DI JASON MILLER
Thomas’s Paine
Anni di introspezione e profonda ricerca spirituale – percorrendo intrepidamente l’apparentemente infinita quantitá di sentieri inesplorati, indomiti, spinosi e traditori che serpeggiano circolarmente nella mia psiche – mi avevano condotto a concludere ingenuamente di aver delineato una mappa completa di chi fossi, della mia visione del mondo, e del mio scopo.
Fortunatamente, una catena di eventi che ha iniziato a dispiegarsi molti mesi fa, ed é recentemente culminata nel mio immergermi nella compagnia di alcuni dei piú zelanti, competenti e appassionati attivisti per gli animali a cui ho avuto il privilegio di unirmi (1), ha scosso quel mio mezzo compiacimento e innescato la passione per iniziare di nuovo una profonda e straziante analisi di chi sono e di quello in cui credo – una “rivalutazione di tutti valori”, se volete – che include per forza di cose i significativi e crescenti dolori dell’evoluzione personale. Mentre riconosco che la mia percezione del sé, la generale visione che ho del mondo, e le convinzioni essenziali siano relativamente immutabili, ci sono ancora molti spazi per la scoperta e la crescita.
Un anno fa, Steve Best mi disse di voler rendere di nuovo la filosofia qualcosa di pericoloso. Con questo in mente, sono giunto ad alcune radicali conclusioni riguardo noi umani ed i nostri ampiamente biasimevoli modi d’essere in quanto specie. Indulgo nel “filosofare con il martello”, trasmettendo alcune ideologie, pensieri, osservazioni, principi e asserzioni che prendono a randellate alcuni dei sacri principi dello status quo antropocentrico ebraico-cristiano della civiltá occidentale, e suscitano l’ira di specisti inveterati che sbraitano come bambini viziati quando qualcuno sfida il loro “inalienabile diritto” di torturare, assassinare e mangiare altri esseri senzienti, e questo mi lascia con tanta popolaritá quanta ne avrebbe un pitbull agitato e senza guinzaglio ad un’esibizione felina.
Nonostante la quasi unanime convinzione antropocentrica che noi animali umani siamo superiori agli animali non umani, la veritá é che siamo semplicemente eguali – NEL MIGLIORE DEI CASI. Infatti, la nostra malevolenza, aviditá, apatia, belligeranza, arroganza, egoismo e la tendenza a dominare, sfruttare e mutilare la Terra e gli altri suoi abitanti, mi hanno convinto che siamo inferiori agli altri animali, sia moralmente che, in un senso perverso, intellettualmente. Siamo solo abbastanza intelligenti da aver sviluppato un devastante complesso di superioritá, credendo che la nostra capacitá di impegnarci in forme complesse di pensiero e comunicazione ci arroghi il diritto di abusare sistematicamente del pianeta e di altri esseri senzienti, creare barriere artificiali per alienarci dal resto della natura, inquinare e contaminare terre ed acque con ogni sorta di tossici, putridi, nocivi, infetti, e disgustosi prodotti liquidi e solidi, molti dei quali con periodi di smaltimento che vanno oltre i 10.000 anni in cui é esistita la malattia che chiamiamo civiltá. Lo homo sapiens, la “specie superiore” ha preso in “custodia” il pianeta e sta andando allo sbando, verso l’auto-distruzione e l’estinzione di massa di altre specie. Questo, quanto é intelligente?
Gli animali non umani sono senzienti, ed un crescente quanto imponente corpo di ricerca in peer-review legittima scientificamente le osservazioni empiriche quanto basate sul senso comune per cui molti altri animali sono anche ‘soggetti di vita’ in quanto conducono delle relativamente complesse vite intellettuali, emotive e sociali. Ucciderli intenzionalmente é un omicidio quanto lo é uccidere un essere umano. Esatto: l’ho scritto. “Carne” é omicidio. Come lo sono la vivisezione, le pellicce, i combattimenti tra cani o galli, la produzione di prodotti caseari e di uova, e il resto della miriade di mostruose atrocitá commesse dal complesso dell’industria animale attorno al globo. Mentre i consumatori e gli utenti finali sono complici, é il vaso pieno di merda del sistema capitalista specista che dobbiamo frantumare in milioni di cocci di porcellana, maneggiando il piú pesante martello che possiamo trovare.
Per riuscire ad ostruire i torrenziali fiumi di sangue che fluiscono dalle vene di miliardi di animali massacrati; far tacere la cacofonia dei loro pietosi lamenti, belati, grida, strilli: per redimerci da questo apparentemente infinito olocausto, deve prima accedere una cosa. La specie umana deve diventare universalmente vegana. Se la nostra voglia di consumare carne, il desiderio dellla pelle di qualcun’altro, o le codarde smanie di inseguire creature indifese e crivellarle con proiettili o perforarle con frecce, o il nostro bisogno percepito di sottoporre altri animali ad atroci torture per “il progresso della scienza e della medicina” sono troppo forti per essere vinti, dobbiamo mettere la carne umana sui menú, riempire gli scaffali dei magazzini con scarpe e abiti di pelle umana, puntare i nostri fucili da caccia su bersagli umani, e riempire i laboratori di ricerca con soggetti umani. Dopotuto, se usiamo, abusiamo e massacriamo esseri senzienti per soddisfare i nostri palati, migliorare le nostre vite, e vivisezionarli, allora per riportare la giustizia e porre fine all’ipocrisia abietta, dobbiamo includere la nostra stessa specie in queste attivitá.
La distruzione di proprietá, attrezzature, macchinari, laboratori e virtualmente ogni costrutto umano inanimato o “risorsa” usata nello sfruttamento, oppressione, menomazione, stupro o omicidio di animali umani, altri animali, o la Terra non puó essere considerato violenza. Potrebbe essere illegale secondo un sistema che feticizza la proprietá ed il profitto, ma che non é immorale. Infatti, in molti casi é la cosa giusta da fare.
Rispetto alla vera violenza – il ferimento o l’uccisione di esseri senzienti (rancorosi specisti, ovviamente, limiteranno la definizione agli esseri umani – lo stato capitalista (di quasi ogni nazione, in quanto il capitalismo aziendale é virtualmente ubiquitario) e la sua miriade di componenti, agenti, sicofanti, agenzie, uffici, rami, soldati, datori di lavoro,propagandisti, impiegati, e cittadini dalla cieca obbedienza, con tutta la lor genia, sono di gran lunga i piú egregi perpetratori di atti direttamente violenti. In lampante contrasto, il movimento di liberazione animale non ha commesso alcuna violenza diretta – nessun sfruttatore animale umano é mai stato ucciso. Comunque, noi in quanto movimento siamo colpevoli di commettere violenza indiretta nel contenerci collettivamente davanti all’annuale tortura e l’omicidio di miliardi di altri animali, permettendo all’imperscrutabile e crudele violenza diretta dello stato capitalista, alle industrie dello sfruttamento animale che lo supportano, e ai miliardi di inveterati e inflessibili pedine antrocentriche al punto che soffrono o portano i loro omaggi quando muoiono sociopatici come Harry Harlow, Philip Armour, Ray Kroc e i loro compari, mentre chiudono gli occhi davanti a degli innocenti procioni che vengono scannati vivi in modo che degli umani privilegiati possano indossare una “pelliccia”.
Filosoficamente parlando, il movimento di liberazione animale ha bisogno di abbracciare la contro-violenza per proteggere esseri innocenti come una delle molte tattiche nella propria guerra per porre fine all’olocausto animale. Attacchi a incorreggibili, mancanti di empatia e sociopatici specisti torturatori di animali, o la morte di coraggiosi militanti underground, sono aspetti sia necessari che moralmente accettabili della lotta per liberare animali non umani. Da un punto di vista etico, tali atti sarebbero prontamente giustificabili come una forma di auto-difesa allargata per conto di esseri senzienti indifesi e senza voce.
Dati l’opportunitá ed i mezzi, gli animali non umani ovviamente ucciderebbero i loro tormentatori e assassini – siano i proprietari di ranch, direttori della grande industria agricola, cacciatori, vivisettori, o simili. Immaginate quanti miliardi di animali non umani sarebbero risparmiati al costo di un relativamente minuscolo numero di vite umane se gli attivisti agissero come tramite in alcuni casi e facessero semplicemente quello che gli animali non umani farebbero per loro stessi – se solo potessero. Quando ottenere i propri soldi insanguinati o vedere soddisfatti i propri desideri diventa troppo rischioso, i partecipanti al “gioco dello sfruttamento” si legherebbero le mani e la carneficina industrializzata di animali non umani raggiungerebbe un brusco stop.
Mentre lo stato capitalista impiega livelli estremi di violenza istituzionalizzata per guadagnare, violentare la Terra, e mantenere l’ordine sociale, molti si oppongono ad ogni contro-violenza sulla base che sia inefficace e che persino l’uso limitato da parte di pochi attivisti porta l’opinione pubblica contro interi movimenti sociali. Eppure, nella storia, non ci sono vittorie di giustizia sociale che sono state ottenute senza tattiche violente, anche se tali tattiche hanno giocato un piccolo ruolo. Né lo sdegno pubblico per l’uso della violenza ha potuto impedire a movimenti come quello abolizionista, per il suffragio femminile, i diritti civili o l’anti-apartheid di avere successo.
I governi centralizzati, le loro strettamente allineate entitá aziendali-capitaliste, e tutti quelli attorno al globo che permettono, perpetuano o perpetrano sfruttamenti animali di larga scala, invitano e meritano l’inimicizia di quelli di noi che lottano nel movimento di liberazione animale. Cosí ridicolmente inconsiderati come siamo, e alla luce dello schiacciante potere del nostro nemico, dobbiamo battere quest’idra dalle molte teste con tutte le tattiche di impegno asimmetrico e con tutta la determinazione a cui possiamo fare appello, battendoci entro la struttura dei sistemi politici e legali, intrinsecamente corrotti, che sono pesantemente calibrati a favore degli assassini antropocentrici. Dobbiamo batterci per educare e vincere i cuori e le menti delle persone la cui empatia non é stata sradicata dal narcisismo e dal consumismo della cultura dominante; allearci con altri movimenti di liberazione anti-capitalisti; e intraprendere varie forme di azione diretta per conto dei miliardi di animali non umani annichiliti e ridotti in uno stato miserevole ogni anno dal capitalismo specista
Se i capitalisti e il loro fedele gregge possono prendere a colpi di fucile, intrappolare, menomare, ingabbiare, schiavizzare, tagliare, sbudellare, sgozzare, macellare, traumatizzare, sottoporre a iniezioni, picchiare, calpestare, violentare, indossare, mangiare e assassinare brutalmente degli esseri senzienti senza voce, come possiamo noi anti-specisti, in buona fede, permettere loro di operare indisturbati e con impunitá? Alla luce dell’inimmaginabile orrore, dolore e sofferenza che hanno inflitto a quasi innumerevoli miliardi di amici animali non umani, nulla di quanto fa il nostro movimento per mettere in discussione, impedire, danneggiare, fermare o delegittimare o il sistema o i singoli sfruttatori di animali puó essere moralmente riprovevole o eccessivo. Non dobbiamo preoccuparci di mantenere alto il terreno morale. Dante scrisse un addendum mai pubblicato all’Inferno che include un Decimo Circolo – solo per i nostri nemici.
Nel sistema legale dello stato capitalista, che essenzialmente serve a proteggere il profitto e la proprietá, un attivista che uccidesse un “fattore”, un vivisettore o un cacciatore sarebbe punibile come omicida. Ma nelle piú alte corti delle leggi di natura, quelli che non si impegnano in qualche forma di attivismo – sia esso diretto o indiretto, violento o non-violento – per difendere gli animali non umani, saranno processati come complici nell’omicidio.
L’apatia é complicitá. Da che parte starete? Thanatos o Gaia?
[1] Con molti di voi ho socializzato, scambiato idee e manifestato alla Let Live Conference di Portland, Oregon dal 6/26/09 to 6/28/09.
Jason Miller è un convinto anti-capitalista, vegan staight edge, liberazionista animale, e addetto stampa per il North American Animal Liberation Press Office. E’ anche redattore e fondatore di Thomas Paine’s Corner.
Thomas Paine’s Corner vi vuole linkare il materiale più recente e i classici senza tempo disponibili nel nostro vario e ricco sito. Se volete riceverli, digitate “TPC subscription” nell’oggetto e mandate una mail a [email protected]
Per gli ultimi aggiornamenti sul movimento di liberazione animale, visitate NAALPO su http://www.animalliberationpressoffice.org/
Se avete un account su Facebook, non dimenticatevi di cercare la pagina di Thomas Paine attraverso la funzione di “ricerca” e diventate un fan.
E se avete un account di MySpace, non dimenticatevi di diventare amici del Thomas Paine’s Corner presso http://www.myspace.com/anarchovegan
Guardate il video su http://www.youtube.com/watch?v=VIjanhKqVC4 e diventate vegan. Fatelo per la vostra salute, per gli animali non umani e la Terra!
Jason Miller
Fonte: http://thomaspainescorner.wordpress.com/
Link: http://thomaspainescorner.wordpress.com/2009/07/05/to-dam-the-torrential-rivers-of-blood-and-to-silence-the-cacophony-of-their-agonized-cries%E2%80%A6/
05.07.2009
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CARLO MARTINI