Tale padre, tale figlio: come i Trudeau fabbricano crisi per giustificare le “misure di emergenza”

L'Emergencies Act, recentemente invocato dal premier canadese Justin Trudeau, era già stato utilizzato dal padre durante la Crisi d'Ottobre del 1970. La vera storia di quell'evento rivela importanti ma inquietanti paralleli con il tentativo del figlio di decretare la fine del Convoglio della Libertà e dei relativi blocchi

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Matthew Ehret
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Il 14 febbraio, a causa dell’attivazione della legge sulle misure di emergenza da parte del primo ministro canadese Justin Trudeau come risposta ai convogli della libertà e ai blocchi, sia a Ottawa che in varie province del Canada, ho pensato che fosse opportuno riproporre una ricerca che avevo precedentemente pubblicato insieme al giornalista parigino Benoit Chalifoux, che esplora la precedente e controversa invocazione di quella stessa legge da parte del padre di Justin, Pierre Trudeau, nel 1970.

In primo luogo, descriverò in dettaglio alcune importanti informazioni contestuali del Martial Law and War Measures Act invocato da Pierre Trudeau, prendendo  a pretesto una crisi palesemente orchestrata dalle reti di intelligence anglo-canadesi tra il 1960 e il 1970 che aveva portato i carri armati nelle strade del Quebec ed una dura repressione per gli oppositori di una riforma anti-umana della società. Questa sezione tratterà anche alcune importanti questioni contestuali che riguardano il ruolo organizzativo in questa finta crisi svolto dalla Fabian Society, fautrice dall’eugenetica, e delle sue filiali canadesi, che, nel 1970, avevano usato quella crisi per plasmare una rivoluzione tecnocratica. In seguito, analizzerò i fatti della Crisi d’Ottobre, smantellando la narrativa ufficiale delle “cellule solitarie di separatisti inclini alla violenza” e provando senza ombra di dubbio che l’intera operazione era stato un lavoro interno diretto da agenzie dell’intelligence anglo-canadese.

Rivisitare la crisi dell’ottobre 1970 è importante, visti i recenti eventi che riguardano i convogli canadesi per la libertà e le manifestazioni correlate. Esistono somiglianze inquietanti tra ciò che era accaduto nel 1970 e quello che sta succedendo ora, con il ritrovamento di bandiere confederate e naziste all’interno del movimento di protesta di Ottawa, narrativa utilizzata per esacerbare la versione dello Stato, secondo cui questi manifestanti pacifici sarebbero “insurrezionisti razzisti e violenti” che devono essere fermati a tutti i costi, che fa eco all‘avvertimento del 14 febbraio dell’ex capo della sicurezza di Trudeau di un’imminente false flag ad Ottawa con l’utilizzo di armi da fuoco localizzate nel convoglio della libertà o nei suoi pressi. Questo esercizio non solo ci aiuterà a comprendere meglio la natura del gioco in corso, ma anche le debolezze dello “stato profondo,” da tempo incistato nel cuore dell’intelligence e dell’establishment politico canadese.

Sovranità o tecnocrazia: la storia di due rivoluzioni

Fino al 1947, il Canada era conosciuto come “Il Dominio del Canada.” Anche se il termine “Dominion” è cambiato, il Canada tecnicamente non è ancora una nazione indipendente, ma una monarchia governata dalla regina britannica e dal Privy Council. Fino agli anni ’60, i Canadesi francofoni, che formano la stragrande maggioranza della popolazione del Québec, lavoravano principalmente come operai in impieghi di basso livello, mentre le alte sfere della società erano occupate dai discendenti dell’élite coloniale britannica. All’epoca, la domanda per i leader onesti del Québec era: “Come può una società così a lungo tenuta economicamente e culturalmente sottosviluppata essere portata in uno stato di autogoverno, capacità e dignità?”

Di fronte a questo enigma, i premier del Québec Paul Sauvé (1959), Jean Lesage (Partito Liberale 1960-65) e Daniel Johnson Sr. (Union Nationale 1966-68) avevano, tra il 1959 e il 1968, istituito politiche che avevano portato in Québec ad una grande rivoluzione economica incentrata sul progresso scientifico e tecnologico. Grazie ai loro sforzi, in Québec era sorta una cultura ingegneristica avanzata ed una forte spinta verso la fine del colonialismo sotto la guida del presidente francese Charles de Gaulle.

Questa era comunque solo una delle correnti che avevano caratterizzato il Québec nel periodo 1959-68. C’era anche una seconda corrente, molto più insidiosa, che aveva plasmato gli eventi di quel periodo. Senza una comprensione di entrambe le correnti, è impossibile rendersi conto del vero scopo della crisi dell’ottobre 1970 e dei suoi effetti.

La decostruzione e la ricostruzione della società: Il ruolo della Fabian Society

Lo slancio nazionalista di de Gaulle-Johnson-Lesage era stato un ispirato tentativo di superare l’influenza del movimento maltusiano britannico, che, durante la prima metà del XX secolo, si era insinuato in molti rami del governo. Questo movimento malthusiano, diretto dall’intelligence mondialista londinese, aveva tentato di imporre in Canada e altrove il programma descritto in dettaglio dal leader della Fabian Society, H.G. Wells, nel libro del 1940 “Il Nuovo Ordine Mondiale.” In parole povere, questo programma era essenzialmente una trasformazione dal modello di stato-nazione verso un nuovo modello di organizzazione sociale basato sul depopolamento, l’eugenetica ed un governo mondiale.

La Fabian Society era stata fondata nel 1884 da un gruppo di eugenisti e malthusiani britannici al fine di promuovere un nuovo ordine sociale progettato per plasmare la società in un nuovo ordine meccanizzato gestito dall’alto verso il basso da una élite manageriale di “scienziati sociali.”

La scelta del nome “Fabian” era derivata dal generale romano Quinto Fabio Massimo Verrucosus, famoso per la sua strategia di sconfiggere i nemici attraverso una pazienza sovrumana e un lento logoramento. La filosofia Fabiana è rappresentata in una famigerata opera d’arte su vetro colorato, con due fabbri, i leader Fabiani George B. Shaw e Sidney Webbche che martellano il mondo nella loro immagine secolare e con lo scudo del logo Fabiano in cui è rappresentato un lupo travestito da pecora.

A differenza dell’approccio convenzionale della “forza bruta,” tipica degli imperialisti britannici conservatori, che, per distruggere le loro vittime, spesso optavano per il metodo della terra bruciata, i Fabiani si vantavano di portare avanti un gioco più “pacifico,” ma sottile e mortale. Piuttosto che provocare grossi conflitti, con il rischio di pesanti perdite per l’oligarchia stessa, i Fabiani avevano capito che era meglio utilizzare l’arma del lento logoramento e dell’infiltrazione, usando le tecniche gesuitiche di permeazione.

Lo storico Stephen O’Neil ha scritto quanto segue sulla teoria della Permeazione della Fabian Society:

“Nonostante la loro immagine politica tradizionale, i Fabiani, sotto l’impulso di Sidney Webb, credevano di avere un’arma nuova ed unica nella politica della permeazione. Era attraverso l’utilizzo di questa tattica, secondo Webb, che i Fabiani, nello spirito dei Troiani e del loro leggendario cavallo, sarebbero entrati nei ranghi e nelle menti delle persone politicamente influenti fornendo loro programmi, idee, opinioni e ricerche riccamente documentate con statistiche che potevano essere convenientemente trasformate in politica pubblica.”

Per tutto il 20° secolo, la Fabian Society sarebbe penetrata nei rami del governo, nell’esercito, nel mondo accademico, nei media e nei consigli di amministrazione di aziende private in tutto il mondo. Dal basso, la plebe e i lavoratori sarebbero stati attratti dalle “parole d’ordine” promosse dai Fabiani, come l’uguaglianza, la giustizia sociale e la ridistribuzione della ricchezza che, alla fine, erano solo slogan, poiché queste potenti reti non avevano alcuna intenzione di fornire ciò che quelle parole significavano realmente.

Come negli ordini gesuitici e massonici, molti Fabiani non avevano assolutamente idea di ciò che i personaggi al vertice delle loro organizzazioni intendevano veramente per società su scala globale. Questo è il motivo per cui il Partito Laburista Britannico (ex Partito Fabiano della Gran Bretagna) ha così spesso attratto persone ben intenzionate, che non hanno mai avuto la minima idea della vera natura del gioco. La scuola ufficiale Fabiana, che sarebbe diventata un centro di controllo ideologico ed un terreno di reclutamento per i talenti della generazione successiva (parallelamente all’Università di Oxford della Rhodes/Milner Round Table) era la London School of Economics.

Nel 1934, George Bernard Shaw aveva chiaramente delineato la filosofia fabiana pro-eugenetica quando aveva detto:

“Nel momento in cui lo affrontiamo con franchezza, siamo spinti alla conclusione che la comunità ha il diritto di dare un prezzo al diritto di vivere in essa … Se le persone sono adatte a vivere, lasciatele vivere in condizioni umane decenti. Se non sono adatte a vivere, uccidetele in un modo umanamente decente. C’è forse da meravigliarsi se alcuni di noi sono spinti a prescrivere la camera della morte come soluzione per i casi difficili, che sono attualmente presi come scusa per trascinare tutti gli altri casi al loro livello, e che questa sarà l’unica soluzione che creerà un senso di piena responsabilità sociale nelle popolazioni moderne?”

H.G. Wells era stato altrettanto esplicito in molti dei suoi saggi, scrivendo nel 1904: “La via della natura è sempre stata quella di uccidere i meno adatti, e non c’è ancora altra via, a meno che non si possa impedire che nascano coloro che diventerebbero i meno adatti. È nella sterilizzazione dei fallimenti, e non nella selezione dei successi riproduttivi, che risiede la possibilità di un miglioramento del patrimonio umano.”

Nella sua opera Open Conspiracy (1928), H.G. Wells aveva preso di mira l’istituzione stessa dello stato nazionale sovrano, che doveva essere epurato a favore di una nuova struttura di governo globale:

“È il sistema dell’individualismo nazionalista che deve sparire… Stiamo vivendo la fine degli stati sovrani… Nella grande lotta per evocare un socialismo mondiale occidentalizzato, i governi contemporanei possono scomparire…. Innumerevoli persone… odieranno il nuovo ordine mondiale….e moriranno protestando contro di esso.”

Più tardi, nel 1932, Wells, sempre devoto eugenista, aveva affermato che tutti i progressisti e i riformatori sociali avrebbero dovuto diventare “fascisti liberali… nazisti illuminati.”

La Società Fabiana del Canada

Mentre nel 1932 Wells pronunciava queste parole, veniva fondata la Fabian Society of Canada sotto il titolo di “The League of Social Reconstruction,” (LSR) con lo scopo di risolvere i problemi della Grande Depressione tramite un ordinamento di stampo socialista gestito scientificamente.

C’è da notare che degli otto fondatori di questa organizzazione, sei erano Oxford Rhodes Scholars (F.R. Scott, Eugene Forsey, King Gordon, Escott Reid, David Lewis e Graham Spry, e due erano Fabiani (Frank Underhill e Leonard Marsh). Lo scopo della LSR e del suo partito politico, la Cooperative Commonwealth Federation (CCF), era quello di promuovere l’autoritarismo scientifico, secondo il modello esposto da H.G. Wells, come “soluzione” alla Grande Depressione. Non dovrebbe quindi sorprendere che il primo leader della CCF, J.S. Woodsworth, fosse uno dei principali sostenitori dell’eugenetica.

F.R. Scott era diventato uno dei principali reclutatori e il principale ‘gestore’ di Pierre Trudeau, ex primo ministro del Canada e padre di Justin, dopo il suo ritorno in Canada, nel 1950. Questo diversi anni dopo che Trudeau padre si era formato sotto la tutela prima del borsista di Rhodes, William Yandall Elliot, ad Harvard e poi del rappresentante della Fabian Society, Harold Laski, alla London School of Economics. La leadership della LSR e del CCF aveva lavorato a stretto contatto con l’Istituto Canadese per gli Affari Internazionali (alias: la Chatham House del Canada) che, più tardi, nel 1960, avrebbe modificato il proprio nome in National Democratic Party (NDP).

L’importanza di scristianizzare la società

Lo scopo delle figure sinarchiche che avevano gestito sia la Crisi d’Ottobre che la secolarizzazione del Québec era unicamente quello di portare la società sotto un sistema di perfetta prevedibilità e controllo agli ordini di un governo mondiale gestito scientificamente.

Per poter realizzare questa decostruzione dei valori preesistenti, H.G. Wells e gli altri pensatori fabiani ritenevano che la società avrebbe dovuto essere epurata dei suoi tradizionali valori giudaico-cristiani, dell’amore per il benessere generale e, soprattutto, del progresso scientifico e tecnologico. In questo senso, tutte le forme di individualismo a cui Wells fa riferimento sono, agli occhi dell’ingegnere sociale, semplicemente cause di incertezza e di cambiamento incontrollabile e devono quindi essere eliminate. Secondo Wells, solo una società materialista motivata da impulsi egoistici in un sistema di risorse fisse può essere controllata in modo predeterminato. Il Québec, durante questo periodo era diventato un campo di battaglia per l’anima stessa della civiltà occidentale.

Usando le ipocrisie e la corruzione dell’amministrazione Duplessis come leva morale per dirigere la rabbia sociale verso il governo del Québec, il programma di ingegneria sociale sotto il controllo di Georges-Henri Levesque, all’Université Laval, aveva iniziato a raccogliere favori tra il 1946 e il 1960, culminando in un cambio di regime provinciale nel 1960, in quella che era stata soprannominata la “Rivoluzione tranquilla.”

Mentre gli artefici nazionali tentavano di guidare questa trasformazione in una direzione costruttiva, negli anni’60 erano nati gruppi separatisti militanti, come il Front de Liberation de Québec (FLQ). Gli atti di terrore perpetrati dall’FLQ durante gli anni ’60, parallelamente alle bombe postali usate negli Stati Uniti in operazioni clandestine gestite dall’intelligence, come il Weather Underground, avrebbero poi giustificato l’attuazione del War Measures Act del 16 ottobre 1970, e quindi l’invocazione dell’Emergency Measures Act, sotto la guida dell’allora primo ministro Pierre Elliot Trudeau.

Quest’ultimo atto, un po’ meno drastico del War Measures Act, era stato votato dal Parlamento canadese il 1° dicembre 1970 ed era rimasto in vigore per cinque mesi. Prima di salire alla carica di primo ministro, Pierre Trudeau era stato reclutato nella Fabian Society negli anni 1947-49, sotto la tutela del leader fabiano Harold Laski alla London School of Economics, per poi entrare nell’ufficio del Privy Council di Ottawa, un centro di controllo del Canada fin dai tempi della Confederazione.
La storia del reclutamento di Trudeau nella Fabian Society e del ruolo del Privy Council Office è raccontata per intero nella mia serie in due parti Origins of the Deep State (Parte uno e Parte due).

Vi presento Pierre Vallières

Molte delle fonti a cui fa riferimento questo articolo provengono da un libro scritto da un giornalista di nome Pierre Vallières, L’exécution de Pierre Laporte, les dessous de operation Essai (Editions Quebec-Amériques, 1977). Al di là di ciò che scrive, lo stesso Pierre Vallières è un personaggio importante nella vera storia dietro l’agenda della Sinarchia, l’ispiratrice delle varie agenzie di intelligence che avevano effettivamente fabbricato la crisi di ottobre.

Vallières era stato uno dei principali protagonisti degli eventi dell’ottobre 1970. Proveniva dalla sinistra separatista ed era un membro di spicco del Front de Libération du Quebec (FLQ), il movimento ritenuto responsabile degli attentati dinamitardi e dei rapimenti del diplomatico britannico James Cross e del vice premier del Quebec, Pierre Laporte.

Il legame di Vallières con l’FLQ e il suo resoconto di prima mano degli eventi che circondano la Crisi d’Ottobre sono veramente utili solo se si tiene conto di ciò che egli tralascia. Omettendo intenzionalmente una serie di fatti importanti, Vallières distoglie il lettore dall’acquisire un senso di causalità, allo stesso modo in cui i rapporti sull'”inside job” dell’11 settembre possono sembrare impressionanti nella loro analisi tecnica dei meccanismi delle demolizioni controllate, ma omettono sempre il ruolo dei governi saudita e britannico (tramite la British Aerospace Systems), tra gli altri, nella sponsorizzazione dell’operazione.

È per questa ragione che, prima di esplorare le macchinazioni, accuratamente descritte nel libro di Vallière, e le falsità dietro la narrativa ufficiale che circonda l’FLQ e la Crisi d’Ottobre, è vitale prendere in considerazione le dinamiche superiori omesse da Vallières. Così, prima di procedere, dobbiamo esaminare la relazione tra Pierre Vallières ed una rivista denominata Cité Libre.

La connessione Cité Libre-Vallières-Trudeau

Cité Libre era una influente rivista fondata nientemeno che da Pierre Elliot Trudeau e Gérard Pelletier nel periodo in cui erano impiegati presso l’Ufficio del Consiglio Privato di Ottawa, nel 1951. Cité Libre serviva come importante strumento organizzativo per attrarre le giovani élite di sinistra del Québec intorno ad un’ideologia esistenzialista “personalista” e per minare il regime cattolico di Maurice Duplessis e il partito Union National, influenzato dal Vaticano, che aveva governato il Québec dal 1945 al 1960. In effetti, nel 1965, Vallières era stato incaricato di dirigere Cité Libre direttamente da Trudeau, prendendone il posto come redattore capo. Questo, tramite anche la riorganizzazione del Partito Liberale, aveva consentito a Trudeau di entrare in parlamento come rappresentante federale. Il Partito Liberale Federale, a quel tempo già epurato da tutte le influenze di C.D. Howe, era stato selezionato dagli esponenti di spicco del Fabianesimo e dagli accademici di Rhodes come ospite prescelto da “permeare” per lo sviluppo della loro agenda. È degno di nota che Trudeau, Lalonde, Pitfield, Gagnon e Pelletier erano stati membri devoti del CCF/NDP prima di entrare nel Partito Liberale, tra il 1963-1965.

Il Partito Liberale era stato scelto per il semplice fatto che il Nuovo Partito Democratico della Fabian Society of Canada, precedentemente noto come Cooperative Commonwealth Federation, si era dimostrato incapace di ottenere il potere politico necessario per realizzare i suoi progetti.

Trascorsi cinque anni da questo cambio della guardia nella redazione di Cité Libre, Vallières aveva avuto il merito di condurre il Québec in uno stato di crisi, mentre il suo ex collega Pierre Trudeau (ora primo ministro) con l’imposizione della legge marziale aveva capitalizzato il caos creato dall’organizzazione di Vallière, causando alla popolazione del Québec il più grande trauma psicologico della storia. L’invocazione e il successivo uso di questo atto era anche servito a spezzare la volontà di molte forze golliste che, nel 1970, ancora resistevano alle riforme tecnocratiche e fabiane.

Diversi altri collaboratori di Cité Libre erano saliti alla ribalta nella politica federale e del Québec, prima e dopo la crisi di ottobre. Tra questi, René Levésques, fondatore del Parti Quebecois, così come Gérard Pelletier, Jean-Louis Gagnon, Marc Lalonde, Jean Marchand e Jean-Pierre Goyer.

Jean-Pierre Goyer era un assiduo collaboratore di Cité Libre, e, nel 1965, era diventato deputato insieme a Trudeau, Marchand e Pelletier. Era stato poi nominato da Trudeau solicitor general [viceprocuratore generale] e, durante la crisi ottobre, aveva supervisionato l’intera RCMP [la polizia a cavallo canadese]. Dopo che la condotta della RCMP si era rivelata troppo scandalosa per essere di qualche utilità, essendo stata sorpresa, per tutti gli anni ’70, a creare cellule FLQ, rubare dinamite, portare a termine estorsioni e furti, nel 1984 Goyer aveva avuto un ruolo strumentale nella creazione del CSIS, il servizio di intelligence del Canada, insieme al braccio destro di Trudeau e impiegato del Privy Council, Michael Pitfield. Nei primi anni ’60 anche Pitfield era stato attivo nel gruppo di Cité Libre, avendo tradotto, nell’aprile 1964, l’influente “Manifesto pour une politique fonctionelle” del gruppo.

Jean-Louis Gagnon non solo aveva ricoperto il ruolo di Managing editor de La Presse (accanto a Gérald Pelletier), ma era stato anche vice ministro di gabinetto e poi capo dell’Information Canada sotto Trudeau durante la crisi di ottobre. Nel frattempo, Gérard Pelletier era stato nominato Segretario di Stato di Pierre Trudeau. Marc Lalonde, formatosi ad Oxford, era diventato segretario principale di Trudeau (e più tardi suo ministro della Giustizia) e Jean Marchand (soprannominato dalla stampa del Quebec una delle “Tre Colombe,” insieme a Pelletier e Trudeau) era diventato anch’egli ministro di gabinetto nello stesso periodo.

Questo è lo stesso gruppo che più tardi avrebbe portato la riforma cibernetica nel governo canadese, insieme al ramo malthusiano canadese del Club di Roma, la cui sponsorizzazione da parte del Privy Council, sotto Trudeau, Pitfield e Lalonde aveva consentito all’organizzazione la realizzazione dello studio intitolato Limits to Growth [I limiti della crescita], pubblicato nel 1972. Questo lavoro fraudolento è diventato il vangelo del revival neo-malthusiano ed è stato usato per giustificare il paradigma post industriale del depopolamento e del globalismo. Questo può essere visto nei legami di Limits to Growth con la fondazione del World Economic Forum nei primi anni ’70.

La crisi d’ottobre del 1970: Una trama preparata con cura

L’elenco di strutture e istituzioni che segue mostra che alcuni circoli ufficiali avevano anticipato la crisi dell’ottobre 1970. Questo, tra gli altri fatti che saranno esplorati a breve in questo articolo, implica che la crisi era stata appositamente architettata per portare al War Measures Act e permettere l’invocazione dell’Emergency Measures Act. Questi due atti legislativi sarebbero poi stati utilizzati per consolidare il potere nelle mani di quella “nuova élite tecnocratica” che aveva preso il controllo della Rivoluzione Tranquilla dopo la misteriosa morte del premier del Quebec Daniel Johnson, avvenuta il 26 settembre 1968, e dopo l’estromissione di Jean Lesage e di Charles de Gaulle dal potere politico, nel 1969.

Lo scopo della seguente linea temporale, che si basa quasi esclusivamente sui resoconti di Pierre Vallières tratti dal suo libro del 1977, L’exécution de Pierre Laporte, les dessous de operation Essai (Editions Quebec-Amériques, 1977), non è quello di stabilire la causa della Crisi di Ottobre, ma dimostrare che la narrativa ufficiale comunemente usata per spiegare questo periodo non può essere vera. Non solo, ma come dimostrano i fatti, questi terribili eventi sembrano essere stati organizzati da istituzioni più potenti, sia all’interno che al di sopra del governo canadese.

A livello federale (Ottawa)

*Con sede a Ottawa, il Centro di Operazioni Strategiche (SOC), era il canale di collegamento tra l’esercito e il governo Trudeau. La sua esistenza era diventata pubblica solo nel 1975, così come quella del Centre national de planification des mesures d’urgences (CNPMU), che lavorava a stretto contatto con il SOC. Alla luce di ciò che sappiamo, si può ben immaginare che il compito di questi centri fosse quello di elaborare e attuare scenari che potessero portare alla promulgazione della legge sulle misure di guerra attraverso un paradigma “problema-reazione-soluzione.”

*Il Comitato del 7 maggio 1970: era stato istituito dal governo federale all’indomani delle elezioni del 29 aprile 1970, come vedremo tra poco. La decisione era stata resa nota solo il 23 dicembre 1971 dal quotidiano di Toronto The Globe and Mail.

In Québec

*L‘Opération Essai (Operazione Prova), derivava da un piano iniziale, elaborato per la prima volta nel 1960, dalla Sezione Pianificazione e Operazioni del Comando del Québec. In quello stesso anno, nel 1960, Jean Lesage era salito al vertice del governo del Québec e aveva lanciato la “Rivoluzione Tranquilla,” un processo che aveva un carattere bipolare. Questo processo si era trasformato nel campo di battaglia tra due forze opposte. La prima aveva l’obiettivo di installare nel Québec un’élite tecnocratic, secolarizzando la provincia. L’opposizione era rappresentata da quelle forze nazionaliste, in gran parte cattoliche, allora centrate su Lesage e Daniel Johnson, che volevano dirigere l’energia rivoluzionaria che allora permeava il Québec verso una strategia anti-imperialista di repubblicanesimo e progresso tecnologico.

*1966: la Fanteria, l’Aeronautica e la Marina erano state raggruppate ed era stato istituito un nuovo Comando d’Armata Mobile presso la base militare federale di Saint-Hubert.

*1969: il Comando Mobile dell’Esercito aveva creato una propria Sezione Emergenze Civili, e i contatti con l’esercito erano stati riservati a figure politiche accuratamente selezionate.

*7 giugno 1970: Michel Côté il capo del dipartimento legale della città di Montreal, era stato segretamente nominato a capo della Squadra combinata antiterrorismo – Escouade combinée anti-terroriste o CAT. Il suo compito era quello di tenere d’occhio Jean Drapeau, allora sindaco di Montreal.

Cronologia della crisi dell’ottobre 1970

La cronologia che segue sfida anche la tesi ufficiale e mette in evidenza molte contraddizioni.

*1966: Daniel Johnson viene eletto premier del Québec, dando alle forze anti-malthusiane una nuova possibilità per riconquistare il potere perduto sul continente. Questo coincide con l’ascesa di Robert F. Kennedy, che, nel 1968, avrebbe annunciato la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti e l’intenzione di rilanciare le politiche del fratello.

*1967: Charles de Gaulle visita il Québec su invito di Johnson. I due leader stringono accordi basati su tecnologie avanzate, infrastrutture, tecnologia spaziale e programmi culturali. Molte componenti di questo accordo erano basate su un programma di cooperazione Francia-Québec per la fornitura di aiuti alle ex colonie africane che stavano ottenendo l’indipendenza. Il presidente francese era stato invitato a tornare alla fine del 1968 per il vertice francofono.

*26 settembre 1968: Daniel Johnson muore in circostanze insolite, poche ore prima della cerimonia di inaugurazione della diga Manicouagan-5. Johnson aveva attivato progetto un decennio prima insieme all’allora premier e costruttore nazionale Paul Sauvé. Ufficialmente, aveva subito di un attacco di cuore fatale, ma il corpo non era mai stato sottoposto ad autopsia.

*Nel 1969, Charles de Gaulle è costretto a lasciare l’incarico dopo un finto referendum anarchico in Francia. De Gaulle stesso era sopravvissuto a più di 30 tentativi di assassinio, molti dei quali erano stati orchestrati dalla Permindex di Montreal, che era stata anche al centro dell’assassinio del presidente Kennedy, nel 1963. Due dei tre precedenti premier dell’Union National prima di Johnson avevano incontrato un destino identico ed erano morti di infarto mentre erano in carica, questo in un periodo di 6 mesi. Maurice Duplessis era morto il 7 settembre 1959 e Paul Sauvé il 2 gennaio 1960.

*1968: I due più grandi nemici politici di Daniel Johnson: Pierre Trudeau e Rene Lévesques, entrambi agenti delle riforme tecnocratiche della Rivoluzione Tranquilla guidata dall’Université Laval di Georges Henri Lévesque, vengono incaricati di polarizzare il Canada tra due false nozioni di nazionalismo e di installare una nuova forma di struttura di potere malthusiana, sia a livello provinciale che federale. Trudeau diventa primo ministro e Lévesques fonda il Parti Quebecois (PQ) (due settimane dopo la morte di Johnson) e, successivamente, viene eletto premier del Quebec (1976-85). Il PQ assorbe molte delle forze indipendentiste più sane che sostenevano il pensiero di Johnson “Indipendenza se necessario, ma non necessariamente indipendenza.”

*1968-1970: scoppiano violente manifestazioni a Montreal.

*La Sezione Emergenze Civili prevede “gravi disordini” durante le elezioni di aprile e dichiara che potrebbe essere necessario chiamare l’esercito per “proteggere il voto democratico.”

*29 aprile 1970: si tengono le elezioni provinciali, in cui i separatisti ottengono il 23% dei voti.

*Febbraio e giugno 1970: due tentativi di rapimento vengono scoperti dalla polizia di Montreal (police de la Communauté urbaine de Montreal, CUM). Uno dei tentativi, previsto per il giugno 1970, prevedeva un attacco dell’FLQ al consolato USA, perpetrato da due sponenti del FLQ, Lanctôt e Marcil.

*27 maggio 1970: su La Presse compare un articolo sul ruolo dell’esercito nella soppressione dei disordini civili in Canada. Secondo l’articolo, le operazioni militari sarebbero partite dalla base di Saint-Hubert.

Secondo Pierre Vallières:

“Alla fine dell’estate del 1970, tutto era pronto, e il collegamento tra l’esercito e le forze di polizia interessate era già su base settimanale, a volte quotidiana”. Aggiunge che “A giugno, dopo il fallito complotto ‘Lanctôt-Marcil’ contro il consolato americano, il contenuto del manifesto di ottobre era già stato stampato su alcuni giornali; le richieste dell’FLQ erano conosciute e anche le basi operative dell’FLQ (tranne l’appartamento affittato in settembre a Montreal Nord da Cossette-Trudel) erano state smantellate o erano note alla polizia. Nel mese di ottobre l’FLQ-1970 era sotto controllo e non era possibile nessuna sorpresa.”

Viene rapito James Cross

*5 ottobre 1970: Viene rapito il diplomatico britannico James Cross. Il primo passo della polizia è quello di andare direttamente nel posto sbagliato, l’abitazione del console greco. Si perdono le tracce dei rapitori. I rapitori chiedono la pubblicazione del manifesto dell’FLQ e la liberazione dei prigionieri politici.

*7 ottobre: L’una del pomeriggio. La signora Cross riceve le fotografie della polizia e identifica Jacques Lanctôt come uno dei rapitori.

*8 ottobre: Il manifesto dell’FLQ viene pubblicato, ma le trattative per la liberazione dei prigionieri politici continuano.

Pierre Laporte viene rapito: la crisi si intensifica

*10 ottobre (ore 17.40): il ministro della Giustizia del Québec annuncia che le autorità hanno deciso di rifiutare categoricamente le richieste dei rapitori di Cross e che non libereranno i prigionieri politici.

*10 ottobre (18:18): Pierre Laporte, vice-premier del Québec e ministro del Lavoro e dell’Immigrazione, viene rapito davanti a casa, proprio mentre si accinge a giocare a palla con il nipote. Pierre Laporte era il secondo in comando del governo del Québec e, come tale, godeva presumibilmente di una protezione speciale da parte della polizia. Tuttavia, la prima cosa fatta dalla polizia –  avvisata del rapimento due minuti dopo – era stato, ancora una volta, andare direttamente nel posto sbagliato!

*Vallière riferisce che: “i sei testimoni oculari del rapimento di Pierre Laporte (il nipote, la moglie e i vicini di casa) sono unanimi: i rapitori erano  ‘eleganti’ e ben vestiti, cosa che il sergente Desjardins aveva confermato ai giornalisti la sera stessa (…) Un altro testimone, che lavorava in una stazione di servizio sul boulevard Taschereau, aveva dichiarato che, poco prima che il ministro fosse rapito, degli sconosciuti gli avevano chiesto come arrivare in rue Robitaille. ‘Ho pensato che fossero poliziotti’, ha detto, perché uno portava qualcosa che sembrava un walkie-talkie.”

*Notte dal 12 al 13 ottobre: il comando mobile dell’esercito invia un emissario al ministro della giustizia del Québec, Jérôme Choquette, chiedendogli di firmare, a nome del gabinetto Bourassa, una lettera che richieda l’intervento delle forze armate. Il gabinetto non era ancora disposto a firmare, e Choquette annuncia che avrebbe continuato i suoi sforzi per convincere gli elementi riluttanti.

*15-17 ottobre: “Per amore delle apparenze” il parlamento canadese discute l’opportunità di proclamare il War Measures Act. L’opposizione mette in scena una manifestazione di protesta che dura fino a sabato 17 ottobre. Il corpo di Pierre Laporte viene allora scoperto, “provando” a posteriori che le misure approvate il 16 ottobre erano necessarie.

*15 ottobre (ore 14): L’esercito canadese comincia a schierarsi in Quebec, su richiesta di Bourassa.

*15 ottobre (ore 21): Bourassa alza la posta e fissa un termine di sei ore per la consegna di James Cross e Pierre Laporte da parte dei rapitori.

*16 ottobre (notte): il premier del Quebec, Bourassa, firma una lettera scritta dal ministro della giustizia federale, Marc Lalonde, che autorizza l’imposizione del War Measures Act. Diverse migliaia di soldati erano già schierati nelle strade del Québec e nella capitale federale Ottawa. Tramite il War Measures Act (la cui applicazione non ha bisogno di essere votata dal Parlamento e che da allora non è mai stata abrogato) era stato imposto il coprifuoco, le libertà civili erano state sospese e, in più, era stata legalizzata la perquisizione del domicilio privato senza mandato. Erano state arrestate più di quattrocento persone.

*16 ottobre (4 del mattino): riunione del consiglio, il governatore generale, rappresentante diretto della regina in Canada, approva la proclamazione dello stato di emergenza e il War Measures Act entra automaticamente in vigore.

*17 ottobre (ore 16): un membro della cellula che si fa chiamare “Dieppe (Royal 22°)” (questo è il nome di un reggimento franco-canadese che, stranamente, nella Seconda Guerra Mondiale non era stato inviato a Dieppe, dove erano morti molti Canadesi francofoni) telefona alla stazione radio CKAC. Si tratta, a quanto pare, di una terza e finora sconosciuta cellula dell’FLQ. Il chiamante annuncia che Pierre Laporte è stato assassinato. I comunicati precedenti provenivano tutti dalla cellula dell’FLQ nota come Libération, che deteneva James Cross e che parlava a nome della Cellula Chenier, i cui membri si presumeva fossero i rapitori di Pierre Laporte. La cellula Libération, che sembrava non credere alle affermazioni di “Dieppe (Royal 22°)”, aveva diffuso un comunicato a metà giornata, invitando la stampa a denunciare il “montaggio” (coup monté) del governo federale. La polizia aveva impedito la pubblicazione di questo comunicato fino all’8 dicembre.

*Più tardi, la sera stessa, il corpo di Pierre Laporte viene ritrovato nel bagagliaio della stessa auto usata per il rapimento (i testimoni avevano annotato il numero di targa) parcheggiata nella base militare di Saint-Hubert (!), proprio accanto al Comando mobile dell’esercito. Dato lo stato di emergenza, chi, mi chiedo, avrebbe potuto guidare l’auto fin dentro la base senza essere fermato e perquisito? La credibilità qui è ben oltre il punto di rottura.

*Nelle ore successive alla morte di Pierre Laporte, le autorità avevano diffuso la descrizione di Paul Rose e Marc Carbonneau, ma non quella di Jacques Rose, Francis Simard o Bernard Lortie. Paul Rose, Jacques Rose e Francis Simard (presunti membri, insieme a Bernard Lortie, della Cellula Chénier, mentre Marc Carbonneau e Jacques Lanctôt facevano parte della Cellula Libération che deteneva James Cross) erano stati schedati e controllati dalla polizia non più tardi del 1968. I tre erano in Texas (o forse in Messico) dal settembre 1970, ed erano tornati di corsa in Quebec dopo il rapimento di James Cross. I numerosi viaggi dei membri della Cellula Chénier durante il periodo di detenzione di Pierre Laporte (e l’incarcerazione temporanea di Jacques Rose e Francis Simard tra il 15 e il 17 ottobre) fanno pensare che non poteva che essere qualcun altro a sorvegliare il ministro e che il ruolo effettivo svolto dalla cellula nel rapimento e nell’assassinio fosse secondario.

*19 ottobre: La casa dove Pierre Laporte era stato sequestrato e assassinato, secondo la tesi ufficiale, viene “scoperta” al 5630 di rue Armstrong a Saint-Hubert, vicino alla suddetta base militare con lo stesso nome. Quella casa era stata già stata passata al setaccio dalla polizia proprio nel periodo in cui avrebbe dovuto esserci il ministro, ma non era stato trovato nulla. Il 14 ottobre, Bourassa aveva detto alla signora Laporte che la polizia aveva trovato il luogo di detenzione del marito: “sarà liberato in poche ore, aspettiamo l’opportunità di farlo senza metterlo in pericolo.” La domanda rimane: quel rifugio era il 5630 di rue Armstrong?

*2 novembre: Il ministro federale della Giustizia, John Turner, propone un Emergency Measures Bill, basato sul War Measures Act. L’Emergency Measures Act viene votato il 1 dicembre e rimarrà in vigore per cinque mesi.

*3 dicembre: L’Emergency Measures Act viene trasformato in legge. La crisi era, almeno apparentemente, finita. Perché l’improvviso bisogno di nuove misure di emergenza?

Quello stesso giorno, il 3 dicembre, James Cross viene liberato e i rapitori della Cellula Libération ottengono un passaggio sicuro per Cuba.

*Fine dicembre: Paul e Jacques Rose e Francis Simard vengono arrestati. Il rapporto del coroner si basa su confessioni non firmate. Paul Rose non riconosce mai, nemmeno verbalmente, la confessione attribuitagli. Sebbene in quel momento fosse saldamente sotto la custodia della polizia e, forse, per evitare il rischio che vuotasse il sacco in un processo pubblico, era stato addirittura processato in contumacia!

*31 marzo 1971: Paul Rose, Bernard Lortie e Francis Simard vengono condannati all’ergastolo. Jacques Rose, processato in seguito, sarà assolto. La procura rifiuta di ricorrere in appello. Jacques Lancôt e Marc Carbonneau erano già fuggiti a Cuba.

Se dobbiamo credere all’esplicita terminologia del War Measures Act, l’intero Paese stava per cadere nella violenza e nel caos. La verità è abbastana diversa: l’FLQ era una minuscola organizzazione di due cellule con un totale di circa dieci membri! Ma leggiamo, nell’articolo 2 del War Measures Act:

“EVIDENZA DI UNA GUERRA

L’emissione di un proclama da parte di Sua Maestà, o sotto l’autorità del Governatore in Consiglio, sarà la prova conclusiva che la guerra, l’invasione o l’insurrezione, vera o presunta, esiste ed è esistita per qualsiasi periodo di tempo ivi indicato, e della sua continuazione, fino a quando l’emissione di un ulteriore proclama dichiarerà che la guerra, l’invasione o l’insurrezione non sussiste più.”

Fino al 1970, il War Measures Act, promulgato per la prima volta nel 1914, era stato proclamato solo due volte: quando il Canada era entrato nella Prima Guerra Mondiale, nel 1914, e poi nella Seconda Guerra Mondiale, nel 1939. Nel nostro caso, dobbiamo prendere l’opinione personale del governatore generale, come “prova conclusiva” di uno stato di guerra che assolutamente non esisteva.

Qual’era a riguardo l’opinione della vittima? Tutto ciò che si sa per certo è che in nessuna delle lettere indirizzate al premier Robert Bourassa durante il rapimento, Pierre Laporte aveva mai fatto riferimento al FLQ e né la moglie, né la maggior parte dei suoi amici aveva mai creduto alla storia ufficiale. Un rapporto della Royal Mounted Canadian Police (RCMP), datato 3 marzo 1971, afferma che l’opinione della signora Laporte era che le autorità avessero giustiziato suo marito.

C’è una tremenda somiglianza tra il rapimento e l’assassinio di Laporte con quello dell’ex primo ministro italiano Aldo Moro, avvenuto nel 1978, fino al dettaglio della polizia che vaga in cerchio nelle vicinanze del nascondiglio. In entrambi i casi, gli eventi successivi avevano fatto capire che la vera intenzione non era mai stata quella di liberare il rapito, ma di usare la crisi per spostare nel Paese l’equilibrio di potere a favore degli interessi rentier-finanziari.

La salita al potere dei terroristi

È abbastanza sorprendente che così tanti attori di quel periodo siano poi saliti a posizioni di potere economico e di rilievo sociale. Proprio all’epoca della crisi d’ottobre, la sinarchia aveva inaugurato una nuova ondata di “strategia della tensione” in Europa e nelle Americhe. Dagli anni ’80 ad oggi, i veri orchestratori degli eventi dell’ottobre 1970 hanno voluto mantenere una salda presa sui protagonisti, probabilmente per impedire loro di rivelare ciò che era realmente accaduto.

L’ex-FLQ Jacques Lanctôt oggi possiede la sua casa editrice, che copre un vasto repertorio di temi culturali, sociologici e psicologici, compresi saggi sul movimento separatista. Il 28 marzo 2004, Télé-Quebec aveva trasmesso un documentario intitolato Hostage (Otage), con interviste a Jacques Lanctôt, il rapitore di James Cross, e alla famiglia Cross. Il documentario era stato terminato all’inizio del 2004. Lanctôt è oggi un importante giornalista della Canoe Inc., di proprietà della Quebecor (il cui vicepresidente è nientemeno che Brian Mulroney).

Dal 1996 al 2002, Paul Rose aveva ottenuto un tale successo da diventare il capo dell’ala quebecchese del Nuovo Partito Democratico del Québec! Sì, questo è lo stesso NDP che era nato dalla Cooperative Commonwealth Federation della Fabian Society canadese.

Sotto la guida di Rose, l’NDP del Quebec si era fuso con l’Union des Forces Progressistes che, a sua volta, si era unita ad altre due organizzazioni, fino a diventare Québec Solidaire che, attualmente, detiene 10 seggi nell’Assemblea Nazionale del Québec. Il 14 marzo 2013 il portavoce di Québec Solidaire, il deputato Amir Khadir, aveva introdotto una risoluzione nell’Assemblea Nazionale per onorare Paul Rose.

I “File Trudeau” del CSIS erano stati cancellati nel 1989

Il 15 giugno 2019 il National Post canadese ha reso pubblico lo strano fatto che l’intero dossier del CSIS/RCMP compilato per 40 anni sul più famoso primo ministro canadese, Pierre Elliot Trudeau, nel 1989 era stato distrutto dalla massima agenzia di spionaggio del Canada.

Come questo fatto imbarazzante possa essere passato inosservato per così tanto tempo è sorprendente, dato che le leggi canadesi sull’accesso alle informazioni rendono disponibili tutti i dossier governativi su qualsiasi cittadino pubblico o privato 20 anni dopo la sua morte. Nel 2019, alcuni storici avevano fatto domanda anticipata per leggere questo dossier tanto atteso, che avrebbe dovuto trovarsi negli Archivi del Canada. La risposta che avevano ricevuto dal CSIS e dagli Archivi Nazionali era stata che l’enorme tesoro di documentazione era stato distrutto perché, presumibilmente, non “soddisfava i criteri stabiliti dal regolamento del CSIS per giustificare la sua conservazione nell’inventario attivo del servizio. Il file era anche al di sotto dei criteri di conservazione stabiliti dagli archivi nazionali.”

Sulla base dei fatti messi a nudo nel testo di cui sopra, si può tranquillamente affermare che la vera ragione per la distruzione dei File Trudeau da parte del CSIS era probabilmente legata al fatto che contenevano informazioni dettagliate e devastanti sul ruolo giocato dal terzo più longevo Primo Ministro del Canada nel contesto del “Grande Gioco” geopolitico della Gran Bretagna contro il resto del mondo.

Il ruolo che il figlio sta giocando ora nel portare avanti l’autoritaria eredità paterna di 50 anni fa può essere compreso solo da questo punto di vista.

Imparare le lezioni della storia

La situazione odierna in Canada ha, ovviamente, molti paralleli con gli eventi del 1970. Una popolazione abusata è stata spinta ai limiti da un’élite di potere sociopatica e questa popolazione sta lottando per i diritti fondamentali, come la vita e la libertà. La psicologia degli ingegneri sociali oligarchici che tentano di gestire la trasformazione comportamentale dei Canadesi (e del mondo) in una docile e compiacente mandria di bestiame non è cambiata in questi 50 anni.

Anche se molti manager dell’impero sono andati e venuti nel corso dei decenni, le condizioni di principio della lotta tra due visioni opposte del genere umano resistono ancora. Se un punto di vista è rappresentato da coloro che credono nei diritti inalienabili di ogni individuo, l’altro oggi è promosso dai tecnocrati transumanisti (neo-eugenetici) che esigono la sottomissione e l’assimilazione di tutti i cittadini e di tutte le nazioni nell’unica realtà consentita.

Resta da vedere se coloro che nei convogli della liberetà si battono per le libertà fondamentali, sia in Canada che all’estero, saranno in grado di navigare attraverso la tempesta e le trappole poste da quelle stesse agenzie di intelligence che avevano gestito gli eventi del 1970. In definitiva, il loro successo dipende dal fatto che le lezioni della storia siano interiorizzate il più rapidamente possibile.

Proprio come 50 anni fa, l’odierna generazione di tecnocrati sociopatici e l’alveare oligarchico da loro rappresentato soffrono di un potente tallone d’Achille. Credono  alla loro stessa propaganda e si sentono semidei immortali, destinati per diritto divino a regnare per sempre su una (de)popolazione servile e ottusa, proprio come lo Zeus di Eschilo nella famosa opera Prometeo incatenato.

È questa arroganza che assicura anche un’inflessibilità di tipo religioso che impedisce il riconoscimento di una verità superiore quando questa si presenta in modo dimostrabile nei sistemi che vogliono controllare. Invece, è praticamente certo che questa cultura oligarchica e parassitaria utilizzerà sempre gli stessi metodi qualitativi e lo stesso modus operandi, decennio dopo decennio, senza alcuna capacità di auto-critica nei confronti del proprio sistema operativo fondamentale, nonostante i suoi assiomi difettosi e confutabili. Useranno trucchi sporchi, attentati false-flag da attribuirea agli innocenti, creeranno falsi gruppi di protesta per attirare gli sciocchi ben intenzionati e semineranno divisioni e discordie ovunque possibile. E, dove queste tecniche falliranno, i veri colori dell’oligarchia saranno costretti ad uscire dall’ombra e il volto del male, che disprezza la luce della verità, sarà continuamente spinto sotto i riflettori.

Finché gli esseri umani che desiderano rimanere umani continueranno a mobilitarsi in amore, pace e saggezza per i loro diritti inalienabili, nonostante le minacce poste alla sicurezza individuale o persino alla vita stessa, allora questa espressione naturale della vera civiltà si diffonderà come un fuoco prometeico in modi non lineari, che nessun modello matematico e nessun tecnocrate sarà mai in grado di controllare.

Matthew Ehret

Fonte: unlimitedhangout.com
Link: https://unlimitedhangout.com/2022/02/investigative-reports/like-father-like-son-how-the-trudeaus-manufacture-crises-to-justify-emergency-measures/
17.02.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

 

 

 

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