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La Redazione

 

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L’Impero colpisce ancora – Inizia una guerra ibrida su più fronti contro l’Asse della Resistenza

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A cura di Markus
Il 30 Novembre 2024
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Simplicus
simplicius76.substack.com

Sono giorni movimentati, giorni in cui l’Impero ha fatto finta di congelare conflitto israeliano per poi lanciarsi in una nuova escalation ibrida contro la Resistenza, che ha incluso un attacco al rublo e sanzioni contro Gazprombank e molte altre banche russe, un nuovo tentativo di rivoluzione colorata stile Maidan in Georgia ed ora una massiccia offensiva sostenuta dalla Turchia in Siria.

Tbilisi adesso:

Cominciamo dal conflitto israeliano, per il quale è stato chiesto un cessate il fuoco. Hezbollah non ha negoziato direttamente il cessate il fuoco, che però sembra sia stato approvato dal capo ad interim, Naim Qassem. Hezbollah dovrebbe arretrare le proprie unità a nord del fiume Litani e Israele dovrebbe ritirarsi dal Libano meridionale. Nel frattempo, l’esercito libanese ha inviato una forza di pace nella zona cuscinetto meridionale.

🇮🇷 Media israeliani: “Israele” ritirerà gradualmente le sue forze a sud della “Linea Blu” in Libano entro un periodo massimo di 60 giorni.

🇱🇧 🇮🇱 I media israeliani hanno pubblicato l’accordo completo di cessate il fuoco tra Israele e Libano, che include i seguenti termini:

1. Non aggressione: Hezbollah e tutti gli altri gruppi armati in Libano si asterranno dall’iniziare qualsiasi azione offensiva contro Israele.

2. Impegno di Israele: Israele si asterrà dal condurre qualsiasi operazione militare offensiva contro obiettivi in Libano, sia per terra che per mare o nel cielo.

3. Risoluzione 1701: Entrambe le nazioni affermano l’importanza di aderire alla Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

4. Autodifesa: Questi impegni non limitano né Israele né il Libano dall’esercitare il loro diritto intrinseco all’autodifesa.

5. Forze autorizzate: Solo le forze ufficiali di sicurezza e militari libanesi sono autorizzate a portare armi o a operare nel sud del Libano.

6. Supervisione delle armi: La vendita, la fornitura e la produzione di armi e materiali correlati per il Libano saranno supervisionati e regolati dal governo libanese.

7. Smantellamento delle strutture non autorizzate: Tutte le strutture non autorizzate coinvolte nella produzione di armi o in attività correlate saranno smantellate.

8. Confisca delle armi non autorizzate: Le infrastrutture e le posizioni militari non conformi all’accordo saranno smantellate e tutte le armi non autorizzate saranno sequestrate.

9. Comitato di supervisione: Verrà istituito un comitato concordato di comune accordo per monitorare e sostenere l’applicazione di questi impegni.

10. Segnalazione delle violazioni: Israele e il Libano riferiranno ogni potenziale violazione al comitato di monitoraggio e all’UNIFIL.

11. Schieramento di sicurezza alle frontiere: Il Libano dispiegherà le sue forze ufficiali di sicurezza e militari lungo tutti i confini, i punti di passaggio e all’interno della regione meridionale designata, come indicato nel piano di dispiegamento.

12. Ritiro israeliano: Israele ritirerà le sue forze a sud della Linea Blu in un processo graduale che potrà durare fino a 60 giorni.

13. Negoziati facilitati dagli Stati Uniti: Gli Stati Uniti promuoveranno negoziati indiretti tra Israele e Libano per stabilire un confine terrestre reciprocamente riconosciuto.

🚩 Trincea della Resistenza

Netanyahu ha chiarito in un’intervista che si tratta di un “cessate il fuoco temporaneo” e non della fine della guerra, ammettendo apertamente che Israele utilizzerà questo tempo per riarmarsi e riorganizzarsi. Naturalmente entrambe le parti proclamano la vittoria, e sono infinite le angolazioni da cui si può sostenere lo schieramento preferito. Secondo quanto riferito, Israele ha paralizzato la leadership di Hezbollah, ma non è riuscito a piegare in modo apprezzabile la forza stessa, riuscendo ad avanzare appena per qualche chilometro in territorio libanese, tra gravi perdite, una demoralizzazione diffusa e panico sociale.

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Un esperto israeliano: “Come membro del partito Likud, dico: ‘Questa guerra non sarebbe dovuta finire in questo modo’. Oggi, la parte che si trova sotto pressione non è Hezbollah, ma Israele. L’esercito è esausto, i soldati non possono sopportare il peso del servizio e non sono più in grado di sopportarlo. Questo cessate il fuoco è temporaneo, e tra cinque o sei anni dovremo combattere di nuovo il Libano. Ma la differenza sarà che Hezbollah avrà 40.000 droni a Baalbek“.

[Il video è visibile nell’articolo originale]

Questo è all’incirca tutto il territorio che Israele è stato in grado di occupare ma non tutte queste aree sono attualmente sotto il controllo israeliano, sono semplicemente zone dove le divisioni settentrionali dell’IDF avevano vagamente “operato” in un momento o nell’altro, anche se poi si erano ritirate, lasciando le aree in una zona grigia:

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È quindi facile dichiarare una vittoria morale di Hezbollah, che ha dimostrato di essere forte e ha limitato l’incursione ad una zona ancora più piccola di quella del 2006. Si tenga presente che il conflitto del 2006 aveva avuto la stessa “risoluzione” non risolta, visto che entrambe le parti avevano rivendicato la vittoria, quindi la situazione attuale non è diversa. Ma, dato che Israele aveva intenzione di arrivare almeno fino al fiume Litani, questa fase della guerra è chiaramente una sconfitta importante per Israele, anche se probabilmente non è ancora la fine del conflitto.

La fiducia della società israeliana nell’IDF, che si è notevolmente deteriorata, è stata evidenziata da un nuovo sondaggio nazionale del Canale 13 israeliano:

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Il 61% dei cittadini israeliani intervistati ha dichiarato che Israele ha perso la guerra, mentre il 26% ritiene che Israele abbia vinto.

C’è un milione di altri modi per spaccare il capello in quattro: Hezbollah ha perso reputazione e sostegno della società? I civili, gli agricoltori e i coloni israeliani torneranno effettivamente nel nord, visto che questo era uno degli obiettivi primari dell’intera operazione libanese? Dovremo aspettare e vedere.

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Confermata la prima perdita di un Merkava MK4. Il Merkava in questione è la nuova variante MK4 Barak. È stato colpito da un ordigno esplosivo improvvisato superpotente e solo il conducente è sopravvissuto. Arriva un momento in cui nessun carro armato può sopravvivere a una certa quantità di esplosivo.

Ora, solo un giorno dopo il cessate il fuoco, un’accozzaglia di ribelli sostenuti dalla Turchia, l’SNA e il ribattezzato HTS di Al-Qaeda, hanno lanciato un’offensiva che ha colto di sorpresa le forze della resistenza siriana, arrivando fino alle porte di Aleppo e minacciando di occupare la città stessa. Molti rapporti hanno indicato che i valichi settentrionali tra la Turchia sono stati aperti, consentendo il libero flusso di uomini e mezzi verso sud, cosa che, ancora una volta, ha messo in luce il doppio gioco di Erdogan.

Al Mayadeen: “La Turchia ha riaperto i valichi di frontiera con la Siria per consentire il movimento di mercenari stranieri sostenuti dalla Turchia verso Idlib e Aleppo ovest”.

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L’obiettivo sembra ovvio: Israele sperava di sconfiggere Hezbollah e quindi di eliminare l’influenza dell’Iran. Ma, avendo perso, Israele è passato al piano B, che consiste nell’eliminare la capacità dell’Iran di rifornire Hezbollah attraverso la Siria. Per farlo, Assad deve cadere. Non essendo uno che spreca un’opportunità, Erdogan sembra essere stato al gioco per un proprio tornaconto. L’impronta di Israele sull’attacco è stata evidente questa mattina, quando l’Esercito Arabo Siriano è stato colpito da un grave attacco con l’”esplosione di cercapersone e radio”, che ha ferito molti militari, una perfetta replica dello stesso attacco contro Hamas di qualche tempo fa.

L’Impero nel suo complesso – che include Stati Uniti e Regno Unito – ha ovviamente attivato tutte le sue cellule terroristiche dormienti per assistere l’offensiva, perché questo serve a tenere Iran e Russia occupati, in particolare nei confronti dell’Ucraina. I rapporti affermano già che la Russia è stata costretta a inviare vari contingenti di rinforzo in Siria, il che, ovviamente, indebolisce gli sforzi della Russia in Ucraina. Questi contingenti includono un nuovo generale.

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È chiaro che il conflitto sta assumendo una proporzione globale e interconnessa, una vera e propria “guerra mondiale”, ma non nel senso terrificante di un armageddon nucleare. Piuttosto nel senso che il mondo è auto-assemblato e diviso in chiari campi ideologici che si stanno sempre più radicando per necessità, spinti sempre più in profondità in vere e proprie alleanze militari, come nel caso di Russia, Corea del Nord, Iran e Cina, o della crescente integrazione dell’Ucraina nella NATO.

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Tra l’altro, alcuni sostengono che la “rivoluzione” siriana che aveva generato il conflitto nel 2011 era stata, in realtà, concepita subito dopo l’analoga guerra e il “cessate il fuoco” libanese del 2006, per le stesse ragioni: Israele era rimasto scioccato nel rendersi conto di non poter sconfiggere Hezbollah sul campo e che Hezbollah avrebbe potuto diventare sempre più potente in futuro. Per questo motivo, i suoi canali di sostegno dovevano essere eliminati, e quindi la Siria doveva essere strappata dalle braccia dell’Iran. Naturalmente, non si tratta mai di una sola cosa: gli interessi di Israele si erano intrecciati con molti altri, tra cui quelli degli Arabi del Golfo, della Turchia, degli Stati Uniti e dei loro proxy della GWOT, ecc:

E, come tutto si ripete, anche la rivoluzione colorata georgiana sta imitando quella ucraina:

La situazione in Georgia, che ha deciso di tornare alla politica degli interessi nazionali, ricorda molto quella del novembre 2013 in Ucraina.

Proprio come in Ucraina, dopo il congelamento della procedura di “adesione all’UE” (all’epoca in Ucraina era stato firmato l’accordo di libero scambio), i “manifestanti” sono scesi in piazza chiedendo le dimissioni del Parlamento appena eletto, che, tra l’altro, aveva vinto le elezioni in modo chiaro e netto.

Gli stessi metodi, le stesse richieste, le stesse proteste che, anni dopo, erano state riconosciute dai politici europei come un deliberato rovesciamento del governo.

È probabile che i politici georgiani abbiano imparato la lezione del Maidan ucraino e non abbiano fretta di trasformare il loro Paese in una testa di ponte meridionale anti-russa. Dall’inizio dell’Operazione Militare Speciale in Ucraina, la Georgia è diventata un importante snodo commerciale e guadagna bene dal commercio con la Russia. Ricordano bene a cosa porta la russofobia: alla perdita del territorio e al declino economico.

Non escludo che ci siano taciti accordi tra i nostri Paesi, nonostante l’assenza formale di relazioni diplomatiche, perché le merci georgiane sono vendute liberamente in Russia e, negli ultimi due anni, il fatturato commerciale non ha fatto altro che crescere.

La svolta della Georgia verso la normalizzazione delle relazioni con la Russia non può che essere accolta con favore, e quindi ci auguriamo che la leadership georgiana abbia abbastanza forza e sostegno per evitare al Paese uno scenario ucraino.

Al momento, le affermazioni secondo cui Aleppo sarebbe interamente caduta si sono rivelate una psyop di cellule dormienti che hanno scattato foto al centro della città, sostenendo, per seminare il panico, che quelle aree erano state “catturate”.

Il corrispondente di Sputnik ad Aleppo: i servizi di sicurezza hanno arrestato un gruppo di cellule dormienti e un altro gruppo, “Nuova Aleppo – Associazione Al-Zahraa”, che si era infiltrato in uno dei quartieri della città di Aleppo ovest. Questo gruppo aveva diffuso video e foto che suggerivano che i gruppi terroristici armati avevano preso il controllo di ampie parti dei quartieri della città. Nei quartieri di Aleppo ovest è regnata la calma fino quasi a mezzanotte. Ingenti rinforzi militari sono arrivati nei quartieri della città di Aleppo.

Ma le mappe sottostanti mostrano la vasta area di molte decine di chilometri conquistata a ovest di Aleppo nel giro di pochi giorni:

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Questo dopo settimane di attacchi israeliani nella stessa Siria, che erano chiaramente stati l’avvertimento preparatorio, volto ad indebolire le forze siriane in previsione di questa offensiva.

Tuttavia, sembra che l’aviazione russa stia effettuando raid massicci e il Ministero della Difesa sostiene di aver già eliminato più di 400 terroristi. Allo stesso tempo stanno arrivando ingenti quantità di rinforzi delle forze speciali SAA, curde e persino del Kataib Imam Ali iracheno, ma vedremo se saranno abbastanza tempestivi da stabilizzare la situazione, poiché permane la minaccia dell’apertura di nuovi fronti.

Gli attacchi aerei russi si stanno avvicinando sempre più alla presenza militare turca. I filmati mostrano gli attacchi russi contro Arihah, a soli 2 km dalla base turca di Kafr Lata.

Infine, anche i biglietti da visita dell’Ucraina sono visibili, non solo per il sapiente utilizzo di droni FPV da parte dei terroristi siriani negli attacchi, ma anche per la scelta di bande identificative gialle e blu:

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Un promemoria, visto che stiamo per entrare nella prossima fase della guerra ibrida globale:

blankCome ultima nota, una considerazione per l’offensiva è anche la vittoria di Trump. Proprio come Israele è sembrato approfittare della totale assenza di Biden – con una Casa Bianca vuota e distratta gestita da apparatchiks di basso livello del Dipartimento di Stato – per lanciare le sue varie campagne di terrore, genocidio e guerra contro Gaza e il Libano, ora anche la Turchia potrebbe aver capito che il tempo stringe. Non solo Trump ha verbalizzato il desiderio di ritirare le truppe statunitensi dalla Siria (anche se con una riserva che verrà discussa in un altro articolo) ma ha nominato la famosa “apologeta di Assad” Tulsi Gabbard al ruolo estremamente potente di DNI (Director of National Intelligence). Sia la Turchia che Israele potrebbero percepire che la loro possibilità di rovesciare Assad e di infliggere una ferita mortale alla Siria potrebbe esaurirsi prima che Trump rimescoli le carte.

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Sebbene quanto detto sia vero, non credo che la Russia e Assad avessero molta scelta nel congelare il conflitto siriano; c’erano troppe esigenze e sfumature che rendevano necessaria una cosa del genere. Tuttavia, è una storia estremamente attuale e carica di ammonimenti nei confronti di un possibile congelamento del conflitto ucraino. È chiaro che, in un conflitto congelato, la parte che ha meno da perdere è sempre quella avvantaggiata. Nel caso della Siria, ad esempio, la società è tornata alla normalità, consentendo alle truppe di essere congedate e ai comandi di rilassarsi, perché la Siria vorrebbe essere un Paese normale, con cittadini che cercano di crescere e migliorare la propria vita. Tutto quello che avevano potuto fare i terroristi, rinchiusi nelle loro tane a Idlib, era stato ribollire e rimuginarel loro risentimento estremista, elaborando grandi piani di vendetta a spese di esistenze produttive.

Lo stesso accadrà in Ucraina. Dopo il congelamento, la Russia – essendo un Paese normale – sarà molto più disposta a tornare a uno stato di rilassamento disarmato e di produttività rivolta al futuro, mentre l’Ucraina verrà distrutta e consumata dai suoi piani di vendetta per gli anni a venire, se necessario, pianificando di cogliere finalmente un giorno la Russia sottomessa e con la guardia abbassata.

Come tali, queste forze barbare hanno sempre il sopravvento sulla pazienza e riescono sempre a sorprendere i Paesi superiori in termini di sviluppo che cercano di tornare alla normalità dello status quo, alla crescita economica e allo sviluppo sociale.

Simplicus

Fonte: simplicius76.substack.com

Link: https://simplicius76.substack.com/p/the-empire-strikes-back-launching

29.11.2024

Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

 

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