La “fine emergenza” è un pesce d’Aprile

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Di Max Del Papa, culturaidentita.it

Oggi, primo aprile, entra in vigore non un pesce ma una buffonata dal nome altisonante e truffaldino di “fine dell’emergenza”Quale fine? Tutti ossessionati dalle fake news, ma la più colossale di tutte sta qui, sotto i nostri occhi, sulla nostra pelle e quasi nessuno la vuol vedere, i cosiddetti debunker, che sarebbero i cani da riporto dei giornalisti di potere, la rilanciano anzi con cialtronesco entusiasmo. Quale fine?

Il CTS si è sciolto, non nell’acido purtroppo, e con tanto di festicciola da fine anno scolastico – e si sa che queste festicciole si concludono con l’impegno di ritrovarsi a settembre; ma i suoi indegni componenti, responsabili del biennio più sciagurato nella storia patria, vengono fisiologicamente travasati in altri enti inutili da dove potranno continuare a fare danni.

Quanto alla struttura militaresca del generale Figliuolo, quello con un ettaro di patacche sulla divisa, viene semplicemente aggiornata in una struttura gemella, per di più sotto il diretto controllo del ministero della Difesa. Un apparato militare “per il completamento della campagna vaccinale e per l’adozione di altre misure di contrasto alla pandemia”, affidato a un altro generale, Tommaso Petroni, operativo “almeno sino a fine anno”. Con il che la fine dello stato emergenziale si smentisce in re ipsa e se mai degenera in stato eccezionale: tre anni di sospensione costituzionale. Ma basta cambiare nome e qualche faccia, nel solito spirito gattopardesco.

Dicono gli zelanti, i volonterosi carnefici dello stato concentrazionario: ma sparisce il sistema dei colori per le Regioni. Me cojoni. Ma il green pass, la somma vergogna, unico prodotto made in Italy rimasto, sia pure di assemblaggio cinese, quello resta e come se resta. Non è più obbligatorio per entrare negli uffici pubblici, nelle banche, alle poste o dal tabacchino? Ma dai, è solo una catena apparentemente un po’ più lunga. Perché il lasciapassare “base” rimane nei nostri smartphone per entrare al ristorante o farsi un caffè (purché italiani, gli stranieri no, loro non contagiano, secondo questo governo che farebbe impazzire i fratelli Marx).

Congelato il QR pure sui mezzi di trasporto pubblico, dove però si continuerà a rantolare dietro una mascherina “almeno” fino a fine mese; per tutto aprile resta ugualmente in vigore il green pass semplice per molteplici attività ed ambiti, dalle mense ai colloqui in carcere, dai concorsi pubblici ai viaggi a lunga percorrenza, mentre la versione “rafforzata”, ma tu senti che minchiate ci tocca sopportare da un anno a questa parte, rimane per accedere a centri benessere, sale gioco, discoteche, congressi ed eventi sportivi al chiuso.

Eh, ma torna la capienza completa per stadi e impianti sportivi: bella forza, ormai le competizioni stanno finendo, e difatti anche per queste o sfoderi il lasciapassare basic o ti attacchi.

Il solito casino per millantare un ritorno alla libertà che non esiste, se non nella versione compressa che tanto piace al gramsciano Speranza. Se c’è una cosa che la globalizzazione finanziaria ha portato, è la convinzione che la politica non serve più, è obsoleta, è superata: tutto il potere ai tecnici, anzi supertecnici, e i tecnici confermano la loro testa di slide complicando ulteriormente quanto è già inestricabile, raddoppiando la burocrazia, quella cartacea non sparisce, come promesso, ma si infoltisce e si lega a quella digitale: tutta una foresta di sigle, di adempimenti, lo Spid, la Pec, ore e ore per completare una procedura informatica al termine della quale trovi un avviso che dice: e adesso stampa tutto. Maledetti.

E, a proposito di quarantena, sentite che roba: chi ha contattato qualcuno positivo al Covid, più precisamente alla Omicron 1, 2, 69, anche se non sierati non dovranno più osservarla, però resteranno in autoisolamento, che Dio solo sa cosa sia, solo quanti a loro volta infettati, però per tutti gli altri vale il regime dell’autosorveglianza, cioè si guardano, si esplorano, per giorni 10, e possono uscire e perfino, che culo, andare a lavorare, però mascherinati, però non una pezza semplice, ci vuole la Ffp2, che funziona come l’altra, cioè niente, ma ce ne son troppe da smaltire. Però a scuola finiranno in Dad solo i positivi, però se in una classe ci sono più di 4 contagiati si fa lezione in presenza però con l’obbligo generale tutti di indossare la mascherina, però non quella chirurgica, come prima, ma sempre la Ffp2, però per “soli” 10 giorni, però gli insegnanti non vaccinati potranno andare a scuola, però senza insegnare, senza fare niente. Però Il 15 giugno “dovrebbe cessare” l’obbligo vaccinale per il personale scolastico, militari, forze dell’ordine e soccorso pubblico e dipendenti dell’amministrazione penitenziaria, però il 30 giugno invece “dovrebbe scattare” il ritorno in presenza negli uffici di aziende private, però fino a quella data ci sarà possibilità di ricorrere al cosiddetto ‘lavoro agile’ nel settore privato senza l’accordo individuale tra datore e lavoratore, cioè uno si presenta, fa ginnastica e il datore muto. Però merda.

Dica il lettore se questo è non si dica un Paese normale, ma neanche anormale, neanche manicomiale. Ma allegri, oggi grazie al superMario che ormai quando passa inveisce tutta la città, per esempio Napoli dove lo hanno accolto al grido “vaccinami sto c….”, oggi primo aprile, giorno dei burloni e dei carognoni, che nel Regno Unito chiamano “April’s Fool”, ma forse lo ribattezzeranno “April’s Italian”, finisce lo stato di emergenza proclamato dal Giuseppi Conte il 31 gennaio 2020, in pieno marasma governativo.

Ma nessuno si illuda, “la pandemia non è finita” dicono gli Speranza, Ricciardi, Locatelli e il resto del circo vaccinale, e intendono: la pandemia non finisce mai e al primo starnuto tiriamo fuori ancora tutto “con più fame che pria”. Non è una minaccia, è una promessa. È l’eterno ritorno della nuova normalità malata dopo l’apparente normalità sana dell’estate. E già c’è chi invoca nuovi lockdown sanito-bellico-ambiental-energetici. “Addio al green pass”, urlacchiano senza decenza i titoloni della propaganda mainstream.

Non è un Pesce d’Aprile, è una presa per il QR.

Di Max Del Papa, culturaidentita.it

link fonte originale: https://culturaidentita.it/la-fine-emergenza-e-un-pesce-daprile/

Titolo originale: La fine emergenza è un pesce d’Aprile

01.04.2022

Pubblicato da Jacopo Brogi per ComeDonChisciotte.org

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