DI LINO ROSSI
ComeDonChisciotte
Riporto alcuni
stralci della conferenza che il Dr. Heinrich Kremer tenne il 18 febbraio
2001 a Povo di Trento e l’8 aprile dello stesso anno a Rimini (8).
Da quella conferenza
emersero questi fatti:
- il rapporto danni/vantaggi
della vaccinazione pediatrica di massa è enorme perché i danni sono
innumerevoli e pesantissimi, sia a breve che a lungo termine, ed i vantaggi
sono pressoché nulli; - la determinazione
della causa dell’AIDS è completamente sbagliata; di conseguenza è
completamente sbagliata anche la terapia, al punto che è proprio la
terapia la principale causa di morte; - la determinazione
della causa dei tumori è completamente sbagliata; di conseguenza è
completamente sbagliata anche la terapia; “È noto infatti, da
ricerche che sono durate anni all’istituto di ricerca oncologica in
Germania, che i malati di tumori che vengono sottoposti ai normali cicli
convenzionali terapeutici hanno un’aspettativa di vita media di soli
3,5 anni; i pazienti, invece, sempre affetti da cancro, ma che non vengono
sottoposti né a chemioterapia né
a radioterapia (ma comunque a nessun tipo di terapia convenzionale e
non) hanno una sopravvivenza media di 12 anni.”
Ovviamente,
una volta determinate le cause corrette delle malattie, è banale individuare
le corrette terapie, come effettivamente avviene per coloro che non
hanno ceduto alla tentazione di avere fede in big-pharma e nei suoi
bracci armati: il SSN e l’ordine dei medici. Big-pharma infatti lucra
sulle nostre malattie; guai per loro se fossimo in salute.
Da allora né
si è avviato un serio approfondimento scientifico delle tematiche proposte,
né si è cambiato qualcosa nella pratica clinica. La tecnica di Goebbels
risulta sempre vincente.
Gran parte
dei guai nei quali incorriamo sono determinati da pessima alimentazione,
pessima medicina e pessimo stile di vita. Le vecchie terapie disintossicanti,
abbinate ad una alimentazione crudista, soddisfano il requisito fondamentale
dell’equilibrio tra immunità cellulare e risposta anticorpale.
La nostra vita
è come un fiume. L’argine destro è l’immunità cellulare mentre
quello sinistro è la risposta anticorpale. Quando l’argine destro
cede si assiste inevitabilmente agli straripamenti; la medicina vera
lo rimette in sesto, mentre quella di big-pharma risolve il problema
bombardando tutto il territorio con bombe atomiche (radioterapie) e
bombe chimiche (chemioterapie). In effetti al cospetto delle bombe che
piovono dal cielo le esondazioni sono un problema “minore”. Se non
fossimo indottrinati dai media, pagati da noi stessi, questo scandalo
sarebbe già risolto da un bel pezzo.
Lino Rossi
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Sistema Immunitario
Il sistema
immunitario (S.I.) dell’uomo adotta due tipologie di strategie nei confronti
delle sostanze estranee. Una cosiddetta del tipo 1 e l’altra del tipo
2.
La prima (tipo
1), quella più antica, è espressa dalle cellule immunitarie T o linfociti
T (1) ed è altamente specializzata per difendersi da virus, batteri
intracellulari e protozoi (o protisti) che si insediano prevalentemente
all’interno delle cellule umane (infezioni intracellulari). L'”arma”,
che le cellule T utilizzano per eliminare le cellule infettate, è il
monossido di azoto (NO): un gas molto diffusibile e particolarmente
reattivo, che riesce ad oltrepassare la membrana cellulare e, una volta
penetrato all’interno, altera la catena di respirazione dei mitocondri,
gli organelli che producono l’energia necessaria per la sopravvivenza
e l’equilibrio della cellula stessa.
Dato che il
gas NO è particolarmente reattivo (tossico) vi è nell’organismo un
delicato equilibrio tra questo gas e le sostanze antiossidanti che devono
neutralizzarlo rendendolo così innocuo per le cellule che lo producono.
Nel corso dell’evoluzione,
a partire dai vertebrati, comparve una nuova classe di patogeni: i vermi.
I vermi sono, in genere, di dimensioni molto più grandi dei parassiti
fino ad allora conosciuti ed il sistema immunitario delle cellule T
non era in grado di rispondere efficacemente contro agenti microbici
della dimensione dei vermi. Si è sviluppata così l’altra strategia
di difesa (tipo 2). Attraverso gli anticorpi prodotti dalle cellule
immunitarie B o linfociti B (2). Le cellule B reagiscono a sostanze
estranee di grandi dimensioni e alle sostanze tossiche (risposta anticorpale).
Per esempio, i vaccini che non contengono virus vivi attenuati (come
l’antitetanica e l’antipolio Salk), stimolano una risposta anticorpale;
mentre i vaccini a virus vivi (come l’antipolio Sabin e l’antimorbillo)
stimolano le cellule T per una maggior produzione del gas NO quindi
un’intensificazione dell’immunità contro patogeni intracellulari.
I due tipi
di meccanismi di difesa (tipo 1 e tipo 2) del sistema immunitario interagiscono
profondamente e il corretto funzionamento dipende da questo delicato
equilibrio tra immunità cellulare e risposta anticorpale.
Se vi fosse,
ad esempio, uno sbilanciamento verso il tipo 1, a sfavore quindi dell’immunità
anticorpale (tipo 2), vi sarebbe il rischio di contrarre malattie auto-immunitarie;
mentre, uno sbilanciamento verso il tipo 2 (un maggior numero di anticorpi
in conseguenza ad una risposta anticorpale eccessiva) vi sarebbe un
maggior rischio di malattie di tipo allergico.
…
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Dal 1986, da
ricerche fatte su cavie, e dal 1991 si ha la conferma anche per l’uomo,
è stato scoperto che esistono due sottogruppi di cellule T che sono
note con la sigla CD4. Le cellule CD4 hanno un ruolo decisivo nell’AIDS:
i cosiddetti HIV positivo hanno un livello molto basso, insufficiente,
di cellule CD4. Nel campo della ricerca dell’AIDS, prima del 1991, non
era noto il fatto che le cellule CD4 sono differenziate in due gruppi.
Un gruppo di
queste cellule CD4 è quello preposto a generare il monossido di azoto
(NO), mentre il secondo gruppo di cellule CD4 non genera monossido di
azoto, ma è preposto a stimolare la produzione di anticorpi attraverso
la stimolazione delle cellule B (linfociti B). Per questo tipo di cellule
denominate Th2 (linfociti T helper 2) si ha una diffusione dal sangue
verso il midollo osseo. Questo è
anche alla base dell’errore tragico della medicina dell’AIDS, e cioè
si riteneva, e si ritiene tuttora, che il livello di cellule CD4 fosse
basso perché erano distrutte da un virus. La verità
è completamente diversa. I cosiddetti HIV positivi hanno un livello
molto elevato di cellule CD4 del secondo tipo.
Questo è anche
un motivo per cui le cellule del primo tipo è basso e quindi risulta
abbassata anche la produzione di NO. Questo spiega anche il perché
queste persone, che hanno un livello molto basso di cellule CD4 del
tipo 1, non producono a sufficienza NO e non sono perciò in grado di
eliminare dalle cellule infettate qualsiasi agente patogeno, sia esso
virus o parassiti (specie funghi). Questo vale anche per i micobatteri
che sono gli agenti patogeni responsabili della tubercolosi che s’insediano
all’interno delle cellule (patogeno intracellulare). E così
si spiega anche il perché delle cosiddette infezioni opportunistiche
che sono tipicamente associate all’AIDS; mentre, sorprendentemente,
i malati di AIDS hanno, raramente, infezioni di origine batterica (esclusi
i batteri intracellulari) proprio perché hanno una buona produzione
di anticorpi. Il problema, in questo caso, è la mancanza dell’equilibrio
fra cellule CD4 del tipo 1 e cellule CD4 del tipo 2: molto basso il
livello di cellule CD4 del tipo 1 ed elevato il livello di cellule CD4
del tipo 2.
La risposta
di tipo 1 o 2 dipende direttamente dal livello di glutatione (3) all’interno
delle cellule che presentano l’antigene (dendritiche, linfociti B e
macrofagi) (4).
Il Glutatione
è il principale antiossidante cellulare contenente zolfo. In tutti
quelli in cui il test per l’HIV da esito positivo, si evidenzia un calo
massiccio del livello di glutatione (5). Da dove deriva questo calo
di glutatione?
Il calo di
glutatione è direttamente associato ad un eccessivo stress ossidativo
delle cellule (ridotto apporto di antiossidanti con la dieta e uso di
sostanze ossidanti come le droghe).
Un eccessivo
stress ossidativo porta ad uno sbilanciamento immunitario verso il tipo
2 (eccessivo livello di anticorpi e ridotta produzione di NO citotossico).
Le cellule ossidate o muoiono o producono proteine dello stress e rigenerative.
Robert Gallo
e Luc Montagnier videro, nelle loro colture cellulari (in esperimenti
relativi a malati di AIDS) dei fenomeni dovuti all’eccessiva ossidazione
e li scambiarono per un retrovirus, l’HIV. Le cellule ossidate possiedono
un livello di glutatione ridotto (in termini di reazioni redox) molto
basso, e come conseguenza viene inibita la produzione del monossido
di azoto citotossico e molte cellule T muoiono. Nella teoria ufficiale
HIV/AIDS la morte delle cellule T veniva imputata al retrovirus HIV.
E’ noto, dall’inizio
degli anni novanta, che allo stress ossidativo non contribuiscono solo
i radicali liberi dell’ossigeno (che devono essere ridotti tramite il
glutatione), ma anche i radicali di azoto (che si formano dal gas di
azoto). La presenza di radicali di ossigeno, di azoto e di altri ossidanti
in genere, evidentemente, influisce sulla catena di respirazione della
cellula.
Quando si verifica
uno spostamento eccessivo verso le cellule di tipo 2, non sono coinvolti
solamente gli anticorpi ma anche delle sostanze messaggero, molto importanti
per la comunicazione, che sono le citochine.
Oggi si sa
che questa dicotomia (cioè questi due tipi di cellule immunitarie T)
non vale solamente per le cellule immunitarie; infatti sono solamente
un caso specifico. Ai due tipi di cellule CD4 corrispondono anche due
configurazioni diverse di queste proteine messaggero addette alla comunicazione:
le citochine. Infine, si può considerare un mito la capacità
del sistema immunitario di distinguere ciò
che è proprio da ciò che è estraneo (esterno).
…
pag. 48
Per un gran
numero di tumori è ormai stato documentato e dimostrato che essi si
sviluppano con una configurazione di citochine del tipo 2.
Questo non
sorprende affatto considerato che le cellule tumorali non sono altro
che una regressione verso uno stadio embrionale precoce. Le cellule
tumorali acquisiscono delle caratteristiche che sono identiche a quelle
delle cellule umane per un periodo molto breve: una o due settimane
dopo l’inseminazione. Anche le cellule embrionali nella placenta presentano
questa configurazione del tipo 2. Non sorprende quindi affatto che
le cellule tumorali hanno questo stato del tipo 2. Questo ha ovviamente
delle conseguenze, anche pesanti, per tutte le terapie contro il cancro
come la chemioterapia. È noto infatti, da ricerche che sono durate
anni all’istituto di ricerca oncologica in Germania, che i malati di
tumori che vengono sottoposti ai normali cicli convenzionali terapeutici
hanno un’aspettativa di vita media di soli 3,5 anni; i pazienti, invece,
sempre affetti da cancro, ma che non vengono sottoposti né a chemioterapia
né a radioterapia (ma comunque a nessun tipo di terapia convenzionale
e non) hanno una sopravvivenza media di 12 anni.
…
pag. 73
Come è possibile
intervenire per compensare questi processi che portano agli squilibri?
Innanzitutto è possibile intervenire a compensare stimolando la sintesi
delle citochine tipo 1; effetto che può essere ottenuto con la somministrazione
di dosi massicce di cisteina (6) (un amminoacido particolare
perché contiene zolfo), sostanza naturale sintetizzata (prodotta) dal
metabolismo stesso partendo dalla base metionina (sempre un amminoacido
contenente zolfo). Negli immunosoppressi, malati di AIDS o chi e
affetto da tumore, si somministrano da 3 a 10 grammi (non mg) al giorno.
La cisteina è anche un componente di base per il glutatione: responsabile
del 90% del lavoro antiossidante di compensazione dello stress ossidativo,
a livello mitocondriale.
Nei casi acuti
con sintomi clinici, come AIDS, polmoniti ecc., in casi cioè di emergenza,
viene somministrato glutatione per via endovenosa, da 2 a 6 settimane,
600 milligrammi (mg) endovena al giorno.
Un altro intervento
molto importante è quello del miglioramento del bilancio acido basico
dei reni e del metabolismo a livello intestinale. Qui si prevede una
somministrazione della glutamina (7) (importante per le cellule cerebrali,
per l’approvvigionamento energetico), e quando la catena di respirazione
dei mitocondri non funziona perfettamente la glutamina può essere un
veicolo per la produzione energetica tramite ossidazione. In particolare,
nell’intestino tenue, la glutamina è la principale fonte energetica.
Perciò è molto rara anche l’incidenza di carcinomi nell’intestino
tenue, contrariamente invece dell’intestino crasso, proprio perché
l’intestino tenue provvede al proprio approvvigionamento energetico
soprattutto attraverso la glutamina. Questo fatto non era compreso fino
a poco tempo fa.
La glutamina
può essere sintetizzata a livello epatico (nel fegato) solamente se
vi sono sufficienti riserve di cisteina.
Mentre invece,
nei pazienti affetti da cancro vi è un abbassamento sensibile di entrambi
i livelli, sia della glutamina che della cisteina. Determinati processi
provocano un maggiore dispendio di proteine a livello di muscolatura
perché le proteine muscolari vengono trasformate in glucosio ad uso
delle cellule tumorali, e quando per decenni questi pazienti perdevano
peso, anche rapidamente, non si faceva altro che somministrare infusioni
di proteine. Queste proteine venivano praticamente riespulse in forma
di urea. Il glucosio invece, ricavato da queste proteine somministrate
per via endovenosa, veniva direttamente utilizzato dalle cellule tumorali.
Dalla metà degli anni novanta, quando finalmente si è capito quali
sono le dinamiche in gioco: cosa centra il sistema immunitario, il glutatione,
la glutamina, la cisteina, il ruolo del monossido di azoto, nei pazienti
con immunosoppressione a livello cellulare (affetti da tumore e anche
da sepsi), si sono ottenuti dei successi anche abbastanza sorprendenti
somministrando dosi massicce di cisteina e di glutatione a livello endovenoso.
Anche contro la cachessia dei malati di tumore, che fino a quel momento,
veniva considerata inguaribile. Lo stesso vale per la cachessia dei
pazienti malati di AIDS che anch’essa era considerata non guaribile
fino a tre anni fa.
È chiaro
quindi, quanto sia veramente importante avere compreso la dinamica della
biologia cellulare.
- I linfociti nel
sangue costituiscono dal 20 al 40% dei globuli bianchi (o leucociti
). T (linfociti) deriva da Timo, la ghiandola situata dietro lo sterno
dove maturano questi linfociti. I linfociti T si differenziano per i
diversi antigeni di membrana in CD4 (helper) e CD8 (suppressor). Vedremo
poi che i linfociti helper (CD4), a loro volta, si differenziano in
tipo 1 (Th1) e tipo 2 (Th2). - B (linfociti) deriva,
secondo gli autori anglosassoni, da Bone marrow (midollo osseo); secondo
gli autori italiani da Borsa di Fabrizio, la struttura che negli uccelli
produce la differenziazione e maturazione dei linfociti B. - Glutatione. Tripeptide
solforato, formato da tre amminoacidi: l’acido glutammico, la cisteina
e la glicina. È il principale antiossidante cellulare, necessario per
neutralizzare i radicali liberi. - Peterson J. D, Herzenberg
L.A. et al. Glutathione levels in antigen-presenting cells modulate
Th1 versus Th2 response patterns. Proc. Natl. Acad. Sci USA vol. 95,
pp. 3071-76, March 1998. - Buhl R. et al. Systemic
glutathione deficiency in symptom-free hiv sieropositive individuals.
The Lancet December 2, 1989. - Cisteina. Amminoacido
solforato, che si ossida facilmente all’aria dando origine alla cistina.
La corteccia surrenale è ricca di cisteina. - Glutamina. Monoamine
dell’acido glutammico, derivato dalla reazione dell’acido glutammico
con l’ammoniaca. La glutamina, facilmente assimilabile dall’organismo,
si ritrasforma nell’acido glutammico nel tessuto nervoso. - http://digilander.libero.it/controinfoaids/zip/atti_Kremer.zip
Lino Rossi
www.comedonchisciotte.org
22.12.2008