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Ringrazio tutti i membri della Redazione di CDC per la stima e la comprensione di questa mia decisione.
di Fabrizio Bertolami per comedonchisciotte.org
L’ex primo ministro estone Kaja Kallas è stata appena nominata Alto Rappresentante della UE della prossima Commissione Europea.
La scelta è stata approvata dal Consiglio Europeo con il supporto del Partito Popolare Europeo, i Socialisti e Renew Europe, ma non c’è stata unanimità, poichè l’Italia, per voce del Presidente Meloni, ha fatto mancare il suo appoggio.
La ratifica dovrà avvenire anche da parte del Parlamento Europeo, ma visti i numeri delle tre famiglie politiche in seno ad esso, il risultato sembra scontato.
Le sue competenze e le sue funzioni sono ampie, ma l’Alto rappresentante non è ancora il ministro degli Esteri dell’Ue che molti auspicano. Ha poteri, ricopre il ruolo di vice presidente della Commissione, dirige un Servizio di azione esterna di quasi 5.600 funzionari e diplomatici, ma il suo bilancio resta in capo alla Commissione Europea.
La Kallas, se si esclude il suo ruolo come primo ministro Estone (una nazione con 1.5 milioni di abitanti e un PIL di 38 miliardi di $, 10 volte inferiore a quello della Lombardia) non ha sinora ricoperto ruoli di respiro internazionale, ma si è fatta notare per il suo veemente odio anti russo.
L’estone aveva già avuto la possibilità di ricoprire il ruolo di Segretario della NATO, svanita a causa delle forti polemiche scoppiate in Estonia per via del ruolo della società posseduta dal marito in una serie di accordi commerciali con la Russia senza contare che la forte vena antirussa della premier estone non era comunque ben vista negli ambienti governativi di alcuni paesi, restii a mantenere tese le relazioni con Mosca.
Nel 2024, poi, la Russia l’aveva inserita nella lista dei suoi ricercati internazionali, accusandola di distruzione di monumenti dedicati alla memoria dei soldati sovietici in Estonia.
Considerato il Mandato di Cattura emesso da Mosca, la Kallas non potrà mai recarsi in Russia, il che già è un vulnus notevole, visto che le relazioni con il vicino ex-sovietico sono il punto di frizione geopolitica più importante per l’UE in questo momento.
Il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov, ha commentato la nomina affermando che:
“[…] la signora Kallas finora non ha mostrato alcuna inclinazione diplomatica ed è ben nota nel nostro paese per le sue dichiarazioni assolutamente intransigenti e talvolta anche apertamente antirusse”, aggiungendo “Non crediamo quindi che la diplomazia europea contribuirà in alcun modo alla normalizzazione dei rapporti. Le prospettive, per quanto riguarda i rapporti tra Mosca e Bruxelles, sono pessime”.
L’Estone parte già azzoppata, poichè nel caso di futuri accordi tra Ucraina e Russia per porre fine alla guerra, non avrà voce in capitolo, lasciandola presumibilmente ai ministri degli esteri francese e tedesco (oltre a quello americano).
Se invece questo scenario di pace non si materializzasse, immaginiamo che la sua politica tesa ad un maggiore e continuo invio di armi e risorse finanziarie a Kiev e di sanzioni a Mosca sarà inscalfibile, allontanando ancora di più la possibilità di una fine duratura del conflitto.
Scegliendo lei, l’Unione sceglie di non affidarsi alla Diplomazia per affrontare il problema russo ma si prepara alla guerra, ora solo economica ma un giorno anche reale, contro il potente vicino. C’è da chiedersi cosa accadrà se Trump dovesse essere eletto Presidente e volesse decidere di porre fine alla guerra in Ucraina tramite un accordo diretto con la Russia: a quel punto l’Unione Europea resterebbe con il cerino in mano e le dita bruciate.
L’unica speranza è quindi che il Parlamento Europeo non ratifichi la sua nomina, contando sul voto negativo dei partiti pacifisti ma anche di alcuni franchi tiratori presenti nelle file dei “partiti di Governo”, chiedendo la nomina di una figura più capace di mediazione e con una ampia conoscenza internazionale.
Per quanto riguarda l’altra situazione di conflitto che interessa l’Europa, ma sulla sponda sud, è sufficiente leggere i commenti positivi sulla stampa israeliana per comprendere che la politica Estera portata avanti dalla nuova commissaria in quell’area non contribuirà alla soluzione del conflitto, sebbene la Kallas si sia pronunciata per una soluzione a due stati per la Palestina. Anche per quanto i rapporti con la Cina, la Kallas ha avuto modo più volte di ribadire che essa vede Pechino come una minaccia e non una opportunità.
Con questi presupposti, l’Europa rischia di isolarsi dal resto del mondo, perseguendo unicamente una politica strettamente euroatlantica.
L’Unione Europea, insomma, sceglie di mostrarsi al mondo con la sua faccia più dura, intransigente e meno dialogante, cavalcando i venti di guerra anzichè cercare di sopirli.
l’Europa dei burocrati ha scelto, ora sta al popolo europeo, attraverso i propri eletti, ad opporsi a questa deriva bellicista,o potrebbe dolersene in futuro,quando la situazione dovesse farsi ancora più grave.
di Fabrizio Bertolami per comedonchisciotte.org
FONTI:
https://www.theguardian.com/world/2023/aug/28/estonia-pm-under-pressure-husband-russian-alleged-business-links-kaja-kallas
https://it.wikipedia.org/wiki/Kaja_Kallas
https://news.err.ee/1608180598/prime-minister-china-appeal-welcome-address-on-concerning-issue
https://www.reuters.com/world/europe/kremlin-says-outlook-eu-russia-ties-is-bad-after-von-der-leyen-kallas-2024-06-28/
https://apnews.com/article/eu-top-jobs-von-der-leyen-costa-kallas-bd2fb3621d3354216f34fa611f576a16
https://www.ynetnews.com/article/sjndviuur
https://www.reuters.com/world/europe/kremlin-says-outlook-eu-russia-ties-is-bad-after-von-der-leyen-kallas-2024-06-28/