CONFESSIONI DI UN GIOVANE DRONE ARRABBIATO

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Asia Times

PARIGI – Sono tempi tumultuosi nella Terra dei Droni. Alcuni perplessi droni statunitensi stanno avendo dei veri ripensamenti sulla loro missione divina – come espresso in dettaglio dall’autore e blogger David Swanson. Hanno persino fondato il loro gruppo di sensibilizzazione – DAWN (Drones Against War Now).

Altri, nel mentre, hanno mantenuto un atteggiamento null’altro che sprezzante. Questo Predator cacciatore/uccisore, equipaggiato con missili Hellfire e bombe a guida satellitare, in una visita di partnership strategica a Parigi, è scappato fino al lussuoso studio del rinomato maestro lacaniano dottor Bernard-Henri Puant in Saint Germain, non lontano dal Cafe de Flore, che deve la sua fama a Sartre e Simone de Beauvoir, i quali proprio lì si cimentarono in un’improvvisata sessione psicoanalitica.

Il Predator era a Parigi per manifestare il suo supporto a Marine Le Pen, leader del partito di estrema destra Fronte Nazionale, prima del ballottaggio di Domenica per l’elezione del Presidente Francese. Stava cercando di impressionare Madame Le Pen con la sua competenza, dimostrandosi un fidato alleato capace di prendere di mira (letteralmente) l’Islamizzazione della società francese.

Ora il dottor Puant potrebbe rivendicare un primato mondiale: è riuscito a mettere un drone sul divano. Nessuno sarebbe a conoscenza dei contenuti della loro arguta conversazione se la CIA – che aveva il dottor Puant sotto sorveglianza – non fosse intervenuta. Poi, il documento è convenientemente trapelato a Medialand: parte della combattuta campagna di Nicolas Sarkozy per screditare il politicizzato drone. Peccato che questa strategia potrebbe ancora ritorcersi contro di lui…

Quella che segue è una veloce trascrizione.

Dottor Puant: Si rilassi e parli pure seguendo la corrente dei pensieri. Cosa la preoccupa?

Paziente Drone: Dottore, ci sto dando dentro, e di brutto. Sono un’efficiente, malvagia macchina omicida, il Supremo Predator, capace di scatenare la Volontà del Signore dall’alto dei cieli. Ho 10 milioni di “mi piace” sulla mia pagina Facebook – in costante crescita. Può controllare il mio infrarossi, il radar, l’unità termica… Non c’è luogo dove nascondersi, baby! Insorti nemici, tremate, perchè sto venendo per voi! Ovunque. Anche nei buoni vecchi Stati Uniti d’America.

Abbiamo già 63 siti segreti – beh, non così segreti – in costante crescita. Siamo già in un aereo da guerra americano su tre, ed entro il 2020 formeremo un esercito di 30.000 unità! Costituiamo un’industria da 30 miliardi di dollari all’anno – in costante crescita! Non meno di 56 agenzie governative – in costante crescita – dipendono da noi.

Il lobbying va alla grande, abbiamo i nostri 507 membri dell’Associazione Internazionale per i Vecoli Senza Pilota che stanno sollevando un inferno. Il Congresso ha organizzato una plenaria solo per noi e ci ha aperto tutto lo spazio aereo degli Stati Uniti!

E i miei fratelli di acciaio… Wow! Non solo le modelle della Catwalk Pros, ma anche la linea del dottor Shadowhawk adesso veste con lancia-granate o fucile a pompa, per non parlare dei gas lacrimogeni e dei proiettili di gomma. Presto saremo nucleari! Quindi, voi la fuori, farete meglio a comportarvi come si deve, e tenere gli occhi sul cielo!

Dottor Puant: Ma ci dev’essere un problema, altrimenti Lei non sarebbe qui.

Paziente Drone: Ha ragione, Dottore. Ha a che fare con tutti quei miscredenti secondo cui siamo, tipo, dei killer illegali. Figurarsi… Siamo lavoratori modello! Non ci lamentiamo mai. Non dormiamo mai. Non partecipiamo a proteste rosse. Quella gente non sembra aver ascoltato il mio mentore, John Brennan [consigliere per il contro-terrorismo della Casa Bianca].

Diceva che la guerra è un inferno e che, cito, “A volte devi prendere delle vite per salvare delle vite”.

Va là, Dottore, siamo cittadini buoni, puliti, rispettosi della legge, al servizio di uno scopo più elevato. Se queste persone potessero solo trovare un po’ di tempo da passare con noi, potremmo tutti condividere un po’ di fiducia e comprensione. Ma niente birre, no… Non bevo.

Per non parlare poi dei nostri maneggiatori! E’ una vita dura in quei trailer climatizzati… Amano tutti un po’ di tempo di qualità con la loro famiglia e una buona notte di sonno. Perchè poi verrà un’altra dura giornata davanti ai monitor, la console, il joystick. Così numerosi i terroristi, così poco il tempo…

Dottor Puant: Questo significa che Lei è molto orgoglioso di quello che sta facendo.

Paziente Drone: Certo che sono orgoglioso! Sono orgoglioso che siamo in Afghanistan, Pakistan, Libia, Iraq, Somalia, Yemen. Abbiamo tutte quelle belle basi segrete in Africa e nella Penisola Arabica, e persino le Seychelle per i nostri fratelli MQ-9 Reaper. Dobbiamo combattere tutti quei malvagi rami di al-Qaeda in Somalia e Yemen!

E se anche stessimo prendendo di mira paesi dove tecnicamente gli Stati Uniti non sono in guerra? La Casa Bianca dice che dobbiamo fare lo Yemen – noi facciamo lo Yemen! Il maestro Petraeus [David Petraeus, direttore generale della CIA] ha combattuto duramente per rilassare le regole di ingaggio. Ha ragione lui. Non rispondiamo a nessuno e non chiediamo mai scusa.

Dottor Puant: Eppure deve ammettere che c’è un problema con questi – per usare le sue parole – “attacchi mirati”. Ossia quelli che vengono chiamati “danni collaterali”. Le scuole in Pakistan colpite dai missili Hellfire. O il figlio 16enne dell’agente di al-Qaeda Anwar al-Awlaki: era un cittadino statunitense.

Paziente Drone: Vuole sapere dei nostri “danni collaterali”, Dottore? Beh, anche noi abbiamo un cuore! Mi addolora pensare che uno dei nostri fratelli si è schiantato in Iran e quei malvagi mullah hanno eviscerato il suo corpo, anzichè seppellirlo nel mare, come abbiamo fatto noi con Osama bin Laden, e poi l’hanno mostrato ai Sovietici ed ai Cini. Si sono fatti in quattro con la retro-ingegneria. Ci hanno clonato.

Ah, dottore! E poi dicono di essere religiosi…

Le dirò, il presidente è un avvocato costituzionale. Conosce tutte quelle cazzate. La nostra Strategia di Sicurezza Nazionale del 2010 dice che ci “riserviamo il diritto di agire unilateralmente per difendere la nostra nazione e i nostri interessi”. Così la Casa Bianca ha tutto il diritto di andare oltre gli omicidi “mirati”, giù fino ai “signature strike”.

I miei maestri al Pentagono e alla CIA hanno ogni diritto di chiamarmi in servizio basandosi su, cito, “Pattern di comportamento che vengono identificati mediante intercettazione di segnali, risorse umane e sorveglianza aerea indicanti la presenza di un importante agente o di un piano contro gli interessi statunitensi”.

[Ndt: In sostanza, i “signature strike” sono attacchi in cui i bersagli vengono identificati solo in base a determinati “comportamenti”, come il fatto di trasportare armi. Fonte: Wall Street Journal].

Dottor Puant: Tres bien. Ora, mi parli dei suoi sogni.

Paziente Drone: Sa cosa Le dico, dottore…. Come sono le donne in questa città? Gnocche o cosa? Niente burqa! Niente chador! Gambe! Gambe a iosa! Al diavolo quell’inferno di Af-Pak, al diavolo quella Primavera Araba, datemi piuttosto la primavera di Parigi, sceglierei sempre quella!

Per rispondere alla Sua domanda, non sogno pecore elettriche, Dottore… Quello è così terribilmente anni ’60. Ma sclero per gli stati canaglia o quelli amici-nemici con le loro stupide risoluzioni parlamentari che se la prendono come me e i miei fratelli. E perchè mai? Solo perchè voliamo in stormi e ronziamo come api, aspettando prima di colpirli con tutto quello che abbiamo? Dio, non posso attendere il futuro dei signature strike. Il tutto sarebbe molto più semplice se questi tipi non vestissero tutti con gli stessi odiosi pantaloni, i turbanti e cazzi vari. Ma perchè non si vestono come noi?

Dottor Puant: Qualche nemico particolare che Le viene in mente?

Paziente Drone: Quel sinistro leader talebano con un occhio solo, il Mullah Omar. Avremmo dovuto colpirlo con un signature strike molto tempo fa. Tutti sanno che vive a Quetta [in Pakistan]. Adesso sappiamo anche che è stato in combutta da sempre con i terroristi di al-Qaeda – con Bin Laden e al-Zawahiri, propio sotto i nostri radar.

Dottor Puant: Percepisco un sentimento di rimpianto?

Paziente Drone: Oh sì, dottore, rimpianti ne ho avuti un po’. Il cessate il fuoco in AfPak? Non funzionerà mai. A meno che uccidiamo uno ad uno tutti quei Talebani. Grazie a Dio il Presidente ha firmato l’accordo di partnership strategica con gli Afghani. Manterremo almeno 20.000 soldati laggiù, e ovviamente io e i miei fratelli andremo di signature strike per ogni monello.

Ma quello che rimpiango veramente, Dottore, è che il Presidente non si è fidato di me per fare quel lavoro OBL [Osama Bin Laden]. Dicono che voleva essere sicuro che avremmo preso effettivamente il vero OBL, e non un doppione. Ma poi si ritrovano faccia a faccia con il più grande HVT [high-value target, obbiettivo di alto valore] di sempre. E’ da solo, non è armato, non resiste. E gli sparano in testa. Due volte. Perchè non io? Avrei messo in scena un lavoro molto più cinematico. E avremmo tutti il video per provarlo.

Dottor Puant: Allora si sta sentendo rifiutato. Sono questi i suoi sentimenti?

Paziente Drone: No, Dottore, no, perchè c’è ancora la frontiera finale. L’Africa, dottore! Non vedo l’ora di inserirmi in una più stretta partnership con l’AFRICOM. Tutta quella terra vergine – colma dei più preziosi minerali esistenti, dobbiamo prendercela prima che lo facciano i Cinesi. La battaglia per l’Africa è solo agli inizi, Dottore.

Certo, sembrano tutti uguali, come quei muli in Pakistan e Yemen, ma – che diamine! – in ogni caso facciamo solo attacchi di precisione. E poi, lo spazio siderale! Colpiremo gli insorti nello spazio siderale, ovunque essi siano. Achtung baby – stiamo arrivando!

Dottor Puant: Il suo tempo è finito. Sono 1.200 euro, svalutati!, s’il vous plait.

Paziente Drone: [Volando fuori dalla finestra] Dottore, Dottore, mi dica la verità! Perchè ho un grave caso di… prenderLa di mira!

Pepe Escobar
Link: http://www.atimes.com/atimes/South_Asia/NE03Df04.html
03.05.2012

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CARLO MARTINI

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