L’iniziativa pilota nella chiesa di Cicognara dove è stato installato un pos. Don Spreafico: «I soldi sono al riparo dai malintenzionati e si evita di contagiarsi»
Sandro Mortari
Gazzettadimantova.gelocal.it
VIADANA (Cicognara). D’ora in poi la parrocchia di Cicognara, nel Viadanese ma sotto la Diocesi di Cremona, non sarà più conosciuta solo come la palestra dove don Primo Mazzolari imparò a fare il sacerdote. Da una settimana è diventata la prima parrocchia, tra quelle di Mantova e Cremona, a sperimentare le offerte con il pos, il dispositivo di pagamento elettronico. Nella chiesa di Santa Giulia è entrato in funzione da lunedì scorso un sistema di pagamento digitale come in tanti negozi. Il fedele potrà fare offerte utilizzando la carta di credito. L’iniziativa è della Diocesi di Cremona ma a concretizzarla è il parroco di Cicognara, don Andrea Spreafico.
Lui è l’incaricato diocesano per il sostentamento del clero e ha lavorato assiduamente per essere pronto con il “bussolotto elettronico” come lo chiama, per giornata dedicata al sostentamento del clero che si è celebrata ieri. Non solo. Ha trovato anche il tempo di preparare un video, pubblicato sul sito della Diocesi cremonese, con cui spiega che cosa è e come funziona il dispositivo digitale, al momento una sperimentazione che non è escluso, se troverà il gradimento della comunità, possa essere estesa ad altre parrocchie, anche di altre Diocesi. Quella di Mantova, tanto per sgomberare il campo da inutili attese, per ora non ha in programma nulla di simile. «Però – dice don Andrea – potrebbe arrivare nelle nostre chiese di Viadana e Bozzolo. In una settimana a Cicognara abbiamo ricevuto 40 offerte, segno che la comunità ha accolto bene la novità».
Le norme anti-Covid suggeriscono di toccare il meno possibile il denaro, che potrebbe essere veicolo di contagio. E infatti, don Spreafico, nel video, spiega che la «novità, fra l’altro, è in linea con le disposizioni anti-Covid». C’è, però, un’altra motivazione che potrebbe spingere le parrocchie ad adottare il pos, i cui costi di installazione, peraltro, sarebbero a carico della Diocesi: «Le offerte sono al riparo dai malintenzionati che frequentemente visitano le nostre chiese» sottolinea il sacerdote.
Come funziona il pos? Innanzitutto è facilmente individuabile appena si entra in chiesa. Basta buttare lo sguardo verso l’altare e a destra, contro una colonna, c’è un piedistallo nero che sostiene una specie di contenitore giallo (assomiglia a una mini poltrona) su cui poggia il pos. Usarlo è facile. Basta inserire il bancomat o la carta di credito e scegliere tra le tre opzioni che compaiono sul display: fare una donazione alla comunità, alle opere di carità o ai nostri preti: nel primo caso le offerte finiranno alla parrocchia, nel secondo alla Caritas di Cremona e nel terzo all’istituto per il sostentamento del clero. Viene garantito l’anonimato del donatore, che potrà utilizzare l’estratto conto per scaricare dalle tasse la somma donata. Insomma, dice don Andrea, «un sistema comodo, sicuro e trasparente per sentirsi corresponsabili nei confronti della chiesa e dei nostri preti».