sembrano desiderare è il controllo sui corpi delle popolazioni. Nell’idea dei passaporti vaccinali, ciò che si sta attuando è un clima politico e legale in cui le terapie genetiche sperimentali sulle popolazioni umane siano normalizzate e inevitabili. Armati di passaporti vaccinali, i governi globali e i loro alleati delle corporation sarebbero in grado di stabilire le basi di uno stato di sorveglianza globale, con il potere di monitorare ogni interazione sociale.
I passaporti vaccinali sono la via d’accesso alla schiavitù più radicale che il mondo abbia mai visto. Ora sembra probabile che la creazione di un clima psicologico e sociale in cui imporli sia sempre stato lo scopo che si cela dietro la pandemia architettata. La pandemia era necessaria per imporre le vaccinazioni, e le vaccinazioni sono necessarie per imporre il passaporto.
Questa trasformazione di una parte della popolazione in vaccinati crea contemporaneamente i non vaccinati, un problema che potrebbe essere risolto alla fine con l’eliminazione, ma che nel frattempo offre l’opportunità di una stigmatizzazione politicamente redditizia. Ai vaccinati (attraverso gli appositi passaporti) sono concessi “privilegi” che ai non vaccinati sono negati al fine di costringerli a conformarsi.
Accettando di essere costretti a indossare una maschera protettiva imposta dal governo, senza alcuna ragione, chi accetta la vaccinazione accetta implicitamente i termini della nuova normalità. Allo stesso tempo, la vaccinazione diventa un rituale che sancisce l’appartenenza a una comunità psicologica.
Chiunque presuma che il passaporto vaccinale possa portare alla discriminazione non riesce a capire che questo è lo scopo di tutto il piano. Lo scopo di tutto è quello di dividere la società, di governarla. Creando posti di controllo ovunque, il potere passa all’autorità che controlla, in questo caso Johnson e la sua fazione: un cartello criminale.
Accettare la vaccinazione non implica automaticamente un lieto fine. Il privilegio di riprendere la parvenza di una vita normale (una nuova vita “normale”) è legato allo stato di vaccinazione ora, ma il ragionamento dietro questo privilegio è condizionato dall’esistenza dei non vaccinati. Una volta spariti i non vaccinati, sparisce anche la ragione per continuare a offrire privilegi. A questo punto può essere introdotta una nuova categoria di status, e la stessa sequenza selettiva può essere riprodotta. In questo modo, sarebbe possibile eliminare progressivamente una percentuale significativa della popolazione.
Finora il teatro della pandemia è stato organizzato come una campagna di manipolazione psicologica con politiche concepite per ” indurre” alla conformità alternando ricompense (che di solito vengono strappate) e minacce. Questa campagna è stata anche caratterizzata da una sistematica censura e intimidazione diretta contro alcuni dei più validi scienziati del mondo.
Sebbene queste tattiche si facciano beffe del principio del consenso informato, sono di natura più “soft”. Alla fine, saranno impiegate tattiche più aggressive. L’intensificarsi dell’illegalità della polizia punta in questa direzione.
Cosa si può fare? Il governo sta esercitando il suo potere attraverso astute menzogne. Quando tutto ciò cadrà, quello che rimarrà sarà la forza. Ma la reale autorità di comando di Johnson e dei suoi collaboratori sul monopolio della violenza che definisce lo stato britannico è stata a malapena testata.
La polizia o i soldati britannici aprirebbero il fuoco su manifestanti pacifici su ordine di Johnson, Gove o Starmer? La domanda è lecita. Finora, il Territorial Support Group è stato usato da Johnson per attaccare i manifestanti e si sta usando una strategia della tensione per aumentare l’antagonismo tra popolazione e polizia, ma un’ulteriore escalation sarebbe rischiosa.
Ciò di cui c’è bisogno nel frattempo è rimuovere urgentemente il meccanismo del conformismo, iniziando a togliersi in massa la maschera, per poi smontare la narrazione e passare alla disobbedienza totale contro la tirannia ora rappresentata da questo governo illegittimo e ignominioso.
Fonte: https://www.conservativewoman.co.uk/a-very-convenient-pandemic/
Scelto e tradotto da Arrigo de Angeli e Cinthia Nardelli