DI LINO ROSSI
ComeDonChisciotte
Per quanto la FED ne stampi
parecchi di questi tempi, un milione di dollari può sempre far comodo.
Se oggi, 20 giugno 2009, andiamo
su http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=premio%20randi troviamo questo bel regolamento per
vincere un milione di dollari.
Si prega di osservare la data:
14 febbraio 2007.
Per vincerlo è sufficiente
risolvere questo problemino: “Omeopatia – Saranno preparate 50
boccette contenenti un preparato omeopatico almeno alla 12 CH e 50 di
solo solvente. I recipienti saranno siglati e mescolati da un giudice
esterno, e i codici conservati in luogo sicuro. Il richiedente dovrà
scegliere 50 boccettini, dopo avere determinato con qualunque mezzo
(chimico fisico, test di laboratorio su animali, ecc.) se secondo lui
si tratti del preparato o del solvente. La prova è superata se almeno
40 boccettini saranno stati identificati correttamente.”
Facile come bere un bicchier
d’acqua (fresca) (a): si prende la ricca letteratura scientifica disponibile
(b), una bella serra con del terriccio, 100 vaschette numerate progressivamente
da 1 a 100, dei semi di grano, del triossido d’arsenico (As2O3)
e dell’Arsenicum Album 45 DH (preparato omeopatico prescelto per la
prova).
La diluizione 45 DH garantisce
l’assenza completa della sostanza Arsenicum Album (neanche una molecola);
dal punto di vista della diluizione equivale ad oltre 22 CH, quindi
ben compresa nella specifica (almeno 12 CH).
Facciamo la semina uniforme
su tutte le 100 vaschette.
Il triossido d’arsenico è
un veleno che deprime la germinazione delle piante fino ad una concentrazione
di uno su un milione.
Avveleniamo tutte le vaschette
con la diluizione NON omeopatica utilizzata dai ricercatori della Facoltà
di Agraria dell’Università di Bologna.
A questo punto trattiamo ognuna
delle 100 vaschette con il contenuto di una delle 100 boccette custodite
dal “giudice esterno” di cui sopra (50 con Arsenicum Album 45 DH
e 50 con solvente, tutte numerate ma non individuabili da parte del
partecipante alla prova).
Si aspetteranno un po’ di
settimane e si arriverà alla conclusione: ci saranno 50 vaschette con
le piantine rigogliose, come se fossero fertilizzate, e 50 vaschette
con le piantine stentate.
Le prime sono quelle avvelenate
e trattate omeopaticamente (Arsenicum Album 45 DH), mentre le altre
sono quelle avvelenate e basta.
Si registreranno i numeri delle
vaschette con le piantine rigogliose e si comunicheranno al “giudice
esterno” che dovrà verificare la corrispondenza con i codici segreti.
A quel punto il milione di
dollari dovrebbe essere sborsato, ma … la cosa non è così chiara!
sembra infatti che il premio non ci sia più (c).
Contrordine! C’è ancora
(d).
Il 3 giugno ho chiesto lumi
al CICAP con una mail, ma non hanno ancora risposto.
Non bisogna farsi però illusioni:
il milione di dollari del premio Randi è un vero e proprio “asino
che vola”, buono solo per farsi prendere in giro gratis da un manipolo
di disinformatori patentati.
Per comprendere la serietà
dei personaggi che si fregiano di appartenere al CICAP e ad altre organizzazioni
scientiste equivalenti, è necessario leggere i passaggi che seguono,
tratti dal libro di Roberto Germano (a).
Non c’è da stupirsi se sul
web circolano appassionati “apprezzamenti” per il CICAP (e). La
maniera nella quale trattano la “fusione fredda” (f) è ben rappresentativa
della loro forma mentis: ciò
che non comprendo non esiste!!! Un buon viatico per far ridere
il prossimo (che male non fa, se si è consapevoli che trattasi di comici
e non di scienziati).
Lino Rossi
- AQUA – Roberto
Germano – Bibliopolis – pag. 37 - Betti L., M. Brizzi,
D. Nani, M. Peruzzi, 1997. Effect of high dilutions of Arsenicum album
on wheat seedlings from seed poisoned with the same substance. Br. Hom.
J. , 86, 86-89 (Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna).
http://www.comenius.edu.mx/Brizzi%20et%20al.,%202002.pdf - Scienza e Paranormale
del marzo/aprile 2008, a pagina 82: Si chiude la Sfida di Randi; dopo
10 anni, nessuno è riuscito a vincere il premio da un milione di dollari
della fondazione Randi. Massimo Polidoro. - http://www.randi.org/site/index.php/swift-blog/144-swift-january-4-2008.html – the jref million-dollar challenge.
- http://www.youtube.com/watch?v=TZLjjZ728YY
http://www.youtube.com/watch?v=X-Xq-3OdFOg
http://www.youtube.com/watch?v=zQdIulPF7lo - http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=273660
QUI
CICAP • di Massimo Polidoro
Si chiude
la Sfida di Randi
Dopo
10 anni, nessuno è riuscito a vincere il premio da un milione di dollari
della fondazione Randi
Dieci
anni fa,
il 6 marzo 1998,
James Randi trasformò la sua trentennale sfida a medium e sensitivi.
Dalla fine degli anni ’60 in poi, Randi aveva offerto 10.000 dollari
a chiunque potesse dimostrare una qualunque facoltà
paranormale in condizioni di controllo. A quell’epoca 10.000 dollari
erano pur sempre una bella cifra, ma col passare del tempo e il crescere
dell’inflazione, non sembrarono più
molto. Fu così che, grazie a una sottoscrizione internazionale, Randi
poté portare la somma, nel 1998, a un ben più
appetibile (e mediaticamente intrigante) milione di dollari.
“Dimostrate di avere davvero i poteri paranormali che sostenete di
possedere e vi portate via il milione di dollari – dice Randi – All’inizio
eravamo convinti che con una cifra di questo tipo saremmo riusciti ad
attirare le celebrità del paranormale. Invece
no. semplicemente sono rimasti alla larga.
Gli
unici che si sono fatti avanti sono quegli individui che sinceramente
credono di avere qualche strana dote paranormale. Ma erano sempre persone
che nemmeno sapevano dire che cosa esattamente potevano fare o quali
secondo loro erano le condizioni giuste per poterlo verificare”.
È qualcosa
che conosciamo bene anche noi del CICAP, avendo esaminato decine e decine
di persone che ritenevano di avere facoltà paranormali di qualche tipo.
Ogni volta ci siamo imbattuti in persone che non avevano mai nemmeno
tentato di verificare seriamente le proprie
“facoltà”. In genere, assistevano a qualcosa di insolito (un uovo
che non marciva, un bicchiere di vino che sembrava avere un sapore diverso,
un oggetto nascosto che somigliava vagamente a una descrizione data
a caso …) e concludevano che doveva esserci una spiegazione paranormale
per il fenomeno. Poi, quando ci chiedevano di potere mettere alla prova
le loro facoltà, iniziava uno scambio di lettere, telefonate ed e-mail
in cui determinare insieme che cosa esattamente poteva fare il candidato
e quali sarebbero state le condizioni ideali per
realizzare il test. Quando poi si potevano fare i test si trascorrevano
giornate intere per definire i dettagli e poi realizzare gli esperimenti.
Alla fine, praticamente mai nessuno di quelli che scoprivano le reali
cause, del tutto naturali, di quello che credevano un evento paranormale,
riconosceva di essersi sbagliato; anzi tutti trovavano qualche scusa
per giustificare il fallimento.
Ora,
probabilmente. alla Fondazione di Randi devono essersi stufati di dedicare
tutto questo tempo ed energie a uno sforzo che non dà
risultati e hanno deciso di interrompere la sfida il 6 marzo 2008.
«La Fondazione riceve dei buoni interessi dagli investimenti fatti
con il milione di dollari – spiega Randi – ma a questo punto crediamo
che quei soldi sarebbero meglio investiti se spesi per finanziare attività
più produttive».
Passeranno
ancora due anni, prima che la Sfida venga ufficialmente chiusa, pero
chi desidera farsi testare da Randi e dalla sua Fondazione nella speranza
di vincere il premio, dovrà presentare domando prima del 6 marzo 2008.
La notizia,
com’era prevedibile, ha rattristato quanti ritenevano l’idea del milione
di dollari un sistema molto efficace per dimostrare l’infondatezza di
certe affermazioni. Tuttavia, Randi sembra deciso a chiudere la
“sfida” una volta per tutte. Di sicuro, anche senza il milione di
dollari in palio, il CICAP continuerà
a testare persone che pensano di avere facoltà
paranormali. Chissà però se ora, che il premio
è sfumato,
si faranno avanti
ancora così in tanti come è accaduto finora.
Anomalie
della chimica-fisica dell’acqua pura e di altro ancora
Ricordi
della memoria dell’acqua?!
L’informazione
mi arrivò via posta elettronica tramite la mailing list del Dipartimento
di Fisica: il 25 Marzo 1999 si sarebbe svolto un seminario presso il
Dipartimento di Fisica dell’Università di Napoli: “Esiste la memoria
dell’acqua? Uno studio termodinamico sulle soluzioni estremamente diluite
della farmacopea omeopatica”. A parlare era il prof. Vittorio Elia
del Dipartimento di Chimica dello stesso Ateneo.
La
cosa mi incuriosiva non poco, per i motivi già accennati in Introduzione.
C’erano cioè degli approcci teorici, come vedremo meglio in seguito,
che portavano a concludere che la struttura dell’acqua era molto più
ricca e complessa di quanto sembrasse a prima vista; la “memoria
dell’acqua”, però, veniva bollata come pura idiozia, e io a quel
tempo non ne sapevo molto di più…. anzi! ! Per esempio – e credo
di condividere questa mia esperienza con molti di voi – fino all’età
di 26 anni circa ero profondamente convinto che l’Omeopatia non funzionasse
perché… non poteva funzionare e basta a causa delle motivazioni “avogadriche”
spiegate nel capitolo precedente.
Il
seminario fu eccezionale! Il prof. Elia, con dovizia di particolari
e un impeccabile linguaggio scientifico, grazie alle sue doti didattiche,
cercò di condividere con l’uditorio quanto segue:
- Era stato effettuato
un esteso studio termodinamico su soluzioni acquose ottenute attraverso
successive diluizioni (e scuotimenti: “successioni”) dell’1%
in peso di alcuni soluti fino a “soluzioni estremamente diluite”
(soluzioni che potremmo chiamare “omeopatiche”, dato il procedimento
seguito). - Erano state effettuate
misure del calore di mescolamento (2) di soluzioni acide o basiche,
a differenti concentrazioni, con acqua bidistillata e con le “soluzioni
estremamente diluite” (che potremmo chiamare “omeopatiche”)
alla temperatura fissata di 25° C. - Malgrado l’estrema
diluizione delle soluzioni (cioè “omeopatiche”), che le farebbe
assimilare alla tanto decantata “acqua fresca”, veniva rilevato
un calore in eccesso (fenomeno esotermico) rispetto al corrispondente
solvente “non trattato”, cioè “acqua fresca», in circa
il 92% dei casi, e il calore in eccesso era molto al di sopra della
sensibilità dello strumento; si trattava cioè di una variazione eclatante,
sopra ogni livello di errore sperimentale. - Se ne doveva dedurre
che il procedimento consistente nell’effettuare successive diluizioni
e scuotimenti (“succussioni”) può dunque alterare le proprietà
chimico-fisiche del solvente acqua!! - L’origine del fenomeno
rimaneva inesplicata, ma i risultati sperimentali, che si riferivano
non a pochi test ma ad alcune centinaia di esperimenti, erano sicuramente
significativi. - La riproducibilità
qualitativa del fenomeno era ottima, non così per quella quantitativa
(cosa che naturalmente accade sempre nel caso di nuovi e inattesi fatti
sperimentali).
Si
trattava dunque di centinaia di prove sperimentali – presentate da un
chimico con quasi 40 anni di esperienza nel campo della calorimetria
alle spalle – che andavano ad evidenziare che l’acqua pura può avere
proprietà chimico-fisiche diverse a seconda della “storia”,
da cui il termine “memoria dell’acqua”, cosa certo non nuova
in fisica – basti citare il caso dei magneti (isteresi) – ma sicuramente
nuova per quella; che era la vecchia modellizzazione dell’acqua!
CICACICAP
Sapevo
che i membri del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni
sul Paranormale e le Pseudoscienze) si interessavano, ovviamente in
maniera scettica e critica, all’Omeopatia e alla «memoria dell’acqua»,
concludendo un po’ affrettatamente che l’Omeopatia fosse soltanto un
caso particolare dell’effetto Placebo, per i motivi appena discussi
nel capitolo precedente. In quel periodo (1999) seguivo con molto interesse
le attività di questa associazione (infatti gli imbrogli e gli imbroglioni
purtroppo abbondano!!) ed ero anche abbonato alla loro rivista «Scienza
& Paranormale”, così pensai di invitare al seminario di Vittorio
Elia, un membro del coordinamento del nascente gruppo CICAP Campania,
un medico, che però non riuscì a venire e, che pur dicendosi interessato,
mi manifestò tutta la sua perplessità:
«(…)
sul perché fior di scienziati perdano il loro tempo con l’acqua super-diluita,
che finora non ha ancora ricevuto uno straccio di approvazione dalla
comunità scientifica “seria”, e tentano di spiegare un fenomeno
prima di averne accertato la sua esistenza».
E
in effetti il CICAP Campania aveva scelto come simbolo il «ciuccio
che vola”, cioè l’asino volante…. Il nostro medico, a questo
proposito, diceva:
«Nessuno
lo ha ancora portato in un laboratorio, ma molti giurano sulla sua esistenza.
E di sicuro qualcuno si starà scervellando, da qualche parte, chiedendosi
come cavolo possa fare un ciuccio a librarsi nell’aria, pur avendo un’ossatura
così pesante …e qualcuno avrà trovato anche una spiegazione. .scientifica».
Io gli risposi
che:
«A proposito
dell’acqua, temo che il problema sia diverso; non si tratta di azzardare
modelli teorici su fenomeni dubbi o addirittura inesistenti: il seminario
riguarderà solo esperimenti chimico-fisici. Riguardo al ciuccio che
vola, si racconta di S.Tommaso d’Aquino che subì lo scherzo di confratelli
che gli gridarono di uscire a vedere il ciuccio che vola. Lui uscì
e tutti ridevano. Ma lui rispose: Preferisco credere al ciuccio che
vola piuttosto che dei confratelli dicano il falso. Prima de parlar
tase! Dice un proverbio veneziano. Ascoltare ciò che dice un serio
sperimentatore e poi esprimere il proprio giudizio mi sembra il minimo.»
Dopo
la conferenza, trovai il coraggio di inviare una e-mail al prof. Elia,
sinceramente convinto di poterlo informare su come ottenere un milione
di dollari di finanziamento per i suoi studi! Si trattava di più di
due miliardi di lire di allora! Sfida ancora in atto e su cui lo CSICOP
e il CICAP “fondano” molto del loro sarcasmo. La James Randi
(3) Educational Foundation, infatti, dal 1996 ha bandito un concorso
denominato “The Psychic Challenge”, rivolto a tutti coloro
che sostengono di avere doti paranormali, ma curiosamente è stato esteso
anche a chiunque dovesse sostenere di poter mostrare scientificamente
la differenza tra “acqua omeopatica” ed acqua pura (d’altronde
anche la denominazione estesa dei CICAP ha finito per includere anche
le “pseudoscienze”).
Il
milione di dollari è qui a Napoli da Vittorio Elia, pensavo … Mi
incontrai a via Mezzocannone n.4, presso la vecchia e storica sede del
Dipartimento di Chimica, col professore Elia, dove dopo la mia “strana”
e-mail, sospettata finanche di essere uno scherzo, mi chiamavano “l’uomo
da 1 milione di dollari”. E, pur consigliato in senso contrario
da molti, Vittorio Elia decise di partecipare al concorso! Ebbene, ci
credereste? Malgrado abbia mandato la sua domanda sia negli USA che
al CICAP in Italia, non solo l’esperimento «controllato» ancora non
è stato organizzato, ma addirittura, Elia ha ricevuto una qualche risposta
soltanto nel Giugno 2003 (4 anni dopo!!!!) e soltanto a seguito di ripetute
altre sollecitazioni di cui parleremo a breve.
Qual
è il messaggio che ancora passa e si diffonde con gran fracasso? Semplice:
C’è un milione di dollari in palio per chi dimostra scientificamente
che è possibile trovare differenze chimico fisiche tra
«acqua omeopatica” e acqua pura, ma nessuno lo ha mai ritirato!!!
Quindi, nessuno è in grado di mostrarlo scientificamente!
Questa fallace
deduzione presuppone che (tutte cose a dir poco non banalmente vere):
- chi ne fosse capace
deve essere a conoscenza del premio; - chi ne fosse capace
ed a conoscenza del premio debba decidere che vuole quel milione di
dollari, mettendo a rischio la propria immagine di “serio ricercatore”; - si consideri di
nessun valore scientifico tutta l’estesissima casistica della medicina
omeopatica (su uomini, animali e piante); - il premio sia totalmente
in buona fede e non sia neanche minimamente una trovata di marketing
dello “scettico pigro”.
Perché mai
accade che, quando un serio professore universitario di chimica è così
sicuro dei suoi esperimenti degli ultimi 7 anni e che, inoltre, superando
le inibizioni e i rischi della ridicolizzazione, venendo a sapere del
premio, decide di parteciparvi (e tutto ciò già è poco probabile),
neanche ci si degna di rispondergli? Forse ci vuole il CICACICAP? (Comitato
Italiano per il Controllo della Affermazioni del CICAP). Chissà?! Ne
riparleremo fra poco.
Dottorato
“eretico”
La
ricerca del professor Elia è andata avanti (dal `98 al 2001) anche
grazie alla collaborazione della dott.ssa Marcella Niccoli che ha svolto
sull’argomento la sua tesi di dottorato di ricerca in Chimica: il primo
su questo argomento di frontiera, a quanto pare… Tale ricerca triennale,
che può vantare più di 2000 misure sperimentali effettuate su più
di 500 diversi campioni (magari tutti i dottorati di ricerca potessero
vantare tante misure sperimentali!!), ha condotto ad interessantissimi
risultati. Ciò grazie anche all’utilizzo comparativo di tecniche sperimentali
totalmente diverse da quella calorimetrica, ma i cui risultati sono
stati perfettamente coerenti con i primi. Di che si tratta?
Contemporaneamente
alle misure calorimetriche, sui campioni di acqua in esame sono state
effettuate misure di pH (misura del grado di acidità o basicità della
soluzione), di conducibilità elettrica (quanto bene la soluzione conduce
la corrente elettrica), di forza elettromotrice indotta agli elettrodi
di celle galvaniche. Anche per questi altri tre fondamentali, parametri
chimico-fisici si sono sistematicamente riscontrati valori più alti
nei campioni di “acqua omeopatica” rispetto a quelli di acqua
bidistillata! Non si sono, invece, misurate differenze nei valori della
costante dielettrica dell’acqua, della tensione superficiale, e della
viscosità.
Sono
state effettuate anche misure della tensione di vapore di una soluzione
di acqua e NaCI (Cloruro di Sodio) che è misurabilmente più bassa
nel caso della soluzione di “acqua omeopatica” rispetto alla
soluzione di acqua bidistallata.
Un’altra
metodica sperimentale che pure è stata utilizzata è quella dell’analisi
dei tempi di rilassamento in misure d risonanza magnetica nucleare (NMR).
Si tratta di una tecnica che negli ultimi decenni ha permesso di effettuare
interessanti indagini di tipo spettroscopico su sistemi biologici, tramite
la misura dei moti rotazionali e traslazionali delle strutture molecolari
che li compongono. Senza entrare qui nel dettaglio, anche in questo
caso i valori tipici della “struttura acqua” sono risultati
diversi dalla “struttura acqua omeopatica”!! Nelle misure
di risonanza magnetica nucleare si distinguono 2 diversi “tempi
di rilassamento”: T1 e T2, l’uno fornisce informazioni sull’interazione
spin-reticolo e l’altro sull’interazione spin-spin. Ci basti sapere
che se il mezzo in analisi è costituto da molecole indipendenti, allora
Tl = T2. L’acqua liquida nella sua descrizione standard è costituita
da molecole debolmente interagenti, cioè non c’è un reticolo cristallino,
eppure ecco una delle “anomalie”: nell’acqua liquida T1 >
T2. Nell’acqua trattata “omeopaticamente” T2 diminuisce ulteriormente!!
Il che fa pensare ad una ancor maggiore organizzazione interna.
Tutti
verificano e tutti falsificano
Dopo questa
bella dose di informazioni sperimentali rilassiamoci un po’ con un altro
interessante e sintomatico scambio di e-mail col nostro membro del CICAP
Campania. Il prof. Elia accolse la mia richiesta di fornirmi la versione
elettronica del suo articolo sull’argomento, ed io lo inviai al nostro
già citato membro del coordinamento del CICAP Campania, che mi chiese
se si poteva inviare a degli esperti del CICAP, mentre lui così si
esprimeva:
«Io non
posso che pensarne quello che ti ho sempre detto: quando l’intera comunità
scientifica mondiale avrà preso atto di un certo tipo di novità scientifica,
questa non sarà più una novità. Tutti i laboratori del mondo avranno
preso atto della novità, tutti l’avranno verificata e tutti l’avranno
falsificata. Fino ad allora …etc etc.»
Bah?! Nel frattempo
io insistei alquanto, sollecitandolo a presentare queste novità sperimentali
al Convegno Nazionale del CICAP, e inoltre esortando una risposta dai
predetti “esperti” riguardo al lavoro di Vittorio Elia. Ebbene
dopo molti mesi mi fu risposto che l’esperto del CICAP diceva che è
da anni che si fanno esperimenti sull’Omeopatia senza risultati …(SIC!).
Questa mia
insistenza a riportare alcuni piccoli dialoghi personali – che si commentano
da soli – con un interlocutore del CICAP, non avrebbe alcun senso, se
tutto ciò non si inserisse nel contesto più ampio che vedremo subito.
Sfida
agli sfidanti
All’alba del
nuovo secolo, era il Settembre 2002, durante un mio giretto in Internet,
trovo citato Vittorio Elia, nel sito web del CICAP, in una maniera molto
critica, proprie dal “chimico del CICAP” Luigi Garlaschelli,
a cui, tra l’altro avevo personalmente inviato ampie informazioni sulla
ricerca di Vittorio Elia negli anni passati, senza avere la soddisfazione
di ricevere risposte nel merito. In un articolo, tratto dal n. 39 (sett./ott.
2001) di “Scienza & Paranormale”, intitolato Sfida
agli omeopati, Luigi Garlaschelli diceva:
Dopo la
pubblicazione su “La Chimica e l’Industria” (rivista della
Società Chimica Italiana) dell’articolo riportato ifa questo opuscolo,
lo inoltrai (in veste di ricercatore universitario, non di membro del
CICAP) alle seguenti persone e società, con un invito a volere collaborare
per una sperimentazione volta a verificare l’efficacia di un preparato
omeopatico.
(…)
Il prof.
Elia non mi ha mai risposto direttamente. «La Chimica e l’Industria”
mi passò una sua lettera di precisazioni (inviata alla redazione) per
avere una mia risposta, ma poi l’intero carteggio non proseguì sulle
pagine della rivista ed perciò doveroso ignorarlo e non commentare
(ma sarebbe istruttivo poterlo fare).
(…)
Inviai allora
immediatamente un messaggio di posta elettronica al prof. Elia per farmi
spiegare la cosa. La risposta fu immediata.
Caro Roberto,
il 20 giugno
(2002) ho scritto a Garlaschelli, proprio a causa di quanto tu mi stai
dando notizia.
L’antefatto:
non ricordo bene quando, comparve su ‘La Chimica e l’Industria’ un articolo
di Garlaschelli, Farmaci senza Molecole in cui criticava, con i soliti
argomenti, la possibilità di funzionamento dell’omeopatia.
Io scrissi
alla redazione affinché mi pubblicassero un articolo di risposta in
cui, per essere brevi, dissi che ci lasciassero lavorare e che qualcosa
di significativo stava venendo fuori.
Non ebbi
risposta all’articolo che avevo mandato e non fu mai pubblicato.
Da allora
al luglio scorso non ho avuto più rapporti con «La Chimica e l’Industria»
né con Garlaschelli.
Alla mia
lettera di luglio che conteneva sostanzialmente una accettazione della
sfida e le modalità della stessa, non ho ancora avuto risposta.
Per tua
curiosità ti allego quanto spedito a Garlaschelli.
Ciao, Vittorio
Elia
Penso che sia
molto interessante, e dal punto di vista scientifico e per i risvolti
sociologici, leggere la lettera di Vittorio Elia a Luigi Garlaschelí
e quindi la riporto qui di seguito.
Caro prof.
Garlaschelli,
(.. .)
Purtroppo
la lettera via e-mail del 1 luglio 2002 ore 18.34 è la prima che ricevo
a Sua firma, altrimenti avrei certamente risposto.
Circa tre
anni fa ho mandato via e-mail a J. Randi una lettera con la quale chiedevo
di partecipare alla sfida con in palio 1 milione di dollari, sulla tematica
delle diluizioni omeopatiche. Nella lettera specificavo quali fossero
i risultati che, una volta ottenuti, dovessero essere considerati come
prova del successo.
Non ho
avuto mai risposta.
Nel luglio
del 2001 ho parimenti richiesto di partecipare alla stessa sfida su
di una tematica diversa. Questa volta, ipotizzando che la causa della
mancata risposta fosse dovuta alla procedura via e-mail, della richiesta
di partecipazione, ho seguito pedissequamente la procedura ufficiale.
Ho quindi mandato via corriere una copia cartacea della domanda corredata
da tutto quanto richiesto ed ho fatto autenticare la firma e la traduzione
del testo in inglese da un notaio. Dimenticavo: ho anche inserito due
buste vuote con il mio indirizzo prestampato del Dipartimento di Chimica
per le risposte, secondo la procedura ufficiale. Non ho mai avuto risposta.
Torniamo
alla “sfida”.
Ritengo
che sia molto importante precisare e sottolineare che in questo caso
non si tratta di scoprire “un imbroglione” mentre compie il
misfatto. Io sono un ricercatore che da 3 7 anni opera con passione
e serietà nel campo della termodinamica delle soluzioni acquose di
molecole modello di interesse biologico. La mia produzione scientifica
consta di oltre cento pubblicazioni su qualificate riviste internazionali
e l’ultima delle accuse che mi si potrebbe fare è quella di imbrogliare
Sono altresì
perfettamente consapevole che in questi argomenti di “frontiera”
l’errore è sempre in agguato e bisogna quindi essere prudenti. Le mie
prime comunicazioni in pubblico, infatti, sono successive all’acquisizione
di molte centinaia di dati sperimentali (calori di diluizione) nel senso
di una misurabile differenza fra l’acqua di controllo e le diluizioni
omeopatiche, in pratica dopo circa due anni di lavoro.
Il mio
unico interesse è legato alla curiosità scientifica. Per soddisfare
questa curiosità tuttavia la strada da percorrere è lunga ed impervia
e non trova quasi mai l’approvazione o la collaborazione del mondo accademico,
anzi… I sette anni dedicati quasi esclusivamente a questa ricerca
hanno prodotto solo due lavori pubblicati con una incredibile dose di
fortuna ed una tesi di dottorato dalla quale si potrà ricavare in altro
lavoro che sarà pubblicato se la fortuna mi assisterà accora. Io non
piego cucchiaini con la forza del pensiero né faccio operazioni chirurgiche
con le sole mani, per cui la prova da eseguire sotto il vostro controllo
non è altrettanto semplice né immediata. Nel mio caso non bisogna
trovare il “trinco» ma caso mai, se ci fosse, l’errore. Questo
risultato, l’individuazione dell’eventuale errore, dovrebbe essere ottenuto,
a mio avviso, con la normale procedura della comunità scien3ifica ossia,
per validare o meno i risultati pubblicati, è necessario che ricercatori
indipendenti ed in luoghi diversi ripetano gli stessi esperimenti con
gli stessi risultati. Dopo circa tre ani dalla mia prima pubblicazione,
purtroppo, questo even:o non si è ancora. verificato.
Nella mia
lettera a J. Randi avevo delineato quali fossero le condizioni ed i
risultati da ottenere per ritenere la prova riuscita. La cosa è lunga
e laboriosa. Bisogna preparare un centinaio di diluizioni omeopatiche
con la procedura che itera il processo di diluizione e di succussione
ed altrettanti bianchi (controlli, riferimenti,…) contenenti il solvente
usa 😮 per la preparazione. Dopo almeno un mese dalla preparazione si
possono effettuare le prime misure di calore di diluizione della soluzione
acquosa di NaOH 0,01M (moli/l) sia con l’acqua dei controlli e sia con
le diluizioni omeopatiche. Per una parte delle diluizioni e dei controlli
sarà necessario effettuare dei «trattamenti termici”. Le soluzioni
ed i controlli verranno tenuti in ebollizione su refrigerante a ricadere
per alcune ore. Dopo il raffreddamento ed il riottenimento dell’equilibrio
con la anidride carbonica atmosferica, si eseguiranno le determinazioni
calorimetriche. La prova verrà ritenuta positiva se nel circa il 30%
dei casi esaminati si riscontrerà una differenza misurabile tra i controlli
ed i campioni. Per i campioni risultati “attivi” sarà necessario,
per fugare dubbi di natura chimica, eseguire analisi del contenuto in
ioni Na+ e K+ (via assorbimento atomico) e della SiO2 (via spettrofotometria
nell’UV). Gli inquinanti descritti possono, infatti, derivare dal rilascio,
da parte dei contenitori in vetro pyrex, di ossidi alcalini e di silice
che saranno presenti in soluzione sotto forma di bicarbonato e di acido
silicico e consentire quindi di effettuare le necessarie correzioni
legate alla presenza del calore di neutralizzazione del bicarbonato
e dell’acido silicico con la soluzione di idrossido di sodio. Se dopo
le correzioni dovute al contributo chimico, il campione in esame mostrerà
ancora una significativa differenza rispetto al controllo, i campioni
“attivi” verranno confermati come tali.
In attesa
di un Suo riscontro La saluto cordialmente
Vittorio
Elia
Chissà che
il gentile prof. Garlaschelli non si decida a rispondere al prof. Elia,
magari dopo aver letto questo libro, o chissà che non la smetta perlomeno
di sottintendere sfide non raccolte, di accennare a esperimenti chimico
fisici col condizionale, o di parlare di risposte mai avute, nonché
di carteggi non proseguiti (e quindi da ignorare e da non commentare).
Li commenti
pure, prof. Garlaschelli: siamo qui pronti ad ascoltarlo, sicuri che
sarà molto istruttivo farlo.
Vade
retro Omeopatia!!
Nell’attesa
della gentile risposta del prof. Garlaschelli (che, vi preannuncio,
è poi finalmente giunta!!!) diamo un’occhiata a questa piccola, ma
gustosa antologia anti-omeopatia gentilmente offertaci dal CICAP
1) Scienza
& Paranormale n. 34:
Follie
e isterismi degli ultimi mille anni Ma che male fanno?
– Morire
con l’omeopatia – di Fabio Cilia
La credulità
può costare cara: e c’è chi paga con la vita.
2) Omeopatia:
La Pseudoscienza nel Terzo Millennio
Lunedì
26 Febbraio 2001, ore 20.30
(Aula del
`400, Università di Pavia)
Relatori:
Dott. Luigi
Garlaschelli (Chimico, Università di Pavia, Sperimentazioni CICAP)
Dott. Giancarlo
Lancini (Libero Docente in Chimica Farmaceutica e Tossicologica)
Prof. Adalberto
Piazzoli (Fisico, Università di Pavia, VicePresidente CICAP)
Domani,
finalmente, scoprirete perchè potrete sapere tutto quello che avreste
sempre voluto conoscere sull’omeopatia e su centinaia di altri argomenti
legati al mondo del paranormale, dei misteri e delle pseudoscienze…
3) Il CICAP
annuncia il suo VII CONVEGNO NAZIONALE MEDICINE ALTERNATIVE
Nuovi bisogni
e forme di irrazionalità nella cultura e nell’industria della salute
9, 10,
11 NOVEMBRE 2001 TEATRO ARIOSTO – REGGIO EMILIA
(…)
SABATO,
10 Novembre 2001
(…}
15.20 SESSIONE
V: VERIFICHE SPERIMENTALI SULL’ALTERNATIVO
Moderatore:
Riccardo Luccio, Ordinario di metodologia della ricerca in psicologia,
Università di Firenze
* Luigi
Garlaschelli, Chimico, Università di Pavia;
Sperimentazioni
CICAP: “Omeopatia: farmaci senza molecole”
(..)
4) Nel
ricordarvi che presso il sito del CICAP è disponibile il programma
completo del VII CONVEGNO NAZIONALE sulle MEDICINE ALTERNATIVE, approfittiamo
per inoltrarvi la seguente segnalazione:
L’A.I.Sa.
(Associazione italiana per la salute) organizza, nel mese di ottobre,
un minicorso dal titolo: “La medicina come scienza e le medicine
non convenzionali” così strutturato:
(…)
martedì
23 ore 21: Omeopatia-il simile cura il simile?
(…)
Relatore:
prof. Giancarlo Lancini (..)
5) TuttoScienze,
il supplemento de “La Stampa” del mercoledì, ha dedicato
la copertina a un lungo articolo di Luigi Garlaschelli dal titolo: Omeopatia:
ogni dubbio è lecito; lo si può leggere a questo indirizzo: http://www.lastampa.it/_settimanali/tst/estrattore/TUTTOSCIENZE/305.htm
6) Ufficio
Stampa CICAP, venerdì 16 novembre 2001 18.50 cicap-hotline@cicap.
Il CICAP
ha creato un punto di riferimento sull’omeopatia all’indirizzo: http://www.cicap.org/omeopatia e invita a segnalare all’indirizzo [email protected] iniziative di analisi critica, ricerche
italiane, corsi universitari o anche la disponibilità di pazienti,
farmacisti, medici, ricercatori, avvocati e giornalisti che vogliano
offrire specifiche esperienze per affrontare le diverse problematiche
connesse all’analisi di questo settore.
7) In questi
giorni il CICAP è intervenuto più volte sui media a proposito dell’omeopatia,
da segnalare un articolo su “L’Unità” di oggi, un altro lungo
intervento comparirà sul supplemento Salute del “Corriere della
Sera” e un articolo su «L’Espresso”.
Francesco
Chiminello, registrerà un intervento a Rete 4 e sarà intervistato
dalla radio più ascoltata dell’Emilia Romagna, Radio Bruno (www.brunonet.it) giovedì mattina prossimo, alle 11,30.
8) Sono
arrivati i nuovi Quaderni del CICAP:
n. 3: Medicine
alternative – Una guida critica
A cura
di Marco Morocutti. pp. 108, (illustrata), L. 20.000.
(…)
SOMMARIO
DEL LIBRO:
Indice
(..)
I. OMEOPATIA
di Silvio Garattini
Farmaci
senza molecole, di Luigi Garlaschelli
La legge
dalle mille proroghe, di Mariolina Aimone
Omeopatia:
ultime cronache, di Luigi Garlaschelli
L’omeopatia
sfugge il confronto, di Silvano Fuso
Il caso
dell’acqua con la memoria, di Pietro Greco
I “magici”
Fiori di Bach, di Massimo Albertin
Un esperimento
sui Fiori di Bach, di Edgardo Brun (.. )
9) SCIENZA
& PARANORMALE n. 41: MEDICINE ALTERNATIVE
(…)
“Omeopatia
non dimostrata”: lo dice il Ministro della Sanità (…)
Forum:
“Gloria” all’omeopatia – di S.G. Masoni
ecc…
ecc ….
Scusate, dico
a voi! Ehi! C’è un medico lì tra voi?! Non omeopata, mi raccomando….
C’è uno psichiatra? Mi piacerebbe capire se si tratta di nevrosi ossessivo-compulsiva
di gruppo o qualcos’altro…
Qualcuno, pessimisticamente,
potrebbe credere che si tratti proprio di qualcos’altro.
O non si tratterà
forse che l’esistenza stessa dell’Omeopatia è un così grande rischio
per tutti noi (o solo una parte di noi?) tale da ricevere questa priorità
così alta in questa capillare opera di «informazione”, e noi,
poveri stupidi, non ce ne siamo accorti affatto?
In ogni caso
c’è chi la pensa diversamente, e crede che sia il caso di discuterne
seriamente senza strani allarmismi, anzi:
L’OMEOPATIA
IN ITALIA E IN EUROPA PROVE DI EFFICACIA TERAPEUTICA E SOCIALE
martedì
31 gennaio 2006 ore 9,30-15,30
incontro
organizzato da Federazione dei Verdi e Gruppo Verde Camera dei Deputati
Roma, sala
delle Colonne Palazzo Marini, via Poli 19
Presentazione:
Paolo Galletti, responsabile Medicine Non Convenzionali Federazione
dei Verdi Introduzione: Luana Zanella, commissione Affari Sociali Camera
dei Deputati
- Emilio del Giudice
“Possibili Meccanismi fisici alla base dell’omeopatia” ricercatore
Istituto Nazionale Fisica Nucleare, Sezione di Milano - Klaus Linde «Le
metanalisi sull’efficacia dell’omeopatia” Center for Complementary
Medicine Research, Departmer.t of Internal Medice II, Technische Universitat,
Munchen - Andrea Valeri «La
ricerca in omeopatia” Responsabile Dipartimento di Ricerca Clinica
della Società Italiana di Medicina Omeopatica, Componente comm.naz.
MNC FNOMCEO - Franco del Francia
“L’omeopatia nella cura degli animali” Direttore Scuola superiore
Internazionale Medicina Veterinaria Omeopatica “dott. Rita Zanchi”
Cortona - prof. Vittorio Elia
“Proprietà chimico-fisiche delle alte diluizioni omeopatiche”
Dipartimento di Chimica, Università Federico II, Napoli - prof.ssa Lucietta
Betti “Potenziale dell’omeopatia in agricoltura” Dipartimento
Scienze e tecnologie agroambientali, Università di Bologna - Giancarlo Buccheri
“La registrazione dei medicinali omeopatici in Italia ed in Europa”
Presidente Federazione intern azionale delle associazioni mediche antroposofiche - Antonella Ronchi
“La formazione del medico omeopata” Presidente Federazione
Italiana delle Associazioni e dei Medici Omeopati - Elio Rossi «Costi
e Benefici della terapia omeopatica nel Servizio Sanitario nazionale»
Ambulatorio di omeopatia, centro regionale di riferimento, AUSL2 Lucca
– Simonetta Bernardini “Le possibilità di collaborazione t:’a
omeopati e medici e pediatri di famiglia” Società Italiana ili
Omeopatia e Medicina Integrata Firenze - Paolo Roberti «Le
Medicine Non Convenzionali in Italia: situazione italiana ed europea
a confronto” Coordinatore Comitato Permanente di Consenso e Coordinamento
per le Medicine Non Convenzionali in Italia
Intervento
del prof. Giuseppe del Barone, presidente della FNOMCEO
Intervento
di Salvatore Amato, presidente fed. Reg. Sicilia FNOMCEO
Interventi
di: Daniela Guerra, Fabio Roggiolani, Gianluca Borghi, Antonio Abbate,
Carlo Tonarelli, Elio d’Annunzio, Gianni Pizzati, Gianni Cavallini.
Conclusioni:
Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente Federazione dei Verdi
Citiamo
anche:
LE BASI
ULTRAMOLECOLARI DELLA MEDICINA
Sabato
4 febbraio 2006
Aula di
Rappresentanza dell’Università degli Studi di Milano,
Via Festa
del Perdono, 7 Milano
Con il
patrocinio di: Regione Lombardia, Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi
e degli Odontoiatri della Provincia di Milano, Ospedale Maggiore di
Milano
PRIMA SESSIONE:
I PRINCIPI DELLA FISICA QUANTISTICA APPLICATI ALLA BIOLOGIA
Moderatori:
Dott. Mara Ramploud, Dott. Emilio Del Giudice
ore 8.30
– Registrazione partecipanti ore 8.45 – Saluto delle Autorità
ore 9 –
Prof. Mario Tiengo: Fisica e Medicina – lezione magistrale
ore 9.30
– Dott. Emilio Del Giudice: Dinamica coerente nella materia vivente
ore 10
– Dott. Getullio Talpo: Interazione tra campi elettromagnetici di bassissima
intensità e frequenza e specie ioniche solute nell’acqua fisiologica
degli organismi viventi
ore 10.30
– Prof. Vittorio Elia: Variazioni elettrochimiche ed elettromagnetiche
dell’acqua
ore 11
– Coffee break
ore 11.15
– Dott. Rita Pizzi: Neuroni e Luce
ore 11.45
– Dott. Marziale Milani, Alberto Tedeschi: Coerenza elettrodinamica
e materia vivente
SECONDA
SESSIONE: LA FISICA NELLA DIAGNOSTICA E NELLA TERAPIA
Moderatori:
Dott. Piergiorgio Spaggiari, Dott. Emilio Minelli ore 14 – Dott. Faustino
Boioli: Evidenze scientifiche e pratiche dei principi di fisica nella
diagnostica medica avanzata ore 14.30 – Dott. Marco Prosdocimi: Effetti
dell’esposizione a campi elettromagnetici ad attivazione enzimatica
sul metabolismo basale e sul metabolismo dell’acido linoleico nei ratti
ore 15,00
– Dott. Mauro Alivia: Terapia metabolica delle cardiopatie
ore 15,30
– Domande
ore 15,45
– Coffee break
ore 16,15
– Dott. Piergiorgio Spaggiari: Le basi teorico-scientifiche della medicina
quantica
ore 16,45
– Discussione,
ore 17,15
– Conclusioni, ore 17.30
— Questionario
ore 17.45
– Fine lavori
Una qualche
risposta
Ecco giungere,
inaspettata (dopo 11 mesi!! ), una qualche risposta di Garlaschelli
ad Elia.
Proprio
ieri mi ha scritto Garlaschelli per ringraziarmi dell’invio dell’articolo
sulla termoluminescenza e mi ha riinvitato a prendere parte alla prova
di 1 milione di dollari. Ci parteciperò!
Ti copio
la lettera
Non posso riportare
qui per esteso la risposta del prof. Garlaschelli, in quanto me ne ha
gentilmente rifiutata l’autorizzazione, concedendomi solo di riportare
in maniera indiretta il contenuto (sia qui che per il seguito).
Nella lettera,
Garlaschelli conferma che il rappresentante di Randi in Italia per il
test è il CICAP, e che in caso di superamento dello stesso, il test
dovrà comunque essere ripetuto davanti a Randi, e dice gradita una
partecipazione di Elia al test.
“Ovviamente”
Garlaschelli aveva già letto l’articolo inviatogli da Elia; lo conosceva
bene. Ma cosa ne pensa? Come nel caso dei miei precedenti scambi di
e-mail con lui, questo non è dato saperlo. Ci si può aspettare che,
da chimico, voglia provare a riprodurlo sperimentalmente? Non è dato
saperlo.
Intanto Elia
vuole partecipare alla tenzone del CICAP. Bene! Non ha perso l’entusiasmo
in tutti questi anni senza riposte. Ma quante volte bisogna far domanda
e insistere per poter partecipare? Vedremo…. O almeno, lo spero. Invece,
intanto, le riviste internazionali gli hanno risposto e hanno pubblicato
i suoi lavori.
Non porci
delle perle!!
A proposito
di lavori accettati, forse può valere la pena di dare un’occhiata,
invece, ad un paio di stralci tratti da risposte negative ai lavori
proposti di Vittorio Elia, dai “referees” di Thermochimica
Acta per assaporarne il tono e le interessanti motivazioni…
Referee
N° 1
(…) the
data reported in 15 tables and 5 figures (!!) (in many cases not discussed)
showing the values of excess heat of mixing, pH and conductivity at
different dilutions do not present any logical meaning and do not show
the expected progressive trends occurring with the iterative dilutions
and “succussions” as well.
(…)
Ossia, traduco
pedissequamente:
(…)
i dati riportati in 15 tabelle e 5 figure (!! (in molti casi non
discussi) che mostrano l’eccesso di calore di mescolamento, di pH e
di conduttività a differenti diluizioni non presentano alcun senso
logico e non mostrano gli andamenti progressivi attesi che si verificano
con le diluizioni come pure con “succussioni” ripetute.
(..)
Il corsivo
è mio, e serve ad evidenziare il ragionamento antisperimentale, antigalileiano,
o “aristotelico” che dir si voglia, del referee in questione:
abbiamo 15 tabelle e 5 grafici sperimentali, ma non hanno “senso
logico” e non mostrano andamenti attesi, quindi i dati sperimentali
vanno rigettati!!
Se avessero
fatto così Volta e Faraday, staremmo ancora usando le lampade a petrolio,
mentre la dinamo per la luce della bicicletta sarebbe un oggetto fantascientifico.
Referee
N° 2
This is
an ambitious piece of work. However, it reminds me of the papers, written
some years ago in support of the existence of “polywater”.
Conclusions
are not realistic and the paper should definitely not be published.
Cioè:
Questo
è un lavoro ambizioso. Però mi ricorda gli articoli, scritti alcuni
anni fa in supporto dell’esistenza della “poliacqua”.
Le conclusioni
non sono realistiche e l’articolo non dovrebbe assolutamente essere
pubblicato.
Anche qui mi
sono preso la libertà di evidenziare in corsivo qualcosa di questo
breve commento. Ebbene, soltanto perché il lavoro sperimentale “ricorda”
al nostro simpatico quanto anonimo referee la – a suo giudizio – vituperata
questione della “poliacqua”, unito al fatto che le conclusioni
non sono realistiche, allora i dati sperimentali vanno rigettati!
Qualcuno ha
detto che è soltanto la finzione che ha la necessità di dover apparire
“realistica” – come ben sanno gli autori di romanzi d’appendice
o gli studenti poco dotati ai corsi di laboratorio che decidono di falsificare
le loro misure per cercare di prendere buoni voti senza rischi – mentre
è proprio la realtà che non ha alcun bisogno di essere “verosimile”,
come sanno i giornalisti di cronaca o, appunto, i veri ricercatori sperimentali!!
L’Angela
della morte. Ovvero: la venefica pericolosità
dell’acqua fresca
Dunque, ricapitoliamo:
secondo il CICAP ed altri, l’Omeopatia è assolutamente inefficace in
quanto si tratta di “acqua fresca”. La diluizione è cioè
tale che nessun effetto derivante da molecole inizialmente disciolte
può più sussistere. Ma allora come si spiega il servizio televisivo
di Piero Angela, il noto giornalista divulgatore scientifico italiano
e tra i fondatori del CICAP, trasmesso il giorno 11 luglio 2000 (puntata
“speciale” di SuperQuark, ore 20.45, RAI 1) in cui si descrivono
i farmaci omeopatici come potenzialmente pericolosi??!!!
“Una
trasmissione faziosa e irrispettosa del principio, irrinunciabile da
parte di una TV pubblica, di pluralità dell’informazione”
così dice
il deputato verde Paolo Galletti, in una lettera di protesta al Consiglio
di Amministrazione della RAI e alla commissione di vigilanza della stessa,
dove scrive anche:
“Piero
Angela, forte del suo vecchio scientismo ottocentesco, ha condotto questa
puntata di Super Quark in modo fazioso, intervistando esclusivamente
personaggi contro l’omeopatia e negando così quello che è un sacrosanto
diritto di ogni cittadino: la libertà di scelta in medicina. Negare
in Italia una corretta presentazione dell’omeopatia vuol dire restare
indietro rispetto al resto dell’Europa dove, al contrario, l’omeopatia
è ben conosciuta”.
Il deputato
verde ha quindi chiesto alla RAI di
“provvedere
immediatamente ad una riparazione del danno con una puntata, da mandare
in onda nella stessa fa scia oraria, dove si dia corretta informazione
sull’argomento”.
Lo stesso sottosegretario
alla sanità Ombretta Fumagalli ha chiesto con una lettera al presidente
della RAI, Zaccaria, di concedere spazio a trasmissioni di rettifica,
ma non se ne è fatto nulla.
Ecco cosa dice
su questa puntata di “Super Quark”, a valle di un’attenta
analisi testuale condotta dal Laboratorio di Epistemologia Tradizionale
di Palermo, l’ufficio di presidenza della Società Italiana di Medicina
Omeopatica:
«Tale
analisi mostra un testo scientificamente approssimativo, utilizzato
per una costruzione comunicativa ad impatto emotivo finalizzata alla
diffamazione d’immagine.
Per capire
è necessario vedere il video.
Ma, se
si discute dopo averlo visto (anche dopo averlo vi – sto più volte,
come noi abbiamo fatto, e a mente serena), essere “obbiettivi”
non è più possibile, si è obbligati ad una reazione emotiva.
Nell’ultimo
mese abbiamo, infatti, soprattutto registrato reazioni di tale tipo
nei pazienti in terapia omeopatica (disgusto, rabbia, offesa, perplessità).
Nei medici che sanno di omeopatia invece, aldilà della contestazione
di questa o quella specifica affermazione, emergono sentimenti di sconforto
di rabbia. Prevale l’offesa e la sensazione d’esser presi in giro, in
nome di una pretesa obbiettività che è in effetti la mistificazione
ricercata ed imposta dell’obbiettività.
In termini
batesiani è stata prodotta una comunicazione a “doppio legame”,
comunicazione patologica che determina una reazione emotiva inesprimibile
di angoscia ed una reazione di dissociazione mentale a chi non sappia
rifiutarla.
In termini
semplici, si è generato sospetto e paura per indurre a “tenersi
lontano” dall’oggetto. Attenzione, sospetto e paura.
Se è un
fatto che milioni di telespettatori, perlopiù estranei alla realtà
della medicina omeopatica, hanno ricevuto un’informazione da un programma
televisivo di divulgazione scientifica ritenuto autorevole, è altresì
un fatto che soprattutto le fasce culturalmente più deboli che sono
state deliberatamente condizionate a “tenersi lontano” da
una medicina che, in alcuni casi, potrebbe guarirli.
L’impatto
è stato elevato anche in termini quantitativi RAI 1 in prima serata),
ed è stato, occorre sottolineare, espressamente ricercato. Il servizio
presenta infatti un repertorio esteso (fortunatamente, insolito in un
programma con pretese scientifiche) di tecniche di condizionamento:
nessun contraddittorio (nemmeno fittizio), domande precostituite sulla
base delle risposte, montaggio con sapiente uso della sequenza d’immagini,
colonna sonora efficace nel supporto, uso di personaggi pubblici e/o
di rilevanza istituzionale, uso di eventi aneddotici per indurre alla
generalizzazione indebita, induzione esplicita al sospetto di malaffare,
utilizzazione di luoghi comuni scientificamente infondati come ragioni
di scienza, equivoco grossolano sulla competenza specifica di persone
con diversa competenza, e così via».
Non ci resta
che rivedere questa “famosa” puntata di SuperQuark!
Intanto, Piero
Angela, assistito dagli stessi due avvocati (Giulia Buongiorno e Franco
Coppi) che hanno a suo tempo curato la difesa di Giulio Andreotti dalle
accuse di collusioni con la mafia (c’è chi può e chi non può, diceva
quel tale…), dopo essere stato rinviato a giudizio dal tribunale di
Catania, è stato poi assolto in primo grado (Marzo 2004) dopo la querela
della SIMO (Società Italiana di Medicina Omeopatica), associazione
nazionale con sede appunto a Catania, e del suo presidente Ciro D’Arpa.
La denuncia,
presentata un paio di mesi dopo la trasmissione del Luglio 2000, stava
per essere immediatamente archiviata, invece, inaspettatamente il gip
Angelo Costanzo ordinò al pubblico ministero Roberto Peroni Ranchet
l’imputazione coatta di Piero Angela, che nel marzo del 2001 è stato
rinviato a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare, Carmen La
Rosa. Poi soltanto il 27 Settembre 2003 Piero Angela è comparso davanti
al giudice Cinzia Sgrò. Dice l’avvocato di parte civile Leda Adamo
in un’intervista giornalistica:
«Ma il
punto non è dimostrare in un’aula di tribunale l’efficacia dell’omeopatia
quanto contestare l’idea che esistano scienziati di serie A e scienziati
di serie B, come fa Angela a discapito del pluralismo, sancito dalla
costituzione e finalità essenziale del servizio pubblico. Dalla trasmissione
viene fuori invece l’idea che esista una sola scienza, una scienza di
stato, per così dire. In nome della quale, inspiegabilmente, a parlare
dell’omeopatia vengono chiamati Aiuti e Cassone, che non hanno alcuna
competenza in materia…»
Finché, nel
Marzo 2004, ecco giungere l’attesa, trionfale, conclusione …
Assoluzione
d’Angela: versione CICAP
Oggetto:
[CICAP-HOTLINE] Angela assolto: “l’omeopatia non è seria, ora
si può dire
Data: domenica
14 marzo 2004 19.09
PIERO ANGELA,
OMEOPATIA NON È CURA SERIA, ORA SI PUÒ DIRE
Il tribunale
ha ammesso che non è diffamazione
ROMA, 13
Marzo – Assoluzione piena per Piero Angela, “perchè il fatto non
costituisce reato”. La sentenza viene oggi dal Tribunale di Catania,
chiamato a decidere su un servizio di “Super Quark” in cui
venivano espressi giudizi sulla medicina omeopatica. Servizio che ha
valso, al famoso giornalista televisivo, l’accusa di diffamazione a
mezzo stampa. La sentenza fa seguito a una precedente assoluzione del
giornalista, sempre in tema di omeopatia, in un processo civile in cui
i medici omeopati erano stati condannati a pagare le spese.
Nel servizio
contestato, risalente al 2001 e firmato dal collega Giangi Poli, veniva
affermato: “L’omeopatia non è una cosa seria. Il rischio di curarsi
con tale medicina non convenzionale è molto grande per i pazienti che
hanno malattie gravi e soprattutto progressive”. E ancora: “I
benefici presenti dell’omeopatia sono dovuti all’effetto placebo, cioè
sostanze che non contengono alcun principio attivo, definite anche “acqua
fresca”. Spesso il beneficio è del tutto psicologico e ipotetico
e c’è il rischio che vengano somministrati pseudo farmaci dei quali
non si conosce il contenuto e che possono provocare anche reazioni allergiche”.
“È
importante che il tribunale abbia ammesso che non è diffamazione dire
che l’omeopatia non è una cura seria” ha detto Piero Angela. “Mi
aspettavo – sottolinea Angela – che fosse riconosciuto il fondamento
di quello che è stato detto nel servizio, dell’omeopatia non è mai
stata provata l’efficacia e tutta la comunità scientifica non ne riconosce
la validità”.
Ufficio
Stampa – CICAP
Comitato
Italiano per il
Controllo
delle Affermazioni
sul Paranormale
Assoluzione
d’Angela: versione CICACICAP (4)
ANGELA
DIFFAMA L’OMEOPATIA: IL FATTO SUSSISTE, MA LA CRITICA È UN’OPINIONE
Gli atti
inviati alla commissione parlamentare di vigilanza RAI: pesante lesione
del principio del pluralismo scientifico.
ROMA, 13
Marzo – “L’omeopatia non è una cosa seria. Il rischio di curarsi
con tale medicina non convenzionale è molto grande per i pazienti che
hanno malattie gravi e soprattutto progressive. I benefici presenti
dell’omeopatia sono dovuti all’effetto placebo, cioè sostanze che non
contengono alcun principio attivo, definite anche “acqua fresca”.
Spesso il beneficio è del tutto psicologico e ipotetico e c’è il rischio
che vengano somministrati pseudo farmaci dei quali non si conosce il
contenuto e che possono provocare anche reazioni allergiche”.
Ecco i
capi d’imputazione relativi all’accusa di diffamazione a mezzo stampa
da cui il- famoso giornalista Piero Angela è stato assolto, ma queste
esatte parole non sono mai state pronunciate nella puntata di SuperQuark
contro l’Omeopatia finita sotto accusa!!
Infatti,
in aula il Pubblico Ministero ha sottolineato che il capo di imputazione
non era ben strutturato. Ma perché?
Ricordiamo
che il capo d’imputazione era stato prodotto dalla procura in seguito
ad imputazione coatta da parte del gip, e quindi in aperta contrapposizione
al gip stesso che, con tale imputazione coatta, aveva impedito l’immediata
archiviazione della denuncia.
In effetti,
nella puntata di SuperQuark in questione non c’era stata offesa diretta,
però il servizio giornalistico in oggetto risultava ampiamente ed evidentemente
lesivo della dignità dei medici omeopati e della scienza omeopatica.
Tuttavia,
il Pubblico Ministero ha chiesto l’assoluzione poiché era possibile
applicare la “scriminante” dell’esercizio del diritto di critica,
sottolineando che il tribunale non è ini grado di dare un significato
di veridicità scientifica a quanto affermato dall’una e dall’altra
parte, ma tali questioni vanno decise in altra sede.
Il PM ha
chiesto però che tutti gli atti venissero inviati alla commissione
parlamentare di vigilanza RAI perché vi è stata una pesante lesione
del principio del pluralismo scientifica.
La SIMO
(Società Italiana di Medicina Omeopatica) non ha neanche un ufficio
stampa e, molto probabilmente, non potrà permettersi il budget per
ricorrere in appello, laddove, invece Piero Angela è stato difeso dalla
stessa coppia d’assi che ha difeso Andreotti! i
Bisogna
sottolineare che il famoso giornalista RAI non stato assolto “perché
il fatto non sussiste”, ma soltanto perché “non ha commesso
il reato” in virtù della “scriminante” dell’esercizio del
diritto di critica…
Quindi
il fatto sussiste, ma la critica è una opinione.
Andrebbero
senz’altro interpellati la Corte Costituzionale e la Cassazione; sarebbe
sicuramente molto interessante sapere la loro opinione al proposito!!
Pare addirittura
che il PM abbia apertamente preso in considerazione il fatto che il
reato in oggetto era di 6 anni di carcere e non gli sembrava il caso
che uno come Piero Angela potesse subire questo rischio per una cosa
del genere…
La legge
è uguale per tutti, ma la TV è la nostra Signora !
Ufficio
Stampa – CICACICAP
Comitato
Italiano per il
Controllo
delle Affermazioni
del CICAP
Fenomeni
Idroisteretici o Fisica “omeopatica”?!
Avrete
notato che nello scambio di e-mail tra Elia e Garlaschelli si accennava
ad un certo articolo sulla termoluminescenza: Garlaschelli ringrazia
Elia con cortesia, e dice di averlo, però, già letto. Garlaschelli
si tiene comunque ben lungi da qualunque sia pur breve commento nel
merito, di qualsivoglia genere, né si azzarda – neanche riferendosi
ad un tempo indefinito nel futuro – di mostrarsi neanche vagamente interessato
a tentare di riprodurlo sperimentalmente…
Di
che si tratta?
Ebbene,
un’autorevole rivista internazionale di fisica sperimentale (Physica
A) nel 2003 ha pubblicato un lavoro di Louis Rey sull’emissione termoluminescente
di soluzioni ultra-diluite.
La
misura di termoluminescenza (emissione di radiazione elettromagnetica
da una sostanza a seguito di una stimolazione termica) è una tecnica
sperimentale ben assestata che si utilizza, ad esempio, per il monitoraggio
del livello di radiazioni ambientali o per misure di datazione in ambito
geologico o archeologico. Infatti, la radiazione emessa a seguito della
sollecitazione termica è funzione delle radiazioni ionizzanti a cui
è stato esposto il campione nella sua storia precedente.
In
questo lavoro di Louis Rey, si descrive come siano state irradiate con
raggi X e raggi y, a bassa temperatura (77 K), delle soluzioni (sia
con solvente acqua che con solvente acqua pesante) ultra-diluite (10-30gcm3)
di cloruro di Litio e cloruro di Sodio (ottenute diluendo e agitando
varie volte, quindi “omeopatiche”). Riscaldandole poi, fino
a temperatura ambiente, dalle misure di termoluminescenza risulta che
la radiazione elettromagnetica emessa risulta ben specifica del sale
inizialmente disciolto, malgrado la diluizione sia superiore al numero
di Avogadro…
Ricomincio
da tre…
Intanto,
ancora un altro lavoro di Vittorio Elia intorno a questi argomenti «poco
ortodossi» riguardanti le proprietà fisico-chimiche delle soluzioni
estremamente diluite è stato pubblicato su una rivista internazionale,
cioè il Journal of Thermal Analysis and Calorimetry (nel 2004, cfr.
bibliografia).
In
particolare, in tale lavoro, vengono riportate misure di calore di mescolamento,
conducibilità elettrica e pH, da cui si evidenziano più alti valori
di tutti questi parametri nelle soluzioni di acqua “trattata”
come precedentemente descritto (in pratica: “acqua omeopatica”),
rispetto a quella «non trattata”, pur trattandosi comunque di
acqua pura.
Si
tratta già del terzo lavoro sperimentale condotto dal prof. Elia su
tali tematiche che viene accettato da riviste scientifiche internazionali.
Poi,
ben altri tre lavori sperimentali sono stati accettati (Maggio 2004,
Marzo 2005 e Ottobre 2005) per la pubblicazione su riviste internazionali:
e siamo a sei (cfr. bibliografia).
Inoltre,
altri due dottorati di ricerca sono stati assegnati al coordinamento
di Vittorio Elia, e sono attualmente in con o su questi argomenti: dott.ssa
Letizia Nonatelli, XIX ciclo, “Proprietà Chimico-Fisiche di soluzioni
estremamente diluite”, e dott.ssa Maria Montanino, XX ciclo, “Fenomeni
e processi idroisteretici indotti da trattamenti meccanici nelle soluzioni
estremamente diluite”.
Inizia,
quindi, a divenire sempre più auspicabile che la posizione dei numerosi
«enfatici scettici teorici” si possa evolvere rapidamente in quella
di alcuni “sobri verificatori (o, popperaniamente, falsificatori)
sperimentali”. Nel caso contrario, la loro astratta ed aprioristica
opinione “scettica” comincia non solo a valere davvero ben
poco, nel normale contesto dell’agone scientifico, ma anche ad assumere
tutte le caratteristiche della fraudolenza e della ciarlataneria, o
perlomeno -della creduloneria più stolta. Che se ne rendano conto o
meno, che ne abbiano voglia o meno. Così è che va la scienza.
Come
screditare proprio tutto… (5)
Prima
di cominciare a screditare qualcosa, preparate la vostra attrezzatura.
Attrezzatura necessaria: una poltrona. Assumete la giusta espressione.
Curate di avere un’aria condiscendente che suggerisca che le vostre
personali opinioni sono sostenute dalla completa fiducia e credito divino.
Utilizzate
termini vaghi, soggettivi, e di discredito, come “ridicolo”
o “banale” in un modo da suggerire che abbiano tutta la forza
dell’autorità della scienza.
Dipingete
la scienza non come un processo di scoperta da condurre a mente aperta,
ma come una guerra santa contro sfrenate orde di infedeli, adepti della
ciarlataneria. Poiché in guerra il fine giustifica i mezzi, potete
falsare, travisare o violare il metodo scientifico, o persino ometterlo
del tutto, nel nome della difesa del… metodo scientifico.
Mantenete
i vostri argomenti quanto, più astratti e teorici possibile. Ciò “manderà
il messaggio” che le teorie accettate schiacciano ogni effettiva
evidenza che possa sfidarle – e che perciò non vale la pena di esaminare
nessuna evidenza di tal genere.
Rafforzate
l’errore comune secondo cui alcuni argomenti sono di per sé non scientifici.
In altre parole, confondete deliberatamente il processo scientifico
col prodotto della scienza.
(Qualcuno
potrebbe, naturalmente, obiettare che, essendo la scienza un metodo
universale per la ricerca della verità, deve essere neutrale rispetto
all’argomento, e che quindi soltanto il processo investigativo può
essere scientificamente responsabile o irresponsabile. Se ciò accadesse,
liquidate queste obiezioni utilizzando un metodo impiegato con successo
da generazioni di politici: semplicemente rassicurate tutti che “non
vi è alcuna contraddizione!”).
Organizzatevi
in modo tale da far sì che il vostro messaggio abbia eco in personaggi
autorevoli. Il livello fino a cui potete travisare la realtà è direttamente
proporzionale al prestigio dell’araldo da voi scelto.
Riferitevi
sempre alle affermazioni non ortodosse dicendo “sostiene che”,
“si dice”, e alle vostre asserzioni come “fatti”
che sono “stabiliti”.
Evitate
di esaminare la tangibile evidenza. Ciò vi permette di dire impunemente
“Non ho visto assolutamente alcuna evidenza a supporto di queste
ridicole voci!” (Si noti che questa tecnica ha retto alla prova
del tempo, e risale almeno ai tempi di Galileo. Semplicemente rifiutando
di guardare attraverso il telescopio, le autorità ecclesiastiche hanno
guidato la Chiesa per tre secoli, con trasparenza, svincolata dalla
necessità di dover negare!).
Se
diviene inevitabile esaminare l’evidenza, commentate di rimando: “non
c’è niente di nuovo qui!”. Se venite messi di fronte ad un’inconfutabile
prova che è sopravvissuta ai test più rigorosi, semplicemente liquidatela
con un “troppo comodo”.
Identificate
la necessaria componente scettica della scienza con la totalità della
scienza. Enfatizzate quegli elementi della scienza angusti, stringenti,
di rigore e di critica, a detrimento di quelli connessi all’intuizione,
all’ispirazione, all’esplorazione e all’integrazione. Se qualcuno ha
delle obiezioni, accusatelo di vedere la scienza in termini esclusivamente
indistinti, soggettivi o metafisici.
Insistete
che il progresso della scienza dipende dalla capacità di spiegare l’ignoto
in termini del noto. In altre parole, scienza è uguale a riduzionismo.
Potete applicare l’approccio riduzionistico in ogni situazione mettendo
da parte via via sempre più evidenze fino a che il poco che resta si
può finalmente spiegare interamente in termini della conoscenza già
sistematizzata.
Minimizzate
il fatto che la libera indagine e il legittimo disaccordo sono una parte
normale della scienza.
Rendetevi
disponibile per i produttori dei media che cercano “commenti bilanciati”
su visioni non ortodosse. Comunque, acconsentite a partecipare soltanto
a quelle presentazioni i cui limiti di tempo e i cui pregiudizi a priori,
impediscano lussi come: discussioni, dibattiti e possibilità di replica.
Ad
ogni opportunità, rafforzate la nozione che «ciò che è familiare
è necessariamente razionale». Il non familiare è dunque irrazionale
e di conseguenza inammissibile quale evidenza.
Affermate
categoricamente che l’inconvenzionale deve essere rifiutato come, al
massimo, un’onesta ma errata interpretazione del convenzionale.
Marchiate
i vostri oppositori come “creduloni acritici”. Liquidate sommariamente
la nozione che anche voler sfatare tutto rivela un credo acritico, sebbene
nello status quo.
Sostenete
che, nell’investigazione di fenomeni non convenzionali, una singola
pecca invalida il tutto. Nei contesti convenzionali, però, potete saggiamente
ricordare il detto secondo cui: “dopo tutto, le situazioni sono
complesse e gli esseri umani imperfetti”.
Una lametta
medievale
Il
“Rasoio di Occam” (6), o “principio della parsimonia”,
dice che la spiegazione corretta di un mistero coinvolgerà, di solito,
principi fondamentali. Insistete, dunque, che la spiegazione standard
è quella corretta, perché non implica assunzioni ulteriori! Denunciate
con forza che il Rasoio di Occam non è semplicemente un metodo filosofico
empirico, ma una legge immutabile.
Scoraggiate
con forza ogni studio della storia che possa rivelare il dogma di oggi
come l’eresia di ieri. Così pure, evitate di discutere i numerosi paralleli,
storici, filosofici e spirituali, tra scienza e democrazia.
Poiché
il pubblico tende a non avere chiara la distinzione tra prova ed evidenza,
fate il vostro meglio per mantenervi in questa tenebra. Se manca una
prova assoluta, affermate categoricamente che “non c’è evidenza!
“.
Se
viene presentata evidenza sufficiente a garantire la necessità di ulteriori
investigazioni di un fenomeno inusuale, sostenete che “l’evidenza
da sola non prova nulla!”. Ignorate il fatto che nessuno suppone
che l’evidenza preliminare debba provare qualcosa.
In
ogni caso, insinuate che la prova precede l’evidenza. Questo eliminerà
la possibilità di cominciare ogni processo significativo di investigazione
— specie se non è stato già stabilito alcun criterio di prova per
il fenomeno in questione.
Insistete
che i criteri di prova non possono in alcun modo essere stabiliti per
i fenomeni che non esistono.
Sebbene
si supponga che la scienza non debba tollerare standard vaghi o duplici,
insistete sempre che i fenomeni non convenzionali devono essere giudicati
da un separato, ancora non ben definito, insieme di regole scientifiche.
Fate ciò dichiarando che “affermazioni straordinarie richiedono
prove straordinarie” – ma attenzione a non definire mai dove termina
“l’ordinario” e dove comincia “lo straordinario”.
Questo vi permetterà di confezionare un orizzonte delle evidenze che
regredisce ad infinito; cioè, di definire l’evidenza “straordinaria”
come quella che giace esattamente fuori dalla portata, in ogni istante
di tempo.
Allo
stesso modo, insistete su classi di evidenze che sono impossibili da
ottenere. Per esempio, dichiarate che i fenomeni aerei non identificati
possono essere considerati reali soltanto se li possiamo portare nei
laboratori per colpirli con dei martelli e analizzare le loro proprietà
fisiche. Ignorate. e imprese delle scienze deduttive – l’astronomia,
per esempio, che se la passa abbastanza bene senza dover portare esattamente
i pianeti, le stelle, le galassie e i buchi neri nei laboratori per
colpirli con dei martelli.
Praticate
il discredito per associazione. Ammucchiate insieme tutti i fenomeni
che sono comunemente considerati paranormali e suggerite che i loro
sostenitori e ricercatori parlano con una sola voce. In questo modo
potete trascinare indiscriminatamente materiale da un caso ad un altro
per supportare le vostre visioni così come vi necessita. Per esempio,
se un’affermazione che ha qualche somiglianza superficiale con quella
di cui si discute è risultata una frode (oppure è comunemente considerata
così), citatela come se fosse un esempio appropriato. Poi assumete
un sorriso gongolante, distendetevi sulla vostra poltrona e dite solo:
“Sostengo la mia tesi”.
Usate
la parola “immaginazione” come un epiteto che si applica soltanto
quando si vede qualcosa che non c’è, e non anche quando si nega qualcosa
che c’è.
Se
un numero significativo di persone concorda di aver osservato qualcosa
che viola la normale percezione della realtà, semplicemente ascrivetela
ad una “allucinazione di massa”. Evitate di considerare la
possibilità che la normale percezione della realtà possa essa stessa
costituire un’allucinazione di massa.
Ridicolo!
(7)
Ridicolo,
ridicolo, ridicolo. È assolutamente la più potente e scoraggiante
arma nella guerra contro la scoperta e l’innovazione. Il senso del ridicolo
ha lo straordinario potere di rendere le persone — che abbiano virtualmente
ogni tipo di opinione – completamente inconsce in un solo attimo. Fallisce
soltanto nello sviare quelle poche persone che sono di mente sufficientemente
indipendente da non cascare in quella specie di consenso emozionale
che il senso del ridicolo genera.
Con
appropriate allusioni ed esempi, insinuate che il senso del ridicolo
costituisca una caratteristica essenziale del metodo scientifico che
può aumentare il livello di obiettività e di imparzialità con cui
ogni ricerca è condotta.
Se
siete incalzati rispetto alla vostra nuova interpretazione del metodo
scientifico, dichiarate che “l’integrità intellettuale è un argomento
sottile”.
Insinuate
che gli investigatori dei fenomeni non ortodossi siano degli zeloti.
Suggerite che allo scopo di investigare.’esistenza di qualcosa ci si
deve prima credere assolutamente Poi pretendete che tutti questi “veri
credenti” conoscano tutte le risposte alle loro domande più complesse
in completo dettaglio già prima. Convincete gli altri della vostra
personale sincerità rassicurandoli che voi stesso “vorreste credere
nei fenomeni fantastici”. Eludete accuratamente il fatto che la
scienza non è una questione di credere o non credere, ma di scoprire
(8).
Usate
“fumo e specchietti”, cioè, annebbiamento ed illusione. Non
dimenticate mai che una scivolosa mistura di Fatti, opinioni, insinuazioni,
informazioni fuori contesto e di nette bugie raggirerà la maggior parte
della gente nella maggior parte dei casi. Una piccola frazione di una
parte di fatti su dieci parti di ca***te basterà normalmente per il
trucco. (Alcuni “discreditatori” veterani usano diluizioni
omeopatiche di fatti con notevole successo!).
Coltivate
l’arte di scivolare avanti e indietro tra fatto e finzione in maniera
così impercettibile che il più inconsistente fondamento di verità
apparirà come una solidissima base per l’intero vostro edificio di
opinioni.
Il metodo
PTC
Utilizzate
la “PTC”: Pseudo-confutazione Tecnicamente Corretta. Esempio:
se qualcuno fa notare che tutte le grandi verità sono iniziate come
affermazioni blasfeme, rispondete immediatamente che non tutte le affermazioni
blasfeme sono diventate grandi verità. Essendo la vostra risposta tecnicamente
corretta, nessuno noterà che non confuta realmente l’osservazione iniziale.
Banalizzate
il singolo caso preso in considerazione, per banalizzare l’intero argomento
in questione. Caratterizzate lo studio dei fenomeni ortodossi quale
profondo e impegnativo, descrivendo invece lo studio dei fenomeni non
ortodossi come così inconsistente da non richiedere nient’altro che
uno sguardo ai giornali scandalistici. Se venite incalzato sull’argomento,
dite semplicemente «ma h non c’è niente da studiare! “.
Caratterizzate
ogni serio ricercatore di argomenti non ortodossi come «buffo”
o “bizzarro”, o come “sedicente” – le parole d’ordine
favorite dai media per “falso”.
Ricordate
che la maggior parte delle persone non ha abbastanza tempo o competenza
per un’attenta discriminazione, e tende ad accettare o rigettare tutto
di una situazione non familiare. Quindi discreditate l’intera storia
sforzandovi di discreditarne una parte. Ecco come: a) prendete un elemento
del caso che sia completamente fuori contesto; b) trovate qualcosa di
banale che possa ipoteticamente spiegarlo; c) quindi dichiarate che
quell’elemento è stato spiegato; d) organizzate una conferenza stampa
e annunciate al mondo che l’intero caso è stato spiegato!
Assumete
un illusionista professionista che possa imitare il fenomeno in questione;
per esempio ESP (9), psicocinesi o levitazione. Ciò convincerà il
pubblico che i testimoni originali di tali fenomeni devono essere stati
a loro volta illusionisti di talento (o persone ingannate da essi) che
si erano fatti beffe del fenomeno originale esattamente nello stesso
modo.
Trovate
un fenomeno banale che, ai profani, appaia identico al fenomeno descritto.
Quindi suggerite che l’esistenza di riproduzioni dozzinali in qualche
modo proibisce l’esistenza dell’oggetto originale. Per esempio, deducete
che poiché la gente vede «facce” nelle rocce e nelle nuvole,
l’enigmatica faccia su Marte deve essere un’illusione simile e che quindi’
non può in alcun modo essere artificiale.
Quando
un fenomeno inspiegato mostra evidenza di un’intelligenza (come nel
caso dei misteriosi cerchi nel grano) focalizzate l’attenzione esclusivamente
sul meccanismo che potrebbe essere stato brandito dall’intelligenza
piuttosto che sull’intelligenza che potrebbe aver brandito il meccanismo.
Più attenzione dedicate al meccanismo, più facilmente potete distrarre
la gente dalla possibilità dell’esistenza di un’intelligenza non ordinaria.
Accusate
i ricercatori dei fenomeni inusuali di credete in «forze invisibili
e realtà extrasensoriali”. Se dovessero far rilevare che le scienze
fisiche hanno sempre avuto a che fare con forze invisibili e realtà
extrasensoriali (gravità? elettromagnetismo? …) rispondete, ridacchiando
con condiscendenza, che questa è “un’ingenua interpretazione dei
fatti”.
Insistete
che la scienza occidentale è completamente oggettiva, e che non è
basata su assunzioni non verificabili, credenze nascoste o interessi
ideologici. Se accade che un fenomeno non familiare o inesplicabile
viene considerato vero e/o utile da un’altra società tradizionale o
non occidentale, potete rifiutarlo su due piedi come «errore dell’ignoranza”,
“superstizione medievale” o «tradizione folcloristica”.
Etichettate
ogni fenomeno non ben compreso come “occulto”, “marginale”,
“paranormale”, “metafisico”, “mistico”,
“soprannaturale”, o “new age”. Ciò metterà immediatamente
fuori dal gioco la maggior parte degli scienziati ordinari, su basi
puramente emozionali. Se siete fortunati, ciò ritarderà ogni ricerca
responsabile su tale fenomeno per decenni o anche per secoli!
Lo sosteniamo
da anni…
Ponete
domande che sembrano contenere una conoscenza data per scontata che
supporti il vostro punto di vista; per esempio, «perché i poliziotti,
i piloti militari, i controllori del traffico aereo o gli psichiatri
non parlano di avvistamenti UFO (10)?» (Se qualcuno precisa che lo
fanno, insistete che quelli che lo fanno devono essere mentalmente instabili).
Ponete
domande a cui non si può dare risposte perché sono basate su criteri
arbitrari di prova. Per esempio, «se questa asserzione fosse vera,
perché non l’abbiamo vista in TV?» oppure «in questa o quella rivista
scientifica?». Non dimenticate mai la madre di tutte le domande di
questo tipo: «Se gli UFO sono extraterrestri, perché non sono atterrati
sul prato della Casa Bianca?”.
Analogamente,
rafforzate la favola comune secondo cui la conoscenza scientifica è
completa e finita. Fatelo asserendo che “se questo-e-quello fossero
veri, già lo sapremmo!”.
Ricordate
che potete facilmente far sembrare che state refutando le asserzioni
di qualcuno, costruendo “uomini di paglia» da distruggere. Un
modo di fare questo è citarli in maniera sbagliata ma al tempo stesso
mantenendo un grano di verità convincente; per esempio, interpretando
il loro pensiero in tal maniera come se avessero sempre inteso l’estremo
delle posizioni che hanno assunto. Un’altra strategia efficace, con
una lunga storia di successi, è semplicemente riprodurre male i loro
esperimenti – o evitare proprio di riprodurli sulla base del fatto che
“farlo sarebbe ridicolo o inutile”. Per rendere l’intero procedimento
perfino più semplice, non rispondete alle loro affermazioni vere ma
alle affermazioni così come riportate dai media, o come sono diffuse
nella tradizione comune.
Insistete
che questa-e-quella affermazione non ortodossa non si può provare scientificamente
perché nessuna istituzione che si rispetti finanzierebbe degli esperimenti
così ridicoli.
Siate
selettivi. Per esempio, se un metodo di cura non ortodosso non è riuscito
ad indurre una totale remissione in un caso di malattia terminale, potete
ritenerlo senza valore – evitando con cura di menzionare alcun difetto
della medicina convenzionale.
Considerate
gli autori delle affermazioni come se fossero i responsabili dell’etica
aziendale e delle politiche editoriali di ogni mezzo di comunicazione
che riporti le loro affermazioni. Se un evento inusuale o inesplicabile
è riportato in maniera sensazionalistica, consideratela una prova che
l’evento stesso deve essere senza alcuna sostanza o valore.
Quando
un testimone afferma qualcosa in una maniera che è scientificamente
imprecisa, consideratela come se fosse totalmente ascientifica. Se la
persona che fa l’affermazione non è uno scienziato con credenziali,
deducete che le sue percezioni possono probabilmente non essere oggettive.
Se
non siete in grado di screditare i fatti del caso in esame, screditate
i partecipanti – o i giornalisti che hanno fatto la cronaca del caso.
Argomenti ad hominem, o attacchi personali, sono tra i metodi più potenti
per influenzare il pubblico ed evitare la discussione. Per esempio,
se i ricercatori dei fenomeni non ortodossi hanno avuto profitti finanziari
dalle attività connesse con le loro ricerche, accusateli di “trarre
profitti finanziari dalle attività connesse alla loro ricerca!”
Se la loro ricerca, le pubblicazioni, le conferenze e così via, costituiscono
la loro normale modalità di lavoro o il solo mezzo di sostentamento,
considerate questo fatto come “la prova decisiva che il loro reddito
è stato tratto da queste attività! “. Se hanno provato a raggiungere
un pubblico riconoscimento del loro lavoro, potete senza correre alcun
rischio caratterizzarli come persone “in cerca di notorietà”.
Fabbricate
delle competenze che vi sostengano quinto è necessario, in modo da
poter citare le opinioni di coloro i quali sono comunemente considerati
possessori della necessaria preparazione. Per esempio, gli astronomi
possono essere tirati fuori come esperti sulla questione UFO, sebbene
i crediti ottenuti nei corsi in ufologia non sono mai stati un prerequisito
per una laurea in astronomia.
Fabbricate
confessioni. Se un fenomeno rifiuta ostinatamente di sparire, procuratevi
una coppia di coloriti vecchietti eccentrici perché dicano che si tratta
di una loro burla (11). La stampa ed il pubblico tenderà sempre a vedere
una confessione come sinceramente motivata, e abbandonerà prontamente
il proprio senso critico. Dopo tutto, nessuno vuole apparire senza compassione
per dei peccatori che si autodenunciano.
Fabbricate
sorgenti di disinformazione. Sostenete che “avete trovato la persona
che ha diffuso la voce che questo fenomeno esiste!”
Fabbricate
interi progetti di ricerca. Dichiarate che “queste asserzioni sono
state completamente discreditate dai maggiori esperti del campo!’. Fatelo
sia se questi esperti hanno mai realmente studiato queste affermazioni,
sia se non lo hanno fatto, oppure, per quanto possa interessare, anche
se non esistono.
Nel
caso dello scenario peggiore – in cui un fenomeno precedentemente considerato
anomalo è improvvisamente accettato dalla comunità scientifica ordinaria
– ricordate soltanto che il pubblico ha memoria corta. Semplicemente
acclamatela come “una vittoria del metodo scientifico” e dite
con disinteresse: “Bene, tutti sanno che si tratta di una questione
di rilevanza monumentale. In verità, i miei colleghi ed io l’abbiamo
detto da anni! “.
APPENDICE
Ritorno
di fiamma
Se
facciamo un grafico del numero delle lettere di Garlaschelli ad Elia
in funzione del tempo, si nota un interessante andamento crescente nel
tempo, per cui alcune lettere sono state scambiate soltanto ora che
sto finendo di scrivere il presente libro (Novembre 2005 – Febbraio
2006). Mi è parso dunque sensato fornirne qui breve cronaca.
Alla
fine di Novembre 2005, dopo che Elia aveva inviato anche a lui, per
conoscenza, via posta elettronica, il suo ultimo lavoro (come ha fatto
anche con gli altri lavori) pubblicato sul “Journal of Solutíon
Chemistry”, Garlaschelli scrive ad ‘.Elia dicendo che intende riprendere
i contatti. Garlaschelli propone di riprendere il discorso del test
da effettuarsi per il premio Randi (ma – ci chiediamo – qualcuno l’aveva
interrotto?).
Interessantissimo
l’incipit di Garlaschelli in cui egli afferma affabilmente che gli pare
che l’ultimo lavoro di Vittorio Elia possa costituire una interessante
base per un esperimento.
Si
sta parlando di un lavoro di chimica sperimentale, passato al vaglio
di referees internazionali e pubblicato su una rivista internazionale
di chimica sperimentale, che descrive una mole di dati ottenuti sperimentalmente
e vien detto che pare poter costituire una interessante base per un
esperimento…
Ecco
un caso in cui il termine “minimizzare” si può senz’altro
utilizzare senza tema di smentita!!
Garlaschelli
continua poi con alcune puntualizzazioni che hanno il giusto scopo di
ben definire il quadro di riferimento nel quale sottoporre una misura
scientifica al vaglio di un prestigiatore. Vi ricordo che Garlaschelli
mi ha gentilmente rifiutato l’autorizzazione a pubblicare le sue lettere,
ma mi ha dato solo quella di citarne il contenuto con un discorso indiretto;
posso, invece, citare qui di seguito ampi stralci della risposta di
Elia (che pur con la stessa gentilezza, mi ha però autorizzato a farlo)
del 12 Dicembre 2005.
(…) Il
nostro obbiettivo è quello di verificare se la “strana procedura”
di preparazione dei rimedi omeopatici possa influire sulle proprietà
Chimico-Fisiche del solvente, cosa del tutto non prevedibile in base
alle attuali conoscenze.
(…) rimane
comunque il risultato dei nostri lavori che data ormai da oltre dieci
anni e che, a meno di misteriosi nostri errori sistematici, sottolinea
la possibilità che qualcosa di nuovo avvenga nell’acqua a seguito delle
perturbazioni indotte dalla «strana procedura” e che ha arricchito
in maniera in- – credibile la mia vita di ricercatore che ormai volge
al termine per motivi di età.
In questa
fase dello sviluppo delle ricerche noi possiamo affrontare una prova
dalla quale si evinca che la “strana” procedura modifica in
maniera permanente le proprietà chimico fisiche dell’acqua e delle
soluzioni omeopatiche. Le variazioni ottenibili da questa procedura
vengono ritenute impossibili dalla gran parte del mondo scientifico
ed accademico.
Con i nostri
studi poniamo in essere un dubbio sulle certezze del mondo scientifico
ed accademico e quindi anche nei riguardi del premio Randi.
Torniamo
quindi alla sua ultima lettera per quanto riguarda le modalità dell’esecuzione
dell’esperimento. Lei chiede che noi si dimostri che l’acqua pura che
non contiene principio attivo ma che venga sottoposta alla procedura
iterativa di successive diluizioni e succussioni venga distinta dal
rimedio omeopatico.
Questo
mi sorprende perché nei nostri articoli, come Lei sa, abbiamo dimostrato
che questa “acqua succussa” è indistinguibile dai rimedi
omeopatici, ma sia per i rimedi che per l’acqua succussa le differenze
rispetto all’ “acqua fresca” che contiene le stesse quantità
di componenti chimici in tracce (esse sono sempre presenti per via del
rilascio dei componenti meno insolubili da parte del vetro) possono
essere messe in evidenza con uno studio Chimico-fisico. Ne consegue
che le soluzioni e l’acqua che subiscono il processo di successive diluizioni
e succussioni non sono più “acqua fresca”.
Ecco, questo
tipo di prova in uno studio in “doppio cieco” penso sia proponibile
e francamente non mi pare che ai fini di smascherare gli imbroglioni
sia significativamente diversa da ciò che Lei propone. La sua proposta
mi sembra intrinsecamente contraddittoria rispetto alle conoscenze attuali
che negano ogni possibilità di ottenere acqua con diverse caratteristiche
chimico-fisiche rispetto a quella di partenza, con una semplice procedura
di successive diluizioni con se stesa a e succussioni. Questo risultato
dovrebbe far riflettere sulle inossidabili certezze della scienza nei
riguardi del liquido in assoluto più studiato e tuttavia ancora non
conosciuto sufficientemente, l’acqua.
La nostra
proposta, quindi, è quella di subire il vostro controllo rispetto alla
possibilità di distinguere una “acqua fresca” da una ottenuta
con una procedura che in base alle attuali conoscenze scientifiche,
non può, assolutamente, cambiarne le caratteristiche chimico-fisiche,
tanto che siete disposti in principio, a dare un milione di dollari
a chi, invece dimostri il contrario. (…)
Il
17 Gennaio 2006 arriva già la risposta di Garlascielli, che in questa
e-mail si esprime in seconda persona plurale (con il “noi”:
“il nostro ulteriore commento», “abbiamo letto”, “ci
era sfuggito”). In tale lettera dice di aver rivisto con maggior
attenzione l’ultimo lavoro pubblicato e che era effettivamente sfuggito
che tutto il punto era nella “dinamizzazione” che faceva cambiare
le proprietà chimico-fisiche dell’acqua e che quindi a questo punto
pare non esserci più il motivo di partecipare al premio Randi (13).
Solleva poi alcuni dubbi metodologici e, in particolare, ipotizza acutamente
che l’origine dei fenomeni apparentemente nuovi possa spiegarsi con
la presenza di “impurezze”.
Ed
ecco la replica di Vittorio Elia:
Gentilissimo
prof. Garlaschelli,
la ringrazio
per la sua lettera. Proverò a fugare alcuni suoi dubbi sulla significatività
dei risultati sperimentali e sulle tecniche adoperate per l’analisi
del contenuto dello ione sodio. Tenga presente che tracce di elettroliti,
cioè quantità inferiori a 0.01 millimoli litro non vengono rilevate
dalla strumentazione adoperata. Non ritengo inoltre che tracce di sostanze
rilasciate dai tappi in materiale plastico possano influire in maniera
significativa.
In ogni
caso, come spesso ho notato quando si fanno obiezioni legate alla presenza
di impurezze rilasciate, non si nota che le variazioni dei parametri
misurati, se dovuti al rilascio, non sarebbero impurezze ma quantità
ponderali. Nei primi articoli pubblicati abbiamo riportato nel dettaglio
le tecniche analitiche adoperate e gli errori di misura ad esse connesse.
Per l’assorbimento atomico l’errore è dell’ordine di +/- il 5%, dunque
elevato, ma piccolissimo per le variazioni anche di due ordini di grandezza
rilevati sul parametro in misurazione.
Sì, si
fa contemporaneamente su aliquote del campione succusso sia l’analisi
chimica che quella chimico-fisica, così da tenere in conto le variazioni
delle impurezze dovute al rilascio da parte del vetro nei lunghi tempi
di permanenza nelle bottiglie. In passato abbiamo fatto l’analisi anche
per altri ioni, Ca, K, Al, B, che sono componenti del vetro senza trovarne
quantità apprezzabili nelle soluzioni. Il sodio deriva dal vetro che
lo contiene sotto forma di ossido che in acqua transisce ad idrossido
che, a sua volta, al contatto con l’atmosfera in cui è presente il
biossido di carbonio, transisce, inesorabilmente, a bicarbonato. Da
curve di taratura ottenute su sistemi non succussi si ricava il contributo
dovuto al “chimico” e lo si sottrae, ottenendo cosi il parametro
Eccesso che viene riportato nei grafici.
Tornando
alla possibilità o meno che questi risultati possano rientrare nell’interesse
del CICAP, proviamo a mettere la questione in un’altra forma. L’affermazione:
“siamo in grado di dimostrare che una semplice azione meccanica,
la successione, operata su soluzioni acquose estremamente diluite, ne
altera permanentemente le sue caratteristiche chimico-fisiche”.
In questa maniera sembra una affermazione che rientra nel paranormale
in quanto non vi sono evidenze di questa fenomenologia e tanto meno
teorie correnti atte a giustificare il risultato.
Chissà
se in questa forma non si possa trovare una possibilità?
Grato in
ogni caso dell’attenzione che mi ha dedicato, la saluto cordialmente.
Vittorio
Elia
BIBLIOGRAFIA
- P. ABBATE, Omeopatia.
Il divulgatore diffama, “II Manifesto”, 28 Settembre 2003 - P. ANGELA, G. POLI,
“SuperQuark”, inchiesta sull’Omeopatia t,:letrasmessa da RAI
1 il giorno 11 Luglio 2000. - D. DRASIN, How to
debunk just about anything, Disponibile on line, www.tcm.phy.cam.ac.uk/ - V. ELIA, Esiste
la memoria dell’acqua? Uno studio termodinamico sulle soluzioni estremamente
diluite della farmacopea omeopatica, Seminario presso il Dipartimento
di Fisica dell’Università di Napoli (25 ;Marzo 1999) - V. ELIA AND M. NICCOLI,
Thermodynamics of Extremely Diluted Aqueous Solutions, “Annals
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New physico-chemical properties of water induced by mechanical treatments.
A calorimetric study at 25°C. “Journal of Thermal Analysis and
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“Journal of Thermal Analysis and Calorimetry” 75,815-836 (2004) - V. ELIA, S. BAIANO,
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Properties of The Extremely Diluted Aqueous Solutions of the Homeopathic
Medicine. A Conductivity Measurements Study at 25°C in Function of
the Age of the Potencies, “Homeopathy”, 93, 144-150 (2004) - V ELIA, E. NAPOLI,
M. NICCOLI, L. NONATELLI, A. RAMAGLIA, E VENTIMIGLIA, New Physico-Chemical
Properties of Extremely Diluted Aqueous Solutions. A calorimetric and
conductivity study at 25°C. “Journal of Thermal Analysis and Calorimetry”,
78, 331-342 (2004) - V. ELIA, M. MARCHESE,
M. MONTANINO, E. NAPOLI, M. NICCOLI, L. NONATELLI, A. RAMAGLIA, Hydrohysteretic
phenomena of “extremely diluted solutions” induced by mechanical
treatments. A calorimetric and conductometric study at 25°C. “Journal
of Solution Chemistry”, 34(8), 947-960 (2005) - L. GARLASCHELLI,
Omeopatia: farmaci senza molecole, “La Chimica e l’Industria”,
81, 1023 (1999) - M. NICCOLI, Proprietà
termodinamiche di soluzioni ad alta diluizione, Tesi di Dottorato di
Ricerca in Scienze Chimiche, XIV Ciclo (19982001) – Università degli
Studi di Napoli “Federico II”. - F. PITERA, Le falsità
di Quark e la disinformazione su Vaticano e Omeopatia, “Anthropos
& latria”, 3, anno V (2001). Disponibile on line, ospitato
da AIRESIS – www.airesis.net - L. REY, Thermoluminescence
of ultra-high dilutions of lithium cloride and sodium chloride, “Physica
A”, 323, 67-74 (2003)
NOTE
- omissis.
- Quando si mescola
un soluto in un dato solvente, il processo di diluizione è di tipo
esotermico o endotermico; tale calore sviluppato o assorbito, si può
misurare con estrema sensibilità tramite strumenti detti calorimetri,
ed è una quantità ben precisa, a parità di solvente e soluto, e delle
masse in gioco, a temperatura fissata. - James Randi è un
prestigiatore americano che si è occupato dì svelare diversi trucchi
di scena messi in atto da sedicenti parapsicologi che si vantavano di
abilità telecinetiche, telepatiche e quant’altro ( www.randi.org ) - Il Comitato Italiano
per il Controllo delle Affermazioni del CICAP di cui abbiamo caldeggiato
la nascita, e di cui, in questo caso, mi rendo io portavoce, paladino,
polemista e ufficio stampa. - Questo paragrafo,
ed i successivi fino alla fine del capitolo, sono la mia traduzione
dall’inglese del gustoso pezzo di Daniel Drasin dal titolo “How
to debunk just about anything” (Come screditare proprio tutto),
reperibile in Internet: http://members.aol.com/ddrasin/zen.html, “Zen and the Art of Debunkery”,
tra l’altro segnalato sul sito web personale di Brian Josephson, premio
Nobel per la Fisica. Ringrazio Daniel Drasin per avermi consentito di
effettuare e riportare qui la traduzione italiana del suo scritto (le
note sono mie). In effetti, si configura come “il manuale del perfetto
Cicappino”, ma questo sarebbe riduttivo; per apprezzare appieno,
dovrete vedere molti documentari “scientifici” e leggere un
po’ di riviste di “divulgazione”. Potrebbe essere poi interessante,
nei prossimi tempi, andare ad analizzare le imputazioni discreditanti
che mi verranno eventualmente mosse per aver riportato in questa sede
tale lucida “classificazione” delle tecniche standard di discredito,
utilizzando come guida di riferimento la classificazione stessa. - Entia non sunt
multiplicanda preter necessitatem, cioè: non bisogna moltiplicare
gli enti senza necessità, ovvero se una cosa si può spiegare più
semplicemente in un modo piuttosto che in un altro, la spiegazione migliore
è quella più semplice! - A questo proposito,
e del nostro comune timore di essere meno intelligenti degli altri,
vi consiglio di leggere quella che è l’unica fiaba che mi piaceva da
piccolo: Il vestito nuovo dell’Imperatore”, o “del Re”
o “del Granduca”… Fiaba da cui deriva l’espressione: “Il
Re è nudo! “. - Non so quante volte
persone in apparenza appartenenti alla :lasse intellettuale, o comunque
pagati dalla collettività per espletare tale ruolo, mi hanno chiesto,
riguardo a qualche questione scientifica `controversa”, come ad
esempio la fusione fredda: “Ah! Ma, tu ci credi: !”. E’
pericoloso che si affermi la concezione secondo la quale alcuni “argomenti
tabù”, di per sé sottoponibili a normale indagine scientifica
come tanti altri, possano essere invece considerati al di fuori di tale
ambito, e argomento di “fede filosofica”. - Extra Sensorial
Perceptions, le cosiddette percezioni extrasensoriali, tra cui si classificano:
percezioni a distanza (telepatia), percezioni del futuro o del passato,
ecc. - Unidentified Flying
Objects, oggetti volanti non identificati. - È un chiaro riferimento
alla vexata quaestio dei cosiddetti “cerchi nel grano” (i famosi
crop circles, come vengono chiamati in inglese), la cui presunta “spiegazione
reale” che saltò fuori nel 1991 era di gran lunga la più assurda
di tutte le altre mai proposte: due vecchietti (Doug Bower and David
Chorley) “confessarono” di essere proprio loro i burloni che
avevano realizzato i 2000 cerchi nel grano comparsi in Gran Bretagna
tra il 1978 ed il 1991, avremmo cioè due vecchietti che fanno circa
143 cerchi nel grano all’anno costantemente per 14 anni, al ritmo di
uno ogni due giorni e mezzo… Le organizzazioni “scettiche”,
stranamente, accolsero questa incredibile “confessione” con
grande entusiasmo e la più grande creduloneria possibile. Sulla strana
ed intrigante tematica dei “cerchi nel grano”, per vederla
affrontata in maniera seria e scientifica, si può leggere l’interessante
saggio del fisico olandese Heltjo H. Haselhoff, La natura complessa
dei cerchi nel grano – Ricerche scientifiche e leggende urbane, Natrix,
Reggio Emilia 2002. - Chissà perché?!