DI PEPE ESCOBAR
Asia Times
Se qualche soggetto (burocratico) ipotizza un riavvio della Nuova Guerra Fredda, è stato smentito dal Gruppo dei Sette che ha rilasciato una pomposa dichiarazione dell’Aja. Lasciate ogni speranza, o voi che vi aspettate che L’Aia diventi la sede del tribunale che giudica i crimini di guerra del regime di Cheney.
Il G-7 ha anche annullato il suo prossimo vertice estivo a Sochi per cercare di “punire” Mosca per la Crimea. Come se la cosa avesse un minimo effetto pratico. Il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha risposto con classe, facendo capire di avere di meglio da fare [1]. Tutti sanno che il G-7 è un innocuo e vanaglorioso luogo di ciarla. È nel G-20 – molto più rappresentativo del mondo reale – dove le questioni geopolitiche e geoeconomiche cruciali prendono avvio.
Alla Dichiarazione dell’Aia è allegato il bacio della morte: “Il Fondo monetario Internazionale ha un ruolo centrale nella guida della lotta internazionale che sostiene la riforma ucraina, riducendo le vulnerabilità economiche dell’Ucraina, e per meglio integrare il paese come un’economia di mercato nel sistema multilaterale.” Sono le parole in codice per “Aspettate fino a quando gli aggiustamenti strutturali cominceranno a far male”.
E poi ci saranno “misure per migliorare il commercio e rafforzare la sicurezza energetica“, nome in codice per “Distruggeremo la vostra industria”, ma anche per “Non abbiamo una gran voglia di pagarvi il colossale conto della Gazprom” .
Tutto questo a margine di un presunto vertice sulla sicurezza nucleare da tenersi nei Paesi Bassi, dove il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, al Rijksmuseum di fronte alla “Ronda di notte” di Rembrandt, ha esaltato “il sostegno per il governo ucraino e per il popolo ucraino” da parte di Washington. Gli osservatori di quest’opera non hanno mai visto niente di simile nella loro gloriosa esistenza. Alla fine, vale la pena essere un nazista; dopo tutto, basta essere nel governo giusto, contro il nemico giusto, e approvato in pieno dall’iper-potenza .
Il Re Willem-Alexander ha ospitato una cena sontuosa per i membri del vertice sulla sicurezza nucleare presso il Palazzo Reale Huis ten Bosch a L’Aia, dopo che Obama ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping, nel tentativo (fallito) di “isolare” la Russia. La Casa Bianca avrebbe poi aggiunto che, fino a che la Russia continuerà a violare “in modo flagrante” il diritto internazionale, “non c’è alcun bisogno di riunirsi per il G7” . A meno che, naturalmente, non inizi a combattere una guerra dronica nella desolata Ucraina, con kill-list allegata.
Tutto sulla NATO
Il Senato degli Stati Uniti – che gode sempre di un magnifico indice di popolarità – ha faticosamente gettato le basi per discutere un disegno di legge per finanziare con un miliardo di dollari i rivoltosi di Kiev, oltre a 150 milioni di dollari di aiuti anche per i “paesi vicini” . Una somma del genere può servire per pagare le bollette dell’Ucraina forse per due settimane.
Nel frattempo, al Dipartimento delle cose vere si dice che la Crimea fiorirà presto – turismo incluso – e che potrebbe addirittura diventare una “zona economica speciale” [2]. Coloro che saranno soggetti nel Khaganato di Nullandia ai saccheggi agroalimentari del FMI potranno vedere i risultati sulla propria pelle.
All’interno della NATO, l’isteria per l’invasione prossima ventura da parte della Russia di tutti i vicini di casa prosegue incontrastata: ricordatevi de “I Russi Stanno Arrivando!”. Gli osservatori indipendenti, redazione di The Roving Eye inclusa, da sempre insistono sul fatto che la cosa riguarda la NATO, e non l’Unione Europea [3].
Fin dai tempi allegri dell’era Bill Clinton, la NATO si è allargata fino alla porta di casa della Russia. Il processo testimonia pleatealmente l’egemonia americana in Europa; la NATO “ha annesso” l’Europa orientale anche prima dell’UE. E anche i premiati Combattenti della Guerra Fredda come Paul Nitze hanno sempre pensato che si trattasse di un’inutile e pericolosa provocazione verso la Russia.
In pochi ricordano che “Bubba” Clinton, per assicurarsi la rielezione dell’alcolizzato terminale Boris Eltsin, nel 1996 postpose l’’espansione della NATO per un anno. In seguito, questa subì un’accelerazione turbo con la NATO che aveva assunto la forma di Robocop globale, dai Balcani all’intersezione dell’Asia centrale e meridionale, fino al Nord Africa..
I bombardamenti umanitari della NATO in Jugoslavia – con 36.000 missioni di guerra, 23.000 bombe e missili -, il cui 15° anniversario viene “celebrato” questa settimana, hanno codificato una nuova realtà. La NATO non si occupava più di difesa, ma era diventata un cane (transformer) d’assalto multi-letale. Questa è stata l’epitome della guerra pulita, un blitzkrieg aereo, senza subire vittime. Ed è stata totalmente legittimata dai “diritti umani” che vanno al di sopra della sovranità nazionale; era l’avanzata dell’imperialismo umanitario, che ha spianato la strada alla “responsabilità di proteggere” e alla distruzione della Libia.
Mosca conosce benissimo le fattezze del colosso neo-barbaro che è alle sue porte, sotto forma di basi NATO in Ucraina, nel caso in cui i “regime changers” di Kiev restino al potere. E la loro risposta non ha assolutamente nulla a che fare con “l’aggressione di Putin” . O con la cosiddetta “dottrina Medvedev” di una Russia che teoricamente estende ovunque la protezione militare verso i russi. Come se la Russia stesse per “minacciare” i propri interessi economici in Kazakistan, Kirghizistan, Turkmenistan, Tagikistan e Mongolia.
Ciò la Casa Bianca chiama “comunità internazionale” – all’incirca i G-7 della “Dichiarazione dell’Aja ” più altri leccapiedi dell’UE – non poteva ammetterlo. L’Asia, invece, lo ha capito in modo lampante. Cina, Giappone e Corea del Sud, per cominciare, vedono nella Russia una fornitura costante di petrolio e gas, e anche di altre trattative d’affari. Anche considerando il fatto che Giappone e Corea del Sud sono essenzialmente protettorati americani, nulla potrebbe essere più anacronistico nei loro calcoli di una Nuova Guerra Fredda provocata dall’Occidente.
L’Asia non “isolerà” la Russia, e gli asiatici e i russi lo sanno, tanto quanto la Casa Bianca lo vuole negare. L’astensione di Pechino dal “condannare” Mosca – parlando del brand politico americano da infuriato primo della classe – è nel classico stile “basso profilo” à la Deng Xiaoping, visto che la Cina è il partner strategico della Russia e che tutte e due sono impegnate a lavorare per la nascita di un mondo multipolare. Per non parlare del supremo rifiuto di Pechino delle “rivoluzioni” colorate stile USA e delle operazioni per i cambi di regime, così come quelle di accerchiamento “che puntano all’Asia”.
Oh, quanto mi sarebbe piaciuto essere stato una mosca nella stanza dell’Aja dove hanno parlato Obama e Xi; con un glaciale Xi che incontra Obama che vortica su sé stesso.
Note:
1. Russia not clinging to G8 if West does not want it – Russian FM, Russia Today, 24 marzo 2014.
2. Crimea to become Russian special economic zone-Medvedev, Russia Today, 24 marzo 2014.
3. Why the EU won’t annex Ukraine, Russia Today, 24 marzo 2014.
*****************************
PEPE ESCOBAR
Asia Times
Link: Asia will not ‘isolate’ Russia
25.03.2014