LA SOLUZIONE SOVIETICA DEL PROBLEMA ENERGETICO

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blankDI LINO ROSSI

La soluzione
sovietica del problema dell’energia elettrica prevede la realizzazione
di grandi impianti di generazione e di grandi linee di trasporto.

I vantaggi
sono:

  • l’eventuale inquinamento
    può essere circoscritto a territori scarsamente antropizzati;
  • il potere si può
    perpetuare a discapito dei cittadini, o per meglio dire, dei sudditi;
    l’approvvigionamento dipende in qualche misura sempre da “qualcun
    altro”.

Gli svantaggi
sono:

  • oneri di trasporto;
  • scarsa possibilità
    di impiegare il calore di scarto.

La Francia,
impegnata nella corsa agli armamenti nucleari, ha adottato questo modello
realizzando parecchie decine di centrali nucleari.Noi abbiamo
adottato lo stesso modello realizzando centrali termoelettriche; l’avanzatissima
centrale nucleare di Caorso, nuovissimo gioiello tecnologico, l’abbiamo
fatta a pezzi fra gli applausi dei demagoghi e l’incredulità dei
costruttori. Il NO al nucleare del 1987 è stato interpretato nella
maniera più demenziale, col risultato che non abbiamo beneficiato dell’investimento
e le scorie radioattive nel frattempo prodotte non si sono volatilizzate;
se fossero aumentate a seguito del funzionamento della centrale appena
collaudata, il nostro problema “scorie” non sarebbe stato eccessivamente
diverso da quello che oggi ci ritroviamo.

La soluzione
“alternativa” del problema dell’energia elettrica prevede la realizzazione
di piccoli impianti di generazione a ridosso degli utilizzatori e l’assenza
di grandi linee di trasporto, che bellissime proprio non appaiono; si
tenga conto che esse non sono “interrabili”, se non per brevissimi
tratti, a causa degli effetti capacitivi dei cavi.

I vantaggi
della soluzione “alternativa” sono:

  • l’assenza di oneri
    di trasporto;
  • la possibilità
    di impiegare il calore di scarto;
  • la possibilità
    di coinvolgere gli utilizzatori/cittadini nel compito della generazione,
    magari da fonte rinnovabile.

Gli svantaggi
sono legati alla presenza di eventuali inquinanti nei territori antropizzati.

La proposta
del neo Ministro dello Sviluppo Economico (1) appare decisamente di
stampo sovietico a meno che non intenda adottare il modello giapponese
delle micro centrali a fissione nucleare (2), assai censurabile: anche
l’eliminazione sistematica degli over 70 porterebbe molti vantaggi,
ma non mi sembra che il solo loro inseguimento debba essere l’unico
criterio di scelta.

Per Sua stessa
ammissione la soluzione nucleare non è di quelle che si possono immaginare
praticate in tempi brevissimi, se non altro per la prevedibile “messa
di traverso” di molte persone non rassegnate all’ulteriore degrado
del pianeta, del senso della misura e dell’intelligenza. È vero che
la nostra società convive con tantissime “vittime” ma, mentre un
incidente automobilistico o lavorativo può essere devastante per gli
attori degli avvenimenti, la presenza di scorie radioattive può essere
devastante per moltissime future generazioni. La differenza non è di
poco conto, specialmente per chi è consapevole degli effetti della
radioattività a forti dosi sulle cellule.

In fondo di
cosa stiamo parlando?

Il nostro Paese
ha il picco di potenza assorbita di poco inferiore a 60 GW; significa
che ogni italiano assorbe mediamente, nei momenti di “punta”, circa
1 kW. L’energia elettrica che impieghiamo in un anno è pari a circa
350.000 GWh che equivalgono ad una potenza media di 40 GW, come se ogni
italiano mediamente assorbisse 670 W e 6.000 kWh. In realtà una famiglia
di 4 persone mediamente, a livello domestico, consuma circa 4.000 kWh;
tutta l’energia eccedente va all’industria, ai trasporti, al terziario,
all’agricoltura, ecc.

Se grandi utilizzatori,
enti locali, comunità, singoli cittadini, ecc. pensassero all’approvvigionamento
dell’energia elettrica in termini integrati e rispettosi dell’ambiente,
come in alcune parti della Germania, non sarebbe impossibile pervenire
in breve tempo a:

  • pieno impiego delle
    risorse energetiche rinnovabili disponibili;
  • pieno sfruttamento,
    con rendimento complessivo SEMPRE superiore al 70%, dei combustibili
    fossili ancora impiegati. Oggi siamo ottimisticamente attorno al 50%;
    passare al 70% a quante centrali nucleari da 1 GW equivale?

Quali sono
le nostre emergenze?

  1. la punta di 60 GW
    ci mette in crisi da parecchi anni a questa parte;
  2. non c’è un “piano
    energetico funzionale”, come dice correttamente il ministro.

È il caso
di inseguire le logiche del XX° secolo oppure è meglio guardare in
avanti?

Perché gli
altri Paesi, Germania in testa, non sono così lanciati verso la fissione
nucleare?

Prevale la
logica della civiltà o quella degli affari in queste scelte?

La nostra situazione:

  • buttiamo al macero,
    scimmiottando un clamoroso errore dei tedeschi, parecchie centinaia
    di milioni di euro pubblici con il “conto energia” per finanziare
    la realizzazione di vergognosi impianti fotovoltaici al silicio obsoleti
    e costosissimi; è come se acquistassimo con denaro pubblico un PC con
    processore 286 a 5.000 €; il mercato già offre nuove tecnologie fotovoltaiche
    senza silicio a costo enormemente inferiore (3) (il problema non è
    la reperibilità del silicio, ma la sua “purificazione”, assai dispendiosa
    energeticamente); perché non destinare pochi milioni di euro alla italianissima
    ed autorevolissima ricerca sulla fusione fredda? (4);
  • usiamo disinvoltamente
    stufette elettriche, condizionatori e pompe di calore con scambiatore
    ad aria; significa che, oltre allo scempio estetico delle facciate dei
    palazzi e delle abitazioni, sprechiamo tantissima energia e potenza;
    ad esempio quando il caldo è molto intenso i condizionatori con scambiatore
    ad aria hanno COP (5) molto bassi; viceversa se impiegassimo condizionatori
    e pompe di calore con scambiatore ad acqua il COP si manterrebbe sempre
    assai più elevato;
  • è difficilissimo
    trovare lavatrici domestiche con ingresso sia di acqua calda sia di
    acqua fredda; se non fossero commercializzabili, quelle con un solo
    ingresso, si potrebbe risparmiare tantissima elettricità;
  • per fare il condizionamento
    dell’aria impieghiamo quasi sempre compressori elettrici; perchè
    non preferire sistematicamente i gruppi ad assorbimento funzionanti
    ad acqua calda, magari solare, anziché ad elettricità? Quante centrali
    nucleari da 1GW potremmo evitare?

L’elenco
potrebbe crescere a piacimento, per chi vuole vedere.

Conclusione.

La scelta nuclearista
del ministro è sbagliata nella sostanza e nei tempi di risoluzione
del problema, anche se appoggiata al programma elettorale del PDL. Egli
ha la possibilità di:

  • interrompere subito
    tantissimi errori e vuoti legislativi del passato;
  • realizzare un PEN
    razionale capace di risolvere in 3-5 anni tutti i nostri problemi energetici
    senza danneggiare l’ambiente e la salute dei nostri nipoti.

Sono note le
iniziative di Casini, Fini, Brunetta ed altri per riproporre la fissione
nucleare. Spero che la dirigenza del PDL sappia interpretare la fiducia
che il Paese gli ha accordato.

Da 30 anni
siamo privi di dirigenza politica (6); il Paese ha scelto Berlusconi,
Tremonti e Bossi. Sarebbe gravissimo se si trovasse con la politica
nuclearista di Casini (7) e della lobby sovietica dei boiardi, buoni
per tutte le stagioni.

  1. http://www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/200805091223-eco-rt11041-art.html
  2. http://www.effedieffe.com/rx.php?id=2517
  3. http://www.kensan.it/articoli/Energia_Solare_Fotovoltaica_Nanosolar.php
  4. http://www.progettomeg.it/ffreddadelgiudice.htm
    http://www.lenr-canr.org/acrobat/DeNinnoAexperiment.pdf
  5. http://www.freshtec.it/apropositodi/circuito.asp
  6. http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo412774.shtml
  7. http://www.archivionucleare.com/index.php/2007/09/13/casini-riprendere-nucleare

Lino Rossi
12.05.2008

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