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La Redazione

 

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A chi importa cosa pensa il governo?

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A cura di CptHook
Il 23 Ottobre 2024
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Andrew P. Napolitano – antiwar.com – 17 ottobre 2024

 

Nel 1791, quando stava redigendo i primi 10 emendamenti alla Costituzione – che sarebbero diventati noti come Carta dei diritti (Bill of Rights) – il congressista (deputato) James Madison insistette affinché l’emendamento più importante tra questi impedisse al governo di interferire con la libertà di parola. Dopo che varie versioni del Primo Emendamento erano state redatte e discusse, il comitato da lui presieduto decise di adottare il linguaggio emblematico: “Il Congresso non potrà fare alcuna legge… che vieti la libertà di parola”.

Madison insistette nel riferirsi alla libertà di parola come “la” libertà di parola, non per ragioni linguistiche o stilistiche, ma per riflettere la sua esistenza pre-politica. In altre parole, secondo Madison – che ha redatto la Costituzione e la Carta dei diritti – poiché la libertà di parola è preesistente al governo, non ha origine nel governo. L’uso dell’articolo “la” riflette la comprensione di Madison e dei Costituenti (Framers) di questa preesistenza.

Il Primo Emendamento riflette anche la convinzione collettiva dei Costituenti che la libertà di parola sia un diritto naturale. Ha origine nella nostra natura umana. Tutti noi desideriamo parlare senza costrizioni e capiamo che possiamo usare la nostra parola per esprimere qualsiasi idea senza paura o esitazione. Questi desideri e comprensioni sono universali, quindi naturali.

I Costituenti scrissero il Primo Emendamento per codificare i diritti negativi. In altre parole, il Primo Emendamento riconosce l’esistenza della libertà di parola per ogni persona e nega la capacità e il potere del Congresso – e, dopo la ratifica del 14° Emendamento, di tutti i governi – di violarla. Il Primo Emendamento non ordina al Congresso di concedere la libertà di parola (non è compito del Congresso concederla); piuttosto, ordina al Congresso di non interferire con essa.

La Carta dei Diritti garantisce diritti negativi. La loro essenza non è la concessione della libertà. La loro essenza è la limitazione del governo a interferire con la libertà preesistente.

Offro questa breve comprensione della libertà di parola nel nostro governo costituzionale come introduzione a una discussione sui pericoli dell’esercizio della libertà di parola da parte del governo. Sappiamo che tutte le persone hanno la libertà di parola. Ma che dire del governo?

Il governo ha la libertà di parola?

Non è una domanda accademica. La risposta breve è: in base alla teoria della Dichiarazione d’Indipendenza – secondo cui i nostri diritti ci vengono dal Creatore e sono inalienabili – e coerentemente con l’interpretazione di Madison della Carta dei Diritti, il governo non ha libertà di parola. Il governo può esercitare solo i poteri che gli abbiamo conferito. In nessuna parte della Costituzione gli Stati hanno dato tali poteri ai federali, e in nessuna parte il popolo ha dato tali poteri agli Stati. Non eleggiamo il governo per identificare le idee che ama o odia. Lo eleggiamo per proteggere l’espressione di tutte le idee.

In altre parole, a chi interessa cosa pensa il governo?

La settimana scorsa, la Commissione Costiera della California – un tempo nota per aver sottratto terreni senza un giusto indennizzo – ci ha ricordato che in California bisogna preoccuparsi. La CCC ha negato la richiesta di SpaceX di autorizzazione al lancio perché i membri della Commissione non erano d’accordo con la politica del principale azionista di SpaceX, Elon Musk. Un membro della Commissione ha persino dichiarato di aver votato contro la richiesta di lancio perché lo stesso Musk aveva twittato “falsità politiche” sulla FEMA e sulle questioni climatiche.

Questo è un sofisma. Secondo il Primo Emendamento, non esistono idee politiche false.

Certamente, le persone che lavorano nel governo hanno il diritto alla libertà di parola e sono libere di esercitarlo. Tuttavia, non possono requisire il governo e usarlo come strumento per premiare o punire la parola. Perché no? Perché quando il governo parla, soffoca il diritto di parola degli altri che non sono d’accordo con lui, e tale soffocamento costituisce proprio la violazione che il Primo Emendamento è stato scritto per proibire.

Il soffocamento si verifica quando il governo rende più facile per alcuni parlare liberamente o più difficile per altri farlo. Il governo lo fa quando esprime favoritismi o odio nel mercato delle idee.

Qualsiasi cosa si pensi di Musk, il governo non ha il diritto di esercitare le leve del potere contro di lui sulla base del suo discorso politico. Il governo può condannare McDonald’s come una minaccia per la salute per la vendita di cibi grassi? Può condannare i gruppi pro-vita come terroristi interni per aver tentato pubblicamente di dissuadere le giovani donne dall’abortire? Può condannare i giovani socialisti come “nemici interni” per aver chiesto la confisca e la ridistribuzione della proprietà? Può condannare la stampa libera come nemico pubblico quando la stampa la critica? La risposta a tutte queste ipotesi (l’ultima oggi non è più così ipotetica) è: no. No.

Il Primo Emendamento è stato scritto per tenere il governo fuori dal mercato delle idee. L’intero scopo del Primo Emendamento è quello di incoraggiare e fomentare un discorso aperto, ampio, robusto, sfrenato – persino caustico e odioso – sul governo; un discorso senza timori o favori da parte del governo; un discorso senza interferenze governative; un discorso senza sfide o ricompense da parte del governo.

Nello Stato più liberale d’America, dove un tempo la libertà di parola era sacrosanta, ora è soggetta alla disapprovazione ufficiale del governo. Questo fino a quando i tribunali non faranno il loro lavoro di protezione della libertà di parola di una minoranza impopolare, in modo che gli individui possano decidere da soli cosa ascoltare e credere, senza interferenze governative.

In America, grazie al Primo Emendamento, nessuno dovrebbe esitare a esprimere pubblicamente un’opinione per paura di incorrere nell’ira del governo. E nessun governo può costituzionalmente punire o isolare una persona o un gruppo a causa dell’esercizio della libertà di parola. I funzionari governativi non fedeli a questi primi principi hanno violato il loro giuramento di sostenere la Costituzione. Perché affidiamo i principi costituzionali nelle mani di chi li rifiuta? Se non controllato, dove ci porterà tutto questo?

 

J_NapolitanoAndrew P. Napolitano, ex giudice della Corte Superiore del New Jersey, è analista giudiziario senior di Fox News Channel. Il giudice Napolitano ha scritto sette libri sulla Costituzione degli Stati Uniti. Il più recente è Suicide Pact: The Radical Expansion of Presidential Powers and the Lethal Threat to American Liberty.

 

 

Link: https://original.antiwar.com/andrew-p-napolitano/2024/10/16/who-cares-what-the-government-thinks/

Scelto e tradotto (IMC) da CptHook per ComeDonChisciotte

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