La Turchia sta bloccando l’ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO

Sullo sfondo delle pressioni dell’Alleanza del Nord Atlantico, i politici turchi mettono in dubbio l’appartenenza del paese ad essa

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La posizione anti-turca della Svezia

Il 23 gennaio, il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che la Svezia non avrebbe ricevuto il sostegno di Ankara per l’adesione alla NATO se non avesse imparato a rispettare la Turchia e i musulmani. A sua volta, il Ministro della Difesa turco Hulusi Akar ha sottolineato che Svezia e Finlandia respingono le proposte di Ankara sulla lotta al terrorismo.

Il netto rifiuto delle autorità e della società turche è stato causato dal rogo del libro sacro dei musulmani – il Corano – davanti all’ambasciata turca a Istanbul il 21 gennaio. Dieci giorni prima, il terrorista Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) ha tenuto una manifestazione a Stoccolma, dove i partecipanti hanno inscenato l’impiccagione di una bambola che sembrava il presidente turco. Svezia e Finlandia si rifiutano di fare concessioni alla Turchia nell’estradizione dei terroristi del PKK e dei membri dell’organizzazione di Fethullah Gülen. Ankara accusa quest’ultimo di aver organizzato il fallito golpe filoamericano del 2016. A loro volta, i gulenisti sono strettamente legati alla CIA, e il PKK è un alleato degli Stati Uniti in Siria, dove opera sotto le spoglie delle “Forze democratiche siriane”.

Quindi, per entrare nella NATO, cioè per entrare nel blocco militare atlantista, Finlandia e Svezia devono estradare gli alleati dell’atlantismo. Ovviamente, concessioni in questa direzione sono improbabili. Inoltre, esiste una diaspora curda abbastanza ampia in Svezia, dove i radicali occupano posizioni significative.

Tandem svedese-finlandese

Il 5 luglio 2022 Svezia e Finlandia sono state ufficialmente invitate ad aderire alla NATO. Ciò è stato preceduto dal voto nei parlamenti di entrambi i paesi precedentemente neutrali. La leadership politica dei due stati scandinavi in precedenza considerava solo l’idea di aderire contemporaneamente alla NATO.

Il 24 gennaio, il ministro degli Esteri finlandese Pekka Haavisto ha affermato che il suo paese potrebbe prendere in considerazione altre opzioni se l’ingresso della Svezia nella NATO si trascinasse. Tuttavia, dopo la reazione del Ministero degli Esteri svedese, si è affrettato a chiarire che avrebbe cercato di aderire contemporaneamente all’Alleanza del Nord Atlantico con i suoi vicini scandinavi.

La reazione della Finlandia al raffreddamento delle relazioni svedese-turche è stata la proposta di ” mettere in pausa” i negoziati trilaterali sull’adesione alla NATO.

In sostanza, le pretese della Turchia nei confronti di Svezia e Finlandia sono le stesse. Helsinki è solo meno provocatoria nella sfera pubblica. Inoltre, questi paesi e la Turchia considerano la questione del loro ingresso come un unico processo. Ciò significa che nell’attuale situazione politica e geopolitica, la ratifica dell’ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO sarà rinviata almeno all’estate del 2023. Ora l’opinione pubblica turca è contraria e, alla vigilia delle elezioni presidenziali e parlamentari che si terranno il 14 maggio, la leadership del Paese non farà un passo così impopolare. Questo è compreso sia a Stoccolma che a Helsinki.

Turchia senza NATO?

Le buffonate anti-turche in Svezia hanno provocato ancora una volta una discussione in Turchia: il paese dovrebbe rimanere nella NATO? Una parte significativa della popolazione e degli ambienti politici del paese non considera l’adesione alla NATO come un vantaggio geopolitico. Inoltre, l’Alleanza nordatlantica filoamericana limita oggettivamente la sovranità in Turchia.

Il 24 gennaio, il principale partner parlamentare di Erdogan, il leader del Partito del movimento nazionalista, Devlet Bahceli, ha dichiarato: «Se c’è chi vuole aprire alla discussione la questione dell’adesione della Turchia alla NATO, lasciatelo fare, non siamo nati con la NATO e, grazie a Dio, non moriremo senza la NATO».

In precedenza, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti John Bolton aveva avuto l’idea di ritirare l’adesione della Turchia alla NATO nell’articolo “Messaggio della campagna della NATO a Erdogan” sul Wall Street Journal.

A loro volta, gli eurasiatici turchi del partito Vatan hanno lanciato una campagna nazionale per porre fine all’adesione alla NATO.

In un sondaggio condotto dall’agenzia di stampa turca Anadolu su Twitter, il 92,5% degli intervistati ha detto “no” all’approvazione della Turchia per l’offerta della Svezia alla NATO. Al sondaggio hanno partecipato 50.155 persone.

«La Turchia è uno dei principali ostacoli ai piani degli Stati Uniti e della NATO, perché questo paese ha un esercito potente, ricche risorse naturali, oltre a una posizione geografica e geopolitica vantaggiosa. Gli interessi della Turchia impediscono alla NATO e agli Stati Uniti di realizzare i propri piani nella nostra regione. A causa di ciò, sorgono problemi e crescono le tensioni», ha detto l’analista politico turco Mehmed Perincek in un commento al portale News.ru.

NATO contro Turchia

Attualmente, la leadership della Turchia comprende che l’ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO è attivamente promosso dagli Stati Uniti. Ankara sta cercando di integrarsi in questo processo. Attraverso la pressione sui paesi scandinavi, cerca di rafforzare la sua posizione all’interno della NATO, come attore da cui dipende il futuro dell’Alleanza. Inoltre, la Turchia sta cercando di risolvere la questione con gruppi anti-turchi che usano la Svezia e la Finlandia come rifugio. Tuttavia, una tale politica della Turchia è percepita negli Stati Uniti e nella NATO come troppo indipendente. Per la stessa Turchia, anche l’ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO sarà indirettamente non redditizio: l’espansione dell’Alleanza aumenta le possibilità di uno scontro diretto con la Russia, che Ankara cerca di evitare. La Turchia nel suo insieme preferisce svolgere il ruolo di negoziatore e di equilibrio tra Occidente e Oriente (rappresentati da Russia e Cina). Tuttavia, l’allargamento della NATO a scapito dei paesi neutrali porta alla divisione dello spazio europeo in due blocchi antagonisti, in cui c’è sempre meno spazio per l’equilibrio. La Turchia prima o poi dovrà scegliere: con la NATO o contro la NATO.

Gli analisti turchi notano anche altri passi ostili compiuti dalla NATO e dagli Stati Uniti: il rifiuto di fornire armi ad Ankara e l’armamento della Repubblica di Cipro; ignorando i diritti e gli interessi dei turco-ciprioti e della Repubblica turca di Cipro del Nord; fornitura di armi alla Repubblica greca di Cipro e alla Grecia; sostenere la Grecia in una disputa con la Turchia sul controllo delle isole e della zona costiera dell’Egeo; atteggiamento negativo nei confronti dei tentativi di Ankara di rinnovare i rapporti ufficiali con Damasco.

Ora gli atlantisti sperano che durante le elezioni potranno cambiare il governo in Turchia con uno più leale. La stampa occidentale avverte di un’incombente dittatura in Turchia, creando l’immagine di un impero illiberale “antidemocratico”. Se Erdogan vince, la pressione su di lui e sulla Turchia aumenterà, ma prima l’Occidente farà di tutto, compresa qualsiasi tipo di interferenza nel processo politico interno in Turchia, per spingere l’attuale leader del Paese, con il quale il corso sovrano della Turchia è associato, dal potere.

Fonte originale: https://katehon.com/ru/article/turciya-i-nato-skandinavskoe-obostrenie

Traduzione di Alessandro Napoli

Fonte: https://nritalia.org/2023/02/01/turchia-e-nato-escalation-scandinava/ 

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