Tommesh, Moravagine, Rugge
Cari lettori,
è tempo di cambiamenti epocali, e abbiamo deciso anche noi di fare un piccolo grande reset.
Rinnovamento del sito
Abbiamo appena migrato il sito su un nuovo server e stiamo lavorando in questo momento per mettere a posto alcuni piccoli errori.
Abbiamo dovuto anticipare i tempi di migrazione perché il vecchio sito web iniziava ad avere molti problemi tecnici. Il lancio era previsto per inizio anno nuovo, ma (purtroppo) non possiamo attendere oltre.
I test di funzionamento del nuovo sito sono stati effettuati solo da noi, è probabile che ci saranno alcune funzionalità da sistemare. Vi chiediamo gentilmente di segnalarci eventuali errori che potreste incontrare navigando il sito, riusciremo a risolvere tutti i problemi in pochi giorni.
Il nuovo server web è robusto, ma potrebbe avere problemi in caso di traffico elevato (abbiamo fatto un po’ di stress-test, ma onestamente dobbiamo attendere la “prova su strada”). Anche in questo caso, direi che possiamo stare tranquilli perché siamo in grado di aggiornare la potenza della macchina in poche ore.
Il tema grafico, come potete vedere dalla testata, è in fase di rinnovamento. Apprezzeremo i vostri eventuali suggerimenti.
Un nuovo inizio
Abbiamo deciso, a modo nostro, di “sciacquare i panni in Arno”, abbandonando e ripudiando gli anglicismi.
La lingua italiana soffre, di riflesso, degli stessi complessi di inferiorità e sudditanza che caratterizzano l’Italia. I colonizzatori che da quasi ottant’anni occupano e controllano il suolo italico ci hanno imposto, assieme alla loro “way of life”, anche la loro lingua, orrendamente rimasticata in un “globish” standardizzato ad uso e consumo delle masse postumanizzate. Negli ultimi dieci anni i banditi che si sono succeduti al governo hanno adoperato dei vacui anglicismi per propinare alla nazione gli ordini di Washington, di Berlino, di Bruxelles, di Parigi e di chissà dove: dal “Jobs Act” al “lockdown” pare passata una vita (è la nostra, infatti); dal “lockdown” al “Green Pass” il passo è stato brevissimo.
Sentiamo dunque l’esigenza, nellla fase più tragica della nostra storia, quella in cui è messa a repentaglio l’esistenza stessa del popolo italiano (con la decisiva complicità di una sua larga parte), di rinnovare, attraverso questo atto simbolico, il rispetto per la nostra storia e la nostra cultura, per le quali s’è già capito che non c’è posto nel mondo globalizzato. Cercheremo di limitare l’uso degli anglicismi allo stretto necessario e gli preferiremo, qualora dovessero porsi esigenze “foniche”, dei latinismi, o magari degli ispanismi, oppure, perché no, dei francesismi.
“Arm yourself with information”, a questo punto, non può che andare a godersi una meritata pensione; per decidere cosa mettere al suo posto, quale frase, motto o sottotitolo, lasciamo la parola a voi lettori. Per le prossime due settimane accoglieremo le vostre proposte in calce a questo articolo oppure, in forma più riservata, all’indirizzo di posta elettronica [email protected]. Chiaramente, potranno essere solo in italiano (in latino, al limite) e dovranno essere di lunghezza ragionevole. Have a nice weekend!