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La Redazione

 

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LE SANZIONI ALLA RUSSIA, GUERRA E FARSA

A cura di
Il 22 Marzo 2014
164 Views
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DI PEPE ESCOBAR
Asia Times

Se entrerete nel campo minato, la nostra fanteria vi attaccherà come se questo non esistesse.

Marshal Georgy Zhukov

Iniziamo con le cose serie. Mentre il Consiglio della Federazione Russa ha ratificato un trattato con la Crimea, sancendo l’annessione formale, l’Ucraina ha firmato i capitoli politici di un accordo associativo con l’Unione Europea (UE). La firma dell’accordo completo avverrà al massimo nel 2014.

Questi sono i fatti. E ora torniamo alle comiche, note anche come sanzioni di guerra.

La tanto democratica UE ha punito il democratico referendum in Crimea, sanzionando 33 cittadini russi e crimeani congelando le loro proprietà e vietando loro i viaggi, secondo le parole del morto che cammina, à la Magritte, il Presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy. L’UE ha anche cancellato il summit UE-Russia fissato a Sochi per il 3 giugno. E la vasta, kafkiana burocrazia della Commissione Europea (CE) ha alzato la guardia offrendo sussidi alle mucche europee per prepararsi a “possibili sanzioni economiche”, con le parole della Cancelliera tedesca Angela Merkel.

L’UE è irrimediabilmente divisa su quello che c’è da fare. Qualsiasi decisione prenda, la capacità di Mosca di ferire pesantemente l’UE è di certo maggiore. Ci potrebbe essere un flebile insieme di sanzioni per la prossima settimana, come ha vaticinato la Merkel. Tutto qui.

Le iniziative degli infanti europei riecheggiano la Voce del Padrone, visto che il Presidente Barack Obama ha solennemente imposto, con un ordine esecutivo, ulteriori sanzioni ai “funzionari di primo piano del governo russo.” Gli altri obbiettivi degli Stati Uniti sono uomini d’affari vicini al Presidente russo Vladimir Putin. Solo la logica eccezionalista può consentire sanzioni contro la condotta politica di individui all’interno dei paesi in cui vivono. Gli avvocati internazionali avrebbero potuto pensare di sanzionare l’intera popolazione degli Stati Uniti per il disastro della giunta Bush-Cheney.

Più del 60% degli Americani e degli Europei sono contrari a una nuova Guerra Fredda contro la Russia. Il tasso di gradimento di Putin in Russia è vicino al 75%, ed è probabilmente simile in tutto il mondo in via di sviluppo. Ma comunque nessuno perderà soldi scommettendo sull’amatorialismo giovanile dell’amministrazione Obama. Come se loro, assieme ai selezionati lacché europei, potessero intimidire Mosca con qualche “messaggio” cosmetico. La religione Americana delle sanzioni, imposta con la furia del padrone schiavista, ha distrutto Iraq per anni, e avrebbe dovuto distruggere anche l’Iran. Ma la Russia non è l’ Iraq, e neppure l’Iran.

I love a man in sanction uniform

I russi soggetti alle sanzioni non sembrano tremare nei loro mocassini cuciti a Londra. Dopo tutto, l’impatto effettivo di queste sanzioni è uguale a zero. E la gran parte di quelli presi di mira hanno contatti minimali con gli Stati Uniti.

La lista originaria americana includeva il Vice Primo Ministro Dmitri Rogozin e il braccio destro del presidente, Vladislav Surkov. I due si sono fatti delle grasse risate, considerandolo un motivo di orgoglio. La lista allargata comprendeva i primi consiglieri di Putin, e anche alcuni dei suoi amici.

Obama, come nel caso dell’Iran, ha sanzionato Bank of Russia, un attore minore (meno di 10 miliardi di dollari in asset; basta paragonarla alla gigante Sberbank, che ne ha 528). Ma Bank of Russia viene utilizzata da alcune sussidiarie di Gazprom per alcuni affari di poca importanza, anche se Gazprom possiede una sua banca, GazpromBank. Il “messaggio” che viene dato è che Washington tiene d’occhio Gazprom.

Il Direttore dell’Amministrazione Presidenziale Sergei Ivanov è un consigliere chiave in Ucraina e un negoziatore di primo piano con gli USA, l’UE e la NATO. Il “messaggio”, controproducente, implica che Mosca e Washington non si diranno niente di sostanziale nel futuro immediato. Questi sono gli “sforzi diplomatici” dell’Occidente.

Poi abbiamo Yuri Kovalchuk, un membro del consiglio di Bank of Russia, un uomo d’affari che si dice, senza nessuna prova definitiva, che sia il banchiere personale di Putin. Qui il messaggio è del tipo, “Ora sono cazzi tuoi!”

Alla fine, tra le persone rilevanti, abbiamo Gennady Timchenko, che non ha assolutamente niente a che fare con l’Ucraina. E’ un operatore in campo energetico e controlla Gunvor, che commercia petrolio e gas naturale. In questo caso, il “messaggio” è che gli Stati Uniti tengono di mira i contratti per l’energia della Russia. Messaggio a vuoto, perché l’UE – che ha davvero bisogno di Gazprom – non ha proprio voglia di sanzionare Timchenko.

Tra i sanzionati abbiamo anche il Capo del Servizio di Controllo Federale sugli Stupefacenti, il Capo dell’Intelligence Militare Igor Sergun e il Presidente delle Ferrovie Russe, Vladimir Yakunin.

Fanno tutti parte del team Russia-USA coinvolto nel Northern Distribution Network, la lunga autostrada nell’Asia Centrale che consentirà alla NATO di fuggire dall’ Afghanistan. Un rapido contrattacco di Mosca potrebbe lasciare gli Americani e gli Europei all’asciutto, oppure chiudere la NDN.

I want to be sanction-free

Mosca, come era ovvio, ha restituito il colpo. Il Ministro degli Esteri russo ha “ripetutamente” sottolineato che usare le sanzioni è “un’arma a doppio taglio” e che avrà un effetto “boomerang” contro gli Stati Uniti.

Il divieto di ingresso in Russia riguarda un mucchio di esseri fastidiosi, che include il senile John McCain, e poi Robert Menendez, Daniel Coats, Mary Landrieu, Harry Reid, John Boehner e i consiglieri di Obama, tra cui figura la mediocrità stellare di Ben Rhodes. Vicky “F**k the EU” Nuland non è nella lista, per il momento.

Mosca gioca facile, perché può scegliere tra una gamma sbalorditiva di contromosse. Si gode il sostegno del gruppo BRICS delle potenze emergenti, del movimento non allineato (NAM) e dell’Organizzazione di Shangai per la Cooperazione (SCO). Venendo ad accordi con gli Stati Uniti, Mosca era disponibile a imporre sanzioni all’Iran, ed è un attore chiave nelle trattative nucleari P5+1. Se la comica delle sanzioni andrà avanti, Mosca ha già annunciato che giocherà duro nel P5+1, cesserà di sanzionare l’Iran, e potrebbe, alla fine, rifornire di armi Teheran con i gioielli della vasta gamma S-400.

Mosca – la prima esportatrice al mondo di gas e petrolio – potrebbe anche giocare duro grazie alla dipendenza dell’Europa dalla Gazprom; mettendo i bastoni tra le ruote alle compagnie statunitensi che lavorano in Russia; velocizzando la fuga coordinata dei BRICS dal dollaro USA, utilizzando un nuovo sistema internazionale dei pagamenti basato su un paniere di valute dei BRICS come di altri mercati emergenti; e anche attivare la bomba nucleare definitiva, ossia accettare i pagamenti per il gas e il petrolio russi in rubli, yuan, euro oppure oro, portando così un colpo fatale al petrodollaro.

E questa, signore e signori, sarà la fine dell’ora delle comiche.

*****************************

PEPE ESCOBAR
Asia Times

Link: Russian sanctions as war and farce

21.03.2014

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