DI PAUL KRUGMAN
krugman.blogs.nytimes.com
Sul Times di ieri, Steven Rattner ha ammesso a malincuore che in Europa una politica monetaria espansiva darebbe buoni frutti, ma si lamenta della mancanza di regole, e ci fornisce un grafico.
Quindi la Francia, come l’Italia anche se non proprio nella stessa misura, ha un problema di crescita insostenibile del costo del lavoro. Giusto?
No, no, no.
Dal modo con cui Rattner argomenta, potreste pensare pensare che la caduta del costo del lavoro sia sempre una cosa positiva. Ma non è vero. In generale, nelle economie moderne è auspicabile una piccola quantità di inflazione, per facilitare gli aggiustamenti e per evitare il limite inferiore dello zero; l’obiettivo della Fed è del 2 per cento, quello della BCE è ” vicino ma meglio sotto” al 2, e ci sono motivi validi per cui questi obiettivi debbano essere più alti. E se i prezzi assoluti crescono del 2 o del 3 per cento l’anno, il costo del lavoro dovrebbe aumentare all’incirca dello stesso tasso. Certamente non vogliamo che la norma sia la diminuzione del il costo del lavoro.
E allora come si muovono le principali economie europee per favorire questo? In questo modo:
Quindi, ha l’area dell’euro nel suo complesso ha avuto una crescita eccessiva del costo del lavoro? No, l’inflazione semmai è stato troppo bassa. La Francia ha avuto una crescita eccessiva del costo del lavoro? No, è cresciuta solo alla media della zona euro.
È vero che i costi italiani sono aumentati troppo, soprattutto a causa della pessima performance della produttività. Ma l’altro paese che è fuori dai ranghi non è la Francia, ma la Germania, i cui costi sono aumentati troppo poco.
Il costo del lavoro in Francia non è un problema; lo è quello della Germania. Ed è deprimente, in almeno due sensi, che tante persone non riescano a capirlo.
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PAUL KRUGMAN
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Link: French Wages Are Not The Problem
24.03.2013
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da SUPERVICE